21
Dic

Di buona lena

Pubblicato mercoledì 21 Dicembre 2011 alle 19:34 da Francesco

Il primo dicembre ho cominciato a scrivere il quarto libro. Sono rimasto impressionato dal ritmo della mia immaginazione che s’è rivelato decisamente più rapido rispetto agli sforzi precedenti. Sulla tastiera sono veloce e digito con otto dita, però nell’ambito della stesura questa scioltezza non m’è di alcuna utilità senza idee e difatti qualche volta, durante le sessioni di creazione, ne impiego metà per compiere celeri ricerche di carattere pornografico: ovviamente in questi casi l’altra metà la uso per manovrami l’uccello. Approfitto dell’occasione per spezzare una lancia a favore delle bionde maggiorate di cui ho apprezzato le doti recitative in questi giorni prenatalizi. Mi chiedo come faccia il mondo ad andare a picco malgrado il priapismo dilagante, ma non voglio divagare. In questo periodo ho la sensazione che le mie capacità mnemoniche siano aumentate insieme a quelle creative, tuttavia non riesco a capire se si tratti di una mera coincidenza o se ci sia un legame: in ambo i campi intendo gli incrementi in termini quantitativi e, specialmente nel secondo caso, per adesso evito di esprimermi su quelli qualitativi. Sono prossimo a conoscere duecentocinquanta kanji e per ognuno di essi almeno due pronunce, ma ciò che m’entusiasma è la facilità con la quale riesco finalmente a imparare e a memorizzare nuovi ideogrammi.
Probabilmente sono una persona priva di talento e forse ciò dipende dall’equilibrio perfetto della mia psiche che potrebbe inibire la comparsa di qualche dote. Ovviamente non penso che ogni persona in grado di fare cose notevoli sia affetta da qualche turba mentale, ma voglio invece sottolineare, come tra l’altro fa Oliver Sacks in Musicofilia, che nelle persone normali e prive di abilità particolari queste invece potrebbero emergere dopo una lesione cerebrale o al cospetto di una patologia neurologica: eh sì, paradossale. Comunque non ambisco né al Premio Strega né ad un ictus, lo giuro: mi venisse un colpo!

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20
Dic

Prego Aphosis, si accomodi

Pubblicato martedì 20 Dicembre 2011 alle 18:35 da Francesco

Le primavere arabe ormai sembrano vecchi autunni. Altrove un intero popolo veste a lutto per il caro leader, ma quell’isteria collettiva ai miei occhi non differisce in nulla dalla riverenza di cui gode il clero nel prospero Occidente. La mano di qualche razzista viene armata da frustrazioni che non dipendono affatto dalla quantità di melanina di terzi né dai passaporti del terzo mondo. Piccole ingiustizie rimbombano, altre invece sono costrette al voto di silenzio perché non hanno mercato elettorale. Il garantismo si fa coglioneria e così permette a qualche sedicente liberale di farsi le seghe con le convinzioni che ne alimentano l’identità politica. Tutti hanno la ricetta, però presenta sempre un retrogusto di curaro. La storia non propone mai nulla di nuovo, si ripete e viene ripetuta benché gli errori cambino costume ad ogni giro di valzer. Affezionati a questo via vai di cadaveri e neonati, io ci sborro sul mondo che taluni si auspicano. Preferirei che un giorno il Corriere della Sera titolasse pressappoco così: “La fine dell’umanità: l’impatto con Aphosis è imminente. Il meteorite ci colpirà tra una settimana”.
Fatte eccezione per la morte, è del tutto scontato sottolineare come su questo pianeta (senza scomodare l’universo, occupato com’è a detonare supernove) regni l’incertezza anche dentro le casseforti. Io non cerco di differenziarmi da nulla e non mi servono confronti, ma penso soltanto a coltivare la mia forma mentis poiché costituisce l’unico bene inalienabile. Chissà come morirò. Mi sono immaginato varie volte con la faccia dentro una pozza di fango; accasciato a terra dopo un collasso improvviso durante una delle mie corse. Quella descritta sarebbe una dipartita epica e avrebbe un certo stile, ma questo ragazzo calpesta l’erba cattiva, sua sorella naturale e in un tempo di crisi come questo vuole vendere la pelle a caro prezzo. See ya out there.

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17
Dic

Udite udite!

Pubblicato sabato 17 Dicembre 2011 alle 11:30 da Francesco

Sono giunto alla metà di Musicofilia, un libro di Oliver Sacks. Per adesso sono rimasto affascinato dalla descrizione di come in certi casi dei mali congeniti o dei gravi incidenti liberino delle abilità sopite. M’intriga la figura del cosiddetto idiot savant, espressione con cui si designano coloro i quali affetti da ritardo mentale o autismo presentano tuttavia delle capacità fuori dal comune in vari campi: nella arti visive, in quelle musicali o nella matematica. Non ero all’oscuro di casi simili, ma non ne avevo ancora approfondito nulla. Ho letto che alcune delle capacità suddette forse in passato appartenevano a tutta l’umanità e hanno poi finito per scomparire a causa degli scopi adattativi della specie. In alcune circostanze le abilità vengono sbloccate per via di uno sviluppo anomalo degli emisferi che nella fattispecie vede una dominanza di quello destro, deputato alle facoltà percettive, con un sottosviluppo del sinistro, adibito invece al linguaggio; questo collima con la descrizione di quegli individui che riescono a suonare composizioni complesse senza però riuscire ad esprimersi verbalmente in quanto carenti sotto l’aspetto linguistico e concettuale.
Nel mio interesse ha trovato spazio anche l’argomento delle allucinazioni musicali che spesso si presentano con l’insorgere della sordità. Questi stati allucinatori non hanno affatto una matrice psicotica, bensì esclusivamente fisiologica. Pare che il lobo temporale e altre zone del cerebro concorrano a crearsi quei suoni che non riescono più a ricevere a causa della perdita dell’udito.

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13
Dic

I tempi cambiano

Pubblicato martedì 13 Dicembre 2011 alle 15:48 da Francesco

Ho letto quasi tutti i libri cartacei che m’ero preso cura d’impilare alla fine dell’estate e circa una settimana fa ho ordinato il Kindle; ne sono rimasto soddisfatto benché per ora mi sia limitato a leggere i campioni di alcuni testi per i quali avevo bisogno di valutare l’acquisto.
Ho una vista quasi perfetta, difatti quando cercai d’arruolarmi l’oftalmologo decretò nove decimi per un occhio e dieci per l’altro: se il colloquio con lo psicologo fosse andato altrettanto bene oggi sarei caporal maggiore. Insomma, anche se non ho problemi oculari trovo rilassante la lettura sul Kindle, però non escludo che possa trattarsi soltanto di una sensazione temporanea. Non sono affezionato alla carta, ma non voglio disfarmene del tutto e di conseguenza prima d’ogni acquisto valuterò prezzi e comodità; ci saranno volumi di cui preferirò la versione digitale e altri che invece vorrò consultare con le manine sante. Per quanto sia ampio, mi pare che il catalogo italiano possa offrire di più, perciò sono contento che l’Adelphi abbia iniziato a rendere compatibile qualche suo titolo col giocattolo di Amazon. Forse la mia prima lettura riguarderà l’economia, ma paradossalmente mi permetterà di conoscere meglio le tragedie greche

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10
Dic

Sinossi dicembrina

Pubblicato sabato 10 Dicembre 2011 alle 13:19 da Francesco

Non ho granché da scrivere in questi giorni. La mia esistenza è scandita da ritmi precisi e uso il tempo libero per quelle attività con cui sono tutt’uno da oltre un lustro: la corsa, la scrittura, la lettura e le loro ramificazioni. Non vedo nessuno, però vedo oltre e me ne compiaccio.
È un periodo stupendo quello che mi trovo a vivere benché l’Italia sia sull’orlo della guerra civile. Trovo epica la mia solitudine e credo che faccia emergere la parte migliore di me. Se avessi una relazione probabilmente non riuscirei a godermela poiché questi mesi sono stupefacenti per un isolamento che è tuttavia perfezionabile. In futuro sono certo che riaffiorerà il bisogno naturale d’avere qualcuno accanto, ma ora soltanto la coscrizione potrebbe strapparmi da cotanta pace. Nelle mie giornate non c’è motivo tedio, neanche nelle questioni burocratiche che assolvo senza sentirne il peso. In passato ho già toccato un livello così alto d’amor proprio, però non escludo di potermi superare. Taluni si concentrano sugli altri, io preferisco di gran lunga dedicarmi a me.

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30
Nov

Tra piani bassi e cieli superni

Pubblicato mercoledì 30 Novembre 2011 alle 16:37 da Francesco

Se cercassi d’emulare la voce fuori campo di un filmato dell’Istituto Luce probabilmente esordirei così in queste prime righe: “Intrepide e consce dell’arduo compito a cui sono state chiamate, le copie del mio terzo libro sono decollate alla volta delle case editrici. Pronte all’estremo sacrificio, esse non si mostreranno pavide dinanzi ai crolli verticali nei cestini qualora non dovessero riuscire a conquistare un contratto editoriale”. In effetti da ogni stampa si possono ricavare ottantacinque aeroplanini di carta a cui imprimere l’esuberanza che contraddistinse D’Annunzio sopra Trieste. Forse, più realisticamente, le copie del mio terzo libro sono partite per fare un buco nell’acqua come alcuni kamikaze che durante il conflitto nel Pacifico partivano dal suolo nipponico e finivano per mancare le portaerei del generale MacArthur. Comunque l’editoria sta affondando da sé, perciò non occorre che io colpisca chicchessia.

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26
Nov

D’amore, d’indifferenza, di vendetta e quant’altro

Pubblicato sabato 26 Novembre 2011 alle 05:35 da Francesco

Non ho una famiglia e mia madre è l’unica persona che ho al mondo. Alcuni dei miei parenti (che io considero soltanto apparenti) vorrebbero tornare in contatto con me. Forse mi sono scordato di comunicare a questi figuri che hanno perso tutti i gradi di parentela da molto tempo, difatti ho strappato i galloni dalle loro spalle e ho spaccato in due le sciabole d’ordinanza: condannati con disonore per alto tradimento.
Non firmo i trattati di Westfalia e sono poco incline al perdono. Non rovisto nel dimenticatoio né ho la necessità di raccattare pezzi di passato. Non riconosco valore alcuno ai legami di sangue. Sono in grado di amare profondamente benché io non l’abbia ancora fatto e in egual misura ho capacità sufficienti per coltivare l’indifferenza dovuta lungo tutto il tempo che mi resta da vivere. L’amicizia per me è un fattore trascurabile, una piacevole eventualità che tuttavia non presenta nulla d’insostituibile o indispensabile. Ognuno fa scelte di cui poi volente o nolente si assume gli oneri. Spero che taluni si dimentichino di me e non cerchino ulteriori contatti poiché io non voglio accollarmi certe rotture di coglioni. Nella sciagurata ipotesi in cui qualcuno mi recasse fastidio, ebbene, proprio in quel momento io comincerei ad attendere la prima occasione buona per fargliela pagare con tutti gli interessi. D’altronde, come torno a ripetere, sono davvero capace di amare senza riserve, ma riesco pure a fare progetti di lungo termine per vendette esemplari. Finora soltanto due volte sono giunto al punto di dovermi rifare su qualcuno e in entrambi i casi è trascorso molto tempo prima che potessi rivalermi, difatti chi poi è stato destinatario di questi atti ha faticato un po’ a spiegarsi l’accaduto poiché il tempo aveva insabbiato le cause, tuttavia ne era valsa la pena. Per ora non ho vendette in cantiere e non vorrei allestirne di nuove, ma preferirei di gran lunga profondere tutti i miei sforzi verso sentimenti positivi. Non sono più un adolescente inquieto e per me la negatività è soltanto una delle tante sfaccettature con le quali la realtà cogente talvolta mi costringe a confrontarmi: io ne farei volentieri a meno.

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15
Nov

Giorni lieti con orli ricamati a lungimiranza

Pubblicato martedì 15 Novembre 2011 alle 23:33 da Francesco

Alle mie spalle alti cipressi indicano il cielo; lo sguardo mio verticalizza meno, però supera i tetti spioventi e non ha motivo d’abbassarsi. In un’immagine in bianco e nero raccolgo i frutti del mio narcisismo ch’io soltanto ho modo di coltivare.
Stretti nelle convinzioni e nei discorsi banali, non invidio coloro che hanno rinunciato a sé stessi per piegarsi alla paura del tempo. Non ho intesa alcuna con chicchessia e nulla mi ostacola nella visione d’un orizzonte immutabile al quale non conferisco valore alcuno.
Sono troppo romantico per fare presa su un cuore femmineo anche se dalla grottesca fierezza del mio portamento, a metà tra boria e calma, angolo con l’indifferenza, pare scaturire tutt’altro.
Qualcuno ruba con gli occhi da queste pagine: nient’altro che curiosità voyeuristica degna dello spettatore medio di un reality show. Qualcun altro forse attende di trovare vocaboli difficili per annotarseli oppure dei giochi di parole da replicare all’uopo.
Soltanto chi capiti qua per caso è innocente a patto che poi non ritorni più. Col verbo io faccio elemosina. Non m’interesso ad altri, ma altri s’interessano a me. D’altronde quando muovo un passo che m’è stato sollecitato io vengo redarguito dalla schizofrenia di chi lo ha chiesto e ciò si verifica perché certuni temono di assistere all’esaudimento dei loro desideri; v’è comunque un modo per uscirne e non escludo che un giorno riesca a trovare la quadratura del cerchio.

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13
Nov

Di mobilia e puericultura

Pubblicato domenica 13 Novembre 2011 alle 23:43 da Francesco

Là, sui monti con Annette, dove i talebani sparano sempre verso sud. Sabato mi sono recato in un centro commerciale alle porte di Roma per fare alcune compere. Ho acquistato diverse cose a basso prezzo e ho fatto anche un salto all’IKEA per farmene un’opinione. Non m’ha mai ispirato quest’azienda svedese e finalmente mi sono levato ogni dubbio: i prodotti che offre non fanno per me. Avevo bisogno di una scansia per fornire più spazio ai miei libri e così ne ho trovata una da montare per pochi talleri.
Quando sono tornato a casa ho provato ad assemblare la struttura lignea e ci sono riuscito, ma verso la fine dell’opera qualcosa è andato storto: due tavole non s’incastravano come invece avrebbero dovuto. Non mi sono perso d’animo, infatti sono andato nella mia stanza con passo svelto e due dei miei gatti al mio primo transito si sono messi subito in allerta, pronti a fuggire dai rispettivi scranni. Una volta all’interno della mia camera ho messo i Cannibal Corpse a palla e sono tornato con il martello in mano davanti all’opera incompiuta. Ho fatto un lungo sospiro e poi ho cominciato a demolire tutto con colpi violenti, emettendo rumori gutturali che ogni tanto riuscivano a sovrastare il volume del disco brutal death metal, inoltre ho avuto cura di rivolgere dei simpatici epiteti alla Vergine Maria: “Puttana la Madonna! Troia!”. Già alle prime martellate i due gatti che erano in casa (Eisenhower e Cadorna) si sono dati alla macchia, ognuno per sé e il porco di dio per tutti, impauriti quanto due ebrei nella Bassa Sassonia attorno al quarantadue. Alla fine ho provato sommo sollievo e ho cominciato a ridere come un invasato, tanto che tra me e me ho pensato che se qualcuno m’avesse visto forse avrei potuto partecipare all’estrazione per un trattamento sanitario obbligatorio.
Tutto questo cosa mi ha insegnato? Anzitutto che non sarò mai il testimonial ideale per l’IKEA. La lezione maggiore invece è stata un’altra. Quando si seguono le istruzioni (in questo caso si può leggere anche “istituzioni”) e le cose non vanno come devono, allora si può optare per la distruzione dell’ordine costituito. Questo vale in quell’agglomerato precario di leggi, regolamenti vari e paletti che è la società così come per i mobili da montare. Se un domani dovessi avere un figlio, e qualora i servizi sociali non fossero abbastanza accorti da sottrarmelo, ebbene io come cameretta gli darei un ripostiglio da arredare con la fantasia, però non gli imporrei mai nessuna regola con un’educazione punitiva perché nella migliore delle ipotesi non servirebbe a nulla e nella peggiore produrrebbe un politico.

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11
Nov

Nulla di grave in mezzo ai gravi

Pubblicato venerdì 11 Novembre 2011 alle 17:58 da Francesco

Non ho proprietà calamitiche né camaleontiche, difatti non esercito attrazione alcuna né cambio d’umore in base alle fasi lunari. Ravviso in me una certa linearità che forse reputerei noiosa se la osservassi in qualcun altro. Talvolta ho considerato pregevoli certi tratti della mia personalità che in seguito ho riscontrato con disappunto in altri individui e in casi del genere ho sempre trovato comica una tale divergenza d’opinioni sui medesimi elementi, ma ho anche provveduto puntualmente a correggere simili incongruenze tramite l’introspezione.
La follia e la brutalità che imperano su questo pianeta non mi contagiano, tuttavia non posso ignorarle altrimenti finirei per chiudermi in un mondo tutto mio e non ho la minima intenzione di acquisire l’eleganza del riccio. Mi ritaglio angoli di paradiso senza pretendere che siano siti al di là della materia con vista eternità; perenne monolocale il mio, ma vasto come l’impero macedone. Le contraddizioni, gli ossimori e tutto ciò che si oppone a qualcos’altro danza facilmente presso la fantasia. Quanto ricorre in me il tema delle labbra mancanti! Quattro dovrebbero essere, due superiori e due inferiori su un piano soggetto a inclinazioni, ma in questi frangenti autunnali mi compiaccio di non averne mai esperito l’obliquità. Lieta e stramba è la disposizione d’animo che mi caratterizza mentre l’anno volge al termine: contemplo contingenze che spero non accadano presto e non so spiegarmi bene per quale ragione.
Le interpretazioni si moltiplicano facilmente, però non voglio farne incetta. Per ora non mi pongo domande e sorpasso i giorni senza curarmi dell’immobilismo a cui sembrano soggetti. Credo che ci sia un tempo per ogni cosa, ma non ho certezza alcuna che ogni tempo debba avere il suo momento, il suo principio, la sua genesi… Alcune dinamiche restano potenzialità per intere vite.

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