16
Nov

Fisica quantistica per poeti

Pubblicato venerdì 16 Novembre 2018 alle 19:10 da Francesco

“Fisica quantistica per poeti” si rivolge a quei lettori che come il sottoscritto nutrono un grande interesse verso certi temi sebbene non siano muniti delle sufficienti competenze nel campo della fisica: il catalogo di Bollati Boringhieri annovera varie opere con questa vocazione e infatti io ne ho già lette molteplici con sommo piacere.
Non mi annoia mai l’excursus introduttivo a cui presta il fianco ogni libro di fisica che abbia un taglio divulgativo come quello suddetto, quindi lo colgo ogni volta come una piacevole occasione per ripassare l’aspetto storico della disciplina: repetita iuvant.
Ho finito dunque per rileggere il collegamento operato da Max Born tra l’onda associata all’elettrone e quella di probabilità che concerne quest’ultimo, la scoperta da parte di Faraday di come un campo magnetico variabile crei un campo elettrico in base a cui poi Maxwell intuì il campo elettromagnetico; Niels Bohr e il suo modello atomico, con particolare riguardo verso le orbite degli elettroni; l’opera semplificatrice di Schrödinger che attraverso le idee di De Broglie facilitò i tecnicismi di Heisenberg fino ad arrivare alla funzione d’onda, atta a descrivere la particella quantistica con tutte le implicazioni del caso, in primis la visione controintuitiva secondo cui la conoscenza della posizione di una particella influenzi la sua velocità e viceversa; Pauli e il suo principio di esclusione con ciò che ne consegue nella formazione degli orbitali e il mare di Dirac in cui al vuoto si possono strappare elettroni a cui subentrano antiparticelle (come il positrone).    
Mi ha divertito ancora una volta e mi ha lasciato un po’ perplesso rileggere l’ostinazione con cui Einstein (di concerto con Podolsky e Rosen) si oppose alle conclusioni della fisica quantistica, a riprova di come la fede acritica in una certa visione possa indurre persino un genio a sbagliare clamorosamente.
Le suggestioni più forti le ho (ri)trovate nella teoria delle stringhe e nell’ipotesi secondo la quale l’esistenza dell’universo sia dovuta alla rottura di un’originaria e perfetta simmetria tra materia e antimateria, ma anche e soprattutto nell’idea di Penrose per il quale la coscienza è un fenomeno quantistico poiché somma coerente di molte possibilità.

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13
Nov

Saliscendi Run 2018

Pubblicato martedì 13 Novembre 2018 alle 20:25 da Francesco

Ieri come ulteriore test per la prossima maratona ho scelto una gara breve del grossetano con un percorso abbastanza impegnativo e l’ho vinta perché i più forti della provincia erano sparsi altrove. Un primo posto fa sempre piacere e a fini statistici è tutto di guadagnato, ma va contestualizzato: la sopravvalutazione e la sottovalutazione sono le due facce dello stesso errore. Mi ha soddisfatto il riscontro cronometrico, infatti il chilometro più lento in salita l’ho corso a 4’57” e gli ultimi tre in discesa sono riuscito a farli in 3’05”, 3’04” e 3’16”.
Per me novembre è un mese di esperimenti e sono davvero curioso di vedere come essi si riverbereranno sulla distanza regina. Finora i miei metodi di allenamento mi hanno dato ragione, ma non pretendo che tutto fili sempre liscio. Ringrazio Roberto Malarby per questa e altre foto.

Qui la traccia Strava: https://www.strava.com/activities/1958932490

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7
Nov

Oltrepassare

Pubblicato mercoledì 7 Novembre 2018 alle 00:18 da Francesco

Mi pare che l’autolesionismo riscuota ancora un grande successo tra i mortali, ma io non sono un modaiolo e il mio stile è minimalista. Non v’è uno sguardo esterno nel quale io mi specchi e talora mi chiedo dove sia andata a schiantarsi quell’intesa embrionale che mi mostrò più volte i suoi baluginii.
Dalla via di Damasco alla via d’estinzione il passo è più breve di quello che prova a farsi più lungo della gamba, però in qualche modo l’uno è conseguenza dell’altro. Mi affaccio sulla realtà del presente e scorgo residui temporali che vengono dagli antipodi di Crono. Se ogni tanto incontrassi qualche fantasma gli chiederei quanto tempo mi rimane da vivere, ma la mia estrema lucidità mi preclude ogni allucinazione di servizio. Non so cosa mi riservi il domani e dubito che possa prenotare un tavolo per sbracarmi in tutta la mia ontologia. Con i miei simili parlo di cose che ci rendono diversi e ci pongono a distanze siderali. A carnevale lancerò fonemi e il resto dell’anno coriandoli: ne guadagnerà la reciproca comprensione tra me e chi non è me.
Sarebbe bello se certe storture genetiche fossero correggibili a penna e se in virtù di ciò i costi di cancelleria superassero a buona ragione i fondi per la ricerca sulle malattie rare. Fantasticare è un po’ morire, ma pare che anche vivere non faccia bene. Sono contento di me stesso e mi voglio un grande bene, perciò mi reputo un privilegiato. Cosa farei di me se fossi circondato da tante persone e mi mancasse proprio la mia vicinanza? Certo, una cosa non esclude per forza l’altra, ma a me va bene il primato dell’amor proprio. I punti di contatto non sono astrazioni matematiche e non basta teorizzarne l’esistenza affinché essi si palesino: io non ne ho e non faccio mai finta di possederne qualcuno nello scantinato o nell’alto dei cieli. Posso fare un po’ d’import ed export di frasi fatte dai cinesi, ma ormai anche il confucianesimo è inflazionato dalla crescita demografica.

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4
Nov

Tony MacAlpine al CrossRoads di Roma

Pubblicato domenica 4 Novembre 2018 alle 19:58 da Francesco

Ieri sera ho avuto il privilegio di ascoltare dal vivo Tony MacAlpine al CrossRoads di Roma e per la terza volta nelle mie peregrinazioni concertistiche ho ritrovato Stu Hamm al basso: già la sola presenza di quest’ultimo giustifica sempre il costo d’ingresso. Forte anche il gruppo di apertura, gli Ert15: di norma il funk mi annoia oltremodo, ma ieri mi è stato proposto con i dovuti virtuosismi e devo ammettere che tale commistione mi ha esaltato oltre ogni più rosea aspettativa.
Nel corso degli anni mi sono ritrovato di fronte vari virtuosi delle sei (o sette) corde e mi sono piaciuti quasi tutti allo stesso modo per ragioni diverse, ma la performance di MacAlpine e soci la colloco comunque fra le migliori. Tanto gusto oltre a tanta tecnica.
Di bei concerti ne ho molti alle spalle, ma tra le sole esibizioni di grandi chitarristi ricordo in particolare quelle di Allan Holdsworth (per me la più memorabile), John McLaughlin, Frank Gambale, Guthrie Govan (tre volte), Greg Howe, Vinnie Moore, Mike Stern, Kiko Loureiro, Andy Timmons, Neil Zaza, Ralph Towner.
Ringrazio S. V. per le foto. Quella con Stu Hamm l’ho messa direttamente nell’album di famiglia, infatti ne ho fatte più con lui che con il parentado tutto.

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2
Nov

Un ventaglio di inezie

Pubblicato venerdì 2 Novembre 2018 alle 20:38 da Francesco

La comparsa di circostanze avverse rientra pienamente nell’ordine delle cose, ma la sua eventuale sporadicità può essere un elemento inconsueto dietro cui si annidino meriti individuali. Ho avuto modo di contare molte teste di cazzo su questo pianeta, comprese quelle che dovrebbero tenere a freno le loro parigrado e punirle, ma d’altro canto la perfetta sintonia tra le due impedisce alle seconde di ottemperare ai loro doveri. Chi controlla il controllore? Il conflitto d’interessi va bene a tutte le età.
Cerco di restare il più possibile al di fuori di certe dinamiche umane poiché sono deleterie nella società in cui vivo, ma ho un’idea di quanto siano peggiori ad altre latitudini e quali invece siano le loro possibilità in contesti di tutt’altro tenore. Preferisco lavorare da solo la materia prima di cui dispongo, ma non sono vittima di una presa di posizione e invece agisco a tal guisa sulla scorta della mia incapacità di riuscirmi a immaginare in una sinergia che vada nel senso qui taciuto.
Verso l’ora di cena una menade potrebbe anche proporsi di portarmi delle illusioni a casa, ma io, intento a prepararmi il mio unico pasto, non saprei davvero come montarle e non vi riuscirei neanche se avessi le mani libere: colleziono vinili, non persone, quindi non ho niente da offrire e sono pressoché incapace di apprezzare quanto possa ricevere. Preferisco esimermi da un dopo, da un prima, ma soprattutto da un durante. Un tavolo per uno occupa meno spazio di un banchetto nuziale, ma pare che nel divenire non ci sia sempre la possibilità di scegliersi il posto a sedere o quello tra gli astri.

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1
Nov

Maratona di Francoforte 2018

Pubblicato giovedì 1 Novembre 2018 alle 19:29 da Francesco

Domenica ho corso la maratona di Francoforte, ma prima della partenza, durante le mie passeggiate teutoniche, ho avuto modo di contemplare la beltade che è propria della Mitteleuropa. Se potessi mi avventurerei in certe considerazioni e ne rivangherei delle altre a cui la storia ha già dato i suoi responsi, ma voglio evitare che il mio certificato penale diventi un plagio di Mondrian.
Alla vigilia puntavo al record personale, però la gara è stata viziata un po’ dal forte vento e un po’ da una pisciata improvvisa a cui ho dato libero corso verso il sedicesimo chilometro.
Alla fine ho chiuso in 2h41’11”, ossia con una media di 3’50” al chilometro, perciò la mia prestazione mi ha soddisfatto lo stesso e soprattutto mi sono divertito moltissimo! L’organizzazione è stata ottima e l’arrivo davvero epico! Mai visto nulla di simile.
Percorso veloce e un livello di agonismo piuttosto alto che non ha pari in nessuna maratona italiana. Ho fatto un buon negative split, infatti sono passato alla mezza in 1h20’53” e la seconda l’ho corsa in 1h20’19”. È stata la mia 24esima maratona, la 15esima degli ultimi 14 mesi: per la decima volta l’ho finita sotto le 2h45′.
In questa fase della mia vita ho tempo e determinazione, perciò batto il ferro finché è caldo.
Prima o poi stabilirò il mio nuovo record sull’amata distanza, ma sarà lui a trovarmi, quindi non mi affanno a cercarlo e mi godo tutto il divertimento che prescinde dal suo arrivo. Qui la traccia Strava (un po’ imprecisa a causa del mio Polar): https://www.strava.com/activities/1934237912

Una settimana prima della maratona tedesca ho preso parte alla Corsa del Donatore in quel di Grosseto e sono riuscito a coprire i 7 chilometri e 300 metri del percorso in 25’35” tagliando il traguardo come secondo assoluto. Si è rivelato un test interessante poiché nei sette giorni precedenti a questa breve gara avevo accumulato 169 chilometri.
Qui la traccia Strava: https://www.strava.com/activities/1919648919

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20
Ott

Solipsistiche variazioni sul tema

Pubblicato sabato 20 Ottobre 2018 alle 00:38 da Francesco

Esistono forti anomalie nel campo dei rapporti umani, ma lo sviluppo di un Sé coeso garantisce una buona schermatura contro un simile genere di disturbi. Veleggio a metà della mia terza decade, in perfetta equidistanza tra speranze anacronistiche e rese precoci, difatti all’orizzonte non scorgo né una terra né i profili di altri vascelli. Il cielo terso mi ricorda un silenzio imperfetto e pacificatore, invece le piogge improvvise mi fanno venire in mente profluvi di parole inutili e sterili che solo a volte si fanno apprezzare come rumore di fondo.
Comprendo il piacere frivolo di comunicare con altri individui nella vanesia illusione di una qualche reciprocità, però mi lascia perplesso l’urgenza di chi non sappia farne a meno. Non capisco per quale ragione sia indispensabile la considerazione di qualcun altro, come se un messaggio o un’esternazione perdessero i loro significati intrinseci o valessero di meno a causa dell’assenza di un ricevente; come se la misura per l’ingegno di un’opera fosse data dalla sola fruizione di quest’ultima.
M’è caro il concetto di aseità benché io lo trasli dalla scolastica a una dimensione individuale e introspettiva. Senza le luci della ribalta v’è un risparmio energetico d’indubbia portata, specialmente qualora il gioco non valga la ben più ecologica candela, ma non posso negare come, in determinate casi, risulti auspicabile una concentrazione di occhi su certe manifestazioni antropiche e ciò, di norma, per ragioni più valide di quella comunque legittima che sovente scaturisce da un’infantile ricerca di attenzioni.
Nel solipsismo v’è qualcosa di mirabile, ma immagino che una sua applicazione parziale e circostanziata offra più di quanto se ne possa ricavare da una rigida osservanza. Se la realtà fosse statica anche la sua controparte soggettiva potrebbe godere di certezze a lei speculari, ma pare che le cose siano più complicate di quanto ogni pressappochismo sia disposto ad ammettere.

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18
Ott

Parma Marathon 2018

Pubblicato giovedì 18 Ottobre 2018 alle 20:25 da Francesco

Sabato mi sono recato a Parma con la ferma convinzione che non ci sia mai stata un’epoca in cui la parresia sia stata in voga, dunque non confido in un suo revival durante il mio soggiorno su questo pianeta.
Domenica, a due settimane da quella di Ferrara, ho corso la maratona in 2h43’27” e mi sono classificato al quinto posto assoluto su circa 1100 arrivati.
La mia è stata una gara in progressione con tanto di negative split, infatti nella seconda parte ho recuperato tredici posizioni. Durante i primi sorpassi ho anche profuso bestemmie e improperi vari verso chi si faceva allungare i rifornimenti dall’assistenza in bicicletta, in chiara violazione del regolamento FIDAL.
Mi sento in forma, le gambe girano bene e sto cominciando a raccogliere i frutti dei carichi estivi. Ho ancora un ampio margine di miglioramento sotto il profilo alimentare, ma non voglio sottopormi a sacrifici che superino una ragionevole identificazione in codesta disciplina e dunque non mi tiro indietro di fronte al fascino dei pasti che mi preparo o di cui acquisto l’immediatezza. Per l’occasione ho realizzato un video dove ricapitolo in inglese le maratone dell’anno corrente fino a quest’ultima di Parma.

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11
Ott

Ferrara Marathon 2018 e varie

Pubblicato giovedì 11 Ottobre 2018 alle 19:57 da Francesco

Dopo la maratona dell’Alzheimer ho corso altre tre gare: due da diecimila metri e un’altra maratona, quella di Ferrara. Di seguito cerco di ripercorrere in ordine e compiutamente le mie recenti prestazioni, ma soprattutto conto di collezionarne molte altre di cui scrivere nell’immediato futuro.
Domenica ventitré settembre ho preso parte a una gara di dieci chilometri in quel di Grosseto, l’AIPAMM Run, però non ho dato fondo al massimo delle mie possibilità e mi sono limitato a gestire bene le forze per conseguire il terzo posto, difatti gli altri due gradini del podio mi erano preclusi a causa del grande divario presente tra me e i due atleti che mi hanno preceduto.

Il trenta settembre invece mi sono recato a Ferrara per la mia seconda partecipazione alla maratona cittadina e ho condotto una gara molto cauta con una lieve progressione finale. Le condizioni climatiche erano migliori rispetto a due settimane prima e il percorso pianeggiante mi ha aiutato a mantenere un’andatura regolare, difatti non ho avuto la benché minima crisi e ho tagliato il traguardo senza problemi in 2h46’16”: la mia dodicesima maratona sotto le 2h50′. Di sicuro non ho dato il massimo, ma la mia performance mi è comunque valsa il quinto posto assoluto e, grazie a questo piazzamento, ho ottenuto una targa rossa col profilo del castello estense che ben si sposa con la mia stanza, anch’essa rossa. Ancora una volta non ho potuto ritirare il premio in denaro che, se non sbaglio, nel mio caso ammontava a 137,50€ per aver conseguito il quinto posto concludendo la gara sotto le 2h50′: questo è il prezzo che la FIDAL impone a chi come me non ha né vuole una squadra; sono le regole, io le accetto e le rispetto, infatti è stata mia cura far notare la cosa all’organizzazione affinché non commettesse un errore, ma continuo a prediligere la libertà. Ho trascorso una giornata stupenda perché Ferrara è davvero bella e dopo la maratona mi sono mangiato una buona piadina con un grande compagno di avventure podistiche!

A sette giorni di distanza dalla competizione suddetta, ossia la scorsa domenica, ho preso parte a un’altra gara di dieci chilometri a Tarquinia che si è rivelata d’un livello piuttosto alto per essere un evento locale e per tale ragione, col tempo di 35’17”, mi sono classificato all’ottavo posto, terzo di categoria, tuttavia devo anche tenere conto di come mi sono presentato alla partenza, ossia con novantacinque chilometri macinati tra il lunedì e il venerdì successivi alla maratona di Ferrara. Invero speravo in qualcosina di più sotto il profilo cronometrico e contavo di abbattere, seppur di poco, il muro dei trentacinque minuti in quanto è ampiamente alla mia portata. Il GPS (Polar M430) mi ha segnato un passo finale di 3’28” al chilometro, ma su 10200 metri di distanza, quindi o ho sbagliato io la traiettoria del percorso (quest’anno persino omologato dalla FIDAL) o il mio orologio mi ha regalato qualcosa; in ogni caso sono ampiamente soddisfatto e guardo con fiducia alle gare che mi attendono.

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5
Ott

Divina Commedia

Pubblicato venerdì 5 Ottobre 2018 alle 23:07 da Francesco

Dopo molti anni ho trovato il momento giusto per colmare una lacuna verso cui avvertivo un crescente disagio, ovvero un’attenta lettura della Divina Commedia che ho portato a termine poco più d’un mese fa, tuttavia non ho affrontato l’opera di Dante per una questione prettamente umanistica ed è stata invece un’altra la ragione in virtù di cui mi sono risolto a cotanto investimento di tempo, ossia la prospettiva di poterne poi leggere l’interpretazione datane da René Guénon.
Il mio approccio da profano non mi ha fatto sentire entusiasmo alcuno verso i vari rimandi ai personaggi pubblici dell’epoca né alle ripartizioni dei luoghi e tanto meno ai dettagli delle gerarchie celesti, ma d’altronde non mi ci sono affacciato con lo spirito del tempo e forse non ho còlto il valore simbolico di questi elementi per i quali, comunque, non escludo futura contezza. Le suggestioni più sincere le ho tratte dalle descrizioni dei gironi infernali, dei fiumi che là si snodano, delle bolge nell’ottavo cerchio, ma nei riguardi del mio interesse questi ritratti hanno perso d’intensità con l’arrivo al Purgatorio e lo hanno poi riacceso nei primi canti del Paradiso. Immagino che anche tripartire la Commedia in tal modo sia un errore benché essa si presenti effettivamente così, però sono consapevole di come la sua fruizione vada intesa integralmente e di quanto, parti meno avvincenti, siano funzionali per la comprensione di altri episodi legati a doppio filo con esse. Ho gradito oltremodo molteplici terzine e me le sono segnate per ritrovarle all’uopo, ma è stata la tensione spirituale dell’intero viaggio iniziatico ciò che mi ha reso la lettura assai scorrevole.
Ho scelto deliberatamente un’edizione piuttosto essenziale, con poche e indispensabili note, cosicché le spiegazioni non soverchiassero il testo originale, ma desideravo pure le immagini evocative con cui Gustav Doré illustrò l’opera a suo tempo e di cui, secondo il mio gusto, non ne sono mai state prodotte di altrettanto efficaci, così mi sono procurato un libro che le raccogliesse. Soddisfatte quindi le premesse nozionistiche, conto di leggere presto “L’esoterismo di Dante” nella chiave di lettura summenzionata, ossia quella di un’iniziazione, ma con la viva speranza di trarne più di quanto il titolo altisonante lasci presagire.

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