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Osaka, Nara, varie ed eventuali

Pubblicato sabato 5 Febbraio 2011 alle 21:47 da Francesco

La mia partenza è vicina. Tra qualche giorno sarò di nuovo in Italia e resterò uno straniero, però questa condizione mi aggrada e mi diverte. Ho compiuto una visita doverosa a Nara e l’ho trovata un po’ troppo a misura di turista, però questa impressione non mi ha impedito di apprezzarne l’atmosfera. Credo che ricorderò a lungo l’imponenza del Buddha (Daibatsu) che si trova nel tempio Todai-ji.
Durante gli ultimi giorni ho giocato a calcio. La prima partita l’ho fatta circa una settimana fa dalle parti di Ebisucho con alcuni ragazzini: per un pomeriggio mi sarebbe piaciuto riprendere a noleggio l’età che fu anche mia.

Recentemente ho scoperto il parco di Nagai e là ho trovato persone più grandi con cui giocare, perciò ho cominciato a frequentarlo per unirmi a partitelle con un maggiore coefficiente di difficoltà. Tra un match e l’altro ho conosciuto due inglesi e un giamaicano con i quali ho scherzato ampiamente sul Giappone, sui giapponesi e, più in generale, sul mondo intero. Finora all’estero sono sempre entrato in contatto con individui interessanti, ma d’altronde credo che una mente aperta costituisca un requisito importante per recarsi e sostare in certe parti del mondo senza negarsi a sé stessi né agli altri.

Torno volentieri nella mia terra benché uomini indegni di vivere la offendano sulle carte dei progetti ecomafiosi. In Italia regna l’ignoranza e talvolta chi le si oppone lo fa soltanto per interpretare un ruolo che gli permetta di prendere parte al gioco di società.
Una volta a casa dovrò scambiare qualche parola con il mio editore poiché c’è una questione contrattuale ancora aperta che ritarda la pubblicazione del mio secondo libro. Non mi piace affatto il mondo dell’editoria, specialmente quella parte in cui transitano gli scrittori emergenti, perciò sto pensando di farne a meno poiché esistono valide alternative per la distribuzione e io non ho alcuna pretesa in termini remunerativi né in termini di fama. Scrivo cose che vorrei leggere: questo è quanto. Entro la fine dell’estate potrei concludere il mio terzo libro poiché ho già scritto ventuno pagine e di solito mi fermo poco dopo le cento. Ho buttato giù qualche testo e vorrei registrarne almeno una parte su alcune basi di mio gradimento che ho raccattato un po’ di tempo fa. Ne farei volentieri a meno, ma nella musica italiana non ci sono molti testi che mi piacciano e dunque devo registrarmene qualcuno. Probabilmente sarò costretto a emulare quanto ho già fatto in passato per sopperire alle mie mancanze tecniche, tuttavia sono indeciso se ricorrere ad autotune o meno. In Italia ci sono ottimi musicisti, ma sono pochi coloro che riescono a dirmi qualcosa e il signor Brondi, per altro mio coetaneo, è tra questi. “Con le nostre discussioni serie si arricchiscono solo le compagnie telefoniche”.

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