Ieri sera ho avuto il privilegio di ascoltare dal vivo Tony MacAlpine al CrossRoads di Roma e per la terza volta nelle mie peregrinazioni concertistiche ho ritrovato Stu Hamm al basso: già la sola presenza di quest’ultimo giustifica sempre il costo d’ingresso. Forte anche il gruppo di apertura, gli Ert15: di norma il funk mi annoia oltremodo, ma ieri mi è stato proposto con i dovuti virtuosismi e devo ammettere che tale commistione mi ha esaltato oltre ogni più rosea aspettativa.
Nel corso degli anni mi sono ritrovato di fronte vari virtuosi delle sei (o sette) corde e mi sono piaciuti quasi tutti allo stesso modo per ragioni diverse, ma la performance di MacAlpine e soci la colloco comunque fra le migliori. Tanto gusto oltre a tanta tecnica.
Di bei concerti ne ho molti alle spalle, ma tra le sole esibizioni di grandi chitarristi ricordo in particolare quelle di Allan Holdsworth (per me la più memorabile), John McLaughlin, Frank Gambale, Guthrie Govan (tre volte), Greg Howe, Vinnie Moore, Mike Stern, Kiko Loureiro, Andy Timmons, Neil Zaza, Ralph Towner.
Ringrazio S. V. per le foto. Quella con Stu Hamm l’ho messa direttamente nell’album di famiglia, infatti ne ho fatte più con lui che con il parentado tutto.
Tony MacAlpine al CrossRoads di Roma
Pubblicato domenica 4 Novembre 2018 alle 19:58 da FrancescoVenerdì mi sono recato nella capitale per un grande concerto fusion di Greg Howe con Stuart Hamm! Il secondo lo avevo già visto alcuni anni fa con Frank Gambale sempre nei dintorni della città eterna. Quest’evento è stata anche una buona occasione per condividere il tragitto con un altro appassionato di virtuosi: era da molto tempo che non andavo a un concerto con qualcuno. L’esibizione è stata fortissima e Stu Hamm è davvero un bassista fenomenale, ma anche Greg Howe è un chitarrista fuori dal comune e insieme all’ex batterista dei Flower Kings hanno dato sfoggio tanto di tecnica quanto di gusto. Prima di questo fantastico trio ha suonato un bel duo che tuttavia non mi ha rapito particolarmente e poi un chitarrista acustico, Jeff Aug, che invece mi è piaciuto molto. Ho visto tanti chitarristi superlativi negli ultimi dieci anni e adesso posso aggiungere Greg Howe alla mia scuderia che è composta da Allan Holdsworth, John McLaughlin, Mike Stern, Andy Timmons, Frank Gambale, Ralph Towner, Kiko Loureiro, Guthrie Govan, Neil Zaza e Vinnie Moore, ma suppongo che me ne sia dimenticato qualcuno e di certo qualcun altro manca ancora all’appello. D’altro canto il tempo passa, i concerti si accavallano e così il bagaglio di buone vibrazioni s’incrementa nella perenne positività della sua indefessa eco.
Giovedì, a dieci anni di distanza dal mio primo ascolto di “Coming To Your Senses”, sono riuscito a vedere Frank Gambale dal vivo al Crossoroads Club di Roma. Per la data capitolina il basso è stato affidato a Stu Hamm e non avrei davvero potuto chiedere di più! Gambale ha eseguito vari pezzi dal primo album che ho citato e alcune tracce del GHS, ovvero il progetto che porta l’iniziale di Gambale, Hamm e Smith; al posto di quest’ultimo durante il concerto ha suonato Joel Taylor alla batteria. Al momento, sulla Terra, non so chi possa offrire di meglio nell’ambito del jazz fusion.
Ad un tratto dagli amplificatori è uscita la voce soave di uno speaker di Radio Vaticana (o un’emittente del genere), ma questa interferenza ha dato vita a dei siparietti ironici di cui per altro Gambale si è reso protagonista per tutta la serata: battute e virtuosismi. Se riuscissi a rivederlo con il gruppo di Chick Corea poi la mia anima inesistente potrebbe riposare in pace. Finalmente posso dire d’aver visto dal vivo i miei tre chitarristi preferiti: Frank Gambale, Allan Holdsworth e John McLaughlin.