7
Lug

Nei pressi del tutto

Pubblicato giovedì 7 Luglio 2011 alle 09:58 da Francesco

Ho bisogno di conseguire un certo distacco dalle cose che mi circondano e dai pensieri che me le rappresentano. Sono vessato da impeti d’amore che non hanno meta. In me arde senza posa il desiderio di consegnarmi incondizionatamente a chi necessiti di premure e ironia. Mi piacerebbe praticare iniezioni sottocutanee di tenerezza. Controllo l’animo mio con le stesse misure che si adoperano per contenere un incendio boschivo: non voglio finire sul rogo. Mi sento bene, però avverto sempre una vocazione inespressa che prevede qualcosa al di fuori di me. Forse seguo un’orbita sbagliata o troppo remota: a queste coordinate una collisione pare assai improbabile.

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6
Lug

Circolazione sanguigna

Pubblicato mercoledì 6 Luglio 2011 alle 10:57 da Francesco

Talvolta per rendermi conto della mia fortuna getto un’occhiata alle disgrazie altrui senza però felicitarmene, difatti non sono un sadico. Prendo coscienza del mondo che mi circonda, anche quand’esso non mi viene raccontato dai personaggi in doppio petto ai quali ogni tanto consento di affacciarsi al mio televisore. Una fetta (termine quanto mai adeguato) ragguardevole di esseri umani non è nient’altro che carne da macello. Durante uno dei più banali question time con me stesso, io mi sono domandato quali meriti abbia mai conseguito per non fare parte di coloro che crepano tra atroci sofferenze. Non ho mai posto determinati interrogativi sulla scorta dei sensi di colpa dato che ne se sono sprovvisto, perciò mi sono limitato a gettare parole tacite in enigmi irrisolvibili, un po’ come un giocatore d’azzardo butta gli spiccioli al videopoker nonostante egli sia perfettamente conscio dell’impossibilità di vincere. Può ancora capitarmi restare ingabbiato troppo a lungo in un pensiero e dopo ogni evasione rido di me perché tutte le volte scopro che avrei potuto voltarmi e camminare invece di stringere un paio di sbarre in mezzo al nulla. Alcune fisime assomigliano alle tappe obbligatorie d’un gioco infantile, altre invece sono tali solamente nell’opinione altrui. Eh, gambe in spalla, specialmente dopo l’amputazione degli arti inferiori.

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5
Lug

El Mamito

Pubblicato martedì 5 Luglio 2011 alle 12:23 da Francesco

In Messico è stato arrestato Jesus Enrique Rejon Aguilar, altresì conosciuto con lo pseudonimo di “El Mamito”. Negli Stati Uniti sulla testa di questo signore pende una taglia di cinque milioni di dollari. Costui ha fondato e capeggiato i Los Zetas, un’organizzazione criminale che è dedita al narcotraffico e alla quale devono molto le imprese locali di pompe funebri. Forse se Rejon non avesse fatto fuori un agente statunitense le autorità messicane non si sarebbero impegnate tanto per catturarlo. Negli ultimi quattro anni, in Messico, la guerra tra cartelli ha provocato circa trentacinquemila morti, però è ragionevole credere che questa cifra sia lievitata ulteriormente dal momento della sua diffusione e probabilmente anche dalla lettura della prima riga di questo mio appunto. Secondo la testimonianza di un membro del cartello, pare che i Los Zetas amino le rivisitazioni storiche e stando al racconto avrebbero sequestrato i passeggeri di alcuni autobus per farne dei moderni gladiatori. I prigionieri, una volta dotati di armi bianche, sarebbero stati costretti a combattere tra di loro fino alla morte. Che ciò sia la naturale evoluzione di quanto fu la ritualità violenta degli aztechi e la colonizzazione altrettanto efferata dei conquistadores?
Fosse comuni, decapitazioni e torture sono soltanto gli elementi parziali di un campionario ben più vasto a cui la polizia non può opporsi, poiché non è raro che sia al soldo dei narcotrafficanti, e difatti il Messico impiega l’esercito per la lotta alle organizzazioni criminali. Mi domando se un domani anche l’Italia possa ritrovarsi a fronteggiare gli stessi problemi, diventando per l’Europa ciò che il Messico è attualmente per gli Stati Uniti, ovvero fonte di problemi e frontiera di morte.

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4
Lug

No TAV, sì boom

Pubblicato lunedì 4 Luglio 2011 alle 19:32 da Francesco

Lo stupro della Val di Susa è in atto e non c’è politicante (almeno tra quanti esercitino un certo peso, benché siano tutti pesi morti) che faccia sentire il proprio dissenso in modo convincente. Trovo disgustoso come l’inettitudine dei governanti costringa le forze dell’ordine a contrapporsi ai manifestanti, ma d’altronde questa guerra tra poveri si rinnova continuamente. Io credo che la resistenza armata costituisca l’unica chance di fermare lo scempio dell’alta velocità. Qualcuno sostiene che la violenza sia la morte della politica e allora io mi auguro che prenda piede poiché sogno l’azzeramento di tutto l’arco parlamentare in termini fisici. Voglio che le teste dei corrotti rotolino tutte insieme lungo l’Altare della Patria, auspico esplosioni devastanti sotto gli scranni su cui le merde partitocratiche si sentono impunite. L’Italia, che non ha mai conosciuto una vera rivoluzione, vorrei che ne attuasse una tale da ridurre storicamente quella che avvenne oltralpe a poco più d’una zuffa tra massaie. La Grecia chiede miliardi in prestito dall’Unione Europea, ma l’Italia dovrebbe chiedere le ghigliottine ai francesi e le garrote agli spagnoli: io mi impegnerei a spolverarle una ad una. Stronzi. Non ho mai amato le rivoluzioni e conosco abbastanza la storia per sapere quanto sia ridotta la loro utilità, una vittoria di Pirro nel migliore dei casi, però a questo punto il fondo è stato toccato, raschiato e risulta impossibile trivellarlo, perciò complice anche il clima estivo, tanto vale preparare un bel bagno di sangue. Non ho rispetto alcuno per la vita di coloro che la rovinano a milioni di persone. La violenza è terribile e l’umanità dovrebbe farne a meno per emanciparsi dagli istinti che continuano a flagellarla, ma evidentemente ciò non è ancora possibile. Sono contrario agli eccessi di garantismo e per me la democrazia non è un dogma, specialmente nei termini in cui viene applicata nella mia nazione. I politici si sentono invulnerabili e restano vivi perché non c’è più un cecchino che miri alle loro teste di cazzo. Negli anni settanta il terrorismo politico compì l’errore di coinvolgere gente innocente negli atti di cui fu artefice, ma se tale sbaglio oggi venisse evitato io devolverei volentieri l’otto per mille alle Brigate Rosse. Oramai l’unica partecipazione a cui la gente può aspirare è quella che preveda il ricorso alle sciabole, ai tubi dei bagni, alle pietre e alle sedie dei bar…

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4
Lug

Fukushima

Pubblicato lunedì 4 Luglio 2011 alle 17:21 da Francesco

Il disastro di Fukushima è sparito dai più importanti organi d’informazione prima delle votazioni referendarie, ma in seguito la censura dei media tradizionali si è trasformata in disinteresse da parte di quanti hanno fatto leva sulla catastrofe nipponica per scongiurare il ritorno dell’Italia all’energia nucleare. A scanso d’equivoci: io ho calato un poker di sì contro la scala reale della casta. In Giappone la centrale di Genkai è pronta a tornare in funzione mentre a Fukushima è stato possibile spegnere il reattore numero cinque. A Tokyo, nella zona di Shinjuku, è stata rilevata la presenza di un isotopo radioattivo nell’acqua dei rubinetti, caesium-137, ma a detta del Tokyo Metropolitan Institute of Public Health si tratta d’un livello inferiore a quello di guardia che è stato stabilito dal governo giapponese. Ci sono inoltre i campioni d’urina di dieci bambini e ragazzi tra i sei e sedici anni in cui sono stati riscontrati due isotopi radioattivi: oltre al suddetto caesium-137, è comparso anche il caesium-134, quest’ultimo con una vita di due anni e mezzo, circa dodici volte meno quella del primo. La contaminazione pare che si sia estesa su funghi, pesce, the, latte e spinaci (la lista è più lunga) fino a trecentosessanta chilometri dal luogo dell’incidente. Alla luce di questi dati, che purtroppo annunciano cancri e leucemie a iosa, credo che non rimetterò mai piede nella parte settentrionale di Honshu. Sono sempre aperto a nuove esperienze, ma il cesio radioattivo credo che non faccia per me.

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3
Lug

Variazioni sul tema di ‘sto cazzo

Pubblicato domenica 3 Luglio 2011 alle 16:09 da Francesco

Il mio morale continua a sollevarsi e presto toccherà le quote dell’Air Force One, ne sono certo. Fisicamente devo dare il benvenuto ad un nuovo infortunio! Welcome aboard! La parte esterna del ginocchio destro mi duole assai durante l’esecuzione di certi movimenti, di conseguenza non posso correre in questo periodo. Mi sono fatto male durante una partita di calcio a cinque: un galantuomo ha cercato di prendere il pallone, ma è stato lento e al momento dell’impatto ha trovato la mia gamba invece della sfera cucita da qualche bambino dell’Uttar Pradesh. Dio cane. A proposito dei merdai asiatici. Il prossimo anno probabilmente non potrò viaggiare poiché non sono riuscito a rimediare il posto di lavapiatti su cui avevo contato, però mi auguro di ricevere la chiamata per andare a inscatolare pomodori nel bollente mese d’agosto. Al posto di un viaggio vero e proprio potrei pensare di svernare in Asia, infatti restando all’estero più a lungo avrei un certo risparmio sul costo della vita e di conseguenza potrei unire il desiderio di viaggiare alla volontà di fare economia. Escludendo le dittature, i campi di guerra e tutti quei simpatici luoghi che sono in mano ai trafficanti di droga e di armi, la scelta di una destinazione molto economica si restringe notevolmente. Data l’estinzione delle Tigri Tamil, potrei pensare ad un soggiorno di svariati mesi in Sri Lanka, evitando per quanto possibile di saltare su una mina. Un’alternativa potrebbe essere la Thailandia: pare che io sia uno dei pochi che non è mai stato a Phuket e mi domando se questa non sia una fortuna. Anche una parte dell’India potrebbe fare al caso mio. Già mi vedo a studiare sanscrito in un cazzo di ashram. Ho soltanto mia madre a cui rendere conto, ma lei è contenta quando faccio qualche zompo nel nostro sferoide oblato. Se avessi la possibilità d’organizzarmi con qualcun altro abbatterei ulteriormente i costi, però le persone che conosco preferiscono usare il loro denaro per rimpinguare l’industria dell’intrattenimento, quella automobilistica o il mercato della droga. Uhm. Potrei stabilirmi sulla sponda d’un fiume aurifero per diventare un cercatore d’oro. Insomma, ho valide alternative, di certo più credibili di quanto tentino taluni con lo scalping finanziario nel trading intraday.

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2
Lug

Qualche conclusione

Pubblicato sabato 2 Luglio 2011 alle 16:06 da Francesco

Ho terminato il terzo libro. Avrei voluto oltrepassare ancora una volta le cento pagine, però alla fine ho preferito fermarmi a ottantacinque. Non mi piace forzare le cose. Ieri ho pensato al titolo e dopo un esame certosino di circa centoventi secondi ho optato per “L’elogio dell’estinzione”.  Non intendo sottoporre il testo all’attenzione delle case editrici, perciò mi limiterò a stamparne qualche copia per me. Benché non sia mai iniziata, dichiaro conclusa la mia carriera di scrittore. Ho digitato centinaia di migliaia di lettere in questi anni: troppe per illustrare i fraintendimenti di cui sono le corree. Nella sciagurata ipotesi che io un domani dovessi scrivere un quarto libro, di certo non ricorrerei allo stile introspettivo di cui mi sono avvalso finora. In futuro mi dedicherò più che altro alla lettura e forse aumenterò la frequenza di appunti su queste pagine virtuali.
Mi sento finalmente liberato dal dovere impostomi di completare una sorta di trilogia, una saga che in realtà è una sega. La parole fine splende di luce propria, altro che ottenebramento! Fine! Quanto ho fatto non ha nessuna valenza sociale né può riscuotere riconoscimento alcuno dato il carattere autoreferenziale degli scritti. Ovviamente le parole non hanno un peso proprio, ma assumono quello di chi si trovi a posarle sulla bilancia dell’altrui giudizio. Queste sono le regole. Negli ultimi anni sono stato rifiutato numerose volte. Anzitutto dallo Stato, quando ho cercato di entrare nell’Esercito Italiano, da quelle poche ragazze che si sono avvicinate a me prima che io cercassi di varcarne le soglie cardiache, dall’editoria, quando non ho accondisceso ad accordi deliranti. Insomma, con tutte le porte che mi sono state chiuse sul muso io dovrei trovarmi a mio agio esclusivamente al Colosseo, ma in realtà sarei pronto a bussare ancora se n’avessi l’occasione. L’importante per me è stare bene con me stesso e almeno in questo non ho fallito. Ci sono storie che non sono mai uscite dalle mia penna, come sarebbe lecito scrivere se oggi le tastiere non avessero soppiantato le stilografiche. Ho lasciato disidratare tutti i baci che avrei potuto scoccare. Ancora conservo gli arsenali della mia interiorità, arrugginiti come la ferraglia sovietica con cui i paesi africani si scannano a vicenda. Cupido con me  è un pacifista; convinto.

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29
Giu

L’esame di maturità

Pubblicato mercoledì 29 Giugno 2011 alle 16:28 da Francesco

Ogni anno l’esame di maturità tiene banco negli organi d’informazione. Otto anni fa ho concluso il mio iter scolastico con un diploma da sessanta centesimi. A scuola ho sempre cercato di fare meno del minimo indispensabile. Conservo un caro ricordo del terzo anno delle superiori, difatti in quei bimestri mi presentai di rado in aula, un po’ come i parlamentari. Preferivo sfidare altri falliti come me ai videogiochi che ancora si potevano trovare in qualche bar della mia zona, però molte mattine le trascorrevo in campagna o sugli autobus pubblici. Non ho mai incontrato il gatto né la volpe, ma se mi fossi imbattuto in Pinocchio di sicuro avrei provato a derubarlo per pagarmi la merenda. In classe mi rompevo i coglioni e quando guardavo l’orologio mi sembrava di vederlo come in un celebre quadro di Salvador Dalì. I professori non avevano il talento necessario per insegnare né studenti disposti ad apprendere, perciò ogni volta che facevano l’appello a me parevano del tutto assenti. Non socializzavo granché con i miei compagni e mi piaceva stare per i cazzi miei. Legavo soltanto con un tizio, ma gli insegnanti sostenevano che avessi un cattivo ascendente su di lui. Qualcuno pensava che fossi un satanista e in seguito anche mia madre mi disse che lo aveva creduto per diversi anni, infatti secondo l’opinione illuminata di un professore io facevo sega a scuola per andare a fare le messe nere; come spiegargli l’impossibilità di tenere simili rituali prim’ancora del desinare? Eh, santa pazienza.
L’unica insegnante che rammento con piacere è la professoressa di lettere che ho avuto alle medie. Una volta costei mi mise una nota sul registro perché non avevo svolto un compito, ma io m’ero astenuto dal farlo poiché non ero riuscito a venirne a capo. Avrei dovuto scrivere chi sarei voluto diventare da grande, ma non lo sapevo a dodici anni come non lo so adesso a ventisette e tra l’altro mi auguro di rimanerne all’oscuro per sempre.
L’esame di maturità per me è stato il congedo da un mondo noiosissimo e colmo di mediocrità. Ho cominciato a diventare una persona migliore quando ho smesso di andare a scuola. Ho fatto bene a non proseguire gli studi, altrimenti non avrei avuto le forze né il tempo per riprendermi da tredici anni d’istruzione penosa. Ammiro certi laureati, ma io non sarei mai potuto essere uno di loro. Una carriera universitaria mi avrebbe portato ad una morte precoce, ne sono convinto. Una signorina un po’ di tempo fa mi consigliò d’iscrivermi all’università per trovare una ragazza e questo suo suggerimento fece traballare un po’ l’opinione che m’ero fatto di lei, ma poi capii che la sua uscita infelice era figlia d’altro, orfana comunque di senno. Forse avrei potuto fare il veterinario, dio cane.

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27
Giu

Lepidezze

Pubblicato lunedì 27 Giugno 2011 alle 07:37 da Francesco

Uomini empi vogliono cementificare i polmoni verdi per trasformare vuoti verdeggianti in ambite plusvalenze, ma spero che su di loro s’abbatta una scure o quantomeno un rovescio di proiettili. Auspico sempre un ritorno al dialogo tra la politica e il tritolo. I governanti sono soltanto le troie di sistemi più grandi di loro. Perdura un clima di violenza pressoché ad ogni latitudine: sei mesi di buio e altri sei d’oscurità, come se i poli fossero solamente negativi. Le ingiustizie esistono di tutte le misure ed è sufficiente decidere quale si confaccia di più alle proprie esigenze. Io non mi lascio imbruttire dalle aberrazioni della mia civiltà e di questa comprendo le dinamiche in quanto non la  sopravvaluto come invece fanno certuni, appassionati di utopie e bipolarismo.
Cerco di migliorarmi per non meritare le colpe della mia specie. Se io avessi a portata di carezze un cranio, a più riprese ne urterei il cuoio capelluto con le labbra. Non sono mai riuscito a capire per quale ragione nella mia fantasia affettiva ricorra spesso il capo; forse perché proprio al suo interno s’ingenerano tali rappresentazioni: qualora questa fosse la verità, l’autoreferenzialità del pensiero costituirebbe un narcisismo indipendente. Elucubrazioni arzigogolate, stagionali e soprattutto trascurabili alle quali credo che sia preferibile una sega in piena regola: a modo, eh.
D’importanza estrema è invece ch’io riporti su queste pagine la divinazione rinvenuta dentro un biscotto della fortuna. Il dolce dalle misure ridotte mi è stato regalato dalla signorina presso cui mi rifornisco di cibo etnico. Il biglietto recita quanta segue: “Your wisdom will find a way”.

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22
Giu

Per sommi capi

Pubblicato mercoledì 22 Giugno 2011 alle 06:37 da Francesco

Mi alterno tra docce tiepide e impegni quotidiani di scarso rilievo. Attorno a me accadono cose di cui non condivido il clamore e difatti non ne alimento ulteriormente la frivolezza. Mi rinfresco con bicchieri d’acqua nei quali faccio galleggiare cubetti di ghiaccio e talvolta v’aggiungo finanche un po’ di limone. Non rivolgo la parola alla vita perché non ho nulla da chiederle, ma questo silenzio non sottintende astio alcuno! Presto mi immergerò nelle acque cristalline che bagnano le coste presso cui ho imparato a stare in pace. Talvolta mattiniero, altre volte decisamente meno, io mi impegno continuamente a stare bene senza nuocere agli altri. Al momento non intravedo mine vaganti che possano farmi compiere salti di gioia, ma quest’ultima la esperisco ugualmente per diverse vie. Ormai mi rincorro da anni tra i cardini della mia esistenza, un po’ come se giocassi con me stesso tra gli spazi d’ombra e luce d’un colonnato. Nei riguardi del futuro mi comporto come un padre che faccia finta di non conoscere le intenzioni del proprio bambinetto per dargli soddisfazione. Figlio del tempo, io invece me ne sento il tutore, almeno per quanto riguarda me.
Mi amo e sono fortunato, ma qualche volta me lo scordo. Forse cerco un po’ di tristezza perché temo che troppa felicità possa risultare patologica. Accidenti, mi sono concentrato così tanto su di me da trascurare le storture del mondo, ma non intendo chiedere venia per non essermi mai avvelenato. Sto riappropriandomi di un certo distacco che purtroppo nell’ultimo anno è venuto un po’ meno, infatti nei mesi scorsi ho finito per interessarmi a cose finite. Non sempre gradisco i caratteri degli eventi che si avvicendano nella mia vita, però mi piace sottolinearne la genuinità. Scorgo puntualmente dei cicli che iniziano, finiscono e ricominciano. Stolto ch’ero quando ridevo e prendevo sottogamba la definizione meccanica (non meccanicistica) dell’esistenza che taluni promuovevano in tempi remoti e dalla quale cercavano di affrancarsi. Chissà, forse il buonsenso in codesto mondo rischia davvero d’assomigliare all’esoterismo.

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