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La strage in diretta di Christchurch

Pubblicato venerdì 15 Marzo 2019 alle 09:42 da Francesco

Sono riuscito a recuperare il filmato integrale della strage in Nuova Zelanda: è la cosa più allucinante che abbia mai visto.
In certe parti del mondo è troppo facile accumulare degli arsenali e produrre massacri.
L’attentatore guida verso la zona della moschea mentre ascolta il motivetto allegro di "British Grenadier". Una volta giunto a destinazione apre il bagagliaio e prende un secondo fucile semiautomatico oltre a quello che già porta a tracolla: entrambe le armi sono ricoperte di scritte bianche che non sono riuscito a leggere.
È tutto trasmesso in streaming e la visuale dà l’idea di un videogioco in prima persona. Il tizio si avvia in tenuta d’assalto verso i suoi obiettivi e una volta all’ingresso della moschea apre il fuoco contro le prime persone che incontra: ne uccide alcune e getta a terra il primo fucile. Imbraccia la seconda arma e riprende a sparare colpi singoli. È freddo e preciso. Avanza ancora e a un certo punto cambia modalità di fuoco passando alla raffica. È impressionante il momento in cui un ragazzo tenta di scappare e finisce per andargli incontro: lui gli spara a bruciapelo.
Cambia diversi caricatori. I corpi a terra sono molti e non essendoci più bersagli mobili i proiettili sono indirizzati ai cadaveri o a chi tenta di salvarsi fingendosi morto.
Esce così com’è entrato dirigendosi verso l’auto e sulla via del ritorno spara in testa a una donna riversa sul marciapiede che chiede aiuto: "Help me, help me". Si rimette alla guida e se ne va mentre dall’autoradio esce "Fire" di Arthur Brown.
Prima di fuggire effettua qualche drive-by e uccide almeno un altro paio di persone. Alla fine del filmato, che dura quasi diciassette minuti, commenta la strage e in lontananza si sentono delle sirene.

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Mag

Frammenti odierni

Pubblicato domenica 2 Maggio 2010 alle 18:40 da Francesco

Malgrado la sue radici storiche, pare che la Grecia non riesca a prendere con filosofia il declino della sua economia e ad altre nazioni spetta l’ingrato compito di raccattare una colletta miliardaria. Pressoché ovunque si può pescare qualcosa di marcio, ma negli ultimi giorni pare che sia difficile farlo sulla costa della Louisiana. Un oceano prevalentemente blu è soltanto un razzista retrogrado che non accetta i peggioramenti dell’umanità, ma per fortuna qualche chiazza nera ha cominciato a trovare il suo posto tra le terre sommerse così come gli afroamericani hanno iniziato a ricoprire incarichi importanti nel governo statunitense. A Roma, la città eterna, si tengono puntualmente episodi di violenza gratuita che in un periodo di crisi perlomeno rimpinguano le cronache nazionali. La visibilità che viene concessa all’ostensione della Sindone, al miracolo di san Gennaro e alle dichiarazioni del Papa, mi induce a pensare che in Italia i fratelli Grimm avrebbero potuto assurgere al comando dello Stato. Intanto il terrorismo islamico riprova a fare il botto negli Stati Uniti e in questi anni un’esplosione del genere sembra l’unica possibile poiché un boom economico è alquanto improbabile. Io vivo lontano dalle vicissitudini intercontinentali e da quelle interiori, perciò lodo l’ultimo tempo di Usain Bolt sui duecento metri e mi gusto la pioggia odierna. Uno scandalo non dovrebbe attendere troppo a lungo per essere scoperto altrimenti potrebbe risentirsi per cotanta maleducazione. Il giornalismo d’inchiesta sembra sempre più raro, quasi quanto lo fu la figurina di Sergio Volpi quando quest’ultimo indossava la casacca della Sampdoria. Nella mia esistenza non ci sono novità rilevanti, però la crusca è entrata nella mia alimentazione: le fibre sono sempre benvenute dentro di me a patto che non bisticcino con il colon.

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