28
Lug

Equilibrio e coordinazione

Pubblicato mercoledì 28 Luglio 2010 alle 11:07 da Francesco

Ho imparato a palleggiare per mimesi. Nel corso dell’ultimo anno la mia tecnica ha mostrato lievi segni di miglioramento. Non ambisco a diventare un freestyler, non sono un giocatore e neanche tifo per una squadra, perciò l’unico legame che ho con il calcio riguarda il controllo della palla. Come ho già scritto in passato, io considero il palleggio calcistico alla stregua di un esercizio yoga e me ne avvalgo per affiancare una controparte fisica al mio equilibrio interiore.
Ogni tanto partecipo a qualche partita di calcio a cinque e spesso mi diverto, ma non sono un granché in campo e d’altronde un gioco di squadra non è proprio nelle mie corde. Il calcio lo seguo senza trasporto e mi fanno ridere tutti quei babbei che hanno bisogno di identificarsi nei colori di una società sportiva per sentirsi parte di qualcosa. Trovo che la violenza negli stadi sia catartica e l’approvo fintantoché non procuri morti né feriti gravi, ma allo stesso tempo la reputo comica poiché spinge le persone a compromettersi per degli atleti che percepiscono compensi faraonici. Anche la passione per il calcio aiuta i più deboli a sopportare la solitudine e difatti non è raro che si mischi con la politica. A me piacciono soltanto i gesti tecnici, le grandi giocate e le dimostrazioni atletiche, tuttavia quando l’Italia perde le partite ne sono contento perché i successi della nazionale di calcio esaltano la mediocrità e di conseguenza, per istinto di conservazione, auguro sempre le peggiori sconfitte agli azzurri. Probabilmente gli spettacoli più belli mi sono stati regalati da Roberto Baggio e Zinédine Zidane. Oggi oltre al solito Franck Ribéry, ammiro Javier Zanetti per la sua abnegazione, Arjen Robben per le sue capacità atletiche e tecniche, Giuseppe Mascara e Keisuke Honda per la fantasia, Mario Balotelli per la potenza ed Emanuel Pogatetz per ricordarmi sempre di comprare più carne rossa dal macellaio.

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9
Feb

La solita minestra

Pubblicato martedì 9 Febbraio 2010 alle 19:40 da Francesco

Le cattive abitudini sono difficili da estirpare. Sui quotidiani e in televisione incrocio spesso il faccione crucco del papa che si rivolge al mondo con esternazioni banali. Credo che in un paese laico non dovrebbe essere data troppa risonanza a una religione, qualunque essa sia, inoltre ritengo ancor più deprecabile la linea editoriale di molte redazioni ogniqualvolta quest’ultima sottragga spazio a notizie più importanti per la collettività: e così anche la deontologia se ne va a puttane. Non ho bisogno di sentire un vecchio supereroe che borbotta ovvietà mentre qualche piccione tuba nei pressi del suo balcone, altrimenti orienterei la mia parabola verso Gotham City per ascoltare le opinioni di Batman. Nei campi di calcio non sono più ammesse le bestemmie ed è previsto un turno di squalifica per chiunque ricorra alle imprecazioni blasfeme. È la solita fiera del bigottismo, in cui i problemi di facciata vengono ritenuti più importanti rispetto alle questioni serie che ammorbano lo sport nazionale: la mancata valorizzazione dei vivai, la gestione sciagurata dei bilanci societari, la competenza della classe arbitrale e altre faccende che talvolta incrociano il mondo torbido della politica. Non sono un tifoso, ma seguo il calcio in modo neutrale e durante una partita auguro sempre la vittoria alla squadra che riesca a deliziarmi con il gioco più spettacolare o convincente. La bestemmia è cristallizzata nella lingua italiana e ne è una componente forte, diffusa e catartica, perciò qualunque tentativo di estrometterla dal mondo mediatico a mio avviso si traduce automaticamente in un attentato al retaggio culturale dell’intera nazione. Libera bestemmia in libero Stato, dio cane. Non è la prima volta che io affronto questo argomento e in tutta sincerità non penso neanche che sia una questione capitale, tuttavia trovo pericoloso chiunque voglia bandire determinate parole poiché tali censure possono anche preludere a derive di portata maggiore. Non è ammissibile che ancor oggi un bestemmiatore sia passibile di multa. Non ripeterei ciclicamente questa tiritera se l’Italia smettesse di professarsi laica. Negli ultimi anni è cresciuto un forte interesse per apportare alcune modifiche alla costituzione in nome del suo ammodernamento, allora mi auguro che tra i possibili cambiamenti questa nazione venga dichiarata cattolica e si annoveri tra quelle teocrazie contro cui spesso punta il suo dito ipocrita, almeno non ci sarebbe più discordanza tra la teoria e la realtà.

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19
Ago

Palleggio estivo

Pubblicato mercoledì 19 Agosto 2009 alle 01:04 da Francesco

Io intendo il palleggio calcistico come taluni intendono gli esercizi di yoga e lo adopero per rilassarmi. Non ho una tecnica eccezionale e alcuni dei miei movimenti dovrebbero essere più accurati, ma quanto sono in grado di fare mi è sufficiente per i miei propositi. Non ho mai giocato a calcio sebbene ancor oggi mi piaccia praticarlo individualmente. Questo video è un ricordo futuro per quando non sarò più in grado di eseguirne il contenuto. L’equilibrio è importante in tutti i campi e i personaggi di Dostoevskij lo dimostrano. Nel video indosso due maglie della nazionale francese, entrambe con il numero ventidue e il nome del giocatore che apprezzo di più di tutti da alcuni anni a questa parte: Ribery.

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5
Apr

Mes amis

Pubblicato domenica 5 Aprile 2009 alle 15:04 da Francesco

Sarei molto grato al signor Kim Jong-il se evitasse di giocare con i missili in prossimità della nazione in cui mi trovo dato che uno dei suoi balocchi difettosi è finito al largo del Giappone. Oggi pomeriggio ho conosciuto tre francesi di origini magrebine che soggiornano nel mio stesso hotel e mi sono unito a loro per qualche ora; che il titolo dell’appunto con il quale mi sono congedato dall’Italia sia stato premonitore? Il trio transalpino è composto da due fratelli e da un loro amico. Tutti e tre amano il calcio, perciò abbiamo acquistato un pallone e ci siamo fatti indicare un luogo dove calciarlo liberamente. Durante la nostra ricerca abbiamo parlato molto del nostro sport e i miei compagni d’avventura sono rimasti piacevolmente sorpresi dal fatto che io tifi per la nazionale francese nonostante sia italiano; per loro ho pure indossato la maglia di Ribery che ovviamente non può mai mancare nel mio bagaglio. Alla fine abbiamo incontrato un gruppo di ragazzini giapponesi e abbiamo giocato contro sei di loro. I giovani figli del Sol Levante si sono dimostrati all’altezza dei loro coetanei europei e durante la partitella hanno sfoggiato una buona disciplina.L’educazione giapponese non smetterà mai di sorprendermi. I ragazzini hanno fatto un gioco di squadra preciso mentre io e miei compagni ci siamo dilettati in azioni individuali per mostrare il nostro bagaglio tecnico agli occhi dei passanti; qualche telecronista ci avrebbe definiti leziosi, ma il risultato finale è stato a favore del vecchio continente. Ho parlato un po’ di tutto con i ragazzi francesi e mi hanno detto una cosa che non mi aspettavo: nonostante siano magrebini vedono di buon occhio Jean Marie Le Pen e lo preferiscono a politici quali Segolene Royal in quanto lo reputano un uomo diretto. Alle superiori ho studiato francese per cinque anni e sono in grado di leggerlo correttamente, ma non lo comprendo e soltanto di rado riesco a indovinare il significato di qualche frase grazie alle assonanze con l’italiano: English leads the way. In viaggio socializzo sempre con qualcuno. Non vado molto d’accordo con i miei connazionali e credo che il problema sia legato alla lingua italiana che io reputo bella e allo stesso tempo molto incline alle ambiguità. Dovrei relazionarmi sempre in inglese per non generare fraintendimenti ed evitare tutte quelle situazioni che difficilmente potrebbero verificasi con una comunicazione più essenziale. La lingua italiana è bella e affascinante come una mantide religiosa. Appena avrò tempo e voglia appunterò qua sopra le mie impressioni sulla giornata che ho trascorso a Hitachi. Finora sono stato molto bene, ma per me questa non è affatto una sorpresa e lo scrivo con una punta di orgoglio. Il mio umore spesso è alto e in questi giorni viene elevato ulteriormente dalle condizioni meravigliose in cui mi trovo.

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18
Feb

E dai cazzo, passala!

Pubblicato mercoledì 18 Febbraio 2009 alle 07:44 da Francesco

Da un po’ di tempo a questa parte ho ripreso a seguire le vicende calcistiche dopo diversi anni di profondo disinteresse. Già durante la scorsa stagione avevo cominciato ad avvertire la recrudescenza calcistica. Quando ero un ragazzino tifavo per la Juventus mentre oggi mi limito a sostenere la Francia. Quest’anno la Seria A ha offerto uno spettacolo piacevole e ci sono diverse partite che mi hanno tenuto incollato davanti al televisore. L’azione più bella che abbia visto in questa stagione è un’accelerazione incredibile di Pato su Mexes che ha portato il milanista a segnare un gol stupendo, ma anche il gol di Quagliarella contro il Napoli è stato qualcosa di impressionante e mi ha fatto sorridere come lo stesso attaccante dell’Udinese si sia meravigliato delle sua prodezza durante l’esultanza. Per quanto riguarda esclusivamente la Serie A dovrei annotare più di un gol di Ibrahimovic che al momento reputo il giocatore più forte al mondo, appena sopra Cristiano Ronaldo, Messi e Kakà. A me sono sempre piaciuti i fantasisti anche se ultimamente non se ne vedono molti e ricordo ancora quando Gianfranco Zola era uno dei più grandi rappresentanti di questa categoria. Durante la prima parte della stagione mi ha colpito il Catania di Walter Zenga (che ho trovato davvero divertente in una querelle televisiva con Variale) mentre in questa seconda parte del campionato penso che sia quasi inevitabile plaudire ai risultati un po’ sorprendenti del Genoa e del Cagliari. Io prediligo sempre Franck Ribery perché la sue giocate e il suo modo di intendere il calcio mi esaltano come poche altre cose sanno fare, tuttavia penso che meriti un palcoscenico più importante rispetto a quello che può offrirgli il Bayern Monaco e spero che un giorno lasci la Bundesliga per venire a giocare in Italia; quasi in ogni partitella indosso la sua maglia numero ventidue. Non ci posso fare nulla, il calcio è stata la mia prima passione e ancor oggi ogni volta che mi capita un pallone tra i piedi mi metto a palleggiare per rilassarmi, come se fosse una sorta di esercizio spirituale. Non ho mai giocato in una squadra e la poca tecnica che ho l’ho sviluppata da solo, ma se potessi tornare indietro spenderei tutte le mie forze in questo sport. Una giocata di un tipo come Cassano secondo me vale più di tante cose e per quanto possa suonarmi banale un’affermazione del genere io non riesco a convincermi del contrario. Non sono in grado di quantificare le ore che ho perso a calciare palloni sgonfi contro il muro esterno di casa mia. Spesso mi sono trovato a palleggiare in salotto, ma non ho mai fatto grandi danni. Sebbene il calcio sia un gioco di squadra io da piccolo lo praticavo da solo e mentre avevo la palla tra i piedi facevo la telecronaca delle mie azioni; se qualcuno mi avesse visto avrebbe avuto tutto il diritto di ritenermi autistico. Sono andato soltanto una volta allo stadio per vedere una partita; Seoul contro Pohang in Corea del Sud: difese ballerine e ritmi blandi. C’è un video che adoro in cui Franck Ribery e Luca Toni scherzano tra una giocata e l’altra: fantastico.

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