27
Feb

Il mio vigore

Pubblicato lunedì 27 Febbraio 2006 alle 21:36 da Francesco

In questi giorni non faccio altro che correre e alzare pesi. Avverto qualche dolore al collo e alle spalle perché non sono ancora abituato ai nuovi ritmi di allenamento che mi sono imposto. Cerco di incanalare nello sforzo fisico tutta la mia rabbia latente; in psicologia questo processo si chiama sublimazione. Sono stanco e solo, ma riesco ancora a sollevare la testa. Non ho mai mandato SOS di fumo con la nicotina, non ho mai versato il mio senso di vuoto sulle rive dell’alcol, non mi sono mai dilettato con le droghe, non ho mai affidato la mia vita alla follia della religione, non ho mai potuto fare affidamento su amicizie invisibili, non ho avuto un padre benché io non sia orfano e non ho mai conosciuto le dolci cure di una qualsiasi forma d’amore. Trovo che tutta questa negazione sia un’occasione per dimostare a me stesso la mia forza e la mia resistenza. Tutti i rifiuti che ho ricevuto non mi hanno fatto diventare un individualista, ma hanno accresciuto in me la convinzione che occora essere almeno in due per rasentare la felicità. So che esistono sentimenti splendidi e non sarà certo una diffusa ritualità, che accetta solo il lato carnale e d’interesse di ogni situazione, a convincermi del contrario.

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26
Feb

Io, un trisavolo

Pubblicato domenica 26 Febbraio 2006 alle 19:38 da Francesco

La Terra ha invertito il suo moto rotatorio, l’eugenetica ha sorpassato il confine della ragione e ha riscritto il genoma umano. I libri di geografia descrivono l’unico continente sopravvissuto alle acque; l’ultima Atlantide del nostro sistema solare. Città fatiscenti, lugubri, popolate dall’istinto e protette dalle leggi della selezione naturale. Non esiste più la nebbia, solo i vapori tossici e le polveri delle rovine urbane trovano ancora posto nella troposfera. Vecchi televisori rovesciati mostrano la vacuità mediatica del ventunesimo secolo e oggi come allora sono i più deboli a seguire con vana speranza le antiche repliche di Canale 5; si apre il sipario sull’ultimo show. Non esistono più ideali, religioni o differenze etniche; l’unico credo è quello dei carnivori. Le droghe sono state surclassate dalla realtà. Esseri non più umani si accoppiano per cibarsi della loro prole. In un vicolo impenetrabile continua a girare un vecchio vinile, ma non c’è più nessuno che possa percepire la sua melodia. Questo non è il futuro, ma solo una proiezione del mio trisavolo. Egli si faceva chiamare Team84 durante i primi anni del secondo millennio. A distanza di tanto tempo mi piacerebbe che vedesse il ventiduesimo secolo e la nuova speranza del genere umano.

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26
Feb

Un’altra notte

Pubblicato domenica 26 Febbraio 2006 alle 03:48 da Francesco

Ho trascorso un paio di ore in compagnia di due conoscenti di lunga data; ho respirato un po’ di fumo passivo e mi sono fatto qualche risata. In questo momento la mia mente è disabitata perché nessun pensiero riesce a viverci abusivamente. Il tronco del mio corpo tenta di seguire le note isteriche di “Sweet Sue, Just You” di Miles Davis. Nei prossimi minuti ho intenzione di guardare un film, bere del thè, sistemare più volte il cuscino e lasciare che la mia quiete apparentemente solipsistica mi culli. È improbabile che io abbia raggiunto la pace dei sensi a ventuno anni e mi auguro che tutta la mia attuale tranquillità non sia altro che il preludio di meravigliose difficoltà; una rotta impervia per raggiungere l’eldorado emotivo. Il tempo è un nemico che avanza lentamente, ma non lo temo perché so che può diventare un prezioso alleato quando l’assetto degli eventi muta radicalmente. È notte e credo che tanti non sappiano che possono essere lieti da un momento all’altro.

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25
Feb

Il solito, grazie

Pubblicato sabato 25 Febbraio 2006 alle 17:27 da Francesco

È sabato pomeriggio e molti stanno facendo i preparativi per i bagordi della notte. Io, come al solito, non ho in programma nulla per il sesto giorno della settimana. Forse più tardi uscirò e inizierò a vagare senza meta per le strade della mia cittadina, nelle vesti del Kerouac di provincia o del Bukowski sobrio. So già che scambierò occhiate di indifferenza con i miei coetanei e con pittoreschi personaggi ormai vegliardi. Devo ammettere che alcune volte mi piace camminare con il senso di vuoto che mi avvolge, perché mi fa credere di essere un derelitto in attesa del suo necrologio sgrammaticato. Non sono un pessimista e un po’ mi dispiace. Non riesco a trattenermi da un’ilarità immotivata solo per preservare l’alone di carenza umana che mi caratterizza e perciò rido di me stesso e degli altri, bestemmio ricercando la tipica cadenza toscana e mi gusto tutte le mie scariche sarcastiche. Quest’oggi mi piacerebbe scambiare effusioni davanti a un camino, ma per ora riesco solo mercanteggiare legna in cambio di un fuoco che non riesce a scaldare il mio eremo interiore.

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25
Feb

Prima dell’esordio

Pubblicato sabato 25 Febbraio 2006 alle 02:40 da Francesco

Sento la mancanza delle mie sembianze fetali. Vorrei tornare nel grembo materno, aggrapparmi al cordone ombelicale e gioire nella mia forma prenatale. In questi giorni non c’è calore umano, la trincea è sempre più fredda e attorno al vuoto si dilatano distese di ghiaccio a perdita d’occhio. Mi diletto a guardare la caduta dei rami e gli affreschi provvisori delle nubi. Non so più parlare e il mio fucile semiautomatico non ricorda come si spara. Non sono di stanza al fronte. Sono di stanza nella mia stanza. Il tic tac di un orologio invisibile mi ricorda un impegno notturno: una breve corsa lungo le mura di ponente per tenermi in forma. Vorrei scolpire una nuova vita sulle rughe che mi aspettano e poi guardarmi allo specchio durante le prime luci di una qualsiasi domenica mattina.

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24
Feb

Grafia serale

Pubblicato venerdì 24 Febbraio 2006 alle 21:47 da Francesco

Mi sono alzato alla quattro di pomeriggio e ho passato le ultime cinque ore ad ascoltare musica. In questo momento mi sto godendo le note distorte di “Scum”, un album leggendario dei Napalm Death. Più tardi uscirò a correre nonostante faccia molto freddo. Per me febbraio è stato un mese statico e mi chiedo se anche marzo seguirà le orme dell’indolenza. Tra due o tre mesi avrò la patente e forse mi recherò in Normandia per dare un’occhiata all’Atlantico. Mi piacciono i caselli autostradali, gli autogrill, il traffico serale, le frequenze disturbate dell’autoradio e il continuo scorrere del guardrail. Non ho nulla di cui preoccuparmi, almeno non al momento. Sono tranquillo, mi godo la placidità del mio tempo, ma mi rendo conto di non essere completo. Ho bisogno di un’evasa da un gineceo per lambire la felicità.

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24
Feb

Il riposo dell’alba

Pubblicato venerdì 24 Febbraio 2006 alle 05:34 da Francesco

Tra qualche minuto poggerò il culo sul letto, poi mi stenderò e chiuderò gli occhi come sotto anestesia. Di rado riesco a svegliarmi completamente riposato, forse perché non mi stanco mai del tutto. Fuori è ancora buio nonostante io voglia vedere le prime luci del giorno. Vorrei che le giornate italiane fossero identiche a quelle dei Poli: sei mesi colmi di luce e sei mesi avvolti nella notte. Per le ore a venire non ho in programma nulla di particolare e sono convinto che anche questo venerdì trascorrerà in sordina. Alle volte è divertente vivere di morte apparente: lo giuro. Concludo la giornata con un sorriso, do una pacca sulle spalle al mio guanciale e censuro i miei sensi per le prossime nove ore.

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24
Feb

Masturbazione

Pubblicato venerdì 24 Febbraio 2006 alle 02:41 da Francesco

Mi masturbo almeno una volta al giorno e sollecito la mia eccitazione con immagini digitali di veneri disinibite. Spesso parlare di masturbazione provoca un imbarazzo ingiustificato, forse dovuto a una mentalità antiquata. Le protagoniste delle mie fantasie sono donne quarantenni con corpi imperfetti. L’idea del coito con una donna matura provoca in me una forte eccitazione perché fa perno sul gap generazionale. Nella realtà non riuscirei mai a fare sesso con una fanciulla più grande di me, perciò tutto quello che riguarda la mia libidine nei confronti delle donne mature è legato unicamente alla sfera del chimerico. Per me la masturbazione è un getto di liquido seminale che espelle lo stress e rende i coglioni più leggeri: è un’occasione quotidana per incontrarsi con la propria sessualità.

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24
Feb

Libertà dispotica

Pubblicato venerdì 24 Febbraio 2006 alle 01:06 da Francesco

Non ho responsabilità, non ho impegni, non ho orari da rispettare né persone a cui rendere conto. Non faccio un cazzo dalla mattina alla sera, ho molto tempo a mia disposizione e pochi modi per impiegarlo. Ogni giorno ho un enorme surplus di ore. Alla luce di tutto questo credo di potermi definire libero. C’è un problema: cosa me ne faccio di cotanta libertà? Voglio delle catene, ma non troppo strette: voglio essere schiavo della passione e di tutti gli eventi che gravitano attorno a questa creazione invisibile degli esseri umani. L’abbdondanza di libertà è stata un’ottima palestra per temprare il mio carattere, ma è arrivato il momento di liberarmene. Penso che passare tutta la propria esistenza ai confini della libertà sia la massima espressione di nichilismo: non credo che ne valga pena. Aspetto la mia grande occasione senza certezze di consegna. Se fossi nato in India, tra le mura di una fatiscente fabbrica di palloni, non la penserei allo stesso modo; ovvio, no?

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23
Feb

Facoltà chilometriche

Pubblicato giovedì 23 Febbraio 2006 alle 22:48 da Francesco

Oggi sono andato dal mio dentista per una breve seduta di igiene orale e sono tornato a casa percorrendo dodici chilometri a piedi. Il tempo non era dei migliori, infatti alcune gocce d’acqua hanno arrestato la loro caduta sul mio cranio. La pioggia è l’unica ossessione che mi aggrada. Ho camminato lungo strade poco frequentate, strade sterrate e fangose, popolate dal vuoto e decorate con antica immondizia. Le mie riflessioni piovane sono state incentrate sull’infinità di persone che mi sono lasciato alle spalle e sono continuate con l’abbandono dell’amarcord in favore di visioni lisergiche totalmente naturali. Mi sono immaginato in un corpo ibrido, in grado di raggiungere le profondità oceaniche senza difficoltà e con la capacità di vedere nell’oscurità. Mi trovavo negli anni ottanta e fluttuavo accanto a un sommergibile dell’URSS nelle acque dell’Atlantco. Mi piacerebbe aprire i mari per rovistare tra i relitti, saltando, correndo e pisciando sul fondale non più umido: passeggiare nella Fossa delle Marianne come lungo gli Champs Elysèe.

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