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Giu

Corporeità

Pubblicato domenica 8 Giugno 2008 alle 22:55 da Francesco

Alla fine di maggio ho sostituito la mia vecchia mountain bike. Adesso posseggo una Cube Analog del 2008 e riesco ad affrontare i miei vecchi percorsi con più agevolezza del passato. Nonostante io sia tornato in sella non ho smesso di correre. Quando ho ricominciato a pedalare mi sono accorto che gli sforzi podistici degli ultimi mesi hanno rinforzato ulteriormente i miei polpacci. Ho notato dei progressi anche nell’attività pesistica e ho aumentato leggermente il mio carico abituale. Uso un bilanciere da ventisei chilogrammi per allenare i bicipiti e le spalle ed eseguo regolarmente alcune serie di flessioni per lo sviluppo e il mantenimento dei pettorali. Alleno sporadicamente gli addominali dato che sono già sollecitati durante la corsa. Se riuscissi a perdere definitivamente tre chilogrammi di peso probabilmente eliminerei il leggero strato di adipe che impedisce ancora al mio retto addominale di mostrarsi completamente, ma sono certo di raggiungere anche quest’ultimo traguardo poiché lo considero indispensabile per la mia autostima. La mia resistenza è aumentata molto rispetto a un anno fa e ne sono felice dato che è la capacità fisica alla quale tengo maggiormente. Nel corso degli ultimi sei mesi la mia muscolatura ha subito un incremento e ha trovato un tono migliore, ma non voglio ingrassare per espanderla ulteriormente e ho intenzione di irrigidire la mia alimentazione per ultimare la definizione dei risultati che ho ottenuto finora. Curo il mio corpo perché è l’unico che io abbia mai toccato e la sua salute influenza molti altri aspetti della mia esistenza.

Cube Analog 2008

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11
Mar

Ricreazione notturna

Pubblicato martedì 11 Marzo 2008 alle 03:17 da Francesco

Oscillo in silenzio tra il giorno e la notte, ma non m’illudo che il mio moto sia perpetuo e spesso rammento la sua provvisorietà. Non cerco la soddisfazione personale e non ho ambizioni filantropiche, ma la mia forma mentis non confina con l’apatia né con il menefreghismo. Nutro un disinteresse totale nei confronti di molti discorsi, ma presto attenzione al modo in cui vengono modulate le parole che li compongono. Non è la superbia che mi allontana dalle opinioni, bensì la consapevolezza di quanto valga poco ogni parola che non ricalchi la realtà. Freno le mie esternazioni verbali e preferisco annoiarmi in modo genuino ogniqualvolta l’alternativa sia un divertimento fallace. Alcune volte credo che la mia età non mi rispecchi e in altri momenti sorge in me il dubbio che io non sia in grado di rispecchiarmi nella mia età. Sono fiero dell’equilibrio che vige nella mia condotta solitaria e penso che la sua costanza sia indice di serenità, ma non ignoro la bellezza che si trova al di fuori della sua portata e la contemplo da lontano. L’isolamento mi ha rafforzato nei segmenti della mia giovane esistenza e oggi le difficoltà del passato mi sembrano delle inezie, perciò non ho motivi validi per ritenere che alle avversità del presente spetti una sorte diversa. Non ho bisogno di una forma di fiducia sebbene la mia autostima sia alta quanto il tasso glicemico di un diabetico. Non aspetto che una zingara usi le sue carte per giocare d’azzardo sul mio futuro e non cerco una divinazione delfica per ottenere un po’ di conforto inutile. Non temo il futuro malgrado i suoi presagi funesti e la mancanza di questa paura è una delle colonne che sorregge l’equilibrio della mia condizione anomala.

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