Pubblicato sabato 14 Settembre 2019 alle 23:21 da
Francesco
Venerdì tredici, poco prima dell’imbrunire, ho guidato fino a una mesta periferia della capitale e là ho avuto il privilegio di vedere per la seconda volta un raro concerto de Il Balletto Di Bronzo, questa volta presentatosi con quella che lo stesso Gianni Leone ha definito la migliore formazione di sempre, sua conditio sine qua non per la registrazione di nuovo materiale di cui a tal guisa ho dedotto l’annuncio.
È difficile spiegare la portata di questo gruppo a chi non lo conosca, ma per me è nell’olimpo dei grandi anche se per merito di un solo disco, ormai uscito quasi cinque decadi fa e ancor oggi oggetto di culto tra gli appassionati di tutto il pianeta. Gianni Leone è uno dei miei tastieristi preferiti insieme a Wakeman ed Emerson (anche se per ovvi motivi ricorda più il secondo del primo). Con dieci euro d’ingresso ho potuto assistere a ciò per cui altri, a diverse latitudini, farebbero i salti mortali se venisse loro presentata la possibilità: nemo propheta in patria.
”Ys” è un album imprescindibile per il progressive mondiale ed è incredibile come a quarantasette anni di distanza risulti ancora un’opera d’avanguardia; la mia copia in vinile adesso contiene anche una “leonina”, ossia una di quelle lettere (nel mio caso un’invettiva contro Chiesa e Stato) che Gianni Leone scrive in privato e poi lancia al pubblico: questa volta sono riuscito a prenderne una perché mi sono messo in prima fila con largo anticipo.
Era molto tempo che non mettevo piede al Traffic Club di Roma e l’ho trovato migliorato, perciò conto di vederci qualche altra band. Affievolitasi la passione per le gare, e non per mio dolo, riprendo la militanza sotto i palchi di mezza Italia, almeno laddove ritenga che valga la pena di avventurarmi. Ogni tanto condivido qualche trasferta, ma se dovessi sempre aspettare qualcun altro non farei mai una sega.
Categorie:
Immagini,
Musica,
Parole,
Video |
Pubblicato lunedì 28 Gennaio 2019 alle 21:16 da
Francesco
“Prolegomeni ai paralogismi di puerpere e morituri” è il mio quinto libro, ma anche il primo saggio: lo considero un vertice solipsistico e di conseguenza non potrebbe avere lettori neanche se potesse averne davvero. Se dovessi o volessi spiegarmi meglio prenderei in prestito il concetto di aseità dalla scolastica medievale, ma non intendo ritrovarmi con un’esposizione debitoria verso il passato.
Non posso cercare l’attenzione di chi si pulirebbe il culo coi rotoli del Mar Morto se solo fossero più economici della concorrenza, ma neanche quella di chi pensa a Shiva e Parvati come antesignani di Sandra e Raimondo.
Il logos ha limiti evidenti e sovente la reciprocità o anche la sola ricerca di una lieve risonanza ne causano un ulteriore restringimento. Est modus in rebus.
Secondo me un confronto autentico lo si può trarre dal parziale retaggio di alcuni pensatori che ebbero un cognome da Bundesliga: defunti e persuasivi.
C’è chi elude l’idea della morte con la fabbricazione di prole in un mondo sovrappopolato, con buona pace di Robert Malthus, e trovo questo espediente legittimo come il doppione di una figurina, ma dubito della sua efficacia: preferisco il “Si impersonale” di Heidegger alla paternità.
L’eros può risolversi in una fruizione eidetica qualora non abbia la velocità di fuga necessaria per uscire dall’orbita pulsionale, ovvero quando il gioco non valga la candela né l’emulazione di un missionario: una regolare masturbazione agevola l’esistenza più di quanto possano fare le pretese venefiche di un certo imprinting. La sublimazione è roba da ricchi di spirito e non ha tasse di proprietà.
È vero, talora la volpe non arriva all’uva, ma nulla le vieta di riprovare con la mela adamitica.
C’è un po’ tutto qui, compreso il flusso di coscienza e l’assenza di un vero interesse per Joyce. Le mie sono parole al vento come quelle che pronunciò Ulisse al cospetto di Eolo.
Categorie:
Parole,
Video |
Pubblicato giovedì 1 Novembre 2018 alle 19:29 da
Francesco
Domenica ho corso la maratona di Francoforte, ma prima della partenza, durante le mie passeggiate teutoniche, ho avuto modo di contemplare la beltade che è propria della Mitteleuropa. Se potessi mi avventurerei in certe considerazioni e ne rivangherei delle altre a cui la storia ha già dato i suoi responsi, ma voglio evitare che il mio certificato penale diventi un plagio di Mondrian.
Alla vigilia puntavo al record personale, però la gara è stata viziata un po’ dal forte vento e un po’ da una pisciata improvvisa a cui ho dato libero corso verso il sedicesimo chilometro.
Alla fine ho chiuso in 2h41’11”, ossia con una media di 3’50” al chilometro, perciò la mia prestazione mi ha soddisfatto lo stesso e soprattutto mi sono divertito moltissimo! L’organizzazione è stata ottima e l’arrivo davvero epico! Mai visto nulla di simile.
Percorso veloce e un livello di agonismo piuttosto alto che non ha pari in nessuna maratona italiana. Ho fatto un buon negative split, infatti sono passato alla mezza in 1h20’53” e la seconda l’ho corsa in 1h20’19”. È stata la mia 24esima maratona, la 15esima degli ultimi 14 mesi: per la decima volta l’ho finita sotto le 2h45′.
In questa fase della mia vita ho tempo e determinazione, perciò batto il ferro finché è caldo.
Prima o poi stabilirò il mio nuovo record sull’amata distanza, ma sarà lui a trovarmi, quindi non mi affanno a cercarlo e mi godo tutto il divertimento che prescinde dal suo arrivo. Qui la traccia Strava (un po’ imprecisa a causa del mio Polar): https://www.strava.com/activities/1934237912
Una settimana prima della maratona tedesca ho preso parte alla Corsa del Donatore in quel di Grosseto e sono riuscito a coprire i 7 chilometri e 300 metri del percorso in 25’35” tagliando il traguardo come secondo assoluto. Si è rivelato un test interessante poiché nei sette giorni precedenti a questa breve gara avevo accumulato 169 chilometri.
Qui la traccia Strava: https://www.strava.com/activities/1919648919
Categorie:
Immagini,
Parole,
Video |
Pubblicato giovedì 18 Ottobre 2018 alle 20:25 da
Francesco
Sabato mi sono recato a Parma con la ferma convinzione che non ci sia mai stata un’epoca in cui la parresia sia stata in voga, dunque non confido in un suo revival durante il mio soggiorno su questo pianeta.
Domenica, a due settimane da quella di Ferrara, ho corso la maratona in 2h43’27” e mi sono classificato al quinto posto assoluto su circa 1100 arrivati.
La mia è stata una gara in progressione con tanto di negative split, infatti nella seconda parte ho recuperato tredici posizioni. Durante i primi sorpassi ho anche profuso bestemmie e improperi vari verso chi si faceva allungare i rifornimenti dall’assistenza in bicicletta, in chiara violazione del regolamento FIDAL.
Mi sento in forma, le gambe girano bene e sto cominciando a raccogliere i frutti dei carichi estivi. Ho ancora un ampio margine di miglioramento sotto il profilo alimentare, ma non voglio sottopormi a sacrifici che superino una ragionevole identificazione in codesta disciplina e dunque non mi tiro indietro di fronte al fascino dei pasti che mi preparo o di cui acquisto l’immediatezza. Per l’occasione ho realizzato un video dove ricapitolo in inglese le maratone dell’anno corrente fino a quest’ultima di Parma.
Categorie:
Correre,
Parole,
Video |
Pubblicato venerdì 11 Maggio 2018 alle 14:42 da
Francesco
Un paio di giorni fa io e un altro tizio abbiamo pubblicato il primo video del nostro progetto melodic death metal: sua la musica, mio il concept.
Da ascoltatore ho sempre cercato dei validi brani in italiano tra gli angusti confini di generi un po’ estremi, ma il più delle volte non ho trovato nulla di mio gradimento e dunque sono doppiamente soddisfatto per l’esito di questa produzione. Non ho bisogno di conferme, il mio metro è sufficiente.
Ho una buona conoscenza dell’inglese poiché lo parlo, lo scrivo e lo leggo quotidianamente, ma in questo caso non volevo fare qualcosa che si perdesse nel mare magnum di una seconda lingua; lo svantaggio, o downside come si suole dire nella vecchia Albione, consiste nell’irraggiungibilità del pubblico nigeriano: I can deal with that.
In parte la scelta linguistica è stata dettata dalla mia passione per il prog italiano, ma anche dall’ascolto del secondo album in spagnolo degli Helker, “Resistir”, di cui ancor oggi preferisco la versione nella loro madrelingua a quella in inglese (uscita in seguito).
L’orizzonte degli eventi è un “celebre” concetto che ho preso in prestito dall’astrofisica e designa quell’allegra zona di un buco nero dove la velocità di fuga (ovvero quella necessaria per sottrarvisi) supera la velocità della luce: i parallelismi possibili si sprecano.
Categorie:
Musica,
Parole,
Video |
Pubblicato martedì 19 Dicembre 2017 alle 12:54 da
Francesco
Pisa Marathon: 2h39’53”. Per la quarta volta in tre mesi ho migliorato il mio record personale sulla maratona, ma non ho ancora assistito a quegli eccidi che di norma precedono il sovvertimento d’ogni ordine costituito. Pazienza.
Non sono ripetitivo, bensì sono gli eventi che si ripetono: è l’eterno ritorno d’ogni cosa, l’uroboro che morde la propria coda.
A Pisa, malgrado un fastidio al piede sinistro, ho osato fin dalla partenza con un passo di 3’42” al chilometro. Sono passato ai diecimila metri in 37’02”, alla mezza maratona in 1h19’10” e al trentesimo chilometro in 1h52’39”.
V’è stata anche una nota di colore, difatti alla partenza la mia hachimaki ha attirato la curiosità di un forte atleta giapponese col quale ho scambiato poche parole nella sua lingua. Costui ha corso buona parte della gara in quarta posizione, con degli intertempi mostruosi, ma nel finale ha avuto un crollo verticale e sono riuscito a precederlo all’arrivo per poco più di un minuto: io diciannovesimo, lui ventesimo. Gambatte!
Iniziato bene in quel di Cesenatico poco prima dell’equinozio autunnale, ho concluso questo ciclo di tre mesi nel migliore dei modi, oltre ogni più rosea aspettativa, sconfessando i pareri contrari di certuni e ottenendo una soddisfazione che non m’è dato ricavare altrove.
Come atleta sento di avere ancora un ampio margine di miglioramento, ma devo capire se io sia all’altezza di esprimerlo in quanto allenatore di me stesso: la vera sfida è quest’ultima.
Categorie:
Correre,
Parole,
Video |
Pubblicato giovedì 11 Maggio 2017 alle 18:27 da
Francesco
Un paio di mesi fa nella mia stanza rossa ho terminato le registrazioni di un album ambient e la sua realizzazione mi ha divertito molto, ma non so se oltre a me qualcun altro possa gradirlo. Ho realizzato questo progetto sotto lo pseudonimo di Izdubar e anche nel video sottostante i riferimento al Libro rosso di Jung sono molteplici, difatti è proprio la ripetuta lettura di questo volume che mi ha fornito l’ispirazione: per altro non escludo che questo insieme di suoni sia un esercizio di immaginazione attiva.
Poiché non ho un séguito io devo rendere conto solamente al mio gusto e quindi faccio quello che più mi aggrada, però se ne fossi capace proverei sempre a compiacere un mio improbabile pubblico. Il solipsismo offre il comodo sollevamento dalle responsabilità verso terzi, corrobora l’autoreferenzialità e fa venire meno il concetto stesso di feedback, ma non produce altra vanità né appartenenza che non siano quelle endogene: tutto sommato per me è conveniente.
Categorie:
Musica,
Parole,
Video |
Pubblicato mercoledì 12 Aprile 2017 alle 19:10 da
Francesco
Non ho frequentato la bottega del Verrocchio e non sono mai stato un appassionato del fai da te, ma volevo mettere alla prova la mia manualità e così nell’arco di un paio di mesi ho realizzato un vecchio cabinato da sala giochi.
Non avevo mai tagliato il legno con un seghetto alternativo, quindi sono rimasto tanto soddisfatto per il risultato quanto per la conservazione di tutte e dieci le dita.
Le proporzioni non rispecchiano proprio la sezione aurea, ma è il mio cabinato, l’ho fatto io e dunque, a fronte dei suoi difetti, gli voglio bene come se fosse un figlio per il quale percepissi un assegno di accompagnamento.
Ho utilizzato un Raspberry Pi 3 Model B, Retropie come sistema operativo e dei comandi arcade Xsource per i quali ho forato gli opportuni alloggiamenti; poi un vecchio monitor da quindici pollici (rimediato su eBay) con un adattatore da VGA a HDMI (difatti il Raspberry ha solo quest’ultima uscita video), un paio di casse alimentate via USB da 7,99€, legno dell’OBI, una tastiera riciclata e un paraspigoli di gomma. Per una questione di predilezione cromatica ho poi verniciato il tutto di rosso.
Per adesso ci faccio girare il MAME con le ROM del set 0.78 perché come emulatore ho scelto la stabilità del lr-mame2003.
La prossima volta conto di progettare un’autobomba.
Errata corrige: ho detto “of improvement” invece di “for improvement”.
Categorie:
Parole,
Video |
Pubblicato lunedì 30 Gennaio 2017 alle 05:25 da
Francesco
Al di là del mio microcosmo e dei suoi moti introspettivi c’è un mondo di cui, volente o nolente, faccio parte.
La mia Weltanschauung planetaria è tutta racchiusa in questo auspicio stonato e fuori tempo, ma comunque sincero.
Categorie:
Video |
Pubblicato venerdì 1 Luglio 2016 alle 23:59 da
Francesco
A quattro anni dalla sua stesura ho deciso di rendere disponibile il mio ultimo libro in formato cartaceo e digitale. Non penso che nello spazio profondo o sul globo terracqueo qualcuno sia davvero interessato a ciò che scrivo, però ai miei occhi la mancanza di un qualsiasi seguito non toglie nulla al valore proprio della cosa: si tratta di aseità.
Mi preme ricordare come Nuovo nichilismo solidale fu scelto da una platea di cinquemila testi per concorrere in un talent letterario di dubbio gusto che andò in ondà su Rai Tre nell’anno di grazia duemilatredici; io stesso mi recai a Torino per prendere parte alla trasmissione e nonostante il consenso unanime dei tre giudici fui eliminato. Contro di me vinse una concorrente che manco poteva partecipare al concorso poiché aveva già all’attivo una pubblicazione e tale circostanza era espressamente vietata dal regolamento; regolamento al quale, come sovente capita nelle terre italiche, fu data scarsa importanza, tanto da sembrare quasi facoltativo.
Comunque poco male: pochi giorni dopo le registrazioni del programma partecipai alla cento chilometri delle Alpi e arrivai sesto, stabilendo il record personale di nove ore spaccate che non ho ancora battuto. Ah già, il mio cazzo di libro. Se qualcuno volesse azzardarsi a prenderne una copia a spese degli alberi può trovarlo qui; invece chi preferisse il formato digitale può trovare l’e-book su Amazon.
Categorie:
Parole,
Video |