21
Giu

Houston, una donna mi ha toccato

Pubblicato martedì 21 Giugno 2011 alle 11:32 da Francesco

L’altro ieri ho incontrato per caso una giovane conoscente e l’ho salutata. Tra una parola e l’altra costei ha cominciato a passare una delle sue mani delicate sulla mia fronte, sulle mie guance, su uno degli avambracci e su uno dei bicipiti. Io ci ho messo un po’ a capire che stava scacciando le zanzare dalla mia pelle, però alla fine mi sono stranito ugualmente per quelle carezze apparenti. Costei è una donna bellissima che ha circa dieci anni più di me. Non penso affatto che ci sia stata malizia nei suoi gesti né tanto meno un secondo fine. Non è raro che avvenga qualcosa del genere tra le persone, però la mia sorpresa è stata grande perché non ero mai stato toccato in quella maniera da chicchessia. Ho provato qualcosa di strano, tuttavia non sono ancora riuscito a comprendere se sia giusto addebitare la sensazione al tocco delle mani o al fraintendimento che per svariati secondi ha aleggiato in me. Nel mio mondo interiore questo avvenimento ha avuto una portata epocale. Forse non lo posso paragonare allo sbarco dell’uomo sulla Luna, tuttavia non troverei inappropriato equipararlo al lancio dello Sputnik 1 o alla missione Mercury-Atlas 6 che portò in orbita il primo astronauta yankee. Diamine, se si equivalessero davvero le tempistiche dei programmi spaziali e quelle dei miei progressi con il gentil sesso, tutto ciò si tradurrebbe in un’attesa tra i sette e i dodici anni per il mio primo allunaggio! Servono pressioni sul Congresso per accelerare i tempi. “Houston, una donna mi ha toccato! Ripeto, una donna mi ha toccato!”.

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19
Giu

Pan di Spagna e catrame

Pubblicato domenica 19 Giugno 2011 alle 14:49 da Francesco

Le fantasie s’intersecano liberamente, incuranti di tutto e dirette verso il nulla. Grandi dibattiti hanno luogo nei rami del parlamento e qualcheduno preferisce impiccarsi altrove per evitare di disturbarne il chiacchiericcio retribuito. Taluni nascono per sbaglio e muoiono nello stesso modo. Uomini ottusi puntano le amiche delle figlie e donne deluse si lasciano puntare dagli amici dei figli: promiscuità intergenerazionale. Le religioni mi hanno sempre schifato, specialmente quella cattolica in quanto ricorre alla Vergine Maria come testimonial: quest’ultima la considererei del tutto inadeguata persino per un clone di Postalmarket. Baruffe di terz’ordine, un po’ ovunque. Certe donne sono elettrici ingenue e si votano a coloro che sanno circuirle meglio. Quanto costa un rene nuovo? Al venditore anni di vita, al compratore sensi di colpa rateizzabili. Alcune madri partoriscono pezzi di ricambio. Odo cose di cui non vorrei captare neanche gli scampoli. Aleggia troppa musica melensa in ogni dove. Benvenuti posteri, incrociamo le dita e confidiamo in una pioggia di meteoriti. Pelle nivea, capelli ambrati e aggettivazioni analoghe su figure a me ignote: non ne conosco l’odore naturale. A scuola si defunge e per questo motivo i banchi dovrebbero essere interrati. Se avessi potuto educarmi da solo oggi saprei molte cose in più. L’obbligo di frequenza tempo addietro mi rese incostante quando invece avrei potuto apprendere tantissimo. Cosa mi è dato imparare oggi? Bah, tutt’al più nozioni trascurabili per ammazzare il tempo. Mi porterà dei grandi vantaggi conseguire una certa familiarità con la tavola periodica degli elementi?
Corro, mangio bene e sborro nella carta igienica per godere: il resto è un contorno di stronzate a cui colpevolmente concedo credito per scongiurare la pazzia e la noia. Già, non mi annoio mai e me ne compiaccio. Porco dio. Al massimo mi sento useless nei miei confronti nelle rare volte in cui la spossatezza fisica mi sconquassa, tuttavia anche in quei momenti non vengo vinto dall’insofferenza. Paradiso ateo e terrestre, però anche paradossale e parossistico: io risiedo là, dirimpetto ai parassiti da cui discendo. Favorisca documenti e numeri vincenti. La merda esce dal buco del culo. Complimenti e condoglianze. E pensare che qualcuno rovista tra le minacce di morte per trovare dichiarazioni d’amore. C’è spazio anche per le favole, eccome, però sono interdette alle vite flebili. Disprezzo le bomboniere. I confetti sono duri da sgranocchiare, ma non lo sono abbastanza per lapidarci qualcuno in pubblica piazza: inutilità dolciaria. Bambini, immaginate la fine: sforzatevi o correteci dietro, come comunque farete. Quando muta in malattia, la tenerezza inespressa si estende da un capo all’altro della vita. Pare che la virilità granitica ad un certo punto diventi assai friabile. Si giustappongono immagini contrastanti in una commistione d’ispirazioni eterogenee. La logica si trova a debita distanza: torna subito.

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17
Giu

Nota marcetta

Pubblicato venerdì 17 Giugno 2011 alle 10:28 da Francesco

Da alcuni giorni a questa parte mi sento pervaso da una tranquillità profonda. Le giornate calde mi allietano e alla sera non mi ritrovo mai con il cuore sciolto benché qualcuno sospetti che il mio sia di ghiaccio. Oibò, i pensieri e le fissazioni non sanno più intrappolarmi a lungo: ormai potrei esibirmici in qualche numero di prestidigitazione presso le peggiori bettole della mia provincia. In realtà non c’entra affatto la magia né tanto meno un’illusione e persino a queste parole non è concesso mettere gli allori sopra le proprie vocali. Sulla Terra la sofferenza abbonda, però io non la inseguo e mi auguro che possa affrancarsene chiunque sia davvero disposto a farlo. Il male tracima banalità, di conseguenza lo trovo tremendamente noioso, scontato, stucchevole e non intendo procurarlo a me stesso né ad altri, inoltre gradirei oltremodo che le circostanze non mi costringessero mai più a venire meno a questa volontà.
Ci sono tante cose di cui non mi frega davvero un cazzo e ho ragione di credere che col tempo tendano ad aumentare, ma considero questo particolare assai positivo. Mi sento vivo e leggero. Scaglio qualche invettiva contro gli avvelenatori di questo mondo solo perché non ho a portata di mano dei miracoli da lanciare. Tetro o roseo, il futuro non potrà negarmisi, ma non lo obererò.

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14
Giu

Sogni et similia

Pubblicato martedì 14 Giugno 2011 alle 15:37 da Francesco

Da quanto ho letto i sogni  sono piuttosto simili alle psicosi, perciò la loro interpretazione può risultare utile nella spiegazione delle malattie mentali. In passato l’attività onirica veniva fatta combaciare con la fase REM, ma in seguito questa sovrapposizione si è dimostrata inesatta e altrettanto erronea è risultata una teoria in base alla quale i sogni non avrebbero una matrice motivazionale, tanto da risultare “schiuma” secondo un’espressione adottata da Freud per tale concezione che egli, ovviamente, non sposava.
Mi ha sorpreso la regolarità con cui la fase REM insorge, ovvero circa ogni novanta minuti per mezzo dell’acetilcolina che lascia il posto alla serotonina e alla norepinefrina nel momento in cui questi neurotrasmettitori attivano la fase non-REM. Ho trovato altresì interessante scoprire che la gerarchia delle zone visive durante l’attività onirica s’inverte del tutto rispetto al periodo di veglia, difatti, ad esempio, un danno all’area visiva primaria causa la cecità corticale, ma ciò non impedisce ai non vedenti di esperire la vista durante i sogni. Ci sono altri esempi di questo tipo che sottolineano la relazione inversa a cui ho accennato, ma non ho bisogno di elencarne altri in questo appunto il cui scopo principale è quello di consolidare un po’ quanto ho appreso. Voglio concludere con il ruolo delle droghe in questo contesto. Da quanto ho letto la cocaina e le amfetamine intervengono sul sistema dopaminergico e gli effetti differiscono a seconda delle dosi assunte. Un quantitativo ingente delle sostanze suddette può produrre piscosi, tuttavia reazioni analoghe possono innescarsi anche per mezzo di un farmaco per il morbo di Parkinson, il cosiddetto L-dopa. Sono fermamente convinto che compromettere la propria lucidità sia una scelta banale e idiotica, perciò conoscere qualcosa in più sulle dinamiche legate a determinate sostanze mi dà modo di trovare ancor più banali le relative tossicodipendenze.

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12
Giu

Pubblicato domenica 12 Giugno 2011 alle 02:00 da Francesco

Oggi mi recherò a votare per i questi referendari e stenderò un poker di sì. Per l’occasione tutti i maggiorenni italiani dovrebbero recarsi alle urne o, quantomeno, dovrebbero essere indotti a farlo sotto la minaccia delle armi o con la prospettiva di un facile guadagno (che avverrebbe di fatto se il quorum fosse raggiunto e i sì prevalessero). Per una volta le persone hanno davvero la possibilità di timonare l’Italia e non dovrebbero rinunciarvi. In questo caso persino io ritengo che il qualunquismo a oltranza sia totalmente fuori luogo. Credo che il referendum sia l’unico strumento veramente democratico di cui la gente disponga e chiunque non se ne avvalga forse non merita la parvenza dello stato di diritto che l’Italia (comunque in “buona” compagnia) cerca di conseguire con l’opera meritoria di chi ancora non si è arreso alle circostanze.

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9
Giu

Calma asintomatica

Pubblicato giovedì 9 Giugno 2011 alle 15:29 da Francesco

Ormai l’inizio calendaristico dell’estate è vicino benché il clima si sia già insediato in questi ultimi battiti di primavera. Per me si prospetta un’altra stagione calda e solitaria, ma non ne faccio un dramma. Spero che nei prossimi mesi alcune cose vadano bene cosicché possa ricavare denaro a sufficienza per permettermi di viaggiare anche l’inverno venturo. Non ho ancora pensato alla possibile destinazione della mia prossima partenza, però credo che risponderà a caratteristiche precise: caldo tropicale e amache dondolanti.
Non ottengo riscontri anche se tengo aperte le finestre della mente, perciò vago nel globo come un numero dispari. Ho un rapporto sereno con me, ma ho sempre desiderato averne uno simile con un’altra persona e forse un giorno delle circostanze fortuite mi permetteranno di costruirlo. Oggi come ieri m’accompagno a ridosso del presente e ne soleggio i punti bui, sempre eccessivi.

Categorie: Parole |

5
Giu

Ventisette

Pubblicato domenica 5 Giugno 2011 alle 20:45 da Francesco

Tra qualche ora sarà il mio compleanno e lo festeggerò con me stesso. Sono ancora giovane e non sento il peso dell’età che avanza. Fisicamente non sono mai stato meglio e moralmente mi sto riportando ai massimi livelli. Certo, potrei arricchire la mia vita, specialmente sotto l’aspetto emotivo, ma forse non è ancora giunto il mio momento e se non dovesse mai arrivare allora mi vedrò costretto a segnarlo come assente ingiustificato! Prima o poi la mia progressione subirà una battuta d’arresto e un giorno, per forza di cose, anche per me comincerà una parabola discendente (anche se non so quanto sia corretto intenderla come tale), ma per ora mi godo il mio stato corrente e mi impegno per preservarlo il più a lungo possibile. Non potrei chiedere dei propositi migliori nel ventisettesimo anniversario della mia (ri)comparsa su questo pianeta.
Per l’occasione ho registrato l’ennesimo video sul mio palleggio. Come ho già scritto altrove per me palleggiare è un po’ come praticare yoga o tai chi, ma non ho mai avuto modo d’imparare le discipline orientali e quand’ero uno sbarbatello alla Domenica Sportiva vedevo Gianfranco Zola, Rui Costa, Boksic, Vialli, mica i maestri indiani. Tra l’altro il mio filmato a piè di pagina è anche un esempio di memoria procedurale, tanto per ricollegarmi alla lettura di neuroscienza alla quale mi dedico quando non scrivo. A proposito di libri, la mia terza (e sospetto ultima) fatica conta circa sessantacinque pagine, perciò intendo completarla prima che l’autunno imponga ai miei simili di tirare fuori gli abiti invernali. Comunque, sono felice che il mio palleggio sia migliorato. Adesso  riesco a fare anche tre atw (around the world NdR) di fila mentre mesi or sono riuscivo appena ad eseguirne uno e compierne due di seguito mi pareva improbabile. Nel video indosso la terza maglia del Liverpool di Sotirios Kyrgiakos, coriaceo difensore greco ignoto ai più, del quale forse  neanche i famigliari hanno la maglia, tuttavia io la comprai per portare sulle spalle un po’ di ellenismo e per udire le improbabili pronunce di chi calca i campi di calcio a cinque assieme a me. Cazzo, adesso sì che mi riconosco e ne sono lieto, immensamente lieto. Bentornato Frankie.

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1
Giu

Perle italiane

Pubblicato mercoledì 1 Giugno 2011 alle 14:13 da Francesco

Fatico a trovare musica italiana che mi piaccia, tuttavia ci sono ancora dei gruppi in grado di suscitare in me una profonda approvazione e in queste righe voglio segnalare due dischi per non essere troppo dispersivo, comunque è soltanto il secondo che reputo un capolavoro.
Il primo album è Il Più Antico dei Giorni dei Magnifiqat. Di solito non apprezzo il gothic metal, ma questa è una piacevole eccezione a cui non mi sottraggo. Il platter non contiene tecnicismi esagerati, scale supersoniche né tanto meno tutto l’ambaradan virtuosistico tanto caro a certi ascoltatori (come d’altronde lo è anche a me, talvolta), però molte tracce sono attraversate da un’atmosfera evocativa, onirica e malinconica, in cui compare un soprano in più di un’occasione a caricarle d’ulteriore intensità. Mi piace molto il cantato quasi sussurrato e trovo che si sposi benissimo con i pezzi strumentali. La mia traccia preferita è Diadema: delicatissima e solenne.
Petali di Fuoco è il secondo album a cui voglio tributare lodi per me doverose. Partorito da un gruppo progressive rock italiano che corrisponde al nome de La Maschera di Cera, il disco in questione è un susseguirsi di pezzi meravigliosi che fanno tornare la mente indietro di decenni, fino a rievocare i Museo Rosenbach, la Premiata Forneria Marconi, Le Orme e il Banco del Mutuo Soccorso, insomma la crème del progressive italiano degli anni settanta (la lista è ben più lunga!), tuttavia non ne sono affatto semplici epigoni, anzi, tutt’altro. Anche in questo caso si sprecano le atmosfere oniriche, ma qui il tasso tecnico è elevato, i pezzi sono più articolati come impongono i canoni del progressive rock e al contempo mi pare che scorrano benissimo. Tutto risulta orecchiabile e non scorgo virtuosismi fini a loro stessi, o quantomeno a me sembra che siano sempre a servizio della struttura dei pezzi anziché al soldo del narcisismo a cui talvolta certi musicisti si asserviscono. La voce di Alessandro Corvaglia è davvero notevole e mi ha colpito fin da subito, inoltre veicola testi che a mio avviso sono scritti bene. Insomma, “Petali di Fuoco” è un album che alla prima traccia mi ha fatto dire “ah, però” e dopo, dalla quarta in poi: “Me cojoni!”. Coadiuvato da opere del genere il mio morale è alla stregua del Barone Rosso, soltanto più difficile da abbattere. Non so scegliere una traccia sola come mia preferita, perciò ne segnalo due: Tra Due Petali di Fuoco e D-Sigma di cui purtroppo non c’è uno streaming sul web.

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31
Mag

Bazzecole

Pubblicato martedì 31 Maggio 2011 alle 14:57 da Francesco

In Italia è cominciato un cambiamento politico che considero ciclico, perciò non mi sorprenderei affatto se tra cinque o dieci anni il potere tornasse nelle mani di coloro che lo stanno perdendo. Alle elezioni comunali ho votato per la prima volta, però ho espresso la mia preferenza come un atto di protesta nei confronti dello schieramento che si opponeva a quello uscente e che poi ha vinto le elezioni. Personalmente spero di dovermi cospargere il capo di cenere, poiché a me non interessa a quale colore appartenga il potere temporaneo, bensì mi preme di più che vengano compiute scelte edificanti. Credo che occorrano almeno un paio di anni per farsi un’idea di come operi un’amministrazione e qualora quella del mio comune dovesse portare benefici inconfutabili io ammetterò di non essere stato lungimirante né avveduto all’interno della cabina elettorale.
Ciò che detesto della politica è la passione con cui viene praticata, io invece vorrei che fosse più asettica: incolore e insapore. Trovo vergognoso l’uso dei simboli e di qualsiasi segno distintivo. Non potrei mai fare politica né supportare qualsivoglia partito poiché il mio pensiero è ibrido e in Italia non è rappresentato da nessuno. Così come sono favorevole all’eutanasia, all’adozione di bambini da parte di coppie omosessuali, al riconoscimento delle coppie di fatto, lo sono anche all’inasprimento delle pene detentive nonché all’introduzione della pena capitale, quest’ultima però come strumento per ostracizzare la criminalità organizzata. Credo che sia utopico ritenere che ogni singolo criminale possa reintegrarsi nella società e gradirei assai che la natura illusoria della riabilitazione a tutti i costi non venisse puntualmente sottolineata di rosso dal sangue di qualche innocente. Ovviamente mi auguro sempre che un giorno il mondo possa fare a meno delle leggi scritte e che la violenza non diverta manco più sotto la forma di mera simulazione, tuttavia vivo in un’epoca che pare molto distante da quella ipotetica appena descritta.
Prevalentemente rivolgo la mia attenzione a questioni di carattere sociale poiché non ho i mezzi culturali per formulare un’opinione solida sulle politiche economiche, però anche sul resto io non mi reputo competente e baso le mie posizioni su quanto credo che appartenga al buon senso.

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28
Mag

Ebbene sì

Pubblicato sabato 28 Maggio 2011 alle 14:54 da Francesco

Per me è giunto il momento di cambiare registro. Fatta eccezione per la parentesi nipponica, nel corso degli ultimi mesi sono stato meno sereno rispetto agli anni precedenti. Voglio ristabilire al più presto il primato della mia tranquillità e mi sento in procinto di farlo, abbreviando persino i tempi di recupero che quasi volevo impormi. Io non mi riconosco affatto nei toni vagamente cupi di qualche appunto recente né tanto meno nelle tinte altresì scure di determinati pensieri.
Appartengo ad una disposizione d’animo che non ha nulla a che vedere con la mestizia, perciò non voglio snaturarmi. Quando l’orchestra suona il ritmo del calvario, io vado deliberatamente fuori tempo, anche a costo di andare fuori tempo massimo: non voglio imparare nuovi passi e in particolare non ci tengo per niente ad apprendere passi falsi.
Commetto errori, riparo salvando il salvabile e mi godo il frutto dell’esperienza: una spremuta di coglioni che forse per taluni non serve a un cazzo. Anche la tromba di Freddie Hubbard annuisce a queste parole e mi sprona a tradurle nel linguaggio degli eventi. Ciclicamente, sotto un certo aspetto, resto sempre a piedi, ma per fortuna me la cavo a correre! È tempo di tornare in auge.

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