21
Mar

Equinozio di primavera

Pubblicato martedì 21 Marzo 2006 alle 12:41 da Francesco

Il primo vento primaverile sta spirando in questa giornata satura di nubi. Dannazione, i vetri della mia finestra sono ancora sporchi perché ho dimenticato di pulirli. Tra qualche mese giungerà l’estate e le strade di Orbetello saranno riempite da padri dalla cadenza romana, dalle loro figlie con i culi coperti dai tanga e da signore non più giovani in preda al desiderio di spendere e spandere. Non ho nulla in programma per l’estate tranne il solito invito dell’ozio. Una di queste notti mi piacerebbe immergermi nelle acque termali di Saturnia e restare a galla almeno tre quarti d’ora. Oggi è il sassofono di Kirk Whalum che mi tiene compagnia prima del desinare. Osservando la mia foto ho notato che ho le guance un po’ scavate e forse è meglio che io riprenda un po’ di peso prima di iniziare una partita a scacchi con l’anoressia. Evidentemente mi alleno troppo e non rifornisco abbastanza il mio organismo, tuttavia con la perdita di peso non ho avvertito una perdita di forza e mi chiedo come mai; probabilmente mi darò la risposta in una vita futura, quando sarò un nutrizionista. Mi avvicino sempre di più ai miei ventidue anni e lo faccio, per fortuna, con somma serenità. Mi fa ridere la mia ultima frase perché sembra quasi che io veda i miei ventidue anni come un vecchio vede vicini i suoi ottanta.

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20
Mar

Ilarità

Pubblicato lunedì 20 Marzo 2006 alle 19:18 da Francesco

Questo mondo mi offre tante occasioni per ridere. Molti tentano di mettere in scena spettacoli melodrammatici, ma io percepisco i loro atteggiamenti come cabaret. Non riesco a trattenere la mia ilare di fronte alle ostentazioni di problemi irreali che spesso non sono altoro che un espediente per attirare l’attenzione. Credo che sia normale desiderare la considerazione delle persone, ma i miei muscoli non possono fare a meno di contrarsi in risate spasmodiche davanti agli escamotage di certi individui. Persone che tentano di vestire i panni dei personaggi più variegati: alcuni profetizzano, altri dispensano consigli su questioni a loro sconosciute, altri asseriscono di essere condannati a una vita di supplizi e altri ancora tentano di mettere in mostra qualità che non possiedono. Ci sono molte sfaccettature, io ho riportato solo quelle che ho visto nel corso della mia giovane vita. Penso che molti non riescano ad accettare la propria nullità e tentino in tutti i modi di affermarsi. Per me la nullità non è qualcosa di spregevole, non intendo dare un’accezione negativa al termine. Io mi sento una nullità, ma sto bene e credo che questo sia l’importante. Non mi interessa essere osannato o ricordato, non rincorro onorificenze né altri tipi di riconoscimenti, ormai non mi preoccupo nemmeno più di assicurarmi che gli altri conoscano la mia vera personalità; io sono sempre pronto a svelarla, ma non a perdere il sonno né la veglia per tentare di spiegare i miei comportamenti. Non temo più di essere frainteso e in questo modo proteggo la mia quiete e l’integrità dei miei testicoli. Continuo a ridere e a divertirmi perché la comicità umana è vasta e talvolta, ovviamente, rido anche di me stesso.

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20
Mar

Nottetempo

Pubblicato lunedì 20 Marzo 2006 alle 00:23 da Francesco

John McLaughlin suona per me le note di “When Love Is Far Away”, un ottimo pezzo che si intona con la mestizia notturna. È una malinconia romantica e passeggera, come un attimo di pioggia a ciel sereno. Sono estasiato senza un motivo particolare e provo la strana sensazione di essere nato tanto tempo fa. Mi fermo un attimo, bevo un po’ di acqua dal collo della bottiglia e penso a come proseguire queste righe. Un anno fa camminavo spesso tra le strade notturne della mia cittadina e talvolta ero accompagnato dai latrati dei cani randagi e dalla sagoma della volante di turno. “Documenti prego”, mi è stato chiesto più di una volta. Orbetello è meravigliosa perché sembra che galleggi sull’acqua. Merda, non sto seguendo un filo logico, ma non credo che sia grave. Forse questo breve scritto non è altro che un monologo evaso dalla mia mente e trascritto da una mia volizione creativa a ritmo di fusion. Forse voglio dare troppi motivi stilistici alle parole che incastro con la tastiera. Forse, e sottolineo forse, è meglio che io mi faccia una fotografia per soddisfare il mio narcisismo ingiustificato. Immortalerò il mio volto al prossimo risveglio.

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19
Mar

Immagini animate e sudore

Pubblicato domenica 19 Marzo 2006 alle 19:54 da Francesco

Sono appena uscito dalla doccia. Ho trascorso la seconda parte del pomeriggio come avevo programmato: cyclette e pesi davanti agli episodi di City Hunter. Mi piace la stanchezza leggera che transita nelle mie ossa, produce una variante della dolcezza che latita dalla mia esistenza e compensa la mia mancanza di effusioni. Oggi mi sono fatto la barba e ora ne approfitto per toccarmi il viso; le mie dita accarezzano le guance con un po’ di innocenza e con un po’ di malizia legata all’autoerotismo. In questo momento mi piacerebbe cingere il girovita di una baccante speciale e preparare con lei una cena semplice e gradevole al gusto. Le mie proiezioni fantastiche, che elaboro con cadenza fissa, possono sembrare sintomo di dissociazione mentale, ma ho la presunzione di credere che pochi come me abbiano i piedi ben saldi sul filo della realtà. Non mi sottraggo mai al confronto con gli altri e sono sempre pronto a mostrare la nudità del mio carattere. Nel bene e nel male voglio che il mio viso sia l’effige delle mie azioni, per questo non mi nascondo dietro l’anonimato che può offrire la società moderna. Ho conosciuto persone che asserivano di disprezzare l’ipocrisia, ma la realtà e la sua concretezza hanno dimostrato che quelle persone erano le prime a mentire a loro stesse. Non esiste ipocrisia nella società, come tanti finti ribelli brufolosi asseriscono, esistono solo collettivi di stronzi, come forse è giusto che sia nell’equilibrio morale dell’uomo. Una pizza margherita è pronta sulla mia tavola. Concludo con un importante avvenimento odierno: mi sono ricordato di masturbarmi.

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19
Mar

Speaking with my monitor

Pubblicato domenica 19 Marzo 2006 alle 14:58 da Francesco

Candy Dulfer, una sassofonista trentenne tanto incantevole quanto talentuosa, mi accompagna in queste prime ore pomeridiane con il sound di “Big Girl”, un suo album datato 1996. Oggi ho intenzione di sudare molto: pesi e cyclette a gogò. Tra qualche giorno inizierò la pratica di scuola guida e credo che dovrò affrontare l’esame prima della fine di aprile; mi auguro di passarlo al primo tentativo come è accaduto per quello di teoria. A me non serve la patente B perché la natura mi ha già dato la licenza di andare dove voglio. Il cielo è oscurato, ma io continuo a coltivare la quiete. Sono quasi le tre di pomeriggio e non ho molte parole da dispensare, nonostante la mia fantasia possa partorirne a quantità industriali; evidentemente non è il momento di lasciare che le parole proliferino lungo queste righe invisibili. Devo ricordarmi di masturbarmi, è qualche giorno che mi passa di mente. Affiggo l’ultimo punto e mi preparo a dare il via alle ghiandole sudoripare.

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18
Mar

Lady eutanasia

Pubblicato sabato 18 Marzo 2006 alle 22:55 da Francesco

Sono a favore dell’eutanasia. Purtroppo nella mia nazione la pratica della morte dolce è illegale. Credo che l’Italia sia lontana dalla condizione di stato laico e da un sano processo di secolarizzazione. Le mani oscure del Vaticano sembrano gestire i fili della politica tricolore quando essa si trova a legiferare su questioni care alla Santa Sede. Penso che l’influenza cattolica, a mio avviso di matrice medioevale, talvolta riesca a suggellare anche le menti di coloro che si professano atei o addirittura anticlericali. Perché non sono libero di decidere se, a seguito del grave decorso di una patologia, morire o continuare con l’accanimento terapeutico? Un fedele ovviamente non ricorrerebbe mai all’eutanasia, dunque non vedo perché negare, a chi come me non ha fede in nessun mito religioso, la possibilità di decidere sulla propria sorte. A me sembra evidente che il diniego dell’eutanasia abbia radici nella triste tradizione parrocchiale di menti ristrette e retrograde. Vorrei che fosse ridimensionato il ruolo della religione nel mondo. Capisco l’importanza di questa istituzione per tutte quelle persone che hanno bisogno di rassicurazioni celeri sulla vita e sulla morte, ma queste raccolte di fandonie metafisiche non dovrebbero condizionare la libertà individuale di chi non le accetta e vuole continuare a non accettarle. Ovviamente chi ha denaro può decidere del proprio destino con un volo low cost per l’Olanda, mentre chi non può spendere cartamoneta per assicurasi un semplice diritto è costretto al supplizio inflitto dall’atroce ingerenza religiosa che governa sopra la ragione. Per fortuna ogni cosa ha una genesi e una fine: un giorno i simboli oggi considerati sacri verranno studiati sui libri di storia come feticci di un popolo ignorante.

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18
Mar

Cerimonia tra due estranei

Pubblicato sabato 18 Marzo 2006 alle 13:58 da Francesco

All’improvviso mi trovo tra le pareti di una chiesa gotica, per confondermi in mezzo agli altri avventori mi siedo sulla prima panca che adocchio e inizio a comportarmi con nonchalance. Mi guardo attorno cercando di non destare sospetti e mi accorgo di essere in presenza di un matrimonio. Alla mia destra siede una signora grassa che indossa un abito vistoso. Questa grossa palla di adipe femminile mangia dei biscotti al cocco e ne espelle le briciole dalle sue cavità orali con una risata stridula e continua. I suoi occhi minuscoli tradiscono i suoi veri sentimenti: all’interno dei suoi bulbi oculari si riflettono tempeste ormonali e risentimenti atavici. Volgo il capo a sinistra e noto che il sagrestano, zoppo e trasandato, percorre con passo sbilenco la via fino all’altare. La sposa non indossa il velo nuziale, ma una corona arrugginita con l’effigie di un teschio. Lo sposo è nudo e porta sul suo capo un elmetto delle SS. Il sacerdote benedice la coppia con una vistosa ritualità manuale e termina la breve liturgia sferrando un pugno a un chierichetto; la folla laica ride tra le correnti d’aria provocate dallo sventolìo dei ventagli, mentre il ragazzino rimane a terra agonizzante. Approfitto dell’ilare generale e scatto verso l’uscita. La chiesa si trova sopra una cascata e io cado dentro le acque di essa in attesa di farmi trascinare verso la prossima proiezione.

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17
Mar

Disorganicità linguistica

Pubblicato venerdì 17 Marzo 2006 alle 23:05 da Francesco

Oggi ho terminato la lettura de “I Rifugi della Mente” e ho iniziato a sfogliare le pagine de “La Solitudine del Morente”. In questo momento sto ascoltando l’estro jazzistico di Gregg Bissonette. Mi piacerebbe avere orecchie con le quali sopportare il fracasso notturno dei vagoni ferroviari, occhi per vedere le anime in attesa dentro le stazioni; attese inutili, per molte persone l’ultimo treno è già partito da anni. Vorrei essere parte dell’etere per pitturare nella mia mente gli ultimi istanti di un disastro aereo. Se fossi sabbia scruterei le operazioni belliche in Iraq. C’è molto voyeurismo in me. In questo istante mancano dieci minuti alle undici di sera e io sto bene. Non mi interrogo più da giorni sulle cause del mio benessere interiore, lascio che esso mi culli e mi mostri la sua placenta. Ogni tanto lascio che la mia mente passeggi in mezzo al cimitero dei vivi che mi sono lasciato alle spalle; mezzo crisantemo per ogni lapide e niente di più. Non ho una lista nera, non posseggo più rancore e quasi stento a crederci. Per me il tempo è una cura poderosa, perché oltre a tamponare le emorragie dell’Ego permette di rinforzare i tessuti morali di quest’ultimo. Credo che l’isolamento sia una condizione transitoria che a volte può durare tutta una vita, ma c’è una cosa di cui sono certo: preferisco un isolamento ab aeterno a qualsiasi ballo in maschera.

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17
Mar

Impatto serale

Pubblicato venerdì 17 Marzo 2006 alle 11:39 da Francesco

Un auto con a bordo quattro ragazzi si è schiantata presso una strada della mia provincia. Un incidente mortale per l’autista, un mio coetaneo, un impatto serale come ne avvengono tanti sulle corsie italiane. Non riesco a fingere di essere dispiaciuto. Inoltre non ho molto rispetto per il lutto perché vivo la morte come un fenomeno naturale, anche quando essa si presenta senza avvisare. Ogni giorno molte vite vengono troncate e credo che questa non sia altro che selezione naturale. Qualche riga più sotto parlo di finto cinismo, ma io non fingo insensibilità nei confronti del decesso, posseggo semplicemente un altro modo di rapportarmi al termine dell’esistenza umana. Mi intimorisce la morte, ma allo stesso tempo mi eccita perché la vedo come un possibile punto di svolta o come la cessazione di ogni cognizione. Io non ho fede in alcuna religione, ma non nego la possibilità di un’altra forma di vita dopo la morte perché non ho elementi per confutare questa ipotesi. Non credo ai poteri medianici né alla spiritualità, così come non credo a chi esclude a priori la possibilità di continuare la propria esistenza dopo la scomparsa fisica. Attendo la risposta cercando di valorizzare le ore della mia vita e rincorrendo un sentimento immortale che è solito fuggire da me. In questo momento immagino il macabro spettacolo di un incidente stradale: lamiere deformate che penetrano la cute e sfregiano alcune ossa, sangue arterioso espulso dal corpo come il getto caldo di un geyser, flashback che illuminano la psiche, i lamenti delle sirene e i rantoli dei moribondi. Oggi è una bella giornata, il sole è alto e splendente: complimenti a tutti coloro che sono ancora vita.

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16
Mar

Falso cinismo

Pubblicato giovedì 16 Marzo 2006 alle 16:03 da Francesco

Riesci a ingannare tante persone con la tua dialettica. Molti credono alla tua apparente insensibilità e pensano che tu non possa vedere oltre l’orizzonte del tuo cinismo. Non mi freghi, pezzo di merda. Lo so che hai un cuore divelto e che tenti di curarlo con un’apparente insensibilità. Ti senti rinvigorito quando le persone sottolineano il tuo atteggiamento sprezzante, ti senti fuori dall’ordinario, al di sopra delle persone comuni. Spiacente: non è così. Che tu sia uomo o donna, finto cinico o finta cinica, sappi che fai parte di un triste popolo martoriato dall’eccesso di amor proprio. Cerchi di sfogare la tua frustrazione e le tue delusioni senza tenere conto delle conseguenze, ma so che sei solo una vittima e non un carnefice. Il sadomasochismo fa la guardia alla tua psiche, mentre affronti un ennesimo esame di coscienza accontentandoti di un 6+. La società che ti circonda ti sembra cruenta e pensi che sia meglio uccidere moralmente piuttosto che essere uccisi. Non funziona così. Per quante tacche tu possa segnare sul tuo fucile emotivo non riuscirai mai ad annientare la verità che giace sul fondo della tua angoscia. Puoi mascherare il tuo mal di vivere con l’arroganza e la prepotenza, ma non riuscirai mai a impedirmi di scrutare il nido della tua pena. Non posso risolvere la tua vita e anche se potessi non lo farei perché sta a te levarti la corona di spine. Ti auguro buona fortuna, che tu sia un messere alfiere del cinismo o una milady che con il cinismo amoreggia nel suo io.

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