Pubblicato domenica 10 Marzo 2024 alle 21:56 da
Francesco
Come ai vecchi tempi, che invero per me sono ancora attuali, ieri pomeriggio mi sono recato presso una piccola fiera del disco e là mi sono perso tra copertine, prezzi, valutazioni, discorsi, acquisti e curiosità. Ormai sono molto selettivo nei miei acquisti musicali, un po’ per questioni di spazio e un po’ per risparmiare, inoltre non sono un collezionista e compro solo ciò di cui poi fruisco davvero. Subisco ancora la fascinazione del vinile, ma ciò non m’impedisce di riconoscere i difetti del formato oltre ai suoi pregi: nei miei gusti prevalgono i secondi. Insomma, quanto segue è ciò che mi sono portato a casa dopo circa un’ora di opportuno e scrupoloso diggin’ tra i banchetti dell’usato:
Gamma 3 dei Gamma, 1982, ottimo album (per me un pelo sotto Gamma 2) per la presenza di Ronnie Montrose alla chitarra: dieci euro.
Between Nothingness And Eternity della Mahavishnu Orchestra, 1973, un eccelso live fusion di John McLaughlin e soci in stato di grazia: cinque euro.
Straphangin’ dei Brecker Brothers, 1981, altro notevole album di fusion, ma tanto quando ci sono di mezzo Michael e Randy Brecker vado sempre sul sicuro: cinque euro.
Tarkus di Emerson, Lake & Palmer, 1971, un pilastro consumato in digitale e CD, ma per un difetto sulla copertina (il disco suona bene) l’ho trovato a un prezzo assurdo e non me la sono sentita di lasciarlo orfano: cinque euro.
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Pubblicato mercoledì 14 Maggio 2008 alle 14:00 da
Francesco
Ieri sera ho sono andato a Ciampino con la mia auto per assistere a un concerto dell’ultimo progetto di John McLaughlin. Il suddetto è un chitarrista eccezionale e ho avuto il piacere di scoprirlo molto tempo fa su un album leggendario di Miles Davis, ovvero “Bitches Brew”, ma in seguito mi sono appassionato anche al suo lavoro con la Mahavishnu Orchestra di cui ho già accennato qualcosa su queste pagine e non ho ignorato neanche la sua produzione solistica sebbene io non sia stato in grado di apprezzare completamente le sonorità di Shakti. Il live è stato impressionante e ogni comprimario di McLaughlin si è esibito in virtuosismi stupefacenti. Il resto del quartetto era composto da Gary Husband alle tastiere e alla seconda batteria, Dominique di Piazza al basso (che per questa tournée ha rimpiazzato il suo giovane amico Hadrien Feraud) e Mark Mondesir alla batteria. Purtroppo McLaughlin ha chiesto di non fare filmati né altre registrazioni e di conseguenza non ho usato la videocamera che avevo portato con me per immortalare l’intero live, ma alla fine del concerto ho scattato una fotografia che custodirò a lungo come una reliquia digitale. Prima che il gruppo salisse sul palco uno dei gestori del locale ha chiesto l’aiuto del pubblico per prevenire una reazione simile a quella di Keith Jarret: fortunatamente non ci sono stato cattive conseguenze sebbene qualcuno non abbia trattenuto la propria smania multimediale.
Tra i colleghi di McLaughlin sono rimasto molto impressionato dallo stile schizofrenico di Gary Husband: quest’ultimo passava continuamente dalle tastiere a una seconda batteria per duettare con Mark Mondesir in passaggi strabilianti. Anche se non sono un musicista né un audiofilo non ho potuto fare a meno di esaltarmi di fronte ai tecnicismi a cui ho assistito e qualcosa di analogo mi era già accaduto in occasione del concerto di Allan Holdsworth che ho visto oltre un anno fa. Il live di John McLaughlin & The 4th Dimension si è tenuto a Stazione Birra e penso che sia doveroso ringraziare i gestori di questo grande locale che si prodigano per offrire musica di qualità. Un’ultima nota di merito credo che vada elargita al pubblico. I presenti hanno omaggiato il quartetto a più riprese e io con loro, ma già prima che il live incominciasse ho respirato un’aria piacevole e mi sono sentito in un Eden jazzistico. Ho speso trentacinque euro per il biglietto, ho guidato per trecentoventi chilometri e durante il viaggio di andata temevo il sold out, ma sono tornato a casa con un evento strepitoso nella memoria che probabilmente non potrà essere cancellato neanche dall’Alzheimer. Concludo questo appunto con un video recente di John McLaughlin.
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Pubblicato sabato 12 Aprile 2008 alle 17:25 da
Francesco
Nove anni fa osservavo con stupore l’interfaccia di Napster e già allora ritenevo che il CD fosse destinato a creare un mercato di collezionisti sulla falsariga di quanto era già successo per il vinile. Ormai credo che il CD sia obsoleto, tuttavia cerco di acquistare i dischi che apprezzo maggiormente ogniqualvolta le mie finanze me lo consentano. Senza l’ausilio di Internet la mia cultura musicale avrebbe avuto un volume minore e di conseguenza avrei investito quote inferiori di soldi e di tempo per apprezzare questa forma d’arte. Non sono un fautore del download selvaggio e anche nel peer-to-peer le mie scelte sono oculate. La grande mole di materiale che è a disposizione degli internauti può essere dispersiva per taluni, infatti mi chiedo che senso abbia oberare un disco fisso con un terabyte di dati che difficilmente potranno essere consultati. Mi sembra che il download talvolta perda la sua utilità materiale e diventi un aiuto psicologico con il quale certi utenti raggiungono il piacere del possesso, tuttavia sono felice che la pirateria aiuti a divulgare la cultura e non riesco a considerarla un reato mentre credo che vada stigmatizzato fortemente il dispotismo dell’industria dell’intrattenimento. Nell’ultimo album dei Prophilax, “Coito Ergo Sum”, è presente una traccia che s’intitola “Me Scarico Tutto” nella quale il gruppo capitolino affronta con la sua impronta inconfondibile il tema che ho preso in esame quest’oggi e data l’imminenza delle elezioni non posso fare a meno di citare un altro pezzo che si trova sul disco succitato: “Altri Cazzi, Stessi Culi”. Penso che esistano argomenti più importanti sui quali spendere qualche parola, ma dato che questo blog ha uno scopo prevalentemente introspettivo lascio ad altri l’onere di salvare il mondo tra un post e l’altro. Concludo questo breve scritto con una foto dei miei ultimi acquisti musicali.
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