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Lug

Promemoria per la vita futura di uno sconosciuto: prima parte

Pubblicato giovedì 31 Luglio 2008 alle 09:53 da Francesco

Le fasce ti avvolgeranno e sceglierai le catene dalle quali ti dovrai liberare in seguito. La natura del tuo cominciamento subirà le riverenze dei giganti e ogni atto di cortesia verrà meno quando raggiungerai il tempo del dovere. Attorno alla tue percezioni si alterneranno impressioni di ogni tipo e la confusione sarà pronta ad accoglierti tra i suoi arti tentacolari. Le ricerche sbocceranno spontaneamente in te e le prime saranno rudimentali. Buona parte dei tuoi respiri dipenderanno dalla costanza con la quale ti adopererai per trovare un senso alle tue gesta, ma quest’ultimo sarà inaccessibile a lungo e spesso otterrai soltanto la sua negazione multiforme. I fiumi di parole non debelleranno l’aridità dei tuoi giorni e soltanto una pioggia di dubbi ragionevoli potrà garantirti la continuazione delle tue attese. Lungo la strada e a ridosso di essa incontrerai malfattori e mendicanti altrettanto disonesti, ma dovrai fare attenzione anche agli epigoni per evitare che la loro brama emulatrice ti contagi. Ti fermerai e farai passare le colonne delle ingiurie se la tua integrità ti sarà cara. Non ti lancerai all’inseguimento delle lodi se anteporrai la ragione alla vanità. Le tue azioni non avranno mai la certezza di una ricompensa congrua e l’anonimato, l’oblio e la dimenticanza ti vesseranno per istruirti, tuttavia se sarai all’altezza della tua felicità riuscirai a vedere la natura benevola di questi maltrattamenti apparenti. Dovrai accettare il tuo modo di evolverti e qualche evento ti ricorderà che non esiste una sola via per raggiungere un nuovo punto di partenza. Alcuni sforzi ti sembreranno inutili ed eccessivi, ma in realtà saranno soltanto il preambolo di un supplizio edificante. La tua volontà non ti potrà mai assicurare nulla né potranno le parole dei proselitisti. Esiterai soltanto tu al cospetto dei tuoi fallimenti e fino al termine di un cambiamento radicale avrai sempre il diritto di proclamarti miserabile. Arriverai a mettere in discussione la tua esistenza e quando avrai il coraggio per annientarla allora inizierai ad appropriartene completamente, ma i tuoi sforzi saranno vani se la porrai su un patibolo invece di educarla fino al suo termine naturale. Non dovrai credere a nulla e talvolta neanche a te stesso né alla tue capacità.

Foto di Grant MacDonald
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8
Nov

Il grande letargo

Pubblicato giovedì 8 Novembre 2007 alle 21:39 da Francesco

I lampioni avvampano prima dell’imbrunire e il buio si presenta in anticipo. L’ora solare getta delle ombre sull’umore della gente e sembra che le persone vivano di meno. I soprabiti avviluppano i corpi che temono un’improvvisata del freddo. Alle volte l’incedere dei passanti appare isterico e altre volte assomiglia a un movimento arrendevole verso un patibolo casalingo. Le buste dondolano dai polsi avvizziti di qualche signora anziana oppure pendono dalle dita curate di una vamp provinciale, ma in entrambi i casi pare che le compere diano una soddisfazione minore rispetto agli acquisti estivi. La beltà si presenta con più discrezione, gli abiti diventano meno succinti e sembra che le voci accompagnino il divertimento delle comitive per dovere invece che per diletto. Qualcuno riesce a trovare un po’ di refrigerio per la sua interiorità arida nel calore intimo e isolato delle lenzuola che si affacciano sulle steppe del riposo dalla penombra di una persiana semichiusa. Gli occhi si perdono nelle immagini tridimensionali di un monitor e nelle pubblicità televisive oppure subiscono l’attrazione letteraria di un libro, ma riescono a dare vita a uno spettacolo senza pari solo quando incrociano due colleghi. Per quanto mi riguarda attraverso le stagioni ombreggiate a forza di bracciate contro la corrente della mestizia. Sudo, incido parole e concedo ampi spazi al passaggio del silenzio. Ascolto le chitarre distorte di persone che sono sopravvissute agli anni ottanta, odo i falsetti di alcune ugole d’oro e attacco la mente al ritmo dell’hard bop che fuoriesce dai sassofoni di alcuni negri leggendari. Firmo un’altra volta la mia presenza su questo mondo e la consegno a me stesso come promemoria esistenziale.

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