Per il titolo di questo appunto ho adattato un passaggio di un celebre spot di Francesco Rutelli che in un inglese degno di Alberto Sordi in “Un Americano A Roma” invitava gli stranieri a visitare l’Italia. Non mi hanno sorpreso gli avvenimenti degli ultimi giorni né la velocità con cui la loro bolla mediatica si è un po’ sgonfiata. Mi pare evidente che la vicenda di Eluana Englaro e tutti i casi recenti di violenza sessuale (come se accadessero soltanto all’uopo) siano stati strumentalizzati per distogliere l’attenzione da certi argomenti e per delegittimare alcune istituzioni, ma credo che questa pratica non sia un’invenzione italiana, altrimenti nel suo squallore avrebbe perlomeno dell’originalità. Penso che l’informazione sia più vittima dell’incapacità giornalistica che di qualche grande manipolazione, altrimenti dubito che sarebbe così semplice evincere le strategie di comunicazione attraverso una lettura poco impegnativa delle omissioni e delle insistenze mediatiche. Per me è buffo sentire qualche italiano che puntualmente si scaglia contro determinate forme di governo in cui la religione ha un ruolo forte all’interno dello stato, ma forse se si trattasse della loro religione invece che di un’altra allora le critiche verso determinate nazioni sarebbero nettamente inferiori. L’Iran è una teocrazia, ma almeno il suo status è ufficiale in quanto si dichiara una repubblica islamica mentre l’Italia (anche conosciuta come Vatikanistan) finge di essere un paese laico e viene vituperata quotidianamente dalle ingerenze vaticane. A me Silvio Berlusconi sta simpatico sotto il profilo umano e lo ascolterei per ore poiché trovo che abbia un eloquio brillante, migliore di tutto il suo entourage messo insieme, ma come politico mi pare che si discosti poco dalla media dei suoi colleghi e non riesco ad averlo in orrore perché i suoi predecessori hanno mostrato il medesimo servilismo nei confronti della Santa Sede. Vorrei che un giorno un futuro premier della mia nazione si alzasse dal letto, indossasse una tuta dell’Adidas, si recasse al Vaticano in sella a un Booster, prendesse il pontefice di turno per il bavero e lo riportasse ad Avignone a forza di calci in culo nel corso di una diretta televisiva a reti unificate. Se oggi ci fossero nuove elezioni io voterei ancora per l’astensionismo. Potrei votare per l’Italia dei Valori se avesse posizioni più nette sulle questioni etiche, almeno come un tempo avevano i Radicali che adesso mi sembrano soffocati dal rumore dei cilici di qualche teodem. Il mio partito ideale dovrebbe essere una destra anticlericale, ma in Italia questa definizione suona quasi come una contraddizione in termini. Infine il ritorno sulla scena politica di Clemente Mastella lascia perplesso anche un qualunquista come me. In un tale clima penso che il comportamento del presidente della Repubblica nel caso di Eluana Englaro si possa aggettivare in due modi: eroico e responsabile. Faccio un grande sforzo ad appuntare queste cose perché dovrei cercare di non essere partecipe neanche con il pensiero all’abominio politico della mia nazione, tuttavia alcune volte non riesco a sottrarmi a tutto ciò e avverto il bisogno di appuntare quanto mi passi per la mente su questo tipo di questioni. Voglio lasciare a piè di pagina un vecchio video di Aldo Busi che risulta ancora attuale, così magari mi becco qualche accusa di omofobia in meno; a proposito, sono a favore del riconoscimento dei diritti per le coppie omosessuali, tra cui il diritto all’adozione.
Torbidume et Orbi: sporcizia politica e cecità cattolica
Pubblicato lunedì 21 Gennaio 2008 alle 07:29 da FrancescoLa scorsa settimana sono avvenuti due fatti piacevoli. In primis la moglie di Clemente Mastella è stata arrestata e questo provvedimento ha regalato agli italiani le dimissioni del ministro della Giustizia, ma immagino che nei vertici delle organizzazioni criminali la notizia sia stata appresa con dispiacere. La questione papale è il secondo avvenimento che mi ha sollazzato negli ultimi giorni e voglio rivolgere un plauso alla frangia realmente laica de “La Sapienza” che è riuscita a respingere l’ennesima ingerenza del Vaticano nella vita pubblica della nazione. I media non criticano mai l’operato del Vaticano dato che sono asserviti alla casta sacerdotale e anche in questa occasione hanno dimostrato d’essere soltanto una cassa di risonanza per i comunicati della Santa Sede. L’Italia è un paese laico solamente sulla carta e buona parte della classe politica non agisce per il bene comune, ma si adopera per ottemperare a una dottrina anacronistica che spesso coincide con gli interessi di poche persone. Il cattolicesimo italiano amplifica i poteri della gerontocrazia e consente una suddivisione oligarchica dei poteri che spesso evoca i principi della democrazia per tutelarsi di fronte all’opinione pubblica. In realtà i principi democratici sono una scusa per consentire alla teocrazia cattolica di non mostrare palesemente il suo dominio in questa nazione. Per il Vaticano è un bene che il Papa non sia andato all’università “La Sapienza” poiché in questo modo è riuscito a catalizzare l’attenzione sull’ex nazista di Ratzinger più di quanto avrebbe potuto fare con una semplice visita e credo che vada riconosciuto alla Chiesa il merito di possedere un’ottima strategia di marketing. L’ennesima querelle tra “fede” e ragione ha trovato un po’ di spazio sulla stampa estera, ma non è stata tratta nella misura in cui l’informazione italiana le ha dato risalto. Rinnovo il mio attestato di stima nei confronti degli studenti e dei professori che hanno difeso una posizione laica piuttosto diffusa che spesso viene bandita dalle televisioni e dalle radio. Il giorno in cui l’Italia riuscirà ad affrancarsi dalla religione e dalla criminalità organizzata tornerà allo splendore che l’ha resa celebre grazie al patrimonio culturale che ha prodotto prima dell’unificazione del 1861.