Non credo che ci sia stata un’età dell’oro nel passato recente, ma quanto dovrei scorre a ritroso se volessi trovare nella storia italiana un momento di rottura simile all’attuale? In realtà questa situazione è planetaria. I media tendono a non dare troppo risalto alle notizie dei suicidi, forse per evitare d’istigarne altri che possano incrementare l’effetto domino.
Lo Stato insolvente assolda gli animi affranti delle persone come sicari per privare della vita le carni nelle quali i primi si disperano: l’ultimo atto di una burocrazia macabra. Gente onesta pone fine alla propria esistenza con largo anticipo a causa della disumanità di qualche numero sopra un terminale. Una barbarie degna delle pagine più bellicose della storia antica, però ovattata da distrazioni d’ogni genere e disquisizioni forbite. Ci sono parti del mondo in cui la vita di un uomo vale ancor meno, quasi nulla, ma la tendenza non dovrebbe essere quella di livellare la povertà. Forse in quest’epoca l’Occidente, o almeno l’Europa, si accinge a pagare per il suo colonialismo. Quelle che io chiamo le economie sommergenti hanno cominciato a rivalersi sui discendenti dei loro sfruttatori, ma non ne faccio una questione razziale e, invero, ci trovo addirittura qualcosa di giusto. Da bambino qualche adulto mi diceva: “Staremmo tutti meglio se avessimo tutti un po’ di meno”. Poi costoro riprendevano i loro discorsi sui massimi sistemi con cellulari (all’epoca non diffusi come oggi) pronti a squillare come le trombe degli angeli per annunciare l’ostentazione! Negli ultimi anni ho notato che i terzomondisti sono diminuiti, perlomeno tra le fila dei modaioli. Sento la necessità di seguire il dramma sociale perché la sua elefantiasi non sta avvenendo in qualche paese esotico dove il coup d’état è un avvenimento regolare, bensì è in atto nei confini della mia nazione e ciò mi fa capire come l’empatia sia anche una questione geografica. Io non posso fare nulla per cambiare le cose: ho soltanto un voto che non so manco a chi dare.
Quando lo Stato uccide innocenti allora ai miei occhi tutto è consentito da parte dei cittadini, comprese le azioni violente. Buffo e al tempo stesso disarmante come talvolta si consideri un bagno di sangue l’unico modo per arrestare un’emorragia. Non credo che le soluzioni imposte per uscire dalla crisi economica siano le uniche possibili, però sono certo che cagioneranno altre vittime. Uno dopo l’altro, cadranno in tanti, come nei regimi più truci. La democrazia è imperfetta per definizione, ma non è neanche questa roba qua.