Pubblicato domenica 23 Febbraio 2020 alle 22:35 da
Francesco
White Marble Marathon 2020 – 23/02/2020
Continua a divertirmi oltremodo questo clima da sagra dell’Apocalisse, ma non ho capito dove si faccia la fila per l’estinzione di massa. Ogni tanto mi ascolto in repeat un vecchio singolo dei R.E.M., "It’s the end of the world as we know it", ma a breve conto anche di giocare il remake di Resident Evil 2.
Stamani invece, a sette giorni dalla maratona di San Valentino, ho corso in quel di Carrara la quarta edizione della White Marble Marathon e l’ho conclusa in 2h49’46": quinto uomo e sesto assoluto. L’ennesima sotto le due e cinquanta. È stata la mia trentaquattresima maratona e la quarantunesima gara di lunga distanza (comprese sette ultramaratone). In questi anni ho maturato un po’ di esperienza, ma di tanto in tanto faccio ancora degli errori madornali, vere e proprie minchiate sesquipedali.
Due anni or sono impiegai otto minuti di meno sul vecchio percorso (che era più lento), ma non importa: al momento non posso fare molto di più.
In quest’occasione ho cambiato un po’ il mio assetto, infatti ho indossato la maglia che ho trovato nel pacco gara e ho messo ai piedi un paio di A2, precisamente le Freedom ISO 2 della Saucony.
Forse le scarpe più ammortizzate hanno scongiurato l’insorgenza di quei disturbi intestinali che in alcune recenti occasioni mi hanno arrecato nocumento. D’altro canto con la mia attuale velocità non sono più in grado di sfruttare le A1, ma a tempo debito le calzerò di nuovo.
All’inizio ho provato a impostare il passo attorno ai 3’52" al chilometro e più o meno l’ho tenuto fino alla mezza, ma poi ho avuto un bel calo. Tutto sommato è andata bene lo stesso perché devo abituarmi nuovamente alle A2. Just a matter of time.
Al di là di tutte ‘ste stronzate ringrazio di cuore le persone con le quali ho passato il fine settimana: gente squisita con cui mi sono divertito molto!
E un altro ringraziamento lo rivolgo a quel ragazzo che in uno degli ultimi ristori mi ha inseguito a corsa per darmi un bicchiere d’acqua che non era riuscito ad allungarmi poco prima! Quel gesto mi ha rinfrescato più di quanto abbia fatto l’acqua stessa. Namasté.
Qui la classifica: https://www.endu.net/en/events/white-marble-marathon/results
Qui la traccia Strava: https://www.strava.com/activities/3126410961
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Maratona di San Valentino 2020 – 16/02/2020
Se ne avessi la facoltà intitolerei una via o una piazza all’inventore dei bagni chimici: che Krishna l’abbia in gloria!
Stamane a Terni ho corso la maratona di San Valentino e per concluderla ho impiegato tredici minuti in più rispetto allo scorso anno: 2 ore, 56 minuti e 45 secondi. Diciassettesimo assoluto e primo di categoria.
Poco prima del ventesimo chilometro ho cominciato ad avvertire qualche disturbo intestinale e ho valutato subito il ritiro, ma poi ho cercato di resistere e mi sono posto dei traguardi intermedi.
Al ventiseiesimo chilometro ho trovato un bagno chimico che si è rivelato salvifico.
Appena ho ripreso a correre ho notato che avevo ancora buone possibilità di finire la gara sotto le tre ore, il mio minimo sindacale, e allora mi sono prestato al piccolo calvario dei restanti sedicimila metri
Non riesco a ritrovare la forma pregressa e questi incidenti di percorso non mi aiutano, ma prima o poi ce la farò.
Qui la classifica: https://www.icron.it/newgo/#/classifica/20190684
Qui la traccia Strava: https://www.strava.com/activities/3105698724
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Pubblicato domenica 22 Dicembre 2019 alle 19:06 da
Francesco
Stamani, sotto un cielo plumbeo, mi sono recato all’autodromo di Vallelunga e ho preso parte alla mia trentunesima maratona.
Per quasi quaranta chilometri (circa nove giri e mezzo della pista) sono stato insieme a un ottimo atleta, Alessio, e in questo modo ci siamo aiutati a vicenda.
A duemila metri dalla fine ho allungato il passo e così ho ottenuto la mia prima, molto modesta, ma comunque gratificante vittoria sulla distanza regina in 2 ore e 49 minuti.
Alla lunga il percorso si è rivelato più muscolare di quanto mi aspettassi, inoltre il forte vento (alcune folate sono state davvero intense) ha frenato un po’ tutti, ma ho gradito la pioggia intermittente perché mi ha permesso di non assumere liquidi. Oltre a non bere niente non ho mangiato nulla.
Attorno al venticinquesimo chilometro ho pensato al ritiro poiché ho cominciato ad avvertire qualche noia intestinale, ma una volta superata la soglia psicologica del trentesimo invece di stringere i denti ho stretto le chiappe e alla fine è andata bene.
È stata un’esperienza particolare!
Mancavano solo le "ombrelline" maggiorate come quelle che si vedono in MotoGP.
Questa gara la dedico a tutti coloro con cui ho condiviso un’uscita alle andature più disparate, ai tanti compagni di strada con i quali spesso improvviso allenamenti altrettanto estemporanei, e poi all’Atletica Costa d’Argento con cui sono tornato a correre dalla maratona di Latina: c’eravamo lasciati bene e ci siamo ritrovati meglio.
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Pubblicato giovedì 1 Novembre 2018 alle 19:29 da
Francesco
Domenica ho corso la maratona di Francoforte, ma prima della partenza, durante le mie passeggiate teutoniche, ho avuto modo di contemplare la beltade che è propria della Mitteleuropa. Se potessi mi avventurerei in certe considerazioni e ne rivangherei delle altre a cui la storia ha già dato i suoi responsi, ma voglio evitare che il mio certificato penale diventi un plagio di Mondrian.
Alla vigilia puntavo al record personale, però la gara è stata viziata un po’ dal forte vento e un po’ da una pisciata improvvisa a cui ho dato libero corso verso il sedicesimo chilometro.
Alla fine ho chiuso in 2h41’11”, ossia con una media di 3’50” al chilometro, perciò la mia prestazione mi ha soddisfatto lo stesso e soprattutto mi sono divertito moltissimo! L’organizzazione è stata ottima e l’arrivo davvero epico! Mai visto nulla di simile.
Percorso veloce e un livello di agonismo piuttosto alto che non ha pari in nessuna maratona italiana. Ho fatto un buon negative split, infatti sono passato alla mezza in 1h20’53” e la seconda l’ho corsa in 1h20’19”. È stata la mia 24esima maratona, la 15esima degli ultimi 14 mesi: per la decima volta l’ho finita sotto le 2h45′.
In questa fase della mia vita ho tempo e determinazione, perciò batto il ferro finché è caldo.
Prima o poi stabilirò il mio nuovo record sull’amata distanza, ma sarà lui a trovarmi, quindi non mi affanno a cercarlo e mi godo tutto il divertimento che prescinde dal suo arrivo. Qui la traccia Strava (un po’ imprecisa a causa del mio Polar): https://www.strava.com/activities/1934237912
Una settimana prima della maratona tedesca ho preso parte alla Corsa del Donatore in quel di Grosseto e sono riuscito a coprire i 7 chilometri e 300 metri del percorso in 25’35” tagliando il traguardo come secondo assoluto. Si è rivelato un test interessante poiché nei sette giorni precedenti a questa breve gara avevo accumulato 169 chilometri.
Qui la traccia Strava: https://www.strava.com/activities/1919648919
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Pubblicato martedì 19 Dicembre 2017 alle 12:54 da
Francesco
Pisa Marathon: 2h39’53”. Per la quarta volta in tre mesi ho migliorato il mio record personale sulla maratona, ma non ho ancora assistito a quegli eccidi che di norma precedono il sovvertimento d’ogni ordine costituito. Pazienza.
Non sono ripetitivo, bensì sono gli eventi che si ripetono: è l’eterno ritorno d’ogni cosa, l’uroboro che morde la propria coda.
A Pisa, malgrado un fastidio al piede sinistro, ho osato fin dalla partenza con un passo di 3’42” al chilometro. Sono passato ai diecimila metri in 37’02”, alla mezza maratona in 1h19’10” e al trentesimo chilometro in 1h52’39”.
V’è stata anche una nota di colore, difatti alla partenza la mia hachimaki ha attirato la curiosità di un forte atleta giapponese col quale ho scambiato poche parole nella sua lingua. Costui ha corso buona parte della gara in quarta posizione, con degli intertempi mostruosi, ma nel finale ha avuto un crollo verticale e sono riuscito a precederlo all’arrivo per poco più di un minuto: io diciannovesimo, lui ventesimo. Gambatte!
Iniziato bene in quel di Cesenatico poco prima dell’equinozio autunnale, ho concluso questo ciclo di tre mesi nel migliore dei modi, oltre ogni più rosea aspettativa, sconfessando i pareri contrari di certuni e ottenendo una soddisfazione che non m’è dato ricavare altrove.
Come atleta sento di avere ancora un ampio margine di miglioramento, ma devo capire se io sia all’altezza di esprimerlo in quanto allenatore di me stesso: la vera sfida è quest’ultima.
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