15
Apr

Danni contenuti

Pubblicato martedì 15 Aprile 2008 alle 14:22 da Francesco

Sono felice che le urne abbiano decretato la morte elettorale di alcuni uomini. Credo che sia appena iniziato un processo di epurazione nel mondo della politica, ma suppongo che servano ancora molti anni per un ricambio generazionale. L’astensionismo ha fallito e alla la luce di quanto è successo credo che l’affluenza alle urne sia stata utile per dare un colpo di spugna alla frammentazione politica, tuttavia se domani si votasse di nuovo con gli stessi candidati io non eserciterei ugualmente il mio diritto al voto. Devo spezzare una lancia a favore della Lega Nord e penso che chiunque ami l’imparzialità debba riconoscere il successo del Carroccio. I leghisti hanno una nomea poco lusinghiera, ma i loro rappresentanti sono molto schietti e, per quanto possano essere discutibili, le loro dichiarazioni non si prestano alle ambiguità che caratterizzano la facondia di altri esponenti politici, inoltre ritengo che il partito di Umberto Bossi sia fortemente pragmatico e questa particolarità lo rende appetibile in un declino ideologico che finalmente si è affacciato anche in Italia. Ho sempre provato una simpatia umana per Silvio Berlusconi e per le sue doti comunicative, perciò mi auguro che il suo governo duri un quinquennio e spero che mi dia qualche motivo positivo per rieleggerlo. Sebbene al peggio non c’è mai fine dubito che l’Italia possa toccare ulteriormente il fondo e mi auguro che il nuovo esecutivo non raccolga questa sfida. Probabilmente l’eskimo di qualcuno è sbiancato a seguito della scomparsa di buona parte della sinistra, ma trovo che nel ventunesimo secolo non ci sia più spazio per le utopie fallimentari e ritengo che al tramonto delle ideologie debba seguire un’alba utilitaristica.

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16
Mar

Dalla Cina con furore

Pubblicato domenica 16 Marzo 2008 alle 06:18 da Francesco

La primavera è alle porte e l’avvento imminente della nuova stagione impone un abbigliamento diverso, perciò il drappo rosso che simboleggia la solidarietà nei confronti dei monaci birmani è considerato out mentre si assiste a un revival dell’indignazione per il trattamento che la Cina riserva al Tibet. Mancano pochi mesi all’inizio delle olimpiadi di Pechino, ma a seguito dei fatti recenti qualcuno ha proposto di boicottare l’evento per protestare contro la politica cinese in Tibet come se prima d’ora nessuno conoscesse i problemi che attanagliano questa regione del mondo. In giro per il globo c’è sempre qualche guitto in doppiopetto che è pronto a cavalcare l’onda dell’indignazione popolare per apparire più democratico e umano di quanto lo sia la sua politica interna: si tratta della vecchia storia nella quale il bue dice cornuto all’asino. Vedo delle analogie tra i Paesi Baschi e il Tibet, ma anche con i dovuti distinguo storici mi pare che quest’ultimo goda di maggiore sostegno da parte degli occidentali e oso ipotizzare che buona parte di questa empatia transcontinentale abbia un fondamento iconografico intriso di romanticismo. L’indipendenza non porta sempre benefici e Timor Est ne è la prova, inoltre evidenzia come il successo di una secessione porti con sé un calo notevole dell’interesse per il territorio. Alcuni padani vogliono scindersi dall’Italia, ma non possono reggere il confronto con i colleghi tibetani: la paresi facciale di Umberto Bossi non può competere con l’espressione rubiconda del Dalai Lama.

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