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Gulp, che gap generazionale

Pubblicato sabato 1 Ottobre 2011 alle 23:22 da Francesco

Mi sembra che la durata media della vita di un essere umano sia davvero poca cosa rispetto ai tempi dell’universo: inferiore persino al periodo di rivoluzione di Urano. Trascorrere buona parte di un’esistenza talmente caduca appresso a questioni dozzinali come la politica, l’economia e l’omicidio a me pare quantomeno demenziale, ma l’epoca corrente è il degno proseguimento di quanto l’ha preceduta ed evidentemente per questioni cronologiche non può offrire di meglio. Cerco di stare alla larga da tutte quelle dinamiche che nulla hanno a che fare con il dinamismo. Non ho le capacità né il talento per contribuire al progresso della civiltà e ne sono lieto altresì la mia coscienza mi avrebbe obbligato a trovare la voglia di applicare le une o l’altro: ah, tremenda coercizione! Per fortuna sono scampato a certi doni di natura. Accetto ben volentieri il carbone della Befana, ma solo quello sia ben chiaro! Nient’altro! Mai! Al massimo una foto in lingerie…
Quand’ero piccolo pensavo che col tempo tutto sarebbe diventato più complicato per me, invece si è verificato l’esatto contrario. Sono stato indotto a temere l’età adulta da chi era già grande. Io non dispenso consigli né monete che valgono pochi centesimi, tuttavia se dovessi incontrare me stesso da adolescente in un universo parallelo allora mi suggerirei di non prestare ascolto a ciò che viene detto dagli adulti; qualcosa del genere proferirei anche al cospetto di una voce efebica che fosse così sciagurata da chiedermi ragguagli sull’esistenza.
Noto come alcuni dei miei coetanei pretendano rispetto dai ragazzini odierni e incensino i tempi della loro infanzia come se provenissero davvero dall’età dell’oro. La nostalgia è una falsaria da perseguire severamente. Nessun adolescente dovrebbe riconoscere l’autorità o avere troppa considerazione di ciò che viene detto dai più grandi. Non è affatto raro che gli adulti siano tali solo per meriti anagrafici e di conseguenza hanno soltanto avuto più tempo per dimostrare la propria coglioneria. Le persone anziane non sono necessariamente sagge e mi diverto tanto a notare come alcuni individui siano più svegli e accorti di altri che hanno il doppio dei loro anni. Alle signore non si chiede l’età, ma anche a quest’ultima i signori non dovrebbero chieder nulla. La gerontocrazia si basa sul timore dell’invecchiamento e sull’incapacità d’intenderlo come l’arte di vivere che la giovinezza trascura per celebrare i sensi senza per altro manco riuscirci.

Mi sono prestato ad un’applicazione per Android che millanta di stimare l’età del cervello tramite un gioco in cui viene chiamata in causa la memoria a breve termine. Il soggetto deve premere i numeri cerchiati in ordine crescente e dispone di pochi secondi per memorizzarne la posizione. Ogni volta che viene superato un livello la difficoltà aumenta e il responso compare a seguito di tre errori. Dal mio risultato migliore è “emerso” che adopero il 25,17% del mio cerebro, il quale avrebbe un’età di 13 anni, 9 mesi e 11 giorni che io ritengo attendibile poiché sessualmente mi sono ancorato là come dimostrano i lavori d’alta falegnameria che spesso cito nei miei scritti.
Comunque questo buon risultato non varrebbe nulla se non l’avessi integrato con la scelta di non scrivere una e-mail all’autore dell’applicazione come invece recita il messaggio sottostante. Eludere lo spam, ecco la prova migliore per misurare l’età del cervello.

 

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Dic

Gerontocrazia di basso livello

Pubblicato venerdì 5 Dicembre 2008 alle 12:51 da Francesco

Il maltempo continua a imperversare sulla mia zona, ma non mi disturba affatto. Ormai il mio stato d’animo è immutato da molto tempo ed è completamente estraneo alle condizioni atmosferiche che continuano a flagellare l’Italia in questi primi giorni di dicembre. Credo che il benessere psicofisico sia uno dei più grandi obiettivi a cui si possa ambire e di conseguenza sono soddisfatto per averlo ottenuto nel corso del mio primo ventennio. Una volta ho letto un’affermazione che mi è piaciuta molto e più o meno recitava in questo modo: “Essere minorenni e avere un cervello che funzioni è come essere milionari”. Questa frase assomiglia a un ventaglio che ho tentato di aprire con la mia interpretazione. La minore età combacia con fasi evolutive piuttosto tumultuose, tuttavia i problemi di questo arco di tempo sono apparenti e consumano molte energie che potrebbero essere spese in modo più produttivo o semplicemente risparmiate. A mio avviso un cervello funzionante alleggerisce enormemente la vita e ne incrementa il vigore poiché non deve più occuparsi degli sprechi emotivi che spesso vengono imposti dalla debolezza, dall’ignoranza e dalla pigrizia. Le droghe, le religioni, Bacco, tabacco e venere sono semplicemente riserve di energia dalle quali attingono le fasce più deboli dell’umanità, ma in questo contesto gli appartenenti a queste fasce non sono classificabili come tali per estrazione sociale o culturale: il male sa essere anche meritocratico. In altre parole un diciassettenne è capace di ottenere quello che alcuni adulti non saranno mai in grado possedere: la serenità. Io aborro la gerontocrazia e penso che il rispetto per le persone più anziane non sia dovuto in maniera maggiore rispetto a quello che ognuno deve al suo prossimo per mantenere il quieto vivere. Un vecchio coglione rimane un vecchio coglione malgrado gli onori che vengano tributati alla sua persona e la forte personalità di un ragazzo imberbe non potrà mai essere decurtata malgrado l’opinione di chi lo circonda. Ovviamente anche un vecchio coglione per essere ancora tale deve essere stato un giovane coglione e di conseguenza non è detto che i ragazzi siano sempre migliori degli anziani, ma a mio avviso è fondamentale sottolineare quanto ciò sia possibile e si verifichi poiché qualche matusa o qualcuno che si appropria precocemente di questo titolo si illude che il nonnismo possa imperare al di fuori delle caserme. Queste parole assumeranno un valore ulteriore quando sarò canuto, ammesso che riesca a raggiungere l’età per diventarlo. Da una parte e dall’altra taluni sprofondano nel gap generazionale e ogni tanto è divertente assistere alle loro cadute. L’età conta poco.

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