20
Ago

Il tempo che fu e che non sia più

Pubblicato venerdì 20 Agosto 2010 alle 03:43 da Francesco

Ho ritrovato alcuni appunti di sette anni fa, precedenti persino all’apertura di questo schedario introspettivo. Il mio stile stentava a trovare la propria identità e anch’io ero impegnato in una ricerca analoga. All’epoca non mi sentivo ancora a mio agio con la solitudine e attraverso una scrittura approssimativa tentavo di esprimere il mio malessere con un sussiego che oggi trovo tremendamente ilare. I falsi problemi di un tempo adesso mi sembrano sciocchezze, tutt’al più eleggibili come oggetti di scherno per dileggiare il tono profondo che la mia personalità passata cercava insistentemente d’instillarsi con lambiccamenti mediocri e inconcludenti.
Se io fossi in grado di tornare indietro nel tempo, probabilmente prenderei a schiaffi il mio clone diciannovenne e gli fregherei pure i risparmi: puah, figlio di puttana. Per fortuna ho aggiustato il tiro e non mi sono intestardito a sparare cazzate, altrimenti starei ancora ad adulare qualche forma di vittimismo mascherato. Sono umano, almeno per il momento, perciò accetto gli errori del passato e mi godo le conquiste del presente. Non mi piace scordare gli stronzi che si sono avvicendati in me prima di me e ci tengo a rammentare la loro stupidità per evitare di riportarla in auge senza volerlo.
Ogni tanto in alcune persone, più giovani o più vecchie, rivedo l’ottusità e la superficialità che ho avuto modo di esperire a spese del mio tempo e ogni volta, dinanzi a tali apparizioni, mi sento molto fortunato. La cretineria per me è stata una grande scuola, ma non provo nostalgia e non intendo frequentarla nuovamente: al massimo posso accettare qualche corso d’aggiornamento, ma nulla di più, santi numi! Credo che l’imperfezione umana si presti sempre a qualche limatura e di conseguenza non mi considero a un tiro di schioppo dalla perfezione, ma almeno non sento il fiato sul collo di una parte di me che di me aveva soltanto le sembianze. Ancora una volta mi vedo costretto ad allegare una citazione di Franco Battiato e Manlio Sgalambro: “Quando non coincide più l’immagine che hai di te con quello che realmente sei, incominci a detestare i processi meccanici e i tuoi comportamenti, e poi le pene che sorpassano la gioia di vivere, coi dispiaceri che ci porta l’esistente, ti viene voglia di cercare spazi sconosciuti per allenare la tua mente a nuovi stati di coscienza”. Accidenti, tutto quadra e non ho neanche bisogno di misurare i lati per esserne sicuro.

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27
Ott

La parte noiosa dell’imbecillità

Pubblicato sabato 27 Ottobre 2007 alle 04:59 da Francesco

A me non piace chi sposa delle cause nobili per acquisire un po’ di consenso e non mi piacciono nemmeno coloro che tentano a tutti i costi di fare gli anticonformisti. Provo un senso di forte repulsione nei confronti delle persone che angustiano il prossimo con i loro strali verso le istituzioni e non mi riferisco a chi si batte concretamente e in sordina per i diritti della propria categoria, ma il mio disprezzo è rivolto contro quelle anime in pena che provano a dissacrare ogni cosa per sentirsi qualcuno nel loro mondo immaginario e in particolare punto il dito (anche se preferirei puntare una Colt) verso chi mi contatta per descrivermi la sua personalità “complessa”. Comprendo chi manifesta la proprie opinioni e ammiro chi lo riesce a fare con estro, ma invoco la pulizia etnica per chi infastidisce il suo prossimo con sproloqui ripetitivi e molesti. Adduco un esempio anticlericale per spiegarmi meglio. Sono d’accordo con chi mostra un dissenso forte nei confronti della Chiesa e del suo capomafia, ma quando tale dissenso si ripete in modo sterile allora mi rendo conto che la persona che lo esprime lo fa unicamente per darsi un tono e per cucirsi addosso un’identità rivoluzionaria. A differenza di qualcuno credo che le rivoluzioni non si facciano con le parole né con le magliette di Che Guevara che pendono dalle bancarelle, bensì con i fucili, dunque mi aspetto che il buffone di turno imbracci un’arma e faccia fuoco sul pontefice a patto che il suo astio ossessivo sia reale. Ci sono molti esempi simili a quello che ho riportato in queste righe. Alcune persone parlano, parlano e parlano, ma sono poche quelle che agiscono e le restanti si limitano a masturbarsi con il loro anticonformismo apparente, stupido e banale anche qualora abbia una parvenza criptica. Trovo che parecchi individui “impegnati”, che si autoproclamano artisti e uomini d’ingegno, possano essere rappresentati dalla classica figura del radical chic, inoltre una buona parte di costoro non riesce nemmeno a scrivere decentemente nella propria lingua. Attenzione: io non ritengo di avere una buona padronanza dell’italiano e non tedio i miei simili con le mie idiozie. Questo breve scritto è un invito scolpito nella merda e recita quanto segue: “Si prega la Signoria Vostra di non rompermi le palle con la dietrologia né con altre forme di coglionerie che servono da succedaneo per colmare i vuoti esistenziali. Confidando nella Vostra fattiva collaborazione, Vi invio un cordiale saluto”.

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