20
Mag

Considerazioni quasi incidentate

Pubblicato venerdì 20 Maggio 2011 alle 12:49 da Francesco

Lo scampato investimento di cui mi sono reso involontariamente protagonista mi offre un po’ di materiale per l’esercizio dell’introspezione, ma avrei preferito rompermi una gamba e portare il gesso per un mese piuttosto che disporre di siffatta opportunità.
Sapevo già che mi sarei crocefisso dopo quell’episodio. La donna mi ha rassicurato più volte sul suo stato e il marito ha fatto altrettanto, tuttavia io non sono ancora capace di accettare il fatto che un tale pericolo sia scaturito dalla mia condotta al volante. Tra l’altro, se io fossi stato al posto della donna e se come lei non mi fossi fatto nulla, anch’io avrei tenuto un atteggiamento conciliante. Allora perché fatico a elaborare l’evento? Probabilmente il mio disagio non deriva dal senso civico o quantomeno quest’ultimo non ne è l’unica fonte, bensì provo una sensazione lancinante alla sola idea di danneggiare una persona innocente perché non voglio sentirmi come le persone che detesto.
Se quella donna fosse stata investita mortalmente da un’altra auto, io me ne sarei dispiaciuto? Devo essere sincero con me stesso, perciò mi vedo costretto a dare soltanto una risposta: no. In questo caso la mia empatia è scaturita dal mio coinvolgimento diretto, altrimenti una vicenda analoga non mi avrebbe colpito e lo posso affermare con certezza poiché una volta, anni or sono, vidi un uomo che era stato investito sulle strisce pedonali: era morto sul colpo, ma non provai nulla per quell’anziano riverso a terra senza più vita. Probabilmente razionalizzo in modo eccessivo taluni eventi e ogni tanto rischio d’apparire come una persona fredda che vuole solo stare lontano dai guai.
Insomma, guardandomi dentro io non sono rammaricato per l’evento in sé, bensì per esserne stato la causa scatenante e ammetto che questa verità mi risulta difficile da digerire quanto lo scampato sinistro di cui sopra. È come se mi preoccupassi di non ledere il mio prossimo per non ledere me stesso e in un certo senso questo può riallacciarsi al Codice di Hammurabi (e altrove) quando questi recita di “non fare agli altri ciò che non vorresti fosse fatto a te”.
Avrò bisogno di un po’ di tempo per interiorizzare quanto mi è successo, liberandomi di tutte le esagerazioni giustizialiste che mi scaglio contro, in modo che alla fine io possa giungere ad una visione più imparziale del fatto. Per tutto il periodo necessario a questo processo interiore non me la passerò bene, ma me la caverò. In momenti come questi sono contento di non avere nessuno accanto, altrimenti rischierei di far gravare su un’altra persona dei pesi che non dovrei farle sostenere per una mia probabile inclinazione protettiva nei suoi confronti.

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19
Mag

Una retromarcia pericolosa

Pubblicato giovedì 19 Maggio 2011 alle 21:07 da Francesco

Quest’oggi sono stato travolto da un’insolita serie di coincidenze. Recandomi in paese mi sono trovato davanti l’auto del mio presunto padre. Ad un tratto egli si è fermato e ha messo la retromarcia per parcheggiare senza tuttavia segnalare la manovra con la freccia. Io ho dato uno sguardo veloce (troppo veloce) al retrovisore e ho messo a mia volta la retromarcia per dare all’altro lo spazio di manovra, ma ho rischiato di urtare una donna che alla fine si è presa soltanto un grande spavento.
Per prima cosa ho parcheggiato l’auto poco più avanti e mi sono recato dalla signora per sincerarmi delle sue condizioni, ma costei mi ha detto che si era soltanto spaventata. Io ho insistito per lasciarle i miei dati, le ho proposto di andare al pronto soccorso (benché io poi non abbia capito se ella fosse stata urtata o meno da me) e infine fare tutto ciò che si dovrebbe fare in questi casi, ma lei e il marito hanno detto che non ce n’era bisogno e sono stati accomodanti. Il mio errore è stato indotto dal mancato ricorso alla freccia del “signore” che mi precedeva, tuttavia questa circostanza non giustifica affatto né in alcun modo l’errore che ho commesso.
Cazzo, faccio fatica a farmene una ragione. Alla guida sono piuttosto prudente. Per me è non è facile sopportare l’idea di arrecare danno a qualcuno, a meno che non si tratti di un caso nel quale io mi veda costretto a difendermi, perciò già un evento come quello occorso, scevro di conseguenze, io non riesco a metabolizzarlo velocemente. Se un aspirante suicida si gettasse sotto la mia auto e non potessi fare nulla per evitarlo io non proverei nulla, difatti una delle mie qualità migliori è legata alla capacità di non addossarmi i sensi di colpa che non merito, ma questa volta la responsabilità è mia e devo considerarmi fortunato che tutto sia andato bene. Personalmente avrei ritenuto opportuno un periodo detentivo di dieci giorni, una multa e la sospensione della patente per almeno un mese benché il pedone non abbia riportato danno alcuno eccetto lo spavento. Non deve più ripetersi una cosa del genere.

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