Attraverso un periodo di profonda serenità. Non c’è niente che io desideri intensamente, perciò le piccole bramosie che porto in grembo non hanno abbastanza forza per compromettere il mio attuale equilibrio. Non valuto mai lo stato d’animo in base a qualche suggestione o sull’onda di un entusiasmo passeggero, bensì ne attendo sempre la conferma attraverso sonni tranquilli e risvegli lieti. Prendo il polso della mia situazione dalla facilità con cui riesco ad addormentarmi e non conosco un metodo più accurato tramite il quale ottenere un responso altrettanto preciso. Le descrizioni positive non sono avvincenti quanto le loro controparti e io non m’impegno molto per renderne più interessante l’esposizione, ma d’altro canto non ho un motivo né un capriccio per tentare qualsivoglia rafforzamento in tal senso.
La quotidianità mi offre delle piccole sfide di pazienza e dei doveri che assolvo senza sentirne il peso, ma nell’arco di una giornata riesco comunque a ritagliare ampi momenti da dedicare a me stesso. Il mio egoismo non nuoce a nessuno. Traggo delle sensazioni concrete dal mio modo di vivere, ma non ho la certezza che quest’ultimo sia davvero quello a me più confacente: chissà! Mi sto avvicinando al Pranayama col duplice scopo di sperimentarne gli eventuali benefici nella corsa e di avvalermene nella vita d’ogni giorno, perciò a tempo debito spero di poterne scrivere qualcosa di utile. Per ora mi limito a constatare quanto stia crescendo il mio lato contemplativo e in particolare in relazione ai colori del crepuscolo. Prima dovevo sforzarmi molto per osservare un tramonto e non sapevo mai goderne, ora invece, a volte, il mio occhio si volge in maniera del tutto spontanea verso il calar del sole: lo considero un primo passo benché non senta ancora in me un vero trasporto di fronte alle ultime luci del giorno; forse un domani, forse mai…