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Verso un nuovo equinozio

Pubblicato venerdì 9 Marzo 2018 alle 01:00 da Francesco

Assisto senza stupore all'ascesa e alla caduta di molteplici enti che si avvicendano lungo un certo divenire di cui io sono un caduco testimone. Talora formulo persino qualche trascurabile opinione in merito a questioni d'apparente importanza, ma esse in realtà non contano nulla da una prospettiva cosmologica. Il tempo passa con tutti i suoi carichi di novità e sfocia puntualmente nell'obsolescenza affinché un altro corso delle cose si snodi tra le stesse anse.
Non v'è nessuno che mi attenda sull'uscio del futuro e io non aspetto Godot, perciò non corro il pericolo di perdere una coincidenza e quest'ultima non rischia di mancarmi. L'assenza di un appuntamento comporta l'impossibilità di un ritardo. Ripeto da anni le stesse cose mentre da anni le stesse cose si ripetono, ma questo è l'eterno ritorno di tutto e non posso negare quanto sia comodo avere un cerchio che si chiuda da sé. L'inutilità di una lingua madre è rumorosa e soltanto nel braille ravviso una granitica creanza. Mi chiedo cosa manchi in modo tale che tutto manchi: nel gioco delle coppie è insito quello degli opposti. Mi trovo al di fuori di sfide alle quali non ho mai preso parte, perciò non ho alcuna ansia da prestazione e non ho una tifoseria a cui rendere conto. Non mi basta puntare in alto poiché tendo a una realtà che non sia relegata alla miseria di tre dimensioni, anche al costo di precipitare laddove non ne esistano proprio. Intanto aumenta la già siderale distanza dai miei consimili e navigo in regioni così remote dell'esistenza da dove mi godo una grande visione d'insieme. I fotoni riescono a raggiungermi, ma l'interesse altrui si disperde nello spazio interstellare durante il suo vano viaggio: il mio, invece, neanche parte poiché mi precede e forma la mia coda come se fossi una cometa.
È davvero esile il filo logico a cui sono appese tutte queste frasi, perciò anche se qualcuno dovesse inciamparci sono certo che neanche se ne accorgerebbe. Continuano a risuonare in me alcune parole che ho sentito di recente, ma sospetto che esse già albergassero al mio interno nell'informe presenza del loro significato: "Il tempo non ci definisce e lo spazio non ci colloca".

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