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Giu

Hyvästi

Pubblicato lunedì 23 Giugno 2008 alle 23:23 da Francesco

Il mio zaino è pronto e non ho bisogno di altri bagagli. La sinusite mi ha quasi abbandonato, perciò sono sicuro di partire. Questo viaggio non ha le premesse spettacolari delle mie capatine in Estremo Oriente e, tranne Parigi, le città europee non hanno mai esercitato un grande fascino su di me, tuttavia suppongo che Helsinki possa risultarmi un po’ sui generis. Il Giappone e la Finlandia hanno dei punti in comune: il benessere economico e il tasso di suicidi. Il Tuska Open Air Metal Festival non è il motivo principale per cui mi avvicinerò al circolo polare artico, ma è soltanto una scusa piacevole con la quale assecondare un capriccio della mia curiosità. Il viaggio per me è un gioco e impedisco alla ragione di parteciparvi. In queste circostanze adoro la lontananza, la solitudine rumorosa e l’estemporaneità delle mie decisioni, ovvero tre elementi indispensabili per una forma di libertà particolare che a mio avviso si trova tra l’alienazione e la beatitudine. Spesso sembra che la felicità si aggiri altrove, invece io credo che essa risieda a pochi passi dal presente in uno dei suoi innumerevoli aspetti. Mi piace sentire il dinamismo di una ricerca che non punti a trovare qualcosa e grazie a tale potenza dispongo di alcune finestre di tempo in cui riesco ad andare più veloce della caduta degli orpelli pregiudiziali che si depongono regolarmente sulla mia percezione della realtà. Penso che questa breve riflessione possa sposarsi bene con una conclusione musicale. Il video che si trova al di sotto delle mie parole mostra un’esibizione dal vivo di Kim Kyung Ho. Costui è una cantante sudcoreano che si dedica da parecchio tempo all’hard rock e all’heavy metal, tuttavia il pezzo in questione ha forti influenze pop. Forse sono un po’ avventato nell’opinione che sto per esprimere, ma ritengo che la voce di Kim Kyung Ho sia una delle più belle che io abbia mai sentito e sono molto contento di averla scoperta durante il mio soggiorno a Seoul.

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