Pubblicato lunedì 13 Novembre 2017 alle 19:47 da
Francesco
Ieri la città di Ravenna, un tempo in Emilia-Romagna e ormai stabilmente in Cirenaica, ha ospitato la diciannovesima edizione della propria maratona nonché il mio nuovo record personale sulla distanza: 2h42’21”. Mi sono classificato 7° su 1190, quarto italiano all’arrivo.
Sabato pomeriggio ho fatto un salto al mausoleo di Teodorico e ho pensato a come oggi le invasioni barbariche avvengano senza colpo ferire, ma d’altro canto ogni epoca ha l’efferatezza che merita. Ho anche visitato la modesta tomba di Dante perché nei mesi venturi conto di rileggere la Divina Commedia con un approccio del tutto diverso da quello scolastico.
La partenza non è stata delle migliori, troppo stretta e penalizzante, infatti mi sono occorsi più di quattro cazzo di minuti per coprire i primi mille metri: la mancanza di una vera griglia di merito mi ha costretto a effettuare numerosi e azzardati sorpassi con improvvise variazioni di ritmo, cosicché solo dopo un paio di chilometri ho potuto disattivare le bestemmie e inserire il pilota automatico con cui impostare la velocità di crociera. Ho preso a scalare varie posizioni fino a quando ho raggiunto il gruppo della prima donna e sono rimasto con lei fino al ventinovesimo chilometro: una caduca liaison.
A tredicimila metri dalla fine mi è riuscito ancora una volta un bel cambio di passo e così sono andato in fuga per i fatti miei. La progressione solitaria mi ha permesso di guadagnare sette posizioni e ho fatto registrare l’ultimo chilometro quale più veloce di tutta la mia prestazione: 3’34”. V’era un clima ideale per una maratona e io non ho assunto né solidi né liquidi per l’intera gara: in pratica ho corso come se i ristori non ci fossero. A onor del vero avrei potuto fare persino qualcosa in più se avessi avuto l’opportunità di partire almeno accanto ai palloncini delle tre ore, giusto per evitare l’imbottigliamento iniziale.
Nell’arco di due mesi ho preso parte a quattro maratone, ho ritoccato tre volte il mio record personale e sono riuscito a finire sempre nella top ten, compresi due terzi posti; inoltre ho rimediato un tempo valido da presentare per l’iscrizione da semi-elite alla maratona di Tokyo del 2019, ammesso che per quella data io sia vivo e il Giappone esista ancora.
Non ho obiettivi a breve termine e non sposo le aspettative altrui, quindi posso affrontare le gare future con una tranquillità mentale ancor più grande del solito.
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Pubblicato lunedì 23 Ottobre 2017 alle 15:34 da
Francesco
Ieri, a distanza di una settimana dalla maratona di Parma, ho partecipato a quella di Lucca dove sono arrivato sesto assoluto e terzo italiano in 2h45’26”, il mio secondo miglior tempo di sempre.
Non avrei mai corso due maratone in sette giorni se avessi dato rilievo alle opinabili e infondate convinzioni di taluni, ma grazie al cielo la mia mente è una no fly zone per i voli pindarici degli altri.
Ho trovato il percorso nient’affatto veloce, difatti presentava numerosi cambi di direzione, vari strappi e un fondo stradale dissestato in più punti; le condizioni climatiche sono risultate avverse, con folate di vento e acqua piovana raccolta in ogni avvallamento lasciato all’uopo dall’incuria manutentiva, inoltre ho corso con un fastidio alla gola di cui, a onor del vero, in gara non ho risentito poi tanto.
Anche questa volta sono riuscito a fare negative split e con la mia progressione ho ripreso verso la fine diversi atleti da cui ero stato superato nella prima parte di gara.
Ho lasciato il mio premio a una sgarbata tizia dell’organizzazione, nella viva speranza che potesse giovare alla sua secchezza vaginale, e subito dopo non ho fatto mistero né a lei né agli altri presenti della mia ferma intenzione di non tornare mai più a alla Lucca Marathon: poi mi sono levato dal cazzo. Adieu!
Il mio prossimo obiettivo è quello di fare un’altra maratona sotto le 2h45’ su un percorso che valga come qualificazione di semi-elite (non alla francese con l’accento acuto) per Tokyo 2019, ma non pretendo di centrarlo d’emblée.
È opportuno un breve resoconto. Da maggio a ottobre ho corso quattordici gare sulle distanze più disparate e sono sempre riuscito ad arrivare tra i primi nove: cinque terzi posti, di cui due sulla distanza regina nell’arco di un mese, e, per quanto modesta, anche una vittoria.
Ormai sono giunto a un punto in cui ulteriori ed eventuali progressi richiedono delle modifiche al mio allenamento, tuttavia non intendo sottoporre quest’ultimo a una rivoluzione copernicana.
Per me una mezza utopia a lungo termine è quella di scendere sotto il muro delle 2h40’, ma anche solo per provarci sono costretto a mettere in conto dei tempi sulle distanze più brevi che non rientrano ancora nelle mie corde. Chissà come andrà a finire. Boh.
Non considero la corsa quale sorgente di un’illusoria identità, ma come mezzo di annullamento di cui i vari dati e aneddoti servono ad ammazzare il tempo mentre esso uccide me.
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Pubblicato domenica 27 Agosto 2017 alle 13:40 da
Francesco
Ultime dai campi. Se volessi potrei scrivere di molte altre cose invece di fornire sterili resoconti del mio agonismo, ma al momento non avverto la necessità di spiccare qualche volo pindarico. Le parole si trascinano da sole, talora strisciando nell’inutilità che defecano esse stesse.
Venerdì mi sono recato nella capitale d'Italia per partecipare alla quarta edizione della Roma by Night Run, una mezza maratona che parte alle dieci di sera e si snoda in buona parte tra i quartieri Flaminio e Parioli. La mia prestazione è stata buona, ho conseguito il mio record personale sulla distanza con un'ora, diciassette minuti e trenta secondi, mi sono classificato sesto assoluto e primo di categoria, ma non sono stato premiato perché non appartengo a una società FIDAL: l'importante è che io mi sia imposto sulla strada. Malgrado la buona prova, la mia gara è stata viziata da due errori di percorso che hanno coinvolto anche altri atleti, tanto che a un certo punto ho pensato di ritirarmi, ma poi uno del gruppo di testa ha fatto prevalere la ragione sulla rabbia e ha convinto noi altri a continuare: non ricordo chi fosse costui, ma devo ammettere che in quel momento mi ha dato una bella lezione di vita. Chapeau. Non parteciperò mai più questa gara benché offra l'insolita e attraente possibilità di correre nottetempo a Roma per ventuno chilometri: vi trovo troppo pressapochismo di cui è conseguenza anche la scarsa illuminazione in certi punti del percorso.
Il sedici agosto ho preso parte alla gara più antica della Maremma, ovvero la quarantottesima edizione della Sovana Sorano in cui mi sono classificato al terzo posto. Ho corso la discesa dell’ottavo chilometro in appena tre minuti e due secondi prima di affrontare la salita finale, perciò sono rimasto molto soddisfatto della mia performance.
Il cinque agosto mi sono presentato alla partenza della gara de La Guaita in quel di Travale, un borgo piccolissimo in cui sembra che il tempo si sia fermato e dove la lingua volgare affonda le sue radici. Il percorso presentava discese ripide e salite dalle pendenze altrettanto importanti. Alla fine, malgrado il caldo asfissiante, mi sono classificato al quarto posto e primo di categoria.
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Pubblicato lunedì 31 Luglio 2017 alle 00:57 da
Francesco
Il ventitré luglio sono andato a Venturina per partecipare a una gara di 9,5km e sono riuscito a classificarmi sesto assoluto su centodiciotto arrivati nonché secondo di categoria. Il percorso consisteva in un iniziale falsopiano a cui poi seguiva una lieve discesa: il tutto da ripetere due volte. Per tagliare il traguardo ho impiegato 34 minuti e 29 secondi, ossia 3’37” al chilometro.
Sabato invece sono tornato nella splendida Tuscia, precisamente a Gradoli e ho partecipato alla terza edizione della locale dieci chilometri (ancorché alla fine il mio GPS abbia segnato 9,6km). Avevo sentito parlare della durezza di questa gara, la quale si snoda prima con una forte discesa e poi, dopo un passaggio in pianura su una strada bianca, risale verso il centro urbano con pendenze impegnative. Alla partenza mi sono ritrovato un po’ dietro ai primi poiché mi sono presentato sotto l’arco all’ultimo momento, ma non ho faticato a riguadagnare posizioni e così ho trovato il mio posto nel gruppo di testa. Non ho fatto da battistrada e ho lasciato che gli altri dettassero il ritmo. Quando i primi due sono fuggiti per giocarsi la vittoria io mi sono ritrovato a lottare in salita con un forte marocchino, probabilmente non in giornata, e alla fine sono riuscito a guadagnare il gradino più basso del podio su centotrentuno partecipanti. Il mio tempo finale è stato di 37 minuti e 19 secondi. Spero che le buone prestazioni di queste gare brevi si riverberino sulle mie maratone venture, difatti non vedo l’ora di cimentarmi per la decima volta sulla distanza regina.
Senza nulla togliere ad altri territori e società sportive, devo tuttavia confessare che trovo sempre molto ben organizzate e premiate le gare della Tuscia, inoltre ogni volta vi respiro un’atmosfera piuttosto distesa e gioviale.
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Pubblicato mercoledì 12 Luglio 2017 alle 01:15 da
Francesco
In quest’afoso luglio, per il cui prosieguo mi attendo un po’ di clemenza dal maestrale, ho preso parte a due gare della Tuscia. Anzitutto il primo luglio sono tornato a Bolsena per la decima edizione della locale maratonina, una gara di nove chilometri che si snoda prima in pianura, poi presenta una salita e infine una discesa: il fondo è prevalentemente di asfalto e soltanto certi punti sono sterrati. Sono arrivato settimo su 225 atleti e ho sfiorato la vittoria di categoria, ma non sono riuscito a tenere il cambio di passo di colui che alla fine mi ha dato cinque secondi.
Mi sono divertito e ho respirato una bella atmosfera come già mi accadde la prima volta, però il mio GPS mi ha dato una distanza complessiva di 9,05km, oltre mezzo chilometro in meno della distanza dichiarata dall’organizzazione.
L’otto luglio sono tornato nella Tuscia per partecipare alla prima edizione della Corri Orte.
Il percorso di questa gara era stato pubblicizzato come interamente pianeggiante e non so se a rigor di misurazione lo sia davvero, almeno sulla carta, però la partenza è stata in lieve discesa, poi ci sono stati un po’ di pianura e di falsopiano sino a una piccola salita su sterrato alla cui fine è comparsa una discesa di asfalto; infine il traguardo in pianura è stato preceduto da un breve strappo: questo giro è stato ripetuto due volte per una distanza finale di nove chilometri.
Credo che una descrizione meno formale e più efficace di un percorso simile si riassuma con l’aggettivo “ondulato”.
Altimetria a parte, mi sono divertito e mi sarei iscritto comunque a questa prima edizione anche se avessi avuto una più fedele descrizione del tracciato. Ho tagliato il traguardo come nono assoluto su 275 partecipanti, ma non sono riuscito a vincere la categoria e difatti in quest’ultima mi sono classificato secondo. Alla manifestazione ha preso parte anche il leggendario Giorgio Calcaterra con il quale ho avuto modo di scambiare qualche parola.
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Pubblicato giovedì 22 Giugno 2017 alle 01:18 da
Francesco
Lo scorso sabato in quel di San Casciano Dei Bagni ho vinto in 1h09’22” la prima edizione di un piccolo e incantevole trail da 15,5 chilometri, ovvero il Trail2Valli. Alla partenza ho cercato qualcuno che mi aiutasse a dettare il ritmo, ma ho valutato le andature altrui troppo caute e così mi sono portato subito alla testa della gara con un passo piuttosto forte per le mie possibilità.
Non avevo il GPS e ho impostato l’andatura in base alle mie sensazioni, ma d’altro canto su gare del genere il ritmo viene continuamente spezzato dai frequenti saliscendi e almeno per me in tali contesti l’orologio può essere più un freno psicologico che un aiuto. Ho voltato più volte la testa per controllare eventuali inseguitori, il classico errore di Orfeo con Euridice.
Fino a cinquecento metri dal traguardo ho pensato che avessi maturato un vantaggio considerevole, ma poco dopo ho visto spuntare dietro di me il secondo e ho interpretato la sua apparizione alla stregua di un attacco, perciò ho accennato la volata finale per stare tranquillo e il cambio di passo mi è riuscito piuttosto bene.
Tra i cinquantaquattro presenti mancavano i top runner, ma per ogni gara vale sempre la solita regola: chi c’è, c’è. Non mi è piaciuto l’inedito ruolo di battistrada, troppo stressante, ma di sicuro mi ha aiutato a spingere al massimo e infatti ho avvertito gli effetti dell’acido lattico per due giorni di seguito come non mi accadeva da tempo.
Ho partecipato a questo trail per fare un test con cui valutare il mio stato di forma, difatti sulla scorta di nuove convinzioni ho cambiato il mio allenamento negli ultimi quarantacinque giorni e ho privilegiato maggiormente il fondo lento. Oltre a quest’ultimo test agonistico ne avevo fatto un altro su uno dei miei percorsi di riferimento e già là mi ero reso conto dei progressi.
Non conosco l’autore della foto.
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Pubblicato domenica 11 Giugno 2017 alle 02:05 da
Francesco
In quarantuno giorni ho macinato all’incirca 530 chilometri e nell’ultima settimana ho cominciato a raccogliere i frutti dei miei sforzi. Venerdì ho ottenuto un record personale in allenamento riuscendo a completare il giro della laguna di levante (18,6 chilometri) con una velocità media di 3’49” al chilometro: ho tolto un minuto e sedici secondi al mio primato precedente che risaliva a ottobre dello scorso anno. Mi sento in grande forma e aspetto l’autunno per mettermi alla prova sulla distanza regina, ma ho anche intenzione di partecipare a qualche gara breve durante l’estate. Quest’inverno non ho corso molto nonostante sia riuscito comunque a chiudere la maratona di Ferrara sotto le tre ore: la voglia era poca e ero disturbato da forze contrarie di cui ho già dato conto su queste mie pagine virtuali. Adesso le carte in tavola sono cambiate.
In me si è riacceso un fuoco sacro e voglio custodirne le fiamme come se fossero mie figlie, perciò intendo proseguire sulla (lunga) strada che ho fatto finora. Ho ritrovato dentro di me qualcosa che avevo perso di vista col terzo occhio. Può darsi che in futuro io incorra in nuove incertezze, ma sono anche consapevole di come ogni volta la durata della loro efficacia si riduca sempre di più.
Insguirò certi obiettivi agonistici, tuttavia anche se non dovessi riuscire nelle mie imprese potrò comunque considerarmi soddisfatto. In quanto dilettante sono contento dei risultati che ho raccolto fino a oggi e quindi posso instillare nelle mie ambizioni una certa tranquillità mentale: non c’è circostanza migliore per me! Mentirei se negassi come all’inizio della mia avventura agonistica io avvertissi la necessità di dimostrare a me stesso la capacità di realizzare certi tempi, ma ora che questi sono già miei la spinta verso nuovi orizzonti non può che provenire da un’altra fonte e io sito questa nella mia voglia di divertirmi sull’asfalto.
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Pubblicato lunedì 20 Marzo 2017 alle 14:56 da
Francesco
Ferrara è un piccolo gioiello con tutte le sue meraviglie estensi e ieri vi ho corso la mia nona maratona, anch’essa sotto il muro psicologico delle tre ore come le precedenti otto, ma dopo l’arrivo al traguardo mi sono fatto una bella doccia calda e poi ho macinato altri chilometri a piedi per fare un tuffo nel Rinascimento.
Per raggiungere la città ho avuto di nuovo quel problemino col navigatore della mia auto, difatti a tutta prima ho pensato che il TomTom mi avesse condotto ancora una volta laddove Mugabe è un eroe nazionale e il voodoo una scienza esatta. Chissà che ne sarà di città come Ferrara quando il suicidio etnico sarà completato.
La gara è andata bene e come ho già accennato anche questa volta sono sceso sotto le tre ore, difatti ho impiegato 2h56’32”: sono arrivato diciottesimo assoluto e terzo di categoria.
Non ho inseguito il mio record personale, ma fino al trentacinquesimo ho rischiato comunque di centrarlo, difatti viaggiavo attorno ai 4’02” al chilometro dopo una cauta partenza a 4’05”. L’organizzazione è stata perfetta e l’altimetria pressoché nulla.
Dall’inizio dell’anno ho corso appena 397 chilometri (più la maratona d’oggi), di cui 112,5 dal sei al tredici marzo per via di vari lunghi ad alta intensità, perciò non avevo nelle gambe l’allenamento necessario per fare di meglio. Ho faticato, certo, ma meno rispetto ad altre prestazioni dove il tempo finale è stato pressappoco quello d’oggi.
Questi i miei intertempi:
10KM: 40’46”
Mezza maratona: 1h25’14”
30KM: 2h01’08”
Arrivo: 2h56’32”
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Pubblicato mercoledì 23 Novembre 2016 alle 20:55 da
Francesco
Domenica ho partecipato alla maratona di Verona, anche se al mio arrivo in città ho temuto che il navigatore mi avesse condotto per sbaglio a Johannesburg. Ora so come si sentono i boeri in Sudafrica. Ovviamente ho cancellato la e-mail di reclamo alla TomTom appena ho capito che non ero giunto in uno di quei posti da cui il Sahel sembra l’Iperborea.
Insomma, mi sono presentato alla partenza scaligera con l’intenzione di abbattere il muro delle due ore e cinquanta minuti. Ho impostato il mio ritmo di poco al di sotto dei quattro minuti al chilometro e per trentacinquemila metri non ho avuto grossi problemi, però negli ultimi sette chilometri ho accusato un calo notevole che si è acuito a duemila metri dall’arrivo.
Sono comunque soddisfatto perché malgrado la crisi ho tagliato il traguardo in 2h56’35": sotto le tre ore mi va sempre bene e questa è l’ottava volta su otto che chiudo così. Il percorso mi è piaciuto e l’ho trovato piuttosto veloce, il pubblico presente è stato partecipe e l’organizzazione mi è parsa ottima. In poco più di un mese e mezzo ho corso tre maratone e una mezza su cui ho stabilito il mio nuovo primato, ma ancora non escludo che possa chiudere l’anno con un’altra gara sulla distanza regina. Sono stato bene in questo periodo d’intensa attività agonistica e non mi hanno pesato né le molte ore di guida né la beata solitudine.
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Pubblicato giovedì 17 Novembre 2016 alle 19:06 da
Francesco
In questo timido accenno d’un inverno che è ancora lungi dall’arrivare io corro e mi diverto, ma non nego che senta forte il richiamo delle strade anche perché, altrettanto forte, è il silenzio di alcuni aspetti della mia esistenza: taciti anni, mutevoli e muti, ancora si avvicendano a ridosso di prospettive cangianti. Mai una certezza, eccetto la morte!
Assodata la premessa di cui sopra, posso spendere qualche parola sulla mia prestazione senza la paura di altre digressioni. Per me è stata una gara facile e in progressione. Mi sono sorpreso della freschezza muscolare e, sebbene di soli quattro secondi, sono riuscito a migliorare il mio record personale sulla distanza. Ho chiuso al sesto posto su 144 arrivati con 1h18’10” e così ho anche vinto la mia categoria, la B. Ho persino corso centocinquanta metri in più perché, presso un incrocio, ho sbagliato strada, ma fortunatamente me ne sono accorto subito e la mia gara non ne ha risentito affatto; anzi, incazzato per l’errore ho spinto ancora di più e sono riuscito a mantenere un passo medio di 3’42” al chilometro. Il mio è stato un bell’andare!
Credo che questo risultato sia stato figlio delle due maratone sotto le tre ore che ho corso nell’arco di due settimane ottobrine, dunque mi auguro che a sua volta sia propedeutico per un’imminente maratona in cui spero di correre bene e senza troppa fatica. Sono felice quando raccolgo i frutti del mio allenamento e siccome sono il mio allenatore la mia contentezza in casi del genere è sempre doppia. La mia attitudine mischia atletica leggera e solipsismo.
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