La dietrologia non mi entusiasma e non smanio di rinvenire un complotto in ogni accadimento. Da profano credo che le condizioni di certi stati non dipendano da una congiura massonica, ma dalla cattiva amministrazione delle finanze pubbliche. Per qualcuno la realtà sarebbe durissima da affrontare se non avesse un nemico immaginario contro cui scagliarsi.
Faccio fatica a costruirmi un’opinione fondata sulla crisi europea, difatti dovrei possedere ampie conoscenze di economia e diritto internazionale, però io non vado oltre il baratto e la legge del taglione: mi gioverebbe un corso d’aggiornamento. Per essere un cittadino davvero informato e partecipativo dovrei possedere una numero smodato di competenze, ma almeno conosco i miei limiti e non ammanto di categoricità quei punti di vista che meglio collimano con la mia persona. Credo che nessuno dovrebbe innamorarsi delle proprie idee, un po’ come quei giocatori di poker che sanno rinunciare a delle carte apparentemente buone. Vorrei che la politica fosse avulsa da qualsiasi passione e consistesse soltanto di un freddo calcolo volto a produrre benessere nel maggior numero possibile di individui.
Baratterei la libertà d’esprimermi su questi argomenti se mi venisse offerto un mondo o almeno un continente che non mi desse più ragione di farlo: in altre parole cederei una forma di vanità che spesso appare sotto le mentite spoglie di un diritto inalienabile; non sarebbe una grande perdita in quanto non è raro che dire la propria equivalga a dire una stronzata.
Non mi preoccupa il futuro poiché la più tetra delle ipotesi attuali non è che una passeggiata di salute in un mattatoio a confronto di quanto è successo nel novecento. Mi dispiace per tutte le generazioni che saranno sacrificate in nome di un periodo di transizione, tuttavia al di là del mio tempo io intravedo un’evoluzione che verrà posta in essere da chi ancora deve nascere.