Non aderisco a quelle convinzioni nostalgiche che negano ai tempi odierni la possibilità di figliare ottima musica, difatti ancor oggi compulso le nuove uscite nei miei generi preferiti e non di rado compio piacevoli scoperte. Non vivo nel passato sebbene quest’ultimo dimori ed echeggi in me. Certo, sono molto legato ad alcune pietre miliari, però non lascio che si trasformino in zavorre e mi tengo a galla nel presente grazie all’ambigua posizione del morto.
Negli ultimi sette giorni ho ascoltato oltre novanta volte Zio Klaus, quarta traccia di Imilla, il nuovo disco de Il Bacio della Medusa (band che seguo dal 2008 e di cui posseggo quasi tutta la discografia), un simpatico concept album di rock progressivo italiano (prog, per amici ed estimatori) che racconta la parabola di Monika Ertl, la militante dell’ELN che sparò tre colpi a Quintanilla Pereira (formandogli in petto una vu di vittoria), reo quest’ultimo di aver mozzato le mani al cadavere di Che Guevara. L’intero disco è grandioso, intriso di atmosfere da spy story che sono rese in maniera magistrale dal classico stile del gruppo, ma in Zio Klaus sento forte la vocalità alla Peter Hammill e l’impronta dei Van Der Graaf Generator, inoltre il testo di Simone Cecchini è un vero gioiello. Spero di rivedere presto Il Bacio della Medusa dal vivo in quanto serbo un bel ricordo di un loro concerto a Perugia a cui io presenziai e in occasione del quale la band registrò il suo primo live.
Preferenze musicali e cinematografiche del disgraziato 2022
Pubblicato domenica 1 Gennaio 2023 alle 18:54 da FrancescoSpoiler: il 2023 sarà un anno di violenze, distruzioni e ingiustizie con i buoni propositi che faranno la fine dei bambini yemeniti, perciò v’è da sperare che il caro energia colpisca anche il Sole e ne cagioni il salvifico spegnimento. In attesa della morte termica annoto di seguito la mia top three di album e film per il 2022.
Riot City – Electric Elite (2022): ho perso il conto degli ascolti, disco fenomenale ed esaltante dall’inizio alla fine, privo di una sola traccia debole. Non epigoni, ma degni eredi di Judas Priest e Iron Maiden (le influenze più evidenti). Top track: Tyrant.
Banco del Mutuo Soccorso – Orlando, le forme dell’amore (2022): concept album monumentale, malgrado le vicissitudini il Banco continua a tirare fuori cose eccezionali dopo cinquant’anni. Da ascoltare nel suo complesso.
The Halo Effect – Days Of The Lost (2022): gli In Flames degli albori si confermano maestri del Gothenburg sound, a riprova di come il melodic death metal sia ancora vivo e non abbia esaurito tutte le soluzioni possibili.
Film:
Crimes of the future di David Cronenberg: vince a mani basse e ha sancito il mio ritorno in sala.
Gli orsi non esistono di Jafar Panahi: audace opera iraniana che oscilla tra la denuncia sociale e il metacinema (un film nel film). Ho avuto la fortuna di vederlo nell’ultimo avamposto culturale della mia provincia, il Cinema Stella.
Beavis and Butt-Head alla conquista dell’universo di John Rice e Albert Calleros: beh, questa è stata la vera opera morale del 2022, un sunto delle massime aspirazioni e possibilità umane.