19
Ago

Palleggio estivo

Pubblicato mercoledì 19 Agosto 2009 alle 01:04 da Francesco

Io intendo il palleggio calcistico come taluni intendono gli esercizi di yoga e lo adopero per rilassarmi. Non ho una tecnica eccezionale e alcuni dei miei movimenti dovrebbero essere più accurati, ma quanto sono in grado di fare mi è sufficiente per i miei propositi. Non ho mai giocato a calcio sebbene ancor oggi mi piaccia praticarlo individualmente. Questo video è un ricordo futuro per quando non sarò più in grado di eseguirne il contenuto. L’equilibrio è importante in tutti i campi e i personaggi di Dostoevskij lo dimostrano. Nel video indosso due maglie della nazionale francese, entrambe con il numero ventidue e il nome del giocatore che apprezzo di più di tutti da alcuni anni a questa parte: Ribery.

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11
Mag

Rilettura aperiodica e fondamentale

Pubblicato domenica 11 Maggio 2008 alle 20:15 da Francesco

Di quando in quando ho bisogno di valutare il mio lavoro introspettivo per proteggerlo dalle trappole degli automatismi riflessivi. Ormai ho una buona conoscenza di me stesso. La costanza del mio equilibro dimostra che il boom del mio sviluppo interiore è passato da un po’ di tempo, ma questo rallentamento evolutivo è un bene per il prosieguo della mia esistenza e costituisce un ritmo migliore che mi solleva dai compiti incalzanti di un recupero temporale: non devo più colmare certe lacune e non mi sento più obbligato a chiarire alcune questioni trascurabili. Anche se tutti i miei scritti andassero persi il loro valore personale resterebbe ugualmente dentro di me. I caratteri che dissemino lungo i giorni acquisiscono un’utilità fugace nel momento in cui articolano sensatamente la mia autoanalisi e muoiono subito dopo l’ultimo segno di interpunzione. Le parole che appesantiscono queste pagine sono rovine semantiche e credo che uno sguardo esterno possa coglierne prevalentemente la forma. In termini agricoli i miei scritti sono semine puntuali e le loro riletture aperiodiche sono raccolte efficaci, tuttavia ciò che ottengo a distanza di mesi o anni dal termine della mia scrittura è un frammento immobile che non sottostà alla percezione soggettiva del tempo e per questo motivo ho affermato precedentemente che l’utilità di ogni manifestazione della mia profusione testuale nasce e muore tra il debutto istantaneo della sua prima lettera e l’apposizione altrettanto fulminea dell’ultimo punto. La mia ventiquattresima primavera s’avvicina, ma la sua venuta non è anticipata dal germoglio dei dubbi né dalla fioritura dei timori. Sono pronto ad accogliere la mia nuova età con tutti gli onori che merita. Il mio stato d’animo è ancorato al largo e qualche volta mi trattengo davanti a uno specchio per ammirare la sua stabilità, ma è destinato ad andare in frantumi per rinnovarsi con le migliorie dell’esperienza. Conosco il processo della mia crescita interiore e di conseguenza non temo gli sbalzi d’umore né gli avvicendamenti della sorte.

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