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Divertirsi da soli

Pubblicato mercoledì 24 Giugno 2020 alle 22:51 da Francesco

Nella parvente normalità dell’esordio estivo io continuo ad alimentare i miei interessi e le mie passioni in una campana di vetro che circonda la realtà di cui sono interprete. Sono riuscito a minare e minimizzare l’importanza del futuro, perciò me ne preoccupo sempre di meno, ma non conto di estinguerne l’idea e dunque soppeso tale astrazione nella misura in cui basti a non rendere troppo precario il mio presente.
Non cerco di espandere le mie conoscenze per uno scopo preciso, ma la raccolta di nozioni mi allieta e mi fa stare bene in compagnia di me stesso. Privilegio da molti anni tutte quelle attività per il cui svolgimento non sia indispensabile il concorso di altri individui e questa mia preferenza non è dovuta alla misantropia, la quale tra l’altro manco mi appartiene, bensì scaturisce dall’esigenza pratica di avere la costante possibilità di trovare diletto e appagamento senza che io debba dipendere da terzi: ecco perché in me hanno preminenza le occupazioni solitarie. Forse se i passatempi collettivi fossero facili da approntare come le controparti individuali riserverei più spazio alla socialità nella mia esistenza, ma sono perfettamente consapevole di quanto sia difficile mettere d’accordo molteplici teste, spesso in conflitto con loro stesse ancor prima che con le loro omologhe, insomma si tratta di un’impresa davvero improba, a meno che esse non siano disciplinate come quelle degli orchestrali sul posto di lavoro.
E quali sono dunque questi diletti che tanto arricchiscono il mio tempo libero: più o meno sempre i soliti, ovvero la corsa, la lettura, la scrittura, la musica, ma più in generale qualunque cosa concorra a fare del bene al mio stato psicofisico. Seguo ancora una linea a cui ho aderito molto tempo fa senza che me ne rendessi conto e non me ne sono mai pentito. Non credo che si possa avere tutto nella vita, anche perché certe cose ne escludono forzatamente delle altre, ma io sono contento del mio punto di arrivo e tengo sempre a mente come quest’ultimo possa rivelarsi all’improvviso un nuovo punto di partenza.

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