31
Dic

A mia discrezione

Pubblicato lunedì 31 Dicembre 2018 alle 14:45 da Francesco

Una calma quasi irreale mi circonda sotto ogni singolo aspetto e l’imponenza dei suoi silenzi marcia gloriosamente tra i crescenti domini delle mie giornate. Mi trovo a distanza di sicurezza dalle insicurezze altrui e non sono in grado di prosciugare gli oceani per salvare chi vi ci naufraga di proposito. Talora certe suggestioni assumono sembianze molto convincenti e trovano facile asilo in chiunque vi si arrenda per sfinimento. Non di rado vaglio molteplici opzioni solo per constatarne la pericolosità. Quasi mai mi ritrovo al cospetto di scelte obbligate. I miei vuoti vivono soprattutto di vita propria e ogni tanto attingono dalla mia, ma sono formazioni temporali ed esistenziali che non mi recano danno alcuno.
Il mio equilibrio emotivo è soggetto a lievi oscillazioni in quanto non posso affrancarmi del tutto dalla mia natura umana, ma in linea di massima risulta stabile ed è il sottoprodotto di un processo introspettivo; posso metterne a rischio l’integrità e assistere perfino alla sua totale distruzione poiché la conferma della sua autenticità passa anche attraverso ogni sua rinascita, almeno fino al limite che sancisce la morte organica. Non scorgo all’orizzonte il rischio di grandi sconvolgimenti e al momento i miei strumenti non prevedono traiettorie d’impatto. In questo campo le parole affondano e si sedimentano nella propria inutilità, comprese quelle che pretendono di celebrare un requiem alle altre, ossia le presenti. Non v’è doxa che tenga e anche la prassi si fa comunque forte dei suoi limiti. L’anno che verrà invero proviene da più lontano dell’arbitrario concetto a cui si riferisce.

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25
Dic

In questo giorno come in un altro

Pubblicato martedì 25 Dicembre 2018 alle 12:45 da Francesco

Il cielo è terso e il sole, con le sue piacevoli radiazioni, avvolge in un abbraccio termico la mia cittadina. Si avvicendano senza posa giornate serene e placide, un po’ insolite per questo periodo dell’anno, ma io spero che la loro frequenza diventi sempre più assidua. Forse in momenti come questi può risultare più semplice fare i conti con la morte. Vorrei che l’abbandono del mio corpo avvenisse in una mite giornata di una primavera ancora lontana, serenamente, come il naturale epilogo di un’esistenza evoluta.
Sono consapevole della mia transitorietà e di tanto in tanto ne scrivo come ulteriore esercizio di ripasso, per stringerne viepiù la presa di coscienza. Mi trovo in una equidistanza pressoché perfetta da ogni reciprocità e per me sono del tutto alieni i concetti di malinconia e noia. Il famoso ordine delle cose non svela apertamente se stesso, ma le sue sembianze non sono poi così ascose come taluni ritengono: il riconoscimento dei suoi tratti preminenti richiede soltanto il coraggio di uno sguardo che sappia fissarlo per come esso si presenta. Sono aduso a un certo dinamismo e sottopongo il mio corpo a determinati sforzi per seguire una salutare prassi, ma rivendico il movimento anche nel suo arresto e difatti, talora, quest’ultimo avviene su espressa richiesta degli eventi. Sento in me un’energia che enfatizza i meccanismi fisiologici e tanto mi basta per affacciarmi a ogni giorno con gratitudine ma senza pavide riverenze.

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22
Dic

Maratona di Pisa 2018

Pubblicato sabato 22 Dicembre 2018 alle 11:15 da Francesco

Ogni anno che passa il mio rapporto col futuro si attenua e per grazia ricevuta (da me) non devo fare i conti con l’ansia da conservazione della specie: le bombe demografiche sono già cariche a sufficienza, regolate sull’ora della fine, e le cicogne indefesse scaricano napalm in comodi feti.
I tempi cambiano, compresi i miei, infatti domenica nella ridente Pisa ho stabilito il mio nuovo record sulla distanza regina: 2h39’13", ossia una media di 3’46" al chilometro.
Atleticamente sono una monade leibniziana, perciò non devo condividere i meriti con nessuno: viva l’autarchia.
Quest’anno ho corso undici maratone e sono contento che il primato sia giunto nell’ultima gara utile: è stato un bel finale per la mia stagione agonistica.
A Pisa ho avuto un approccio piuttosto aggressivo, una sorta di assalto all’arma bianca, ma stavo bene e la temperatura si è rivelata perfetta per le mie caratteristiche. Ai ristori ho sempre tirato dritto e, come a Genova due settimane prima, non ho assunto né solidi né liquidi durante la gara.
La mia andatura generale ha subìto una flessione verso la fine a causa dell’azione frenante del vento, difatti fino al trentesimo chilometro sono riuscito a mantenere un passo medio di 3’42".

Questi gli intertempi di ieri:

10KM: 36’41"
Mezza: 1h18’18"
30KM: 1h51’24"

Probabilmente arriverò al 31 dicembre con poco più di 4800 chilometri sulle gambe: né pochi né tanti per ambire a certi tempi.

Di seguito riporto la traccia Strava sebbene manchi la registrazione del primo chilometro a causa di un ritardo del segnale GPS: https://www.strava.com/activities/2020906995

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14
Dic

L’uomo e il suo divenire secondo il Vêdânta di René Guénon

Pubblicato venerdì 14 Dicembre 2018 alle 16:23 da Francesco

Nel corso degli anni (o, forse, per perduta memoria, dei millenni ) sono già stati molteplici i miei approcci alla filosofia indiana e alla conoscenza vedica, quindi la lettura dello scritto di Guénon ne ha costituito un’ulteriore tappa.
Sulle questioni metafisiche mi guardo sempre da un’assimilazione letterale e tendo invece a trarne delle interpretazioni simboliche che eludano le sterili critiche di possibili pregiudizi. Talora concetti brevi e densi mi elargiscono ampi spunti di riflessione, sebbene nel mio caso tutto ciò si risolva spesso in una contemplazione da cui non pretendo né risposte né ipotesi affinché essa non tradisca se stessa né la sua funzione più autentica.
Guénon mi ha fatto notare una sottigliezza a cui non avevo mai prestato attenzione, ossia che le parti finali dei Veda, le Upanishad, vanno considerate nel doppio significato di conclusione e scopo. Ho anche còlto l’occasione per chiarirmi un po’ le idee su alcuni aspetti di quella che impropriamente e per mera comodità io definisco gerarchia cosmica, almeno così per com’è stata ribadita ed esposta da Adi Shankaracharya: Brahma come supremo ordinatore, Purusha quale sua espressione nell’uomo (e in rapporto a ogni stato dell’essere) e la correlazione di quest’ultimo con Prakriti in quanto conditio sine qua non della manifestazione.
Piuttosto elementare, ma a mio avviso carica di una semplicità parmenidea, ho incontrato una considerazione di carattere ontologico che ha destato il mio interesse: “Ciò che è al di là dell’Essere è metafisicamente molto più importante dell’Essere stesso”. Tra le varie ed esemplari chiarificazioni da parte di Guénon m’è rimasta particolarmente impressa quella sulla natura distruttrice di Shiva, la quale non è fine a se stessa poiché consiste in un’opera di trasformazione.
Paradossalmente in questa visione non dualistica ho appreso però il duplice significato con cui vanno impiegati taluni termini, per esempio il Sé, qui intesto come il principio degli stati manifestati che può essere anche quello degli stati non manifestati dell’essere.

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10
Dic

Nei dintorni del creato

Pubblicato lunedì 10 Dicembre 2018 alle 22:20 da Francesco

A volte non riesco a vedere più di quanto mi consentano i dieci decimi dei miei occhi e in quei casi rischio di valutare le cose col solo metro di un’ottima vista. Per me lo sconforto è il figlio prematuro della stanchezza, ma io non lo adotto manco a distanza e invero lo trascuro del tutto. Mi piace il clima natalizio benché in ultima analisi non me ne importi nulla, quindi immagino che cotale gradimento dipenda in parte dal retaggio di esperienze infantili. Durante le feste comandate si rinnova in me la piacevole consapevolezza di non avere obblighi verso terzi, difatti non faccio né ricevo regali, ma per il bene dell’economia sono contento che molti altri si prestino a una reticente forma di do ut des.
Cambiano usi e costumi, le persone invecchiano, altre muoiono, ma c’è anche chi ringiovanisce almeno per un po’ dopo una vacanza riuscita. Qualcuno non riesce a vivere bene nei tempi moderni poiché ne intende le dinamiche come se appartenessero ancora al suo passato prossimo o remoto, ma risulta comunque avvantaggiato rispetto a chi non possiede neanche un presente anacronistico.
Non nutro gli animali selvatici né le speranze poiché in entrambi i casi recherei danno a qualcuno, però mi piace osservare il divenire che mi passa ai lati e mi attraversa con il piglio dei neutrini. L’altrui alienazione non suscita in me curiosità ufologiche né d’altra risma. Mi cerco e mi trovo in quello che faccio, senza risonanze dirette, a prescindere dai riconoscimenti o dagli attestati, con un nome di comodo che non mi sono scelto, in un tempo di cui non dispongo completamente e per una durata sulla quale non so fare stime attendibili.

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5
Dic

Dissolvenza

Pubblicato mercoledì 5 Dicembre 2018 alle 21:23 da Francesco

Rammento che agli albori della moneta unica europea taluni profetizzarono guadagni maggiori a fronte di un minore impegno lavorativo per tutti i cittadini dei paesi membri, ma dopo quasi due decadi l’economia continentale ha sconfessato ampiamente quei suggestivi vaticini.
Forse le forze sovraniste e cosiddette xenofobe non avrebbero trovato linfa vitale e sarebbero morte d’inedia se l’Europa, in quanto entità politica, fosse stata percepita da una larga maggioranza di persone quale evidente portatrice di indubbi benefici. Scorgo molta ideologia in chi ancora difende a spada tratta cotale unione e vedo un’inclinazione più pragmatica tra le fila di quanti invece ne contestano i vincoli, tuttavia non mi illudo che tale dicotomia sia perfetta o descriva bene lo stato dell’arte. Non ho le cognizioni necessarie per capire e quindi sostenere le posizioni migliori in materia, infatti a differenza di molti altri io non sono nato con la perizia macroeconomica in comodato d’uso, però non ho bisogno di una laurea in medicina per riconoscere una ferita da taglio.
In buona sostanza la mia opinione è inesistente poiché non ha un humus su cui nascere e svilupparsi, ma ne acquisirei una da terzi se dovessi portare qualcosa all’ultima cena, o potrei anche presentarmici a mani vuote per assecondare il fato funesto di cui talune cassandre sono indefesse annunciatrici.
Appartengo a un’epoca ancora primitiva e l’estensione della mia vita sarà in ogni caso troppo breve per consentirmi di assistere a un salto di qualità, quindi valuto le questioni del mio tempo con la consapevolezza della loro futura obsolescenza. Non sovrappongo attualità e presente poiché la prima si deteriora ciclicamente e il secondo rasenta l’inesistenza.

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4
Dic

Maratona di Genova 2018

Pubblicato martedì 4 Dicembre 2018 alle 11:57 da Francesco

Domenica mi sono presentato a Genova per correre la decima maratona del 2018: ho chiuso al sesto posto assoluto e secondo di categoria in 2h41’38". Meglio del previsto.
Per i primi quattro chilometri ho provato a tenere il passo di Re Giorgio, ma poi ho rallentato un po’ per impostare la mia andatura e ho corso da solo il resto della gara.
Come mia abitudine non ho fatto colazione prima della partenza, ma non mi sono fermato neanche una volta ai ristori perché la temperatura era perfetta: non ho assunto né solidi né liquidi, con buona pace di chi ritiene imprescindibile l’integrazione durante cotali sforzi.
Il percorso era molto nervoso, un continuo saliscendi, però non ho mai avuto il sentore di una crisi perché mi sono gestito bene e difatti nella parte finale la mia falcata rivelava ancora un po’ di brillantezza muscolare. Ho corso meglio ieri che due settimane fa su un tracciato più veloce e semplice come quello di Verona: pazzesco.
Non mi ha pesato neanche la ripetitività dei quattro transiti sulla sopraelevata Aldo Moro, perciò ho avuto per l’ennesima volta la riprova di un’ottima tenuta mentale.
Qui la traccia Strava: https://www.strava.com/activities/1997843072
Qui i risultati: https://www.endu.net/en/events/genova-city-marathon/results

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27
Nov

L’orbita esterna

Pubblicato martedì 27 Novembre 2018 alle 13:31 da Francesco

Le flebili avvisaglie dell’inverno ribadiscono la ciclicità delle stagioni e in quest’ultima colgo il carattere altrettanto periodico d’ogni dinamica umana. Anche se avessi tempo da buttare di certo non lo sparpaglierei alla rinfusa e opterei invece per la raccolta differenziata nella grande discarica della dimenticanza.
In attesa di morire, e senza che in me alberghi alcuna fretta di ottemperare a quest’obbligo biologico, mi chiedo dove e come la vita si dispieghi al di là degli ambienti e dei modi terrestri, ma capisco quanto i miei interrogativi risultino ormai logori e banali, consunti dal tempo.
Mi piace immaginare che sia più facile e proficuo il dialogo tra civiltà aliene rispetto a quello in seno a una singola specie. Faccio molta attenzione alle parole, ma accetto l’incomunicabilità di cui esse sono ambasciatrici e quindi non confido in una loro applicazione pragmatica.
Una lingua madre ha molti figli di secondo letto e l’incontro tra idiomi differenti non si risolve mai in una disputa tra prime donne. Secondo me la ripetitiva meccanicità e la pochezza di certe esternazioni della mia specie sarebbero più autentiche se fossero veicolate dai richiami di altri animali, ma il riduzionismo di cui sono figlie mi pare che comprovi la natura ibrida di chi non sa regredire del tutto né vuole perseguire un’evoluzione individuale. A me interessano poco gli sviluppi altrui e d’altro canto posso occuparmi soltanto dei miei, ma cerco d’inquadrarne i tratti distintivi ogniqualvolta io rischi di orbitare troppo vicino a corpi estranei.  Evito collisioni catastrofiche ed metto radiosegnali che si perdono nel vuoto.

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22
Nov

Il progetto Izdubar

Pubblicato giovedì 22 Novembre 2018 alle 20:18 da Francesco

Con il nome di Izdubar mi diletto a registrare delle tracce ambient per fornire un’ulteriore via di fuga a certe impressioni di cui talora la mia esistenza si scopre madre: mi rilassa la ricerca di suoni che si adattino allo scopo suddetto. Tento senza pretese di praticare la tecnica dell’immaginazione attiva di Carl Gustav Jung, quindi provo a stabilire un ponte tra l’Io e l’inconscio che poggi sulla più salda spontaneità della mia fantasia. Sono le circostanze della mia esistenza che ogni tanto mi spingono a mettermi davanti alla tastiera.
Quest’ultima traccia è nata da alcune mie riflessioni sulla morte durante un brevissimo viaggio a Francoforte e proprio là, davanti a un cimitero ebraico, ho filmato la sequenza statica che si ripete nel video.

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21
Nov

Verona Volkswagen Marathon 2018

Pubblicato mercoledì 21 Novembre 2018 alle 23:06 da Francesco

Sabato mi sono diretto verso le terre scaligere per correre la Verona Marathon e lungo le zone meno centrali mi sono divertito a cogliere l’occasionale presenza delle croci uncinate sull’arredo urbano. L’altrui copulazione ha conciliato il mio sonno, infatti ho pernottato in una camera dalla quale ho udito il suono della concupiscenza. Il coito, questo sconosciuto.
Per me è stata una maratona sperimentale il cui esito si è rivelato pari a quello dell’incontro tra acido nitrico ed etanolo, simile alla comparsa di un bel segmentation fault durante il debug di un programma o affine all’inserimento forzato di molteplici etnie in un contesto omogeneo.
Ho puntato al personale con l’idea del negative split e quindi sono passato alla mezza in 1h20’15” per accelerare nella seconda parte, ma al trentunesimo chilometro ho capito che non ce l’avrei fatta ad abbattere il muro delle 2h40’ e poi negli ultimi cinquemila metri ho proprio tirato i remi in barca per non stressarmi troppo, quindi sono riuscito a finire bene in 2h44’13”. 27° su circa 2050 arrivati: per me è stata la nona maratona del 2018. Di sicuro non sputo su un’altra sub 2h45′, anzi! Ieri comunque v’erano le condizioni ideali per correre: temperatura perfetta.
Ormai la mia politica è quella di provare a migliorare il mio record su quei percorsi a cui io riconosca la fattibilità dell’impresa, ma ricorro a una sorta di manovra evasiva ogniqualvolta non vada tutto per il verso giusto e così riesco a collezionare lo stesso delle buone gare senza devastarmi fisicamente.
A breve correrò una maratona tutt’altro che veloce a cui mi sono iscritto per il piacere di scoprire un tracciato nuovo, e l’ho preferita a una più veloce nella quale l’anno scorso feci molto bene, quindi là non cercherò la prestazione della vita, ma verso la fine dell’anno proverò ancora a vedere un tre nelle decine dei minuti.
Qui la traccia Strava:

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