Pubblicato lunedì 26 Agosto 2019 alle 23:06 da
Francesco
È da un po’ di tempo che non mi soffermo su queste pagine e me ne dispiaccio perché ci tengo a tenere traccia della mia esistenza seppur con una frequenza variabile.
Giovedì sono volato a Helsinki per pochi giorni. Avevo un’iscrizione gratuita per la maratona e ne ho approfittato per rivedere quei luoghi in cui ero stato undici anni prima, in occasione del Tuska Festival.
Ho colto l’occasione per recarmi presso KVLT (l’acronimo sta per knowledge, victory, leadership, tradition), il negozio di dischi più oscuro in cui abbia mai messo piede e là ho acquistato qualche album degli Abigor, dei Drudkh, dei Lord Belial e uno dei Marduk, poi mi sono fatto consigliare un titolo da un tizio con una croce rovesciata tatuata sulla fronte, cioè il gestore, il quale mi ha proposto “His Tempting Ritual” degli Spell Of Torment ed è andato a cercare tra toppe naziste e antislamiche: con costui ho avuto una conversazione interessante con molteplici convergenze di natura politica.
La gara è andata male nonostante le gambe girassero bene, infatti un problema intestinale mi ha costretto al ritiro dopo diciotto chilometri: peccato, il terzo posto era nelle mie corde!
Sono cose che possono accadere e d’altro canto in passato sono riuscito a inanellare ottime prestazioni senza soluzione di continuità, quindi non mi posso lamentare dal momento che spesso le cose mi sono girate per il verso giusto.
La débâcle podistica non mi ha impedito di apprezzare il mio brevissimo ritorno a Helsinki. La capitale è come la ricordavo: curatissima, a misura d’uomo e contraddistinta da un’architettura che mi rasserena. Molti spazi verdi, chilometri e chilometri di ciclabile, attenzione all’ambiente e un diffuso senso civico. Per me sarebbe una città ideale in cui vivere se gli inverni fossero meno rigidi e bui. Mi pare che l’immigrazione di massa laggiù non abbia ancora raggiunto i livelli di altri paesi europei, o almeno io ho avuto questa piacevole percezione, quindi la società mi è apparsa omogenea.
Le finlandesi mi hanno ricordato quanto sanno essere belle e austere le donne: eburnee e bionde. Si notano di primo acchito le differenze tra una valchiria e una vaiassa.
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Pubblicato martedì 22 Luglio 2008 alle 03:30 da
Francesco
Ho finito di montare il video che ho girato durante il mio viaggio in Finlandia e l’ho caricato sul web per appuntarlo sopra queste pagine. Ho camminato a lungo dentro Helsinki e nei suoi dintorni. Questo filmato provoca un effetto a catena sulla mia mente perché ogni immagine mi induce a rievocarne molte altre. Ho trascorso delle giornate meravigliose e sono stato in luoghi fantastici. I momenti che ho passato in quella terra del nord non possono essere trafugati, tuttavia ne sono ugualmente geloso. Chissà cosa penserò quando riguarderò questo video tra qualche anno.
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Pubblicato venerdì 4 Luglio 2008 alle 03:16 da
Francesco
Sono tornato a casa da meno di due giorni, ma sento già il bisogno di rivistare qualche frammento della mia breve permanenza a Helsinki e la musica dei KYPCK mi consente di ripensare più facilmente ai giorni piacevoli che ho speso nella capitale finlandese.
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A sinistra c’è Matti e a destra un suo amico altrettanto serio con cui ho trascorso la prima parte del secondo giorno del Tuska. Ho conosciuto Matti su una panchina e dopo qualche minuto dal nostro incontro si è unito a noi un ubriaco che si lamentava perché aveva passato la notte in galera. Mi sono sembrati due ragazzi in gamba e con una mentalità molto aperta: abbiamo scherzato e discusso di musica per parecchie ore.
Questa bellissima ragazza aveva un costume stupendo e si muoveva in modo grandioso sulle note dei Dimmu Borgir. La sua figura ha richiamato gli obiettivi di molte persone e anche io ho avuto la possibilità di immortalarla. Non le ho chiesto il suo nome, ma tali fattezze credo che siano innominabili.
I Behemoth hanno fatto un grande live e Nergal ha scherzato con il pubblico tra un pezzo e l’altro. Spero di rivedere questa formazione, ma per ora me la continuo a godere su CD. Ad un certo punto sul palco è rimasto solo Inferno che si è lanciato in assoli di batteria devastanti. Insomma, un’esibizione immensa.
Matti mi ha portato in questo piccolo paradiso terrestre. Il negozio è gestito da persone appassionate e offre molti dischi a prezzi accessibili! Ogni volta che varcavo l’ingresso del locale gli occhi dei proprietari si illuminavano. Se fossi ancora a Helsinki probabilmente chiederei le elemosina per acquistare “Last Day In Paradise” del trio di Alex Skolnick che non ho potuto comprare. Un pomeriggio, all’esterno del negozio, ho incontrato tre ragazze italiane che si dirigevano a Turku per vedere un altro festival più incentrato sull’hard rock, ma non mi sono intrattenuto molto con loro e ci ho scambiato solo qualche parola.
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Pubblicato martedì 1 Luglio 2008 alle 14:57 da
Francesco
Tre giorni fa ho vissuto la seconda data del Tuska Open Air Metal Festival. Prima di superare la soglia dell’ingresso ho incontrato un amico di Matti che avevo conosciuto il giorno precedente e assieme a costui ho visto le esibizioni dei Kalmah e dei Kiuas, ma mi sono allontanato da lui quando hanno iniziato a suonare i Behemoth. Il quartetto polacco è stato devastante e quest’oggi ho acquistato una copia originale di un loro grande album: “Satanica”. A un certo punto Nergal ha tirato fuori una Bibbia e ha detto in inglese: “Stamattina ho trovato una Bibbia nella stanza del mio albergo, ma è tutta in finlandese, potete dirmi cosa cazzo contiene?”. Poco dopo il testo sacro è stato strappato con noncuranza e i resti sono stati dati in pasto alle prime file del pubblico che ne hanno ultimato la distruzione. Ormai mi sono rimasti soltanto cinquanta euro, ma in compenso ho quasi quaranta dischi in più che adoro. Dopo i Behemoth hanno suonato i Fields of Nephilm, ma ho trovato un po’ soporifero tanto il loro live quanto la loro musica: that´s not my cup of tea at all. Successivamente ho visto Dream Evil e la loro prestazione mi è sembrata ottima, tuttavia non acquisterei mai un loro album. I pezzi da novanta hanno cominciato a salire sul palco principale attorno alle sette di sera. Il pubblico è andato in delirio appena sono apparsi Kreator. Petrozza ha fomentato un primo moshpit al quale ne sono seguiti altri: “Are you ready to kill? And are you ready to kill each other? C’mon motherfuckers, show me a big mosh pit right now”. Dopo l´esibizione della band teutonica mi sono spostato vicino a uno dei due palchi laterali e ho assistito al live dei Primordial che prima d’allora non avevo mai visto né sentito, tuttavia il gruppo mi ha fatto una buona impressione e mi sono ripromesso di approfondirne l’ascolto. Mi sono allontanato dai Primordial abbastanza presto per ottenere un posto nelle prime file per l´esibizione dei Morbid Angel. Mi sono sgolato per sostenere Trey Azagthoth, David Vincent e Pete Sandoval, ma ne è valsa la pena e anche se di solito mi focalizzo sulla musica questa volta non mi sono negato a nessun mosh pit e ho sostenuto ogni crowd surfing che è passato sopra la mia testa. I Morbid Angel hanno aperto il loro live con “Maze of Torment” e “Pain Divine”, perciò è facile immaginare quanto il pubblico (me compreso) si sia esaltato e la pioggia che è comparsa in seguito ha alimentato ulteriormente la follia collettiva. È stato fantastico. Persone ubriache, contuse e urlanti: tutte sotto la stessa acqua e sopra lo stesso fango per la stessa musica.
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Pubblicato sabato 28 Giugno 2008 alle 11:13 da
Francesco
La giornata di ieri è stata eccezionale. Prima di recarmi all’ingresso del Tuska ho conosciuto Matti, un mio coetaneo con cui ho condiviso il resto della giornata. I concerti sono stati devastanti e ogni gruppo ha fatto egregiamente il suo dovere sul palco, ma a mio avviso con l’esibizione dei Carcass è stato raggiunto il punto più alto del primo giorno del festival. Ho apprezzato anche le apparizioni degli Amon Amarth, dei Mokoma, dei Dimmu Borgir e sebbene quest´ultima band non mi abbia mai esaltato in modo particolare devo ammettere che il loro live è stato coinvolgente, tra l’altro Shagrath è un grande intrattenitore e sa come esaltare il pubblico. Sono riuscito a filmare soltanto qualche minuto dell´esibizione dei Mokoma dato che l´uso delle videocamere è proibito dall´organizzazione del Tuska e poi ho nascosto la mia Canon per evitare che qualche addetto del servizio d’ordine la notasse, tuttavia ho scattato diverse fotografie e ho raccolto abbatanza materiale per rinfrescare la mia memoria futura. Ieri mattina Matti mi ha presentato i suoi amici, ma prima mi ha portato in un negozio di musica nel quale stamani ho speso buona parte dei miei soldi. Ho preso altri dischi fondamentali per la mia collezione, ma gli acquisti di oggi hanno riguardato il death metal, il power metal e l’heavy metal mentre tra le compere musicali di qualche giorno fa ho dato più spazio al jazz. Finalmente sono riuscito a rimediare una copia originale di “House of God”, un album di King Diamond che amo molto e che ha una delle copertine più belle che io abbia mai visto. Ho acquistato alcuni classici che da parecchi anni a questa parte mi ero ripromesso di ottenere su cd: “Operation: Mind Crime” dei Queensrÿche, “The Chemical Wedding” di Bruce Dickinson, “Reign In Blood” degli Slayer, “Vulgar Display of Power” dei Pantera, “Uprising” degli Entombed e “Tomb of The Mutilated” dei Cannibal Corpse, ma ho comprato anche gli ultimi tre album che mi occorrevano per completare la serie dei dischi rimasterizzati degli Iron Maiden e ho finito di dilapidare una fetta consistente dei miei fondi con l´edizione speciale dell´ultimo album dei Sabbaton: “The Art of War”. Tra gli acquisti di alcuni giorni fa invece figurano alcuni album dei Weather Report e “Giant Steps” di John Coltrane. Tra meno di un’ora mi attende la seconda ondata di concerti del Tuska e non vedo l’ora di assistere all’esibizione dei Morbid Angel e dei Behemoth. Ieri non sono riuscito a salutare Matti perché ci siamo persi nella confusione, tuttavia spero di incontrarlo nuvoamente quest’oggi e quando tornerò in Italia ascolterò con attenzione i pezzi della band death metal nella quale egli milita come cantante: i Carnafex. Un’ultima nota di colore credo che la meriti un tipo che ho visto ieri sera durante il Tuska. Costui era completamente ubriaco mentre raccoglieva da un secchio della spazzatura le vaschette di cibo che le persone gettavano in continuazione e poi ne mangiava gli avanzi con una tale disinvoltura che non ho potuto fare a meno di provare una grande ammirazione per lui. Stay metal.
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Pubblicato giovedì 26 Giugno 2008 alle 17:15 da
Francesco
Sono a Helsinki da due giorni e mi sembra di essere atterrato su un altro pianeta. Lungo le strade della capitale finlandese la bellezza è la regola e tutto il resto è un’eccezione trascurabile. Questa è la metropoli piu´vivibile che io abbia mai visitato e sarei felice di possedere un’abitazione da queste parti per trascorrervi una parte dell’anno. La città è innervata dalle piste pedonali e da quelle ciclabili, perciò è possibile visitarla agevolmente a piedi o su due ruote. I tratti del popolo finlandese sono bellissimi e fieri. Ho visto valchirie ovunque e sono rimasto incantato dai loro volti. Helsinki offre molti spazi verdi e ho avuto modo di visitarne parecchi grazie alle lunghe camminate con le quali ho riempito i primi giorni del mio viaggio. In questo periodo dell´anno il buio non esiste e ad ogni ora c’è un po’ di luce. Domani e dopodomani trascorrerò buona parte del mio tempo nel parco Kaisaniemi per assistere al Tuska Open Air Metal Festival che questa sera sarà anticipato dal concerto dei Nightwish assieme ai quali suoneranno gli Amorphis e gli Epica, ma dato che apprezzo soltanto i secondi non spenderò quarantaquattro euro per comprare il biglietto e invece guarderò l´ultima semifinale dei campionati europei di calcio; tiferò soltanto per Arshavin e Pavlyuchenko perché il loro modo di giocare mi delizia. Qualche ora fa ho fatto un po’ di shopping in un bel negozio di musica e ho placato la mia fame consumistica con l´acquisto di qualche album leggendario. In questi giorni Helsinki è battuta dal vento, ma le folate non sono fredde e riesco a girare in t-shirt senza problemi. Apprezzo questa città e vorrei farne parte. Mi piacerebbe tagliare i ponti con l’Italia e vorrei barattare la conoscenza della mia lingua madre con la conoscenza del finlandese. Sarei una persona migliore se le mie intenzioni abbandonassero il condizionale per mettersi sotto l’egida dell’imperativo. Sono felice di trovarmi a Helsinki e credo che sia un posto ideale per il mio stile di vita, ma nel bene e nel male io appartengo al mio luogo natio. Anche tra i paesaggi incantati della mia cittadina maremmana riesco a esercitare la mia esistenza in base alle mie esigenze, ma non mi rivedo affatto nell’indole sociale che predomina in Italia e questo è il motivo per cui spesso sembro un esterofilo. Mi lascio cullare dal mio presente finlandese e non mi cruccio su un futuro congetturale perché credo che sia soltanto un modo sterile per assaporare il frutto marcio del mio passato italiano. Ho ancora sei giorni da spendere quaggiù e sono certo che saranno piacevoli come i due che sono appena trascorsi.
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Pubblicato lunedì 23 Giugno 2008 alle 23:23 da
Francesco
Il mio zaino è pronto e non ho bisogno di altri bagagli. La sinusite mi ha quasi abbandonato, perciò sono sicuro di partire. Questo viaggio non ha le premesse spettacolari delle mie capatine in Estremo Oriente e, tranne Parigi, le città europee non hanno mai esercitato un grande fascino su di me, tuttavia suppongo che Helsinki possa risultarmi un po’ sui generis. Il Giappone e la Finlandia hanno dei punti in comune: il benessere economico e il tasso di suicidi. Il Tuska Open Air Metal Festival non è il motivo principale per cui mi avvicinerò al circolo polare artico, ma è soltanto una scusa piacevole con la quale assecondare un capriccio della mia curiosità. Il viaggio per me è un gioco e impedisco alla ragione di parteciparvi. In queste circostanze adoro la lontananza, la solitudine rumorosa e l’estemporaneità delle mie decisioni, ovvero tre elementi indispensabili per una forma di libertà particolare che a mio avviso si trova tra l’alienazione e la beatitudine. Spesso sembra che la felicità si aggiri altrove, invece io credo che essa risieda a pochi passi dal presente in uno dei suoi innumerevoli aspetti. Mi piace sentire il dinamismo di una ricerca che non punti a trovare qualcosa e grazie a tale potenza dispongo di alcune finestre di tempo in cui riesco ad andare più veloce della caduta degli orpelli pregiudiziali che si depongono regolarmente sulla mia percezione della realtà. Penso che questa breve riflessione possa sposarsi bene con una conclusione musicale. Il video che si trova al di sotto delle mie parole mostra un’esibizione dal vivo di Kim Kyung Ho. Costui è una cantante sudcoreano che si dedica da parecchio tempo all’hard rock e all’heavy metal, tuttavia il pezzo in questione ha forti influenze pop. Forse sono un po’ avventato nell’opinione che sto per esprimere, ma ritengo che la voce di Kim Kyung Ho sia una delle più belle che io abbia mai sentito e sono molto contento di averla scoperta durante il mio soggiorno a Seoul.
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Pubblicato sabato 21 Giugno 2008 alle 06:46 da
Francesco
La scorsa mattina sono uscito di casa attorno alle cinque e per l’ennesima volta nella mia vita ho raggiunto in mountain bike la croce che si trova sul Monte Argentario. Ho usato varie volte un incipit simile per descrivere alcune delle mie escursioni ciclistiche e allo stesso modo l’entusiasmo per la mia attività fisica è stato sempre caratterizzato da una linearità piacevole. In salita noto sempre la netta differenza tra la mia bicicletta attuale e la precedente, infatti la prima risponde molto meglio ai miei sforzi rispetto alla seconda e mi consente di utilizzare le mie energie in un modo più proficuo. Sono soddisfatto della mia forma psicofisica e ormai il mio stato di benessere dura da parecchio tempo, ma, come ho già scritto in passato, ho intenzione di alterarlo con qualche scossone per non assopirmi sugli allori. Oltre alle mie condizioni correnti c’è qualcos’altro che voglio annotare tra queste righe, perciò mi concedo la licenza di saltare di palo in frasca. Nel corso degli ultimi giorni ho sudato più del solito e spero che dalla mia fatica non sfoci una febbre estiva dato che mancano tre giorni alla mia partenza per Helsinki. Non amo i viaggi programmati, perciò non ho progetti particolari per la mia settimana finlandese e la mia unica certezza è il Tuska Festival al parco Kaisaniemi. Vedrò la crème del metal estremo in una cornice stupenda, ma spero anche di trovare un club in cui assistere a un’esibizione jazz o blues. La mia estemporaneità mi ha fatto sublimare in Giappone e in Corea del Sud, perciò affiderò nuovamente a lei la gestione del mio viaggio e sono certo che non ne rimarrò deluso. Prima di passare al prossimo tema voglio citare le parole di un cinquantenne che rispetto molto: “Sai Sisco, tutti dicono che partire è un po’ morire, ma per me partire è rinascere!”. Dedico la chiusa di questo appunto al mio primo libro. Verso la fine di maggio ho terminato la correzione de “La Masturbazione Salvifica: Diario Agiografico Di Un Onanista” e mi sono limitato a stamparne un paio di copie su dei volgari fogli A4 che ho consegnato a due persone. Sono soddisfatto del mio manoscritto, ma per il momento non ho intenzione di promuoverlo nel pressapochismo dispendioso dell’editoria né attraverso i canali dispersivi che offre l’informatica, inoltre ho già ottenuto il risultato migliore che potessi immaginare.
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Pubblicato martedì 20 Maggio 2008 alle 13:03 da
Francesco
Oggi ho ricevuto i biglietti per il Tuska Open Air Metal Festival che si terrà nel parco Kaisaniemi di Helsinki agli sgoccioli di giugno. Ho già prenotato il mio volo per la Finlandia e questa volta usufruirò dei servizi aerei della Lufthansa. Il Tuska Open Air Metal Festival dura tre giorni e il programma di quest’anno prevede anche la presenza dei Morbid Angel, una leggendaria band statunitense di death metal della quale posseggo la discografia originale, ma attendo con trepidazione di vedere dal vivo anche i Carcass, i Kreator, gli Entombed, i Behemoth, gli Amon Amarth e nutro una forte curiosità per le formazioni che non conosco. Alcuni gruppi che suoneranno al Tuska Open Air Metal Festival presenzieranno a un evento italiano molto simile, ovvero il Gods of Metal di Bologna, ma ho preferito partecipare al primo per vivere da solo l’atmosfera di Helsinki e delle zone limitrofe. La Finlandia per me non è totalmente sconosciuta e mi è stata descritta verbalmente in più occasioni dai ragazzi finlandesi che facevano parte della squadra europea nella quale militavo quando giocavo tramite Internet a Operation Flashpoint. Il mio soggiorno nordeuropeo durerà otto giorni e come al solito sarà un’esperienza solitaria, ma non ho ancora prenotato un alloggio e ne cercherò uno quando tornerò da un altro viaggio che sto per compiere. Oggi partirò per la Francia e resterò oltralpe per alcuni giorni. Sono stato diverse volte a Parigi, ma questa volta mi troverò in Camargue e ne approfitterò per assistere a una festa gitana.
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