Talora avverto in me una mancanza primigenia, ma non ho idea di come possa colmarla né se sia opportuno farlo. Nell’ultima decade la mia esistenza non è cambiata granché esteriormente, ma al mio interno si sono susseguiti degli sviluppi epocali.
Ho imparato ad andare al di là di certe dicotomie e ne ho preservate altre che secondo me hanno superato il vaglio del tempo. Tra dieci anni non mi vedo molto differente, ma non escludo che possa morire prima per le ragioni più disparate. Rispetto al passato riesco a godermi molti più momenti perché sono in grado di rallentare i pensieri. Non ho coltivato legami umani e mi sento equidistante da ogni cosa, ma non so ancora dire con certezza se abbia fatto bene a trascurare questo aspetto: il futuro me lo rivelerà. La mia natura non è solitaria, ma l’ho dovuta sviluppare e allenare in tal senso per questioni di forza maggiore: un po’ come un mancino che dopo un grande e costante esercizio sia diventato un abile destrimano. Immagino che anche molti oltre me abbiano fatto altrettanto con maggiore o minore riuscita.
Rispetto a qualche anno fa sono più forte, equilibrato e sicuro sotto ogni profilo, quindi ho speso bene il mio tempo, però non sono invulnerabile né tanto meno invincibile. Quello attuale lo reputo un periodo di spaesamento, tuttavia non mi fa né caldo né freddo. Gli eventi cambiano pelle. Non soffro di nostalgia e non mi domando cosa sarebbe accaduto in certi casi se io avessi preso scelte differenti, ma ogni tanto mi piacerebbe tornare al cospetto di certi situazioni per concedermi un altro giro di giostra.
Un po’ di comprensibile e incomodo sconforto
Pubblicato giovedì 27 Ottobre 2016 alle 03:28 da FrancescoÈ tarda notte e piove a dirotto come prevede la più scontata delle sceneggiature. Sono un po’ giù di morale e a ragion veduta, perciò ascolto un vecchio disco di Shawn Phillips che si chiama “Second Contribution” e intanto scrivo per medicare le mie ferite interiori.
Talvolta mi sento del tutto disarmato dinanzi al ciclico ripresentarsi di certe dinamiche, come se io scadessi davvero nella coazione a ripetere, ma non capisco mai quando e come avrei potuto imprimere un altro corso agli eventi. Altrove la terra trema e gli edifici crollano, invece dentro di me non sento scossa alcuna e non c’è nulla da abbattere perché nulla vi ho mai costruito, però la vita è fatta anche di silenzi e solitudini imperiture così come i deserti hanno il loro spazio su questo pianeta. Ormai ho sviluppato gli anticorpi per delle malattie a cui sono immune, tuttavia ancor mi beo d’un po’ di malinconia che in questa notte minacciosa e ferale scorre a fiumi.
Provo una sensazione agrodolce che in parte mi piace, ma questa non dipende affatto da quello che ho mangiato ieri sera in una bettola cinese ed è invece qualcosa che ho già esperito prima. Dieci anni fa uscivo spesso la notte per lunghe e solitarie camminate tra strade vuote che per me sono sempre rimaste tali anche di giorno. A un certo punto ho smesso di camminare e così ho cominciato a correre, ma alla fine ho superato anche le mie ombre e così, al posto delle strade già vuote, mi sono ritrovato al cospetto della desolazione.
Credo che sia sottovalutata la valenza sociale dei propri fantasmi, però è giusto che anch’essi godano di uno spettrale e meritato trattamento pensionistico. Non me la passo male e non mi posso lamentare di nulla, ma sarei disonesto se non ammettessi come anche in me ancora viva l’intramontabile desiderio di sentirmi al primo posto per una donna, e di sicuro non per la corona d’alloro ancorché questa abbia un suo fascino. Ogni tanto mi stupisco di come certe speranze sopravvivano al tempo e alla volontà di sradicarle, ma forse aveva ragione Battiato in un suo successo di parecchi anni fa: “I desideri non invecchiano quasi mai con l’età”.
Non mi resta altro che avanzare nel tempo mentre quest’ultimo procede contro di me presso il tribunale delle possibilità. Di certo non mi faccio trascinare dagli eventi e non mi reco alla deriva per conto di altri, ma è giusto che io dia voce (benché scritta) a questo mio umore passeggero.