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Il fascino dell’asimmetria

Pubblicato giovedì 14 Gennaio 2016 alle 20:03 da Francesco

Non mi ci accingo a scrivere qualcosa di memorabile e non è per rivestire di scarsa importanza i miei appunti che io metto le mani avanti, bensì le poggio saldamente a terra per eseguire una verticale che sia degna delle ordinate di un piano cartesiano.
Mi sono reso conto che in me il piacere di determinate asimmetrie convive con la mia inclinazione all'ordine. Ho libri e dischi allineati in modo maniacale; le suppellettili e altri oggetti godono di una sistemazione altrettanto precisa tra le quattro pareti della mia stanza, perciò sono un po' insofferente verso gli ambienti disordinati e verso coloro che ne avallano l'incuria. Il mio modus operandi è lo stesso nel campo dell'informatica ed è raro che io lasci un file fuori posto o aspetti troppo a sistemare un caos passeggero. Non ho la stessa cura per gli interni della mia auto e mi pare che tale discriminazione sussista perché non mi identifico con il mezzo a quattro ruote. Quando vado a fare la spesa, e qualora le circostanze lo permettano, sistemo con una facile logica i miei acquisti sul nastro della cassa, un po' come se giocassi a Tetris, tuttavia in casi del genere mi trovo a stabilire un ordine evanescente che mani sapienti tramutano in caos per un fine superiore. Che ogni dio alla fine non sia altro che un cassiere cosmico? Chissà!
Questo discorso mi fa venire in mente il feng shui (geomanzia taoista) e riconosco l'azzardo di una tale associazione d'idee, tuttavia la riporto così come mi si presenta e la giustifico con un improprio accostamento tra il mio bisogno di crearmi un ambiente che sia in accordo con la mia indole e le presunte influenze della pratica di cui sopra (o meglio, di una delle sue accezioni).
Per me la quadratura del cerchio non è sempre raggiunta in modo regolare e difatti adoro certe asimmetrie nei campi più disparati. In musica per esempio mi piacciono le dissonanze quando si fanno adorare di loro sponte, inoltre mi considero ormai un seguace dei tempi dispari e difatti non faccio mistero del mio amore per il rock progressivo.
In passato se mi fossi soffermato su una tela di Kandinskij forse non avrei sfoggiato altro che della perplessità, ora invece qualcosa riesce a raggiungermi durante la contemplazione di un asimmetrico astrattismo e di sicuro tutto questo non dipende da un’accresciuta competenza in materia (di cui ero e sono sprovvisto). Amo anche l'apparente irregolarità che poi rifluisce nel suo opposto. Mi affascinano gli sviluppi del sistema nervoso centrale che non sono sempre caratterizzati dal sincronismo; la dominanza di una parte del cervello in certe attività cognitive e prodigi dell'evoluzione come la capacità dei delfini di dormire con un emisfero alla volta.
Non so di preciso per quale motivo io mi sia risolto a scrivere di cotale tema, perciò conferisco una forma asimmetrica anche al filo conduttore di queste righe e me ne compiaccio come se me ne importasse davvero qualcosa di pascolare nel senso apparente delle cose.

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