Oggi ho ripercorso i sentieri della mia infanzia e ho notato che sono rimasti quasi intatti. L’edilizia rurale si è espansa nelle zone in cui giocavo da bambino, ma fortunatamente non ne ha cementato ogni angolo. Quando ero piccolo attraversavo i campi agresti con un canna di bambù in mano che impugnavo a mo’ di fucile. La fantasia mi arruolava in ogni stagione e mi assegnava alle prime linee del conflitto pomeridiano di turno. Ho combattuto molte campagne d’Africa sopra i terreni rossastri che ancor oggi circondano la mia abitazione. Ogni tanto un trattore percorreva i campi con la sua andatura pachidermica, ma io lo considervo un carro armato e parimenti vedevo un bombardiere nemico in ogni areo di linea che sorvolava il cielo delle mie avventure militari. Devo ammettere che da bambino avevo una immaginazione molto fervida. Interpretavo sempre un ufficiale della Wehrmacht e spesso giocavo da solo, ma la mia fantasia bellica era influenzata fortemente da un mio amico d’infazia. Costui aveva un paio di anni più di me ed era il figlio di un generale in pensione, perciò era appassionato di armi e provava una forte ammirazione per il nazismo. Non eravamo manco adolescenti, ma la nostra mentalità non aveva nulla da invidiare alle schiere di giovani che qualche decennio prima avevano fatto parte della Hitlerjugend. Sono passati molti anni da quei giochi militari e le nostre strade si sono separate da parecchio tempo: lui è un tenente di stanza in Iraq mentre io combatto una guerra civile nei miei recessi.
Un uomo folle decapita una chiaroveggente e ne porta via il cranio per usarlo come sfera di cristallo durante i suoi tentativi divinatori. Un padre accompagna la figlioletta a scuola e prima di salutarla le infila nello zaino una bomba a orologeria. Un’ora dopo i pompieri ricevono una richiesta d’intervento a seguito di una forte esplosione. La radio locale interrompe i suoi programmi per dare la notizia della tragedia e rapidamente anche le emittenti maggiori si concentrano sul fatto. L’autore della strage ascolta i notiziari e sorride mentre sistema alcune pratiche nel suo ufficio. Un peschereccio incrocia un’imbarcazione di clandestini che sta per affondare in alto mare. L’equipaggio deride gli uomini disperati che si trovano sul natante di fortuna e osserva quest’ultimo mentre si inabissa. Una madre lancia il proprio neonato verso il peschereccio per tentare di salvarlo dalle acque, ma il piccolo urta contro il fianco dell’imbarcazione e cade in mare sotto le risate dei pescatori. Una ventenne inala diversi grammi di neve settembrina e i suoi cosiddetti amici abusano di lei mentre muore d’overdose, ma per lo meno si prendono la briga di lasciare il suo corpo di fronte alla casa della madre. Un barbone impicca tutti i gatti che trova e ogni giorno ne prende uno dalla sua scorta pendente per cucinarlo sotto il ponte inagibile dove risiede assieme alla sua pazzia. Una maestra di provincia organizza il gioco della campana sopra un campo minato e mette una nota sul registro a ogni alunno che si rifiuta di morire davanti ai suoi occhi.