28
Ago

Accertamenti di vario genere

Pubblicato domenica 28 Agosto 2011 alle 01:48 da Francesco

Ho anticipato il mio ritorno alla corsa e ieri mi sono fatto diciotto chilometri con le nuove Mizuno. Il fisico ha retto molto bene e soltanto la milza mi ha procurato qualche fastidio. Sulla faccia di mia proprietà sono tornate a dipingersi alcune smorfie arroganti, nel mio cuore invece ho notato che l’altoforno è rientrato in funzione e mi sento nel pieno delle forze. Se io fossi più avventato del necessario forse spaccherei qualcosa a testate per festeggiare la ripresa di me stesso, ma per fortuna ho abbastanza autocontrollo da non mettere a repentaglio i miei lobi frontali.
Due sere fa ho rivisto un tizio che conosco da oltre vent’anni: siamo cresciuti insieme e poi le nostre strade si sono separate. Ho rievocato con piacere il passato tra una granita alla menta e dei discorsi guarniti di bestemmie, tuttavia io appartengo al presente e non soffro di nostalgia. L’estate volge al termine sebbene il calendario non avalli quest’affermazione, però la durata di qualcosa forse dipende più dal modo nel quale viene interpretata e percepita rispetto alla sua effettività. L’autunno non m’intristisce: s’insedi pure e svolga il proprio mandato. Io sono qua.

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24
Ago

Bene

Pubblicato mercoledì 24 Agosto 2011 alle 13:51 da Francesco

Come primo atto a seguito della mia modesta vincita ho ordinato tre libri, di cui due portano la firma di Heinz Kohut: “Narcisismo e analisi del Sé” e “Introspezione ed empatia”. Il terzo testo invece è di Hans W. Loewald e s’intitola “La sublimazione”. Sono particolarmente interessato a quest’ultimo in quanto non ho mai approfondito il tema benché ritenga d’esserne un esempio. Oltre agli acquisti letterari ne ho compiuto uno di tutt’altro genere. Un paio di scarpe: ovvero il sogno di ogni scolaro scalzo! In realtà si tratta delle Mizuno Wave Ronin 3, calzature da running piuttosto leggere che sono classificate come A2. A settembre ho intenzione di riprendere a correre poiché il ginocchio destro mi duole di meno e per questa ragione mi sono procurato le scarpe summenzionate: le altre ormai sono tutte consumate.
Gongolo per la quantità di eventi positivi che si sono concentrati in quest’ultimo periodo nel mio microcosmo. Mi sento bene, ho la mente sgombra e questa volta credo davvero di essere sulla buona strada per raggiungere e superare il livello di serenità che m’è stato proprio nel passato recente. Non ho nessuno accanto né tanto meno v’è qualcheduno alle mie spalle che possa colpirmi da tergo, perciò in cuor mio non custodisco nulla di benevolo né di maligno che abbia la facoltà di distrarmi dalle mie distrazioni.

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20
Ago

Capolavoro introspettivo

Pubblicato sabato 20 Agosto 2011 alle 14:47 da Francesco

A maggio avevo presentato una domanda di assunzione presso un’azienda locale che produce pomodori e se fossi stato scelto avrei lavorato durante il torrido mese d’agosto. Evidentemente non sono stato ritenuto all’altezza di questa mansione, difatti non ho ricevuto alcuna chiamata. Quando ho capito che non mi sarei macchiato le mani di rosso mi sono risolto a convocare una riunione straordinaria con i miei gatti. Nel corso di questo sinodo felino è emersa la necessità di ricavare almeno mille euro per potermi permettere alcune cose, tra cui la possibilità di viaggiare anche l’inverno venturo, senza però aumentare la quota di denaro che io riservo annualmente  per siffatte spese. Una trentina di giorni di lavoro mi sarebbero bastati, ma la strada della fatica ormai era preclusa: purtroppo io non dispongo di una laurea in scienze agrarie che mi consenta di ficcare pomodori nei barattoli di latta. Or dunque, dopo un attento esame delle forme di Anita Blond ho provveduto a stendere un piano d’azione che però è stato anticipato dalla stesura di un fazzoletto di carta sulla mia cappella: tra l’altro per l’occasione ho immaginato come sarebbe bello potersi asciugare il cazzo con la Sacra Sindone, ma non voglio divagare.
Qualche giorno prima avevo letto un articolo di psicoanalisi relativo alla ridondanza dei gesti e mi è tornato in mente proprio quando sulla stessa traiettoria transitava il ricordo della recente esperienza alla roulette: i due si sono scontrati! La collisione ha provveduto ad accendermi una lampadina, però invece di “eureka” ho gridato “porco dio!” e mi sono dato una manata sulla mia ampia fronte. Durante le piccole e innocenti giocate alla roulette avevo capito (come ho scritto meno d’un mese fa) che io potevo al massimo compiere vincite a breve termine, ma non sarei mai stato in grado di protrarle. In più mi sono ricordato che nel casinò online c’era un croupier che tendeva a far uscire i numeri principalmente sulla prima e sulla terza dozzina, con rarissime uscite sulla seconda: questo fatto l’ho collegato all’articolo di psicoanalisi su cui fortunatamente i miei occhi s’erano persi. Alla fine sono giunto ad una conclusione eccezionale ancorché sembri scontata, ovvero che partendo da piccole cifre non avrei mai potuto farne di grandi e soltanto movimentando un capitale grande avrei potuto fare piccole vincite: i fatti m’hanno dato ragione. Ho versato 2600€ sul conto di gioco e ho atteso che il croupier di cui sopra si presentasse nella diretta in streaming (difatti e per ovvi motivi il croupier cambia ogni mezz’ora). Il primo giorno con puntate da 100€ ed esponendomi al massimo per 200€ sono riuscito a fare 700€ in sedici minuti e il giorno dopo ho ripetuto quanto ho appena descritto: questa volta nello stesso arco di tempo ho incassato 550€. Ho ritirato tutto per mezzo di Pay Pal e non mi sono fatto dominare dall’avidità. Insomma, alla fine mi sono ritrovato con 1250€ in più. Cazzo, per me è stata come una rapina perché è stato maggiore il tempo impiegato per progettare questo exploit che quello necessario per attuarlo. Le mie puntate si sono limitate alle dozzine (la prima e la terza).
Forse non mi sarebbe mai venuto in mente tutto questo ambaradan se fossi stato assunto per inscatolare pomodori. Comunque la vera vittoria rimane un’altra. Io ho dimostrato un controllo straordinario su me stesso e ho saputo cogliere il momento per andarmene con le vincite. Ho dato prova della capacità di dominarmi, difatti la cupidigia avrebbe potuto plagiarmi se prima non l’avessi starnata viva. Ero quasi certo che ce l’avrei fatta e, se l’unica certezza nella vita non fosse la morte,  potrei affermare d’essere stato sempre sicuro della buona riuscita di questo blitz. Ho sfruttato un fattore umano, quasi come un bug in un programma, ma non potrei mai farlo in modo regolare poiché alla fine perderei sicuramente. L’altro aspetto introspettivo di questa faccenda è proprio la consapevolezza di non poterla ripetere, difatti solo gaglioffi e inetti insisterebbero. Io so che potrei vincere ancora qualcosa, anzi ne sono fermamente convinto, ma allo stesso tempo credo che sia meglio non cercare conferme in merito, e, malgrado l’uso del congiuntivo, anche di questo io sono fermamente convinto: un paradosso che mi rende un vincitore sotto l’aspetto monetario e sotto quello introspettivo. A ‘sto giro non mi sono proprio regolato e ho dato ulteriore linfa alla mia autostima che già prima si attestava su buoni livelli. Ho risollevato la mia estate e mi sento un dritto. I miei gatti erano scettici: “Colonnello, nella sua manovra non c’è nulla di razionale!”. Io ho risposto loro: “Sapete perché voi siete gatti e io sono un essere umano? Ebbene, lasciate che ve lo dica. Si tratta della metamorfosi. Voi siete ancorati alla vostra natura limitata mentre a me talora è concesso d’essere un cavallo pazzo”.

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17
Ago

Carinerie per me

Pubblicato mercoledì 17 Agosto 2011 alle 11:08 da Francesco

Manca poco più d’un mese all’avvento dell’autunno e la mia estate si appresta a concludersi nel modo in cui avevo immaginato che si sarebbe svolta prim’ancora che subentrasse ufficialmente alla primavera, ovvero afosa e solitaria. Ho trascorso periodi migliori, però ne ho avuti anche di peggiori e quindi gli ultimi mesi per me sono stati senza infamia e senza gloria. Non ho nulla in cui identificarmi né tanto meno possiedo il cinquanta percento d’una confidenza con chicchessia. Qualche volta mi sorprendo d’avere ventisette anni, tuttavia mi auguro di viverne almeno altri settantatré in piena salute. Io mi adoro e ho molto riguardo nei miei confronti.
Sono stato cresciuto con l’idea che una persona esista e si realizzi solo nel caso in cui riceva qualche tipo di riconoscimento dai suoi simili, ma l’accettazione da parte degli altri per quanto importante non può costituire il senso di una vita. Non ho mai ricevuto una lezione così basilare a scuola, fucina di sconfitti e frustrati, ma d’altronde un simile insegnamento è difficile che possa tenersi al di fuori dell’autodidattica. Mi sforzo di bastare a me stesso, però al contempo cerco di non abituarmici e tramite questa violazione del principio di contraddizione riesco a pacificarmi. Ogni tanto mi presento con il berretto tra le mani al cospetto del mio Ego che puntualmente mi rimbrotta: “Amare è di fondamentale importanza!”. Io per l’occasione mi guardo sempre intorno e con un’espressione bonaria replico: “Oh capo, e che non lo so? Però è un cazzo di casino!”. Alla fine risolviamo tutto senza i trigliceridi dei tarallucci e facendo a meno anche del vino che di solito accompagna i primi, difatti entrambi siamo astemi. Tutte le volte ci salutiamo con qualcosa del genere: “Dai, allora ci aggiorniamo quando i tempi saranno maturi, magari prima che fiorisca il nostro nome sopra il registro di un obitorio”.

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13
Ago

Proprietà di sintesi

Pubblicato sabato 13 Agosto 2011 alle 15:46 da Francesco

Frequento me stesso lungo le rive del presente e continuo a fare la mia conoscenza senza che nessuno mi abbia mai introdotto a me medesimo. Gli impegni categorici non mi mordono, ma si limitano ad abbaiare contro la mia figura perché ho avuto la premura d’infiocchettare i loro colli taurini con catene spesse e corte. Sono nel pieno delle forze e non v’è spada che penda sul mio capo. Aggiungerei altro se altro in questo momento meritasse d’essere aggiunto.

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9
Ago

D’agosto

Pubblicato martedì 9 Agosto 2011 alle 06:20 da Francesco

Le borse precipitano, ma purtroppo non si schiantano mai al suolo. Credo che la finanza sia un sistema perverso e non oso manco immaginare come la giudicherebbero i posteri se per le loro vacanze scegliessero di viaggiare nel tempo fino all’epoca corrente. Tutte le volte che mi sono spostato da Adam Smith a Thomas Hobbes ho sempre finito per usare il biglietto di ritorno, però che faticaccia. Non vorrei essere al posto di chi si appresta a nascere ma neanche di chi sta per morire. Qualcuno sostiene che per ragioni fisiologiche l’uomo sia ormai giunto al limite delle sue capacità intellettive, inoltre potrebbe rischiare persino l’involuzione qualora al cervello venissero ridotti gli investimenti energetici per fare fronte ad un’alimentazione ridotta dalla fame globale. Detesto i catastrofisti quanto i fumatori: entrambi m’infastidiscono. A me piace l’aria pulita, mica il puzzo d’avello. Tento di essere un realista nel bene e nel male, però cerco di non scadere nel paradosso di fanatizzare le razionalizzazioni a cui ricorro.
Ieri, mentre cercavo ispirazione per farmi una bella sega, ho visto un video porno nel quale tre uomini pisciano addosso ad una donna e mi sono chiesto se quell’atto urinario fosse davvero necessario per la buona riuscita del filmato. Se avessi una ragazza non le piscerei mai in faccia né in altre parti. Infine ho sbrigato la mia pratica masturbatoria con l’ausilio dell’immaginazione. Ho preso a compiere passeggiate di circa diciotto chilometri e non mi sono ancora recato dal mio medico per il problema al ginocchio destro, difatti confido in una guarigione del tutto naturale. In attesa che la megaceppa risorga, porgo cordiali saluti a ‘sto cazzo.

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30
Lug

Dall’ecpirosi in là

Pubblicato sabato 30 Luglio 2011 alle 18:48 da Francesco

Talvolta mi perdo, ma dopo ogni scomparsa vado a cercarmi perché sono il mio migliore amico e ci tengo a me stesso. Finora, nella mia giovane esistenza, non credo di essermi mai trovato ad affrontare delle prove realmente dure e ne sono contento. Spesso e volentieri ricorro all’ironia per tamponare qualche fuoriuscita di senno, ma solamente con dei ragionamenti accorti riesco a cauterizzare le ferite che mi procurano certe riflessioni a cui colpevolmente io concedo spazio di manovra. Dovrei coltivare un maggiore distacco da tutto ciò che mi rende iracondo e inasprisce le mie frasi. Rischio di restare un innocuo egoista per tutta la vita. Ogni volta che sono sul punto di abituarmi a trascorrere il tempo restante come se il futuro assomigliasse molto al presente e al passato, puntualmente gli eventi si fanno ambasciatori di un’intuizione che non compie mai fino in fondo la propria metamorfosi. Ogni tanto ho l’impressione che delle strane coincidenze mi rimproverino la mancanza d’amore di cui sono correo. C’è troppo agonismo per i corpi e le menti altrui, ma io non voglio gareggiare con altre persone per raggiungerne una: queste per me non sono affatto le premesse di un rapporto profondo, bensì le regole dell’accoppiamento animale. Nessuna immagine femminea orbita nei miei pensieri: non ve n’è traccia.
Tempo fa scoprii per caso una pulsar, però a suo dire ella era già parte di un sistema binario e così, pian piano, ho levato il terzo occhio dal fascio di radiazioni che emetteva: io mi sarei voluto perdere nel suo campo magnetico, in quella croce del Sud. Qualche volta ho la sensazione che sia più difficile trovare la vita sulla Terra che nel resto dell’universo. Sono un cosmonauta con la tuta spaziale sgualcita. Non mi aspetto nulla e intanto fluttuo, tutt’altro che piegato alla sorte di cui non riconosco l’autorità. Tendo al bene e la negazione non mi è propria, ma d’altronde non potrebbe esserlo in nessun caso: fortunatamente, aggiungo.

 
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28
Lug

Cronache desertiche

Pubblicato giovedì 28 Luglio 2011 alle 18:44 da Francesco

Immergo le mie carni in acque cristalline e scruto i fondali come se dalle profondità dell’inconscio dovessi trasferirmi in quelle del Tirreno. In me non riaffiorano ricordi, ma puntualmente infrango la superficie marina per riprendere fiato. Vorrei sentire un altro respiro al di fuori del mio, ma le distanze che mi circondano ne sono sprovviste. Al tempo io porto in dote silenzi discontinui e in cambio ricevo giorni irripetibili. Per quanto possa nuotare, difficilmente vedrò altra terra che non sia la mia. Abito in un deserto, però non incolpo le dune né l’ombra mia che su queste scivola da sé. Le sabbie che calpesto si disperdono in una clessidra sotterranea alla quale sono legato da vincoli di mortalità. In sogno mi è stato raccontato che altrove v’è chi s’ama e ivi io ho provato a saperne di più tramite l’immaginazione, ma poco ha potuto la mia fantasia a confronto di quelle realtà che la superano ovunque, ad ogni coordinata ontologica.

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27
Lug

Carmina Burana

Pubblicato mercoledì 27 Luglio 2011 alle 15:46 da Francesco

Quasi ogni trecentosessantacinque giorni, il ministero dell’economia sito nella periferia del mio encefalo stanzia una cifra modesta per il gioco d’azzardo. Qualche anno fa giunsi ad accumulare centottanta euro al black jack partendo da dieci, ma alla fine persi tutto. In seguito rischiai di vincerne oltre seicento con le scommesse calcistiche, ma poi il Parma vinse contro la Fiorentina e le reti dei gialloblu segnarono anche la mia débâcle. Infine, piuttosto recentemente, ho vinto  ben duecentosessantadue euro alla roulette francese, puntando solo sulle dozzine e senza usare null’altro che intuizioni estemporanee, ma com’è giusto che sia le mie vincite sono tornate al banco nell’arco di breve tempo. Bene, tutto ciò cosa m’insegna? Che probabilmente sono fortunato in amore, eh. In realtà ritengo che per il gioco d’azzardo occorrano abilità che io non possiedo. Sono in grado di conseguire vincite nel breve periodo, però non arrivo mai a capire quando devo abbandonare il tavolo verde e ciò dipende da due fattori. Anzitutto io do per scontato che i sesterzi dedicati al gioco siano persi in partenza, di conseguenza non mi diletto a sfidare la sorte con l’intento di guadagnarci e dunque viene meno in me l’attaccamento alla pecunia. Insomma, per chi non sia avvezzo allo stoicismo, prima di giocare consiglio di leggere qualcosina di Seneca per affrontare il tutto con il dovuto distacco. In secondo luogo: sono un idiota. Il gioco d’azzardo è divertente e per pochi eletti può essere fonte di reddito, però io non sono all’altezza d’intenderlo in un modo che non sia strettamente ludico, perciò non ho la “fame” necessaria per impegnarmici in maniera fruttuosa, splendidamente lucrativa!
Ricordo l’epopea del buon vecchio Bogdan, degna della penna di Virgilio, d’Omero o di qualche pubblico ministero. Ancora ghigno quando rammento com’egli ospitò nella sua casa alcune mignotte e, per quest’utile servigio reso alla malavita locale, gli furono dati denari a tre zeri che perse proprio alla roulette dopo aver perso la sua fidanzata per quanto sopramenzionato. Anche il mio presunto padre era un accanito giocatore e infatti uno dei pochi ricordi che ho di lui consiste in una simpatica gita all’ippodromo di Grosseto: mai come in quell’occasione io udii cotante invettive rivolte ad un ignaro quadrupede, reo d’essersi attardato al traguardo!

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26
Lug

Limiti informatici

Pubblicato martedì 26 Luglio 2011 alle 15:36 da Francesco

Circa due mesi addietro ho ripreso un manuale del C che solevo consultare attorno ai sedici anni e ho finito di studiarlo una settimana fa. Sono riuscito ad assimilare più nozioni di quante ne abbia apprese oltre due lustri or sono. Le prime righe di codice della mia vita le ho digitate in Pascal, imparandone le basi da un testo scolastico che mi aveva incuriosito in quanto non veniva adoperato durante le lezioni di matematica benché mi fosse stato richiesto d’acquistarlo. Poco dopo, sempre nel corso dell’adolescenza, ho studiato un po’ di PHP e le sue interazioni con i database MySQL, ma ho abbandonato ambedue abbastanza presto. Mi sono dilettato anche a farmi qualche script in Bash al fine di automatizzare determinati processi su Linux (all’epoca adoperavo Mandrake, molto user friendly e adatta ad un neofita), però non ho mai approfondito nulla di tutto questo e di conseguenza non ne ho tratto vantaggio alcuno.
Al tempo della minore età, l’interesse adolescenziale per l’informatica mi consegnò una nomea esagerata, infatti qualche idiota pensava che sapessi compiere chissà quali grandi prodigi, quali arcani artifizi al cospetto di una tastiera, ma io non ho mai lanciato nemmeno un exploit per eseguire un deface al più insicuro dei server o al più bacato dei CMS: insomma, non sono mai stato nemmeno uno script kiddie, però non so se questo sia stato necessariamente un male. Proprio il C mi ha permesso di capire i miei limiti in codesto ambito ed anche per questa ragione (infatti non è la sola né la più grande) in seguito non ho intrapreso la carriera universitaria.
Ancor oggi, dopo aver ripreso in mano il manuale del C suddetto e averlo studiato a fronte di un’elasticità mentale decisamente migliore rispetto al passato, non sono riuscito a comprendere come manipolare le liste attraverso l’uso di puntatori che ne richiamino altri: questo è soltanto un esempio. Questo ne è un altro: la gestione delle finestre (in Windows, con le API Win32) è un delirio a cui la mia pazzia non può certo assurgere. Comunque la programmazione, benché non riesca ad approfondirla, la reputo ottima per mantenere in allenamento il cerebro ed è questo l’unico uso che mi sento di farne. D’altronde con le mie nozioni posso solamente reinventare la ruota senza trarne alcuna utilità. Ci sono ragazzini o post adolescenti che creano applicazioni, eseguono intrusioni o risolvono problemi con un’abilità sconcertante e il mondo dell’informatica ne offre vari esempi, di cui l’ultimo a me noto tra i più celebri è quello di GeoHot. Talentuosi e imberbi individui riescono a fare quanto certi laureati forse manco immaginano. Se avessi avuto un talento da coltivare in questo campo, lo avrei fatto, ma la mia capacità di apprendimento non è mai stata grande e di predisposizione non ne ho mai avuta.
A tempo perso ho intenzione di approfondire un po’ il Python sul quale la mia attenzione ha planato già diverse volte. In particolare m’interessa una libreria di questo linguaggio per fare una certa cosa, ma non voglio mettere il carro davanti ai buoi e non so neanche se avrò la costanza di proseguire. L’ultima soddisfazione che mi sono levato è stata quella di creare una cosa semplice (ma per me difficile!) con la libreria Winsock in C, ovvero un server che attende la connessione di un client per mandarlo a fare in culo.

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