Le statistiche comprovano la violenza di genere, ma secondo me il fenomeno dev’essere inteso come violenza tout court qualora se ne legiferi in maniera efficace. Oggi in Italia un omicida ha buone probabilità di rifarsi una vita, difatti le conseguenze per un carnefice non sono irreversibili come quelle della vittima. Nella mia nazione immaginaria certi reati sono puniti con la condanna a morte, ma a patto che non sussista dubbio alcuno sulla colpevolezza dell’imputato.
Alle pene severe va riconosciuta la funzione di deterrente senza la pretesa che la svolgano sempre, in qualunque caso, giacché non è possibile prevenire tutti gli eventi delittuosi, ma la prospettiva di una morte per fucilazione secondo me farebbe desistere taluni da certe iniziative: il gioco varrebbe la candela anche se finisse per salvare una sola vita innocente. Hegel credeva fermamente nella pena di morte a differenza di quella sciagura chiamata Beccaria, perciò a chi non la considera utile io rispondo che l’assenza della stessa risulta persino più inutile. Non riesco davvero a capacitarmi di come le leggi italiane siano così garantiste e umane contro chi, di propria sponte, abbandona la propria umanità: è un’istigazione a delinquere.
L’educazione può svolgere un ruolo preventivo, ma la repressione e la pena retributiva secondo me sono gli strumenti principali per contenere le violenze, inoltre alcune persone hanno un’indole malvagia e per costoro non v’è processo pedagogico o percorso formativo che regga. I legislatori italiani vogliono mantenere il garantismo per gli assassini, ma pretendono anche che Abele motu proprio si astenga da certe condotte: la loro inazione e la mancanza di coraggio delegano a terzi (gli assassini, appunto) quella violenza che inevitabilmente pervade il mondo e di cui lo Stato, nella mia visione di società, dovrebbe gestire la portata (facendosene interprete con pene violente) poiché non è possibile eradicarla del tutto.
La pena di morte è una misura di civiltà
Pubblicato lunedì 20 Novembre 2023 alle 22:29 da FrancescoSono favorevole alla pena di morte e credo che l’Europa se ne sia sbarazzata troppo presto, ma non la considero un punto d’arrivo e sarebbe opportuno che su questo pianeta si formassero le condizioni per poterne davvero fare a meno. L’esecuzione di Troy Davis mi ha lasciato perplesso poiché sussistevano ragionevoli dubbi sulla sua colpevolezza. Giustiziare un innocente secondo me mina gravemente l’efficacia della pena capitale come deterrente.
Alcuni sostenitori di questa misura sono chiaramente dei frustrati con tendenze al sadismo che proiettano su circostanze del genere una parte della loro personalità disturbata, però in nazioni come il Giappone (in cui il tasso di criminalità è basso) la pena di morte raccoglie un consenso piuttosto largo che si può constatare anche in Russia. Io non credo granché ai sondaggi che si basano su campioni relativamente piccoli, perciò vorrei che in tutte le nazioni (Italia compresa) vi fosse un voto democratico per scegliere se (re)introdurre o meno la pena di morte, ma sono certo che taluni si scandalizzerebbero oltremodo perché “una questione così delicata non si può affidare al voto popolare”. La parte virgolettata non è affatto una citazione, tuttavia potrebbe rappresentare il pensiero di qualcheduno che sostenga la democrazia fino a quand’essa non si scontri con i suoi principi: una posizione del genere sarebbe un po’ contraddittoria, ma tant’è. Sono un tipo pragmatico e mi piacerebbe trovarmi in un sistema in cui prevalesse l’interesse del maggior numero di persone, però non pretendo che ciò si chiami “democrazia” e al contempo se corrispondesse a tale sostantivo non mi disturberebbe affatto. Un idiota (qualora fosse donna avrebbe l’aggravante dell’apostrofo) potrebbe leggere nelle mie parole la più celebre delle massime machiavellesche, ma sbaglierebbe completamente. Lo ripeto: completamente.
Posso vagamente immaginare cosa spinga un individuo a uccidere un suo simile, ma non riesco neanche a ipotizzare quali pensieri attraversino la mente di un assassino che si ritrovi a un passo dalla sua esecuzione. Non sono contrario alla pena di morte, tuttavia non mi sollazza l’idea che possa essere inflitta ai successori di Sacco e Vanzetti. Non credo che il carcere possa avere una funzione riabilitativa per ogni detenuto e talvolta la recidività che non viene prevenuta per un eccesso di garantismo mostra il suo prezzo nei volti cadaverici di vittime innocenti; per quanto concerne la cronaca italiana, uno dei casi più recenti di questo tipo riguarda Angelo Izzo. Non sono un giurista né un sociologo e queste righe scarne mi occorrono soltanto per introdurre le ultime parole di alcuni condannati a morte. Ho scelto di appuntare e tradurre le frasi che mi hanno colpito maggiormente tra quelle che un centinaio di criminali statunitensi hanno pronunciato prima di essere giustiziati.
“Mi dispiace che questo sia accaduto. Non ho rancore verso nessuno. Ancora non ricordo quanto è avvenuto, ma ciò che è stato è stato”
Robert L. Newland
“Non mi hanno collegato a nulla. Non ho ucciso la mia matrigna. Le volevo bene. Il Texas sta per assassinare un uomo innocente”
Reginald Perkins
“No comment”
Earl Wesley Berry
“Ho detto che avrei raccontato una barzelletta. La morte mi ha liberato. Quello è lo scherzo più grande. Mi merito questo”
Patrick Bryan Knight
“Ci vediamo dall’altra parte. Guardiano, uccidimi… sono pronto ad andare. È tempo che questa festa cominci”
James Jackson
“Non l’ho preso perché ho convinzioni forti sull’aborto e sui trentatré milioni di bambini che sono stati abortiti in questa nazione. Quei bambini non hanno mai avuto il primo pasto ed è per questa ragione che io non ho preso l’ultimo in loro memoria”
Ricky Lee Sanderson
“Sono pronto per essere liberato. Liberatemi”
Kenneth Allen McDuff
“Adesso che sto per morire, non rimane nulla di cui preoccuparmi. So che è stato un errore… Tutti hanno problemi, io non sarò più parte del problema. Adesso posso smettere di preoccuparmi. È stato tutto un errore. Questo è tutto ciò che voglio dire”
James Colburn
“Vorrei suggerire che quando una persona ha in mente di fare qualcosa di grave contro la legge, prima che lo faccia, dovrebbe andare in un posto silenzioso e pensarci seriamente”
William George Bonin
“Sono un guerriero africano, nato per respirare e nato per morire”
Carl Kelly
“Non siamo qua per un avvenimento sociale, noi siamo qua per un’uccisione”
David Wayne Woodruff
“Va bene, guardiano, diamo loro ciò che vogliono”
Melvin White