Quest’oggi ho deciso di abbandonare il tono ampolloso dei miei ultimi appunti per affrontare una questione particolare. Sotto la mia stanza si trova un bar e il soffitto di quest’ultimo combacia perfettamente con il mio pavimento. I nuovi gestori dell’esercizio hanno piazzato degli altoparlanti vicino al soffitto del locale e non hanno insonorizzato adeguatamente il loro ambiente, perciò la mia camera viene invasa con regolarità dalla musica sottostante. Questa situazione ha delle ripercussioni sul mio riposo e di conseguenza accelera il moto dei miei coglioni. Ho provato a parlare con i responsabili di questa condizione incresciosa, ma i miei tentativi diplomatici mi hanno quasi portato ad alzare le mani sui due gentiluomini che si occupano del bar e dopo uno scambio di opinioni con i figuri di cui sopra ho capito che avrei avuto più possibilità di parlamentare con un gruppo di Janjaweed.
In Italia gli sconti di pena sono applicati con celerità mentre l’attuazione della giustizia civile richiede dei tempi biblici, ma non ho fretta e sono disposto a perseverare per debellare i rumori molesti che s’insinuano nella mia abitazione. La musica è una delle mie più grandi passioni, tuttavia manderei a fare in culo anche John Coltrane se resuscitasse per suonare alle tre di notte nella mia stanza. Oltre alla musica indesiderata il palinsesto del bar offre anche qualche spettacolo d’azione: i deliri di qualche ubriaco e le risse occasionali. Per chetare l’ultimo scontro ho chiamato il centododici e le guardie sono arrivate dopo tre quarti d’ora, ma se al loro arrivo la rissa fosse stata ancora in corso sarebbe diventata di diritto un incontro di boxe e a quel punto avrei osato scommettere qualche euro. I Carabinieri fanno ciò che possono, ma le loro risorse sono limitate e il sabato sera si riducono ulteriormente. Spero che la mia zona si liberi dalla feccia prima che diventi eleggibile per concorrere con Scampia. Ho già contattato un avvocato e mi sono informato in materia di inquinamento acustico, ma prima di agire devo attendere un po’ per compiere ulteriori valutazioni.