La mia trasferta a Montepulciano è andata bene, ma ho riportato qualche conseguenza. Sono montato in sella attorno alle 8:45 e sono giunto a destinazione verso le 18:10. Questa volta sono partito da Ansedonia e ho raggiunto Orbetello per immettermi sull’Aurelia, ma ho abbandonato quest’ultima in località “La Parrina” per dirigermi verso Magliano In Toscana e successivamente: Pereta, Scansano, Poggioferro. Ho fatto la prima sosta vicino a un bivio che si trova dopo Murci. Ho proseguito fino a Roccalbegna dove mi sono fermato nuovamente per comprare un po’ di cibo che ho consumato qualche chilometro dopo in uno spiazzo ombreggiato. In seguito ho attraversato diversi comuni e le relative frazioni con qualche pausa di tanto in tanto per bere. Le mie gambe sono entrate in crisi sulla salita di Vivo D’Orcia, ma tra una bestemmia mentale e l’altra sono arrivato fino a Campiglia D’Orcia e da quest’ultima mi sono goduto la lunga discesa che mi ha portato sulla Cassia. Questa volta non sono passato per Chianciano come nella precedente occasione, ma ho affrontato la salita che porta a Pienza e questo tratto per le mie gambe è stato un calvario. Quando ho raggiunto Montepulciano mi sono sentito sollevato e ho terminato il mio itinerario a Gracciano. Un’amica di mia madre e sua figlia mi hanno ospitato per due giorni e oggi ho deciso di tornare a casa, ma ho preso il treno dato che per recuperare le forze necessarie per compiere il percorso inverso sarei dovuto restare un po’ di più in quel paesino dell’entroterra toscano. La mia mountain bike si è comportata egregiamente e mi ha facilitato la vita rispetto alla volta precedente, ma il caldo non mi ha dato tregua. Ho qualche scottatura in testa, sulle braccia e sulle cosce. Prima di partire ho dimenticato di cospargere sul mio corpo una crema protettiva e adesso la mia carne è bicolore: bianco e rosso. Se fossi un tifoso del Grosseto potrei andare allo stadio senza bandiera. Sono soddisfatto di me stesso e seppur di poco ho stabilito il mio nuovo record personale per quanto riguarda la distanza percorsa in mountain bike in un solo giorno. Qualcuno mi ha detto che dovrei usare una bici da corsa, ma io adoro la mountain bike e la uso su percorsi asfaltati per compiere un atto di arroganza nei confronti della fatica. Un amico di mia madre mi ha parlato di una strada alternativa attraverso la quale avrei potuto raggiungere Montepulciano senza passare in prossimità del Monte Amiata; forse la farò in futuro. Probabilmente non ripeterò mai più il percorso amiatino perché mi porta pericolosamente al limite delle mie capacità fisiche. In queste circostanze io ottengo sensazioni estatiche sotto una cascata di endorfina. I pensieri che mi hanno accompagnato, la fatica che ho provato e gli scenari che ho visto sono una parte di me. Io non ho semplicemente pedalato, ma ho inciso nella mia storia personale un altro momento splendido e questo vale più di ogni parola. Sono contento e penso che su queste pagine possa ricominciare il turno del silenzio.
Se fossi un credente direi: “Che Dio me la mandi buona”. Non sono un individuo superstizioso e confido soltanto nelle mie capacità. Mi appresto ad affrontare questo percorso per la seconda volta dopo dieci mesi: in questo arco di tempo le mie prestazioni sono migliorate e dispongo di una mountain bike più efficiente di quella che ho utilizzato la prima volta. La solitudine aumenta a dismisura il fascino di questa sfida. A mio avviso si tratta di un confronto tra l’uomo e la natura: un’occasione per avvicinarsi concretamente al titanismo romantico senza raggiungere la disfatta. Spero di non lasciare questa valle di lacrime perché non riesco a immaginare un posto migliore nel quale ridere.
Alla fine di maggio ho sostituito la mia vecchia mountain bike. Adesso posseggo una Cube Analog del 2008 e riesco ad affrontare i miei vecchi percorsi con più agevolezza del passato. Nonostante io sia tornato in sella non ho smesso di correre. Quando ho ricominciato a pedalare mi sono accorto che gli sforzi podistici degli ultimi mesi hanno rinforzato ulteriormente i miei polpacci. Ho notato dei progressi anche nell’attività pesistica e ho aumentato leggermente il mio carico abituale. Uso un bilanciere da ventisei chilogrammi per allenare i bicipiti e le spalle ed eseguo regolarmente alcune serie di flessioni per lo sviluppo e il mantenimento dei pettorali. Alleno sporadicamente gli addominali dato che sono già sollecitati durante la corsa. Se riuscissi a perdere definitivamente tre chilogrammi di peso probabilmente eliminerei il leggero strato di adipe che impedisce ancora al mio retto addominale di mostrarsi completamente, ma sono certo di raggiungere anche quest’ultimo traguardo poiché lo considero indispensabile per la mia autostima. La mia resistenza è aumentata molto rispetto a un anno fa e ne sono felice dato che è la capacità fisica alla quale tengo maggiormente. Nel corso degli ultimi sei mesi la mia muscolatura ha subito un incremento e ha trovato un tono migliore, ma non voglio ingrassare per espanderla ulteriormente e ho intenzione di irrigidire la mia alimentazione per ultimare la definizione dei risultati che ho ottenuto finora. Curo il mio corpo perché è l’unico che io abbia mai toccato e la sua salute influenza molti altri aspetti della mia esistenza.