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Nov

La pena di morte è una misura di civiltà

Pubblicato lunedì 20 Novembre 2023 alle 22:29 da Francesco

Le statistiche comprovano la violenza di genere, ma secondo me il fenomeno dev’essere inteso come violenza tout court qualora se ne legiferi in maniera efficace. Oggi in Italia un omicida ha buone probabilità di rifarsi una vita, difatti le conseguenze per un carnefice non sono irreversibili come quelle della vittima. Nella mia nazione immaginaria certi reati sono puniti con la condanna a morte, ma a patto che non sussista dubbio alcuno sulla colpevolezza dell’imputato.
Alle pene severe va riconosciuta la funzione di deterrente senza la pretesa che la svolgano sempre, in qualunque caso, giacché non è possibile prevenire tutti gli eventi delittuosi, ma la prospettiva di una morte per fucilazione secondo me farebbe desistere taluni da certe iniziative: il gioco varrebbe la candela anche se finisse per salvare una sola vita innocente. Hegel credeva fermamente nella pena di morte a differenza di quella sciagura chiamata Beccaria, perciò a chi non la considera utile io rispondo che l’assenza della stessa risulta persino più inutile. Non riesco davvero a capacitarmi di come le leggi italiane siano così garantiste e umane contro chi, di propria sponte, abbandona la propria umanità: è un’istigazione a delinquere.
L’educazione può svolgere un ruolo preventivo, ma la repressione e la pena retributiva secondo me sono gli strumenti principali per contenere le violenze, inoltre alcune persone hanno un’indole malvagia e per costoro non v’è processo pedagogico o percorso formativo che regga. I legislatori italiani vogliono mantenere il garantismo per gli assassini, ma pretendono anche che Abele motu proprio si astenga da certe condotte: la loro inazione e la mancanza di coraggio delegano a terzi (gli assassini, appunto) quella violenza che inevitabilmente pervade il mondo e di cui lo Stato, nella mia visione di società, dovrebbe gestire la portata (facendosene interprete con pene violente) poiché non è possibile eradicarla del tutto.

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20
Set

Nel braccio della morte

Pubblicato domenica 20 Settembre 2009 alle 11:22 da Francesco

Posso vagamente immaginare cosa spinga un individuo a uccidere un suo simile, ma non riesco neanche a ipotizzare quali pensieri attraversino la mente di un assassino che si ritrovi a un passo dalla sua esecuzione. Non sono contrario alla pena di morte, tuttavia non mi sollazza l’idea che possa essere inflitta ai successori di Sacco e Vanzetti. Non credo che il carcere possa avere una funzione riabilitativa per ogni detenuto e talvolta la recidività che non viene prevenuta per un eccesso di garantismo mostra il suo prezzo nei volti cadaverici di vittime innocenti; per quanto concerne la cronaca italiana, uno dei casi più recenti di questo tipo riguarda Angelo Izzo. Non sono un giurista né un sociologo e queste righe scarne mi occorrono soltanto per introdurre le ultime parole di alcuni condannati a morte. Ho scelto di appuntare e tradurre le frasi che mi hanno colpito maggiormente tra quelle che un centinaio di criminali statunitensi hanno pronunciato prima di essere giustiziati.

Mi dispiace che questo sia accaduto. Non ho rancore verso nessuno. Ancora non ricordo quanto è avvenuto, ma ciò che è stato è stato
Robert L. Newland

Non mi hanno collegato a nulla. Non ho ucciso la mia matrigna. Le volevo bene. Il Texas sta per assassinare un uomo innocente
Reginald Perkins

No comment
Earl Wesley Berry

Ho detto che avrei raccontato una barzelletta. La morte mi ha liberato. Quello è lo scherzo più grande. Mi merito questo
Patrick Bryan Knight

Ci vediamo dall’altra parte. Guardiano, uccidimi… sono pronto ad andare. È tempo che questa festa cominci
James Jackson

Non l’ho preso perché ho convinzioni forti sull’aborto e sui trentatré milioni di bambini che sono stati abortiti in questa nazione. Quei bambini non hanno mai avuto il primo pasto ed è per questa ragione che io non ho preso l’ultimo in loro memoria
Ricky Lee Sanderson

Sono pronto per essere liberato. Liberatemi
Kenneth Allen McDuff

“Adesso che sto per morire, non rimane nulla di cui preoccuparmi. So che è stato un errore… Tutti hanno problemi, io non sarò più parte del problema. Adesso posso smettere di preoccuparmi. È stato tutto un errore. Questo è tutto ciò che voglio dire”
James Colburn

Vorrei suggerire che quando una persona ha in mente di fare qualcosa di grave contro la legge, prima che lo faccia, dovrebbe andare in un posto silenzioso e pensarci seriamente
William George Bonin

Sono un guerriero africano, nato per respirare e nato per morire
Carl Kelly

Non siamo qua per un avvenimento sociale, noi siamo qua per un’uccisione
David Wayne Woodruff

Va bene, guardiano, diamo loro ciò che vogliono
Melvin White

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