19
Apr

Il perenne mutamento è inesorabile: ovvio

Pubblicato mercoledì 19 Aprile 2023 alle 20:07 da Francesco

Un ministro ha prospettato il pericolo della sostituzione etnica in Italia e questa sua uscita mi ha divertito tanto quanto le accuse di suprematismo che gli sono state rivolte da gente altrettanto rivoltante. Credo che in larga parte dell’Europa si sia oramai innescato un processo ricorrente nell’effimera storia del genere umano, ossia quello della progressiva scomparsa o riduzione di una cultura a favore di un’altra, o la diluizione della stessa in una nuova sintesi. Mi viene da pensare che in passato simili dinamiche avessero tempi dilatati per la maggiore lentezza delle migrazioni, per la minore aspettativa di vita e per le popolazioni in numero inferiore rispetto a quelle odierne. Non mi identifico con un avvenire che mi sarà postumo, perciò non mi turbano gli inevitabili mutamenti ai quali i consessi umani non possono sottrarsi. Al contempo non stravedo per le società multietniche e difatti preferisco quelle più omogenee laddove, sia chiaro, una simile omogeneità vada intesa sempre come un elemento spurio per le influenze pregresse e ormai sedimentatesi da cui è nata, ma di certo più identitaria rispetto a realtà aperte: è anche in ragione di questo mio punto di vista se apprezzo il Giappone sotto plurimi aspetti.
L’Italia non si è sempre chiamata così e l’italiano è stato preceduto da altre lingue su cui si è formato, perciò, a mio trascurabile parere, tanto la prima che il secondo, scemeranno lungo l’orizzonte della storia, perlomeno nei modi e nelle forme esperiti da chi ne è, ne è stato e ne sarà coevo. Certe preoccupazioni secondo me dànno conto della paura della morte e di come l’idea di quest’ultima possa influenzare quello stesso presente che invece, in una rigorosa lettura dei fatti, da quella dovrebbe trarre la sua essenza. L’ipotesi che l’ordine delle cose non rimanga lo stesso può spiazzare taluni, ma tutto è destinato a mutare e quest’ovvietà risulta meno banale quando debba diventare oggetto di un’autentica interiorizzazione, al di là della sua facile e immediata comprensione intellettuale.

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12
Apr

Circonlocuzioni

Pubblicato mercoledì 12 Aprile 2023 alle 18:30 da Francesco

Non m’imbarazzo con me stesso quando penso alle cosiddette vibrazioni negative, ma ammetto che proverei una certa perplessità se a cotale espressione ricorresse qualcun altro. Invero mi riferisco a tutte quelle influenze nocive e fuorvianti che, al di là di come un individuo decida di battezzarle, hanno un innegabile potere manipolatorio, perciò i loro effetti sono più reali di quanto le loro nomenclature risultino risibili.
Per difendermi da questi agenti esterni mantengo attiva l’introspezione giacché da essa deriva la mia capacità di percepire il mondo e le sue istanze, in un grado di adesione alla realtà fattuale che sia più o meno apprezzabile. In queste stesse righe posso notare come i costrutti e le scelte delle parole siano indice di un ricercato distacco dall’argomento, come se la cosa non mi concernesse affatto; è un tratto divertente, la cui sottolineatura mette in luce la mia autoironia mentre il riconoscimento di quest’ultima accarezza il mio ego in una sorta di perversa ed efficace gratificazione introspettiva; quanto sono bravo perché riesco a ridere di me: bravo bravissimo eh? Peccato che ciò non mi dispensi da ulteriori indagini e dal mantenimento di un’opportuna attenzione sui miei processi interiori, però può fornirmi la convincente illusione di prescindere da tutto ciò.
L’imperfetto specchiarsi del Sé negli schemi mentali rassomiglia alle scatole cinesi e talvolta, a mio parere, non conta molto il bandolo della matassa quanto la sua indefessa ricerca, al di là degli esiti finali i quali, per altro, finali non sono mai. La produzione dei pensieri avviene su una catena di montaggio che muta all’uopo e talvolta i difetti di fabbricazione sono tali solo dal punto di vista di quanto fabbricato, ma a un livello maggiore d’astrazione quel giudizio di valore decade e ne subentra un altro il cui accesso, probabilmente, è precluso del tutto o in parte alle facoltà ordinare giacché implica un certo superamento delle stesse.

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9
Apr

Ne andasse mai bene una

Pubblicato domenica 9 Aprile 2023 alle 18:49 da Francesco

Un tempo mi piacevano le illusioni muliebri, quegli orizzonti d’affetto che alla fine non sono mai stati altro, però gli anni mi hanno reso invise le impraticabili vie su cui s’inerpica la reciproca conoscenza. Il pessimo tempismo degli eventi è una costante o un segnale di cui sospetto che l’universo sia il mittente: chi lo sa. Ha un sapore beffardo la regolarità con cui le cose giuste avvengono nei momenti (altrui) sbagliati: a me è dato di rispondere soltanto con l’accettazione, un pilastro dell’esistenza che ho imparato… ad accettare!
Di recente ho capito che certi entusiasmi sono ancora nelle mie corde e in tutta onestà non me l’aspettavo, ma restano comunque a distanze siderali e impossibili. Ogni tanto mi presto a quel gioco di banalità nel quale provo a fantasticare come sarebbe finita se le cose fossero andate in maniera diversa. Forse l’età e l’inesperienza mi hanno indotto a una comoda e incondizionata resa. Non mi sono mai sentito importante per qualcuno e di contro credo che io, fatta eccezione per me stesso, non abbia mai dato a nessuno la sensazione di risultarmi indispensabile. 
Dimoro in un meraviglioso deserto interiore, con alte dune da cui ammirare cieli sempiterni, perciò non posso pretendere molto di più ancorché di più esista. Restano i silenzi, le distanze, l’indifferenza, le dimenticanze mai fattesi nostalgie, le sabbie del tempo che tutto coprono e obliano, resta il Sé con la esse maiuscola e le sue risorse.

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26
Mar

In questa parte dell’anno come in altre

Pubblicato domenica 26 Marzo 2023 alle 21:48 da Francesco

Sto trascurando queste mie pagine con la stessa negligenza che posso riservare a cose più importanti, ma tanto le une quanto le altre sono soggette alle fluttuazioni del mio interesse e della mia costanza. Sono impegnato su più fronti, nessuno bellico e tutti autoreferenziali. Mi divido sempre tra le molteplici passioni che mi pervadono da tempo immemore e con le quali arricchisco questo mio transeunte soggiorno sul pianeta.
È da poco passato l’equinozio di primavera e l’ora legale ha scippato un’ora di sonno ai suoi sottoposti, me compreso, ma nell’aria già vibra qualcosa che ho sempre attribuito a questa parte dell’anno. Ho visto attenuarsi in me la fame agonistica sebbene la voglia di allenarmi sia rimasta immutata; al contempo nuovi appetiti si sono fatti strada nelle mie astrazioni e spero di riuscirne ad assecondare i buoni presupposti. Per grazia ricevuta non ho rapporti da coltivare né desidero possedere qualcosa che mi possieda, bensì m’è dato di scoprire tutti quei mondi solipsistici al mio interno di cui ancora ignoro l’esistenza.
Le mie non sono soltanto paroline vaghe sebbene assolvano in pieno anche questo ruolo, ma dànno effettivo conto di quei scenari interiori che nel corso degli anni si sono avvicendati in me con una certa regolarità. Sarei davvero un incauto e un ingenuo se pretendessi di farmi capire da qualcuno o se volessi intavolare un dialogo che ambisse a una profondità superiore a quella delle bolle di saliva: tutto nasce e ritorna in me, in una ciclicità ancor oggi proficua e di cui forse non saprò più niente quando io tornerò al nulla.
A volte mi chiedo se i grandi sconvolgimenti del mondo non ricevano più importanza di quanta ne abbiano e se l’errore di valutazione ricada sempre su quanti l’assecondino, ma io cerco di tenermi informato sul crepuscolo del presente nella misura in cui ciò mi serva per attribuire la medesima inconsistenza all’avvenire: questo ginepraio si sposa bene con il mio modo d’intendere la cosiddetta realtà, qualunque cosa essa sia in ultima o prima analisi: per il resto invece si sono già attrezzati stoici e scettici secoli or sono.

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8
Mar

L’esatto contrario delle convinzioni

Pubblicato mercoledì 8 Marzo 2023 alle 18:39 da Francesco

Colgo solamente una differenza di numeri tra lo Stato e il movimento anarchico, difatti entrambi sono portatori d’oppressione, soprusi e ingiustizie, ma almeno il primo conta su un’ampia maggioranza di complici, a differenza del secondo che annovera appena quattro gatti tra le proprie fila. Non esistono princìpi nobili né sante ideologie, ma solo convenienze che talora sono materiali e altre volte ideali. Scegliere le proprie lotte è come ordinare cibo spazzatura in un fast food. Nessuno combatte per gli altri, ma ognuno lo fa solo per se stesso e anche quando i di lui sforzi siano profusi per i suoi affetti egli usa essi come strumento e oggetto da santificare, così da trarne motivazione per sé e il proprio operato: di norma tutta questa farsa nelle sue varie declinazioni, e poco importa quanto in contrasto siano tra loro giacché possiedono questo tratto comune, viene ammantata con una retorica di sacrificio, di coraggio, di grande dedizione, pronta ad applausi di circostanza da chi sposi gli stessi inganni.
L’autenticità e la verità sono questioni personali che pesano troppo affinché le masse riescano a sobbarcarsele senza restarne schiacciate, ma il solo individuo può farsene carico in relazione a se stesso qualora davvero le ricerchi. Forse anche l’impegno autoreferenziale e solipsistico non può mai dirsi del tutto scevro da mendaci implicazioni, tuttavia credo che si trovi a un livello migliore nella scala dell’imperfezione e sia quindi fonte di emanazioni meno spurie. I dibattiti sono aritmie democratiche che fanno da contraltare alla tipica propaganda dei regimi, ma talora la ricalcano nella sostanza ancorché fingano di distaccarsene nella forma. Nulla è certo tranne la morte e la tendenza alla reciproca sopraffazione.

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22
Feb

Meccaniche di spleen

Pubblicato mercoledì 22 Febbraio 2023 alle 22:24 da Francesco

Talora la stanchezza offre alla malinconia l’occasione di tendermi agguati proditori, ma queste imboscate si concludono sempre in un bagno di sangue che non è il mio. La mente vuole scherzare con il fuoco e allora è giusto che si bruci con la viva fiamma della lucidità. Rasento l’invulnerabilità quando mi riesca di concentrarmi e mantenermi presente a me stesso: in questa pratica v’è qualcosa di miracoloso e riprova come nell’individuo, latente e sopito, si annidi tutto ciò di quanto egli abbisogna.
La riduzione del sonno, l’improvviso sconvolgimento dei ritmi circadiani e la frammentazione del riposo mi ricordano quanto l’umore sia in balìa delle circostanze, degli accadimenti, di piccole modifiche alla routine, ma l’anzidetta lucidità può fare da argine alle influenze più mendaci, a quei convincimenti che cercano di farsi strada tra dubbi di circostanza per piantare radici venefiche.
Cosa accade a quanti non si avvedano di questo meccanismo? Come vengono tritati emotivamente coloro che non sappiano cogliere gli ingranaggi e gli automatismi di simili dinamiche? In che misura attenta a sé chi non sta attento a sé? Mi sforzo di ascoltare tutti i campanelli d’allarme e, quando niente rompa il silenzio, mi metto io a suonarne uno come allerta al cospetto di caratteri sospetti: dlin, dlon. Non ho bisogno di vaccinarmi per evitare che l’altrui negatività mi contagi, difatti mi basta ricorrere al razzismo nei confronti di chi, consciamente o meno, se ne renda veicolo. Rispetto la distanza di sicurezza per rispettare me stesso e di per sé non mi alletta la prospettiva di gettare un ponte come forma d’evasione fine a se stessa: certe cose tolgono più energie di quante ne restituiscano e poco importo se dall’altro capo del cosmo o del tavolino via sia la più alta depositaria della beltade.

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15
Feb

2001: Odissea nello spazio

Pubblicato mercoledì 15 Febbraio 2023 alle 20:30 da Francesco

Un paio di giorni fa sono andato al cinema per assistere alla proiezione di 2001: Odissea nello spazio, opera che ho visto più volte, ma di cui non avevo mai avuto fruito prima sul grande schermo. In merito al film v’è poco o tutto da scrivere giacché costituisce un vertice della settima arte, quindi non voglio sviscerare il lavoro di Stanley Kubrick sul quale, come testé affermato, credo che vi sia poco o tutto da dire, bensì voglio ricordare a me stesso l’importanza di vincere la pigrizia e muovere il culo ogniqualvolta si presenti l’occasione di simili proiezioni: per me il livello d’immersione al cinema non ha pari.
Ci sono molti film datati che mi piacerebbe rivedere nel silenzio religioso e nella parziale oscurità di una sala cinematografica giacché furono pensati e girati per quest’ultima dimensione, con le proprie peculiarità tecniche e non (anche la semplice atmosfera), elementi per i più (e di sicuro per me) impossibili da riprodurre in un contesto domestico. Se mi sarà possibile andrò a vedere Frankenstein Junior, ormai prossimo al cinquantennale, e Akira, forse il mio film d’animazione preferito che sarà riproposto nelle sale per celebrare i trentacinque anni dalla sua prima.

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8
Feb

Efficienza e migliorie

Pubblicato mercoledì 8 Febbraio 2023 alle 21:39 da Francesco

Durante le ultime sessioni di allenamento ho ricevuto delle piacevoli conferme sul mio stato di forma e mi accingo a darmene conto snocciolando pedanti statistiche. Mi sento appagato nella duplice veste di atleta e allenatore di me stesso, perciò punto a convertire i miei sforzi in risultati ufficiali durante la prossima primavera o nei suoi immediati confini temporali.
Ho fatto bene a starmene un po’ lontano dalle gare per concentrarmi su una preparazione più corposa e articolata. A dicembre ho corso 540 chilometri, a gennaio 402 e già dall’ultima settimana del precedente mese ho cominciato a raccogliere dei buoni frutti, ma i più munifici sono stati i primi otto giorni di febbraio durante i quali ho macinato 117 chilometri mantenendo un ritmo medio di 3’51”. Inoltre alla fine di gennaio ho sostenuto due allenamenti lunghi di seguito con un buon ritmo, giacché il 29 gennaio ho messo in cascina 32km a 3’57” e il giorno successivo, il 30 gennaio, ho incamerato 24km a 3’54”, poi non ho corso il trentuno affinché le gambe potessero recuperare un minimo di brillantezza così da cominciare bene il corrente mese.

1 febbraio: 6km a 3’34” e 12km a 4’15”
2 febbraio: riposo
3 febbraio: 22km a 3’47”
4 febbraio: riposo
5 febbraio: 18km a 3’46”
6 febbraio: 25km a 3’49” con vento forte e freddo.
7 febbraio: riposo
8 febbraio: 16km a 3’57” con vento, qualche salita e 12 chilometri su strada bianca.

Sto giostrando tre paia di scarpe a seconda dei ritmi, laddove per le andature più lente opto per New Balance Fuelcell Propel V3 mentre uso Brooks Hyperion Tempo e Saucony Endorphin Pro 2 per velocità più sostenute.

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26
Gen

Questione di proporzioni e condizionamenti

Pubblicato giovedì 26 Gennaio 2023 alle 23:03 da Francesco

Per me un’opera meritoria nei propri confronti (e dunque conforme all’amor proprio) consiste nel ruminare concetti edificanti. Non mi cale molto di come si propaghino le onde elettromagnetiche, ma cerco di attenuare l’impatto di quelle vibrazioni negative che provengono dagli altrui pensamenti e il mio strumento d’elezione per questo scopo è un’ironia di cui le presenti righe non dànno conto: poco male. Urta il mio senso estetico e trovo dunque molto stucchevole l’ebete ottimismo di un sorriso perenne, come se una paresi facciale fosse conditio sine qua non per la concessione del favore da parte degli dèi. Non cerco troppe ragioni al cospetto dei fatti né provo a piegarne le dinamiche affinché rientrino nella mia visione del mondo, bensì inquadro i singoli eventi come movimenti ordinari di quello spirito assoluto su cui Hegel tanto si spese nelle proprie elucubrazioni.
La storia si articola in momenti più o meno conformi ai rispettivi e soggettivi modi d’intendere la realtà dell’epoca di turno a cui spetti il ruolo di presente, perciò il bene e il male sfuggono a classificazioni assolute e durature giacché si alternano nello spazio e nel tempo come le offerte nei supermercati.
Tutto sul piano umano risulta molto aleatorio e non di rado la massima manovra possibile sul corso degli eventi consiste nella maniera di viverne le conseguenze. A volte l’inazione è una scelta obbligata, ma l’insofferenza verso quest’ultima produce decisioni impulsive e sbagliate (ma non sbagliate in quanto impulsive) ed esiti nefasti: ognuno è artefice di sé. Qualcuno si reca al fiume per ammirarne il corso, per godersi da laggiù un’alba o un tramonto, oppure per aspettare che le acque portino i cadaveri dei nemici, qualcun altro invece raggiunge l’oceano e prova a prosciugarlo con un cucchiaino.

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17
Gen

L’ermetismo delle solite occasioni

Pubblicato martedì 17 Gennaio 2023 alle 21:24 da Francesco

In questi tempi di forti rincari soltanto le scelte sbagliate mantengono stabili i prezzi da pagare in seguito, perciò non mi sorprende che taluni vi ricorrano senza posa per rinfoltire le proprie illusioni. Non ho idea di come si calcoli la differenza tra cattivi consigli e buone intenzioni, perciò tendo a non fidarmi di nessuno e le speranze preferisco riporle in fondo al congelatore o nel cassonetto dei rifiuti organici. Nella misura del possibile, la quale è sempre variabile e non si fa mai costante, cerco di stare al di fuori del tempo mentre veleggio in solitaria su quanto me ne resta da vivere. Le molteplici accezioni della singolarità si possono riassumere in implicazioni così comode da renderne improbabile o comunque ardua la rinuncia.
La ricerca di distrazioni ed emozioni forti restituisce un’immagine desolante giacché ai miei occhi non si configura come svago o edonismo autentico, bensì tende a prendere le sembianze di un’evasione in senso letterale, vera, pervicace e fallimentare fuga dai recessi più reconditi e invalicabili del sé individuale. Queste e analoghe suggestioni emergono in me quando, mio malgrado, assisto a degli entusiasmi dai quali non riesco a farmi contagiare e sì che non sono nemmeno vaccinato! Ognuno si arrabatta con quanto possiede o con le convinzioni che riesce a prendere in prestito da altri, ma taluni si ritagliano angoli autarchici e riescono a soddisfarsi con le proprie produzioni. Non cerco punti di contatto né punti di rottura e non ho fili né fidi scoperti, però i miei capelli sono lunghi e non so quanto elettrostatici. Non aspetto né mi auguro che qualcosa mi caschi dal cielo, tuttavia mi piacerebbe assistere alla caduta di quest’ultimo.

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