6
Apr

Sull’isola di Formosa

Pubblicato martedì 6 Aprile 2010 alle 14:07 da Francesco

Negli ultimi giorni il maltempo si è adagiato su Taipei, tuttavia né le nubi né le precipitazioni sporadiche di acqua piovana hanno compromesso il mio nomadismo urbano. Ho visitato il Sun Yet San Memorial. Nel luogo si trova un grande palazzo simile a quello che è stato eretto per ricordare Chang Kai-shek e tutt’intorno vi sono giardini curati che si offrono alla vista dei passanti. La presenza di un laghetto e gli spazi ampi attirano i praticanti di Tai Chi, le coppiette, le famiglie con prole al seguito e, un po’ distanti dalle categorie appena elencate, si possono incontrare anche degli anziani che in un ampio spiazzo dirigono i voli dei loro aquiloni all’ombra del Taipei 101.


“La linea orizzontale ci spinge verso la materia, quella verticale verso lo spirito”

Ho fatto un salto anche al mercato notturno di Shin Lin nel quale mi sono limitato ad acquistare due adesivi per il divieto di fumo. La folla presente per quantità e compattezza mi ha ricordato quella che occlude le arterie urbane di Roma ogniqualvolta quest’ultima si presti a una notte bianca.

A Taiwan le scuole mettono a disposizione della collettività le loro strutture sportive e finora non ho incontrato neanche un atto di vandalismo né al loro interno né in altri luoghi pubblici. Ho approfittato di una pista d’atletica per correre un po’ e oggi pomeriggio avrei dovuto giocare un’altra partita di calcio, ma la pioggia si è presa il cielo e la terra. Resterei ancora un po’ a Taipei se il visto e le finanze me lo consentissero. La città non ha nulla di speciale, però mi piace trafiggerla a piedi da una parte all’altra e la considero mansueta anche nelle ore di punta. Ravviso dei tratti di serenità e pacatezza in questa urbe che per me non ha nulla di peculiare tranne una calma malcelata. In metropolitana, tra uno spostamento e l’altro, ho quasi terminato la lettura de “La tentazione di esistere” di Emil Cioran e, nei minuti che di solito precedono il mio addormentamento, sono riuscito a scrivere qualche pagina per il mio secondo libro.

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12
Apr

File sharing

Pubblicato sabato 12 Aprile 2008 alle 17:25 da Francesco

Nove anni fa osservavo con stupore l’interfaccia di Napster e già allora ritenevo che il CD fosse destinato a creare un mercato di collezionisti sulla falsariga di quanto era già successo per il vinile. Ormai credo che il CD sia obsoleto, tuttavia cerco di acquistare i dischi che apprezzo maggiormente ogniqualvolta le mie finanze me lo consentano. Senza l’ausilio di Internet la mia cultura musicale avrebbe avuto un volume minore e di conseguenza avrei investito quote inferiori di soldi e di tempo per apprezzare questa forma d’arte. Non sono un fautore del download selvaggio e anche nel peer-to-peer le mie scelte sono oculate. La grande mole di materiale che è a disposizione degli internauti può essere dispersiva per taluni, infatti mi chiedo che senso abbia oberare un disco fisso con un terabyte di dati che difficilmente potranno essere consultati. Mi sembra che il download talvolta perda la sua utilità materiale e diventi un aiuto psicologico con il quale certi utenti raggiungono il piacere del possesso, tuttavia sono felice che la pirateria aiuti a divulgare la cultura e non riesco a considerarla un reato mentre credo che vada stigmatizzato fortemente il dispotismo dell’industria dell’intrattenimento. Nell’ultimo album dei Prophilax, “Coito Ergo Sum”, è presente una traccia che s’intitola “Me Scarico Tutto” nella quale il gruppo capitolino affronta con la sua impronta inconfondibile il tema che ho preso in esame quest’oggi e data l’imminenza delle elezioni non posso fare a meno di citare un altro pezzo che si trova sul disco succitato: “Altri Cazzi, Stessi Culi”. Penso che esistano argomenti più importanti sui quali spendere qualche parola, ma dato che questo blog ha uno scopo prevalentemente introspettivo lascio ad altri l’onere di salvare il mondo tra un post e l’altro. Concludo questo breve scritto con una foto dei miei ultimi acquisti musicali.

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