20
Mag

L’inoperoso dettame

Pubblicato venerdì 20 Maggio 2022 alle 23:58 da Francesco

A volte le cose si mettono a posto da sole, come se in fondo fossero disciplinate e giudiziose, ma può anche darsi che in alcuni casi di loro s’impossessino spiriti con la mania dell’ordine. Non so mai cosa aggiungere a quanto non è stato detto giacché appesantire il nulla mi pare un segno di cattiva educazione. Credo che le parole siano sempre fuori posto e cadano vittime dei loro stessi propositi, ma da qualche parte vanno parcheggiate, in doppia fila e con i doppi sensi. Chi si ferma è perduto, ma talora chi si perde non si ferma e innesca spirali negative il cui moto rischia sovente di risultare irreversibile. L’elogio dell’inazione non si riduce sempre ad apologia della pigrizia, ma ogni tanto incensa a dovere quella che per quanto temporanea può essere la scelta migliore al cospetto di certe situazioni. Agire non è necessariamente un dovere bensì talvolta si configura come un vizio dai tratti coattivi. Che le acque si chetino da sole lo reputo preferibile all’inconcludente iniziativa di spazzare il mare con una scopa.
L’arte di arrangiarsi ha in sé i prodromi dell’ascetismo ed è propedeutica all’accettazione della rinuncia. A mio parere non si può avere né perdere tutto in quanto la pienezza e l’assenza si lasciano sempre qualcosa dietro al netto delle rispettive definizioni, ma termini così assoluti si prestano alle percezioni di ciò e quindi trovo legittimo il loro impiego per creare un’alternativa inaffidabile alla realtà.

Categorie: Parole |

14
Mar

Constatazione in astratto

Pubblicato giovedì 14 Marzo 2019 alle 18:43 da Francesco

Mi sento sospeso su un’ulteriore fase di transizione, ma non riesco ancora a capire quale piega stiano per prendere gli eventi. Non temo il futuro e me ne curo solo nella misura in cui la mia premura mostri un’attendibile efficacia. Nella mia mente è vietato l’ingresso alle fisime e in effetti almeno a livello conscio non ve ne transita alcuna, però non è sempre stato così e quindi so apprezzare l’attuale ordine in cui versa la suddetta. 
Ricordo come anni fa già attraversai alterni periodi di tranquillità interiore e di come essi si rivelarono l’humus ideale su cui mi fu dato di sviluppare vari aspetti della mia persona in una beata solitudine, ma all’epoca tale condizione non ebbe modo di assumere una piena stabilità poiché in quanto individuo non ero risolto in un certo grado e presentavo difetti strutturali: ero ancora un prototipo.
Oggi la mia visione d’insieme è più completa e la mia esistenza ha un baricentro più saldo benché la sua matrice sia strettamente endogena. Spesso mi addormento bene e la mattina scendo dal letto col piede giusto, qualunque esso sia. Ho quasi trentacinque anni,  però non so cosa significhi quest’età né cosa comporti: non le appartengo così come il mio nome non appartiene a me.
A volte incontro al mio interno la latente e naturale inclinazione di riscoprirmi nella reciprocità con una ragazza, però mi limito a osservare l’occasionale passaggio di questa istanza e non faccio nulla per darle seguito poiché le premesse sono insufficienti persino per la più innocua delle fantasie. Anche la mia inazione è cambiata col tempo ed è divenuta più autentica sebbene i suoi effetti distanziatori siano gli stessi di sempre, come in una sorta di prossemica relazionale. Avanti, march.

Categorie: Parole |