28
Giu

Un sabato italiano

Pubblicato domenica 28 Giugno 2020 alle 22:50 da Francesco

Ieri mi sono recato nella culla del Rinascimento per fare un giro nella mia amata Toscana e così ho portato un bacione a Firenze, però l’ho lasciata con un paio di vinili che ho acquistato in un negozio di dischi a cui mi sono affezionato e dal quale in quest’occasione sono uscito con Lord of the rings di Bo Hansson del 1970 e una compilation dei Casiopea (una band nipponica di fusion) intitolata The soundgraphy, uscita nel 1984. Il primo è un album di progressive rock che ruota molto attorno alle atmosfere e scorre lentamente sull’immaginario della più celebre opera di Tolkien, della quale per altro sono di fresca lettura in inglese, il secondo invece l’ho acquistato nonostante io non ami le raccolte perché di rado m’imbatto in dischi di fusion giapponese e quindi ho deciso di accaparrarmelo anche a fronte del prezzo esiguo.
All’imbrunire invece di rincasare mi sono recato a Prato per cenare con un vecchio amico e altra gente simpatica in una bettola cinese dall’igiene discutibile, ma dove ho mangiato bene e in cui ho anche avuto un’ampia scelta di piatti vegetariani. È stata una giornata davvero piacevole e nel viaggio di ritorno ho ascoltato un paio di repliche di Totem, un programma radiofonico un po’ datato e molto interessante, tra il visibile e l’invisibile, per usare un’espressione cara alla trasmissione, la cui conduzione era affidata a Giorgio Medail e che per svariati anni è andata in onda sulle frequenze di RTL 102.5. Talora guidare di notte mi rilassa molto, specialmente l’estate e ogni tanto mi piace mettermi al volante senza una meta precisa in testa, ma preferirei farlo con un’auto elettrica se ne avessi la possibilità.

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16
Apr

Il signore degli anelli di J. R. R. Tolkien in inglese

Pubblicato giovedì 16 Aprile 2020 alle 01:38 da Francesco

Finalmente, dopo vari mesi, ho concluso la lettura de Il signore degli anelli in inglese e così ho affinato ulteriormente la mia familiarità con la lingua della vecchia Albione, ma è stato un altro lo scopo principale che mi ha indotto a un simile investimento di tempo.  
Non amo il fantasy né i romanzi, tuttavia in molteplici occasioni e in vari contesti mi sono trovato di fronte a citazioni più o meno dirette dell’opera di Tolkien, perciò avvertivo da tempo la necessità di colmare tale lacuna. Le oltre mille pagine di questo librone sono pervase da archetipi con la foggia di un preciso retaggio culturale e folcloristico, quindi veicolano un immaginario che affonda le sue radici nell’inconscio collettivo e ciò mi ha reso più gradevole l’esperienza. Sono contento che io mi sia avvicinato tardi a un testo del genere, difatti se vi avessi posato prima gli occhi ne avrei trascurato il ricco simbolismo e avrei rischiato di ridurne la portata a una semplice forma d’intrattenimento letterario.
Per me il dualismo de Il signore degli anelli non è dicotomico né manicheo, ma molto sfumato e ambiguo, perlomeno fino a quando i postumi del finale non fanno virare la narrazione verso un esito quasi idilliaco, intaccato soltanto da un lieve struggimento dei suoi protagonisti per l’allontanamento di uno di essi.   
Ho incontrato delle difficoltà a tradurre certi passaggi a causa di arcaismi o di espressioni peculiari, quindi ho sovrapposto le faticose peripezie dei personaggi ai miei sforzi cognitivi e questa circostanza, in un modo piuttosto bizzarro, mi ha fatto immergere viepiù nella storia.
Purtroppo nel corso degli anni ho sviluppato una forte insofferenza verso la narrativa e quindi non ho intenzione di cimentarmi di nuovo in una lettura analoga, perlomeno non a breve, e difatti ho già compiuto un celere ritorno alla saggistica. Non leggo soltanto ciò che mi attrae e per questa ragione, talora, mi sciroppo cose di cui farei a meno, ma esse alla fine si rivelano utili e propedeutiche per allargare il raggio dei miei interessi: un male necessario, un atto dovuto, il tedio delle trivellazioni per la ricerca del petrolio o dell’acqua, insomma, qualcosa del genere.

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