22
Lug

Con il caldo che fa

Pubblicato sabato 22 Luglio 2023 alle 03:21 da Francesco

A quest’ora potrei starmene su qualche autostrada deserta a guidare col solo scopo di godermi l’aria notturna, però mi trovo bene anche a casa mia perché ho un certo riscontro, invero l’unico. Mi viene spesso da ridere perché la mia è un’indole gioviale e narcisistica: sono un puer fatto e finito. Non esistono solo i problemi reali, ma anche le loro contraffazioni che superano in numero gli originali: mi chiedo se simili riproduzioni siano trattate dai venditori ambulanti sulle spiagge e negli immediati dintorni. Cocco, borse griffate, ansie, occhiali da Sole e sole occhiaie.
Mi considero alla stregua di un pianeta e di rado, per ragioni insondabili, attiro corpi celesti con cui non entro mai in contatto: si sfiorano le orbite astronomiche e non quelle anatomiche, com’è giusto che sia. Un fatto resta certo: meglio uno squilibrio gravitazionale e l’alterazione delle maree al rischio di scambiarsi una testata nel goffo tentativo di assecondare un’effusione.
Amo molto una spiegazione che confuta certe idee bislacche e non concede spazio a ulteriori dibattiti: se la Terra fosse piatta i gatti avrebbero già fatto cadere ogni cosa oltre i suoi margini. Vedo in ogni creazione e distruzione una danza più o meno aggraziata, così come suggerisce la tradizione induista, perciò anche i rapporti tra le persone sono soggetti a questi movimenti che hanno già in nuce le loro implicazioni ultime.

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31
Ago

Autunno in pectore

Pubblicato martedì 31 Agosto 2010 alle 07:06 da Francesco

L’estate comincia ad allontanarsi dai calendari benché all’equinozio d’autunno manchino ancora ventiquattro giorni. Gli ombrelloni si chiudono piano, come se fiorissero al contrario. Gli stranieri tornano a casa e allo stesso tempo gli estranei si moltiplicano. Uomini abbronzati e donne con i seni nivei concludono le collaborazioni carnali. Anche le infatuazioni stagionali vengono cessate di comune accordo, ma spesso ne resta qualche traccia in una foto digitale o in una sequenza numerica che quasi sempre corrisponde ad un’utenza telefonica. Per qualcuno s’avvicina il primo giorno di scuola, il primo giorno di lavoro o il primo giorno dopo l’ultimo di una vita intera.
Gli esami non finiscono mai per i malati cronici né per gli universitari svogliati. A me non serve un corso di laurea per raggiungere i titoli di coda, però frequenterei volentieri una facoltà se fosse in grado d’estendere le mie. Non mi affianco a nessuno perché il tempo lo seguo a una velocità diversa: lo accompagno, mica lo rincorro. Nessuna novità all’orizzonte e neppure un motivo per rammaricarmene, però davanti a me scorgo ancora ampie distese di terra su cui correre da solo. Alzo soltanto pesi di ghisa e non ne ho altri da sollevare. Potrei aggiungere molte cose alla mia vita, ma io prediligo uno stile minimalista; tutt’al più sono disposto a congiungermi. I tempi sono maturi, però a giudicare dal sapore del liquido rachidiano pare che i cerebri siano ancora acerbi. Non devo inventarmi nulla, bensì dovrei prenotare un last minute per l’iperuranio dimodoché possa ricordarmi subito quanto devo ancora apprendere sul campo incolto dell’agape, senza passare per Parco della Vittoria né attraverso l’enantiodromia

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