17
Ago

In giacenza presso il presente

Pubblicato mercoledì 17 Agosto 2022 alle 23:30 da Francesco

È un caldo afoso quello che avvolge la sera dalla quale scrivo e nulla sembra poterne ridurre l’impatto in tempo utile per gridare al miracolo climatico. Già che mi trovo al mondo ne approfitto per scrivere qualcosa sebbene io stesso non abbia un’idea precisa da mettere nero su bianco. Se mai avessi avuto delle vere aspettative adesso mi ritroverei nell’età giusta per cominciare ad ammirarne il tramonto, ma non ho nulla né nessuno da utilizzare come feticcio per una nostalgia transitoria. La vita passa e manco la saluto, tuttavia spero che la mia disattenzione non venga intesa come uno sgarbo. Non ho in sospeso debiti di riconoscenza e nessuno né ha nei miei confronti. Le cose da fare potrebbero essere molteplici se solo fossi disposto a raggiungere un livello di stress sufficiente che finisse per farmele disprezzare. Evito per quanto mi sia possibile ogni genere d’impegno che implichi il confronto con la volontà altrui: mi basto per abitudine, per cause di forza maggiore, per comodità e per pigrizia.
Non mi è nota l’ora della mia morte, o perlomeno non mi è stata comunicata né per posta né in sogno, di conseguenza non so quanto mi resti da vivere e non me la sento di azzardare calcoli, inoltre non tiro a indovinare né sotto l’incrocio dei pali, bensì campo per i fatti miei e mi vedo autoreferenziale fino al termine delle trasmissioni sinaptiche. Manca sempre qualcosa anche quando tale impressione risulti assente dalle percezioni, ma poco importa e nulla cambia: per me è fondamentale che io riesca ad accordarmi con il luogo e le circostanze di mia pertinenza. Tutto il resto va da sé, al di là che qualcuno se ne avveda o meno, oltre la testimonianza di ogni coscienza: è così da miliardi di anni e lo sarà per le scomparse venture nei silenzi dei mondi.

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5
Feb

Né all’alba né sulla via del tramonto

Pubblicato giovedì 5 Febbraio 2015 alle 23:02 da Francesco

Negli ultimi due giorni ho faticato molto a prendere sonno, ma penso che avrei avuto ancora più difficoltà se non mi fossi trovato nelle buone condizioni in cui verso. Le ragioni che stanno dietro a questa complicazione sono le stesse da diciotto anni e affondano le radici nella mancanza di affetto. Ho iniziato alle scuole medie a confrontarmi con un certo tipo di assenza, quando per la prima volta avvertii una spontanea e inconfessabile attrazione verso una coetanea di cui ancora serbo il lontano ricordo. Purtroppo ci sono dei pensieri che in certe circostanze sfuggono al mio controllo, in particolare quando trovano terreno fertile nella stanchezza, tuttavia resisto e non lascio che mi sopraffacciano. Al momento del risveglio qualsiasi tensione è risolta, i dubbi sono dipanati e torno in possesso delle mie forze, rinvigorito e pronto a trascorrere un altro giorno su questo pianeta, l’ennesimo di pochi, l’ennesimo di tanti.
Mi sento distante dai miei simili, non ho punti di contatto e la mia estroversione non ha granché di cui fregiarsi, ma tento d’espormi a delle influenze positive per avere uno scambio proficuo con me stesso: certe letture, certa musica, la corsa, lo studio individuale, qualche buon film, la masturbazione, una buona alimentazione, talora frugale, la meditazione e un certo abbandono. Vorrei dare qualcosa in più alla mia esistenza, renderla meno autosufficiente senza per questo pendere dalle labbra di qualcuno: tutt’al più farle incontrare con le mie a metà strada, magari a mezzo metro da terra. Conduco una vita che per taluni sarebbe insostenibile, per qualcun altro auspicabile: per me v’è sempre margine di miglioramento. Scrivere mi aiuta molto, forse più oggi che in passato e talvolta è come se ci fosse qualcosa di magico nelle parole che mi rivolgo.

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