Sono felice che le urne abbiano decretato la morte elettorale di alcuni uomini. Credo che sia appena iniziato un processo di epurazione nel mondo della politica, ma suppongo che servano ancora molti anni per un ricambio generazionale. L’astensionismo ha fallito e alla la luce di quanto è successo credo che l’affluenza alle urne sia stata utile per dare un colpo di spugna alla frammentazione politica, tuttavia se domani si votasse di nuovo con gli stessi candidati io non eserciterei ugualmente il mio diritto al voto. Devo spezzare una lancia a favore della Lega Nord e penso che chiunque ami l’imparzialità debba riconoscere il successo del Carroccio. I leghisti hanno una nomea poco lusinghiera, ma i loro rappresentanti sono molto schietti e, per quanto possano essere discutibili, le loro dichiarazioni non si prestano alle ambiguità che caratterizzano la facondia di altri esponenti politici, inoltre ritengo che il partito di Umberto Bossi sia fortemente pragmatico e questa particolarità lo rende appetibile in un declino ideologico che finalmente si è affacciato anche in Italia. Ho sempre provato una simpatia umana per Silvio Berlusconi e per le sue doti comunicative, perciò mi auguro che il suo governo duri un quinquennio e spero che mi dia qualche motivo positivo per rieleggerlo. Sebbene al peggio non c’è mai fine dubito che l’Italia possa toccare ulteriormente il fondo e mi auguro che il nuovo esecutivo non raccolga questa sfida. Probabilmente l’eskimo di qualcuno è sbiancato a seguito della scomparsa di buona parte della sinistra, ma trovo che nel ventunesimo secolo non ci sia più spazio per le utopie fallimentari e ritengo che al tramonto delle ideologie debba seguire un’alba utilitaristica.
Mancano sette giorni alle elezioni e non oso fare pronostici, inoltre se fosse possibile scommettere su un partito non farei neanche una puntata simbolica: la politica italiana è un gioco d’azzardo e il debito pubblico ne è il risultato. Dopo le votazioni si terrà un rinfresco che durerà per una legislatura e alcune persone telegeniche si spartiranno la torta degli interessi nazionali, ma l’elettorato continuerà a sperare che venga il diabete a chiunque prenda le fette più grandi e probabilmente non smetterà di patire l’amarezza dell’insofferenza. Attendo le votazioni per respirarne il clima mediatico, ma la mia curiosità astensionista è rivolta principalmente agli aspetti formali di questo evento politico. Credo che il mio interesse per l’attualità sia deprecabile e inutile, sebbene io non lo ritenga tanto sterile quanto l’atteggiamento fanatico di certi individui. Secondo taluni le schede elettorali sono confusionarie, ma nel caso in cui vengano ristampate penso che la prima tiratura possa essere riciclata in modo tale da fornire ai partiti il materiale cartaceo di cui necessitano per arricchire le loro liti in parlamento con il lancio di oggetti. Penso che la fiaccola olimpica avrebbe dovuto transitare in Italia per accendere l’ingegno di chi ha realizzato le schede elettorali, ma attualmente ha l’ingrato compito di alimentare le tensioni tra chi protesta per l’indipendenza del Tibet e chi, a mio avviso giustamente, sostiene il governo cinese.
Ogni volta che un governo cade anche i miei coglioni subiscono lo stesso destino. Dai toni sensazionalistici dei telegiornali e della carta stampata sembra quasi che prima d’ora nessuna maggioranza politica sia mai ruzzolata a terra. Non ho intenzione di votare poiché non mi rivedo in nessuna delle linee politiche che ammorbano le due camere. Credo che l’astensione sia nociva per la democrazia, ma dato che la democrazia italiana è un po’ sui generis dubito che un larga percentuale di astenuti possa inficiare ulteriormente la politica nazionale. I vegliardi in doppio petto parlano di cambiamento generazionale e di innovazione, ma quando proferiscono parola su questi temi mi sembrano le caricature di loro stessi. Non ho idea di come stiano i conti italiani e parimenti non so chi abbia operato male e chi abbia governato bene nel corso dei precedenti mandati poiché i dati sull’economia italiana suscitano puntualmente delle controversie che producono confusione, perciò sotto questo aspetto non ho elementi validi sui quali formulare un’opinione politica. Mi pare che il centrodestra e il centrosinistra (per quanto ancora possa valere questa suddivisione) non presentino grandi differenze, inoltre entrambi hanno amministrato la giustizia in una maniera discutibile: chi con un indulto e chi con qualche legge ad personam. Sotto il profilo umano mi diverte molto Silvio Berlusconi, trovo che sia un ottimo showman e tra l’altro ritengo che abbia la proprietà di linguaggio più efficace che si possa riscontrare tra i capi dei partiti. Buona guarigione Italia.