7
Mag

Bloody Sunday

Pubblicato domenica 7 Maggio 2006 alle 17:03 da Francesco

Sono sveglio da meno di un’ora e non ho grandi progetti per questa giornata. Sto ascoltando “Funky Technician” di Lord Finesse & DJ Mike Smooth: piacevoli sonorità hip hop per iniziare la mia domenica. Anche oggi la cronaca mantiene le sue truci promesse quotidiane: morti ammazzati, incidenti, attentati e gossip. Tra le pagine insalubri di Tgcom ho scorto una notizia interessante che campeggia sull’home page del sito da alcuni giorni: mi riferisco all’apertura di un bordello berlinese riservato ai maschi vergini. Probabilmente mi recherei in Germania e pagherei sessanta euro per la prima mezz’ora di sesso della mia vita se il mio Super-Io fosse in grado di scindere il coito dall’amore o viceversa: questo significa che durante i prossimi mondiali, che si svolgeranno in Germania, io mi masturberò durante gli intervalli delle partite. In realtà ho scritto le ultime locuzioni per sottolineare un’ennesima volta la mia impossibilità di chiavare senza l’egida di un sentimento appassionato. È dai tempi della Juventus di Vialli e Ravanelli che non seguo assiduamente lo sport nazionale, tuttavia cercherò di non perdere nemmeno una partita della kermesse dei mondiali di calcio; so già che mi mancherà la telecronaca impeccabile di Bruno Pizzul. Faccio un passo indietro e torno alla cronaca. Pare che un certo Lucio, un uomo di trentaquattro anni, sposato e con due figli, abbia ingravidato e poi ucciso una ragazza di diciotto anni. Questo è uno dei tanti fatti di sangue che si verificano puntualmente. Chi ha la pazienza di mettersi a contare gli uomini sposati che hanno relazioni con femminucce sedicenni che potrebbero essere le loro figlie? Ci sono uomini over trenta, talvolta villosi e stupidi, che intrattengono relazioni con minorenni ingenue e sfortunate. Penso che questo tipo di relazione sia la trasgressione più banale che possa essere perpetrata nell’occidente annoiato. Chissà quanti SMS compromettenti stanno viaggiando nell’etere. Mi annoiano questi aneddoti tragicamente passionali perché ritengo che si assomiglino troppo tra loro per intrattenermi, ma non posso esimermi dal commento di alcune delle loro meccaniche.

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7
Mag

Deformità variabile di un poliedro verbale arzigogolato

Pubblicato domenica 7 Maggio 2006 alle 04:31 da Francesco

Sono rasato e non indosso né càmice né camicie di raso. La mia sedia sa di sedimento umano e se la dimentico la mia identità rimane identica. Il mio unico vizio è l’ozio di cui non sono mai sazio. La masturbazione non è turpe: chiedere alle truppe. Non serve un oracolo per calcolare quando eiaculo: scorgo precocità nel mio scroto scorbutico. La mattina è un mattatoio se mi alzo e sobbalzo per un corridoio corroso da corredi e da corde vocali cordiali. Mi ricordo i cardini di un cardinale cardati da un cardiochirurgo codardo. Gli inni suonano tutti gli anni, tutti gli anni alcuni alunni studiano gli Unni, mentre io m’impegno per un disegno indegno di Minnie. La mia mano è una manna mandata, mi hanno detto, da mandolinisti ben vestiti. Musicisti senza muse e senza pause che capitano nelle case e lasciano cadere delle cose: così accade che ogni dècade il sonno dei sogni decade. Non è scrittura scaltra scritta da un circense circoscritto: è un arzigogolo relegato a regole irregolari per il realismo di Gogol’ o per il fascino del fascismo del gol. Mestruo magenta vicino a un’agenda sullo sfondo plumbeo: palombari anomali e bipedi in parte calamari per regressioni complementari in situazioni elementari. A sud del Cairo ormai c’è una meta cara alle cariche caricate sulle carcasse camminanti: kamikaze deambulanti tra ambulanti, ambulanze e mattanze sonnambule. Concludo collidendo contro un chiodo.

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6
Mag

Melodramma e ilarità

Pubblicato sabato 6 Maggio 2006 alle 20:19 da Francesco

Ieri sera è venuto un tipo a casa mia che mi ha parlato dei suoi problemi amorosi e io ho approfittato delle sue parole per farmi qualche risata. Per me le persone che danno toni epici alle scelte sentimentali rappresentano delle ottime fonti di ilarità. Ogni tanto odo dei discorsi sull’amore che mi sembrano estrapolati da una puntata pilota di Dawson’s Creek, ma ciò che mi sollazza non è tanto il contenuto di questi discorsi quanto le espressioni facciali delle persone che esplicitano il proprio punto di vista con un impeto simile a quello delle vecchie televendite di Vanna Marchi. Credo che le persone talvolta amino complicarsi la vita per immedesimarsi in improbabili fotoromanzi. Penso che sia controproducente affrontare certi discorsi con perfetti estranei e nasconderli alla propria metà. Se una menade avesse in affitto il mio battito cardiaco io non le nasconderei mai nulla: perché dovrei legarmi a una persona per ingannarla? Talora certe persone tentano di allestire melodrammi e pantomime, ma spesso le loro rappresentazioni non sono altro che brevi spettacoli di cabaret. Penso che la vita abbia due tipi di difficoltà: il primo tipo riguarda l’ambiente e le condizioni in cui vive l’individuo, mentre il secondo tipo concerne gli ostacoli che l’individuo si pone durante la propria esistenza. Ho notato che molte delle persone da me conosciute in questi anni adorano prepararsi corse a ostacoli che talvolta non riescono a completare. Sono contento di non essere un centometrista, nonostante io sia in grado di correre velocemente. Adesso vado a chetare la mia fava.

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5
Mag

Chiamate 899

Pubblicato venerdì 5 Maggio 2006 alle 23:32 da Francesco

L’estate scorsa avevo circa cinquanta euro di credito sul cellulare, ma non avevo nessuno da chiamare, così decisi di intrattenermi con le linee erotiche che sovente popolano i palinsesti notturni delle emittenti televisive regionali. Una delle prime volte che chiamai mi rispose una signorina, con la voce simile a quella di Franco Califano, e mi disse: “Ciao bel maschio, come ti chiami?”. Io non risposi nulla e ansimai per qualche secondo. Alla fine la signorina, con la stessa grazia di un carro armato sopra una pista ciclabile, mi disse: “Se devi solo respirare puoi attaccare subito, brutto stupido!”. La centralinista terminò la telefonata e io esplosi in una risata lunghissima. Le notti seguenti chiamai di nuovo alcune linee erotiche, ma riuscii a masturbarmi solo una volta e ben presto decisi di abbandonare il meraviglioso mondo delle frasi eccitanti a un euro e ottanta centesimi più IVA al minuto. Quelle ore notturne non hanno favorito la mia attività masturbatoria, in compenso mi hanno regalato delle piacevoli risate estive. Mi piace narrare gli eventi comici della mia esistenza perché adoro ridere di me stesso: mi ritengo un personaggio grottesco. Nei prossimi giorni passerò in rassegna i miei ricordi per cercare altri aneddoti con cui dileggiare la mia persona. Alle volte mi sembra che il sarcasmo delle mie parole sfiori il cinismo e il cattivo gusto.

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4
Mag

Ciance prima della cena

Pubblicato giovedì 4 Maggio 2006 alle 19:11 da Francesco

Sto ascoltando una raccolta dei B.U.G. Mafia, un gruppo hip hop rumeno che Bogdan mi ha fatto conoscere circa tre anni fa. La mia stanza è avvolta dall’oscurità, ma tra poco provvederò alla sua illuminazione con la potenza elettrica di qualche watt. Alle volte per avere un lampo di genio basta premere l’interrotture degli effetti speciali, ma non è sempre facile cercarlo a tentoni nel buio. In questo momento mi piacerebbe bere una lattina di Sprite sopra il sedile di un caterpillar e guardare i cactus vicini all’ombra dei cingoli. Più tardi delizierò il mio palato con cucchiaiate di yogurt ai mirtilli. Alle volte temo per la mia salute perché mi domando se la preparazione industriale dello yogurt possa provocare effetti cancerogeni sul prodotto finale: ogni tanto la mia abbondanza di tempo mi trasforma temporaneamente in uno psicotico ipocondriaco. Mi sento davvero bene in questi primi giorni di maggio, in realtà è da molto tempo che una beatitudine invisibile accudisce la mia esistenza. Sono un po’ sorpreso e compiaciuto dall’esiguità di momenti grevi che hanno caratterizzato il mio ultimo anno: devo scoprire il mio trucco, brevettarlo e infine commercializzarlo. Sono un ventunenne ripetitivo e la mia vita è ancora incompleta, ma l’asse che regge il peso del mio tempo è più resistente della determinazione di un kamikaze. Mi sento molto fortunato e tento di capire le leggi che regolano le concessioni delle botte di culo. Se i disegni divini esistessero davvero non sarebbero altro che scarabocchi orrendi di un dio affetto dalla sindrome di Down.

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4
Mag

Metafisica e imprecazioni rumene

Pubblicato giovedì 4 Maggio 2006 alle 16:44 da Francesco

Anche oggi il relax vige sulla mia vita. La temperatura della mia stanza è perfetta e come al solito non vedo preoccupazioni all’orizzonte. Io sono in posizione fetale all’interno di una bolla di tranquillità. Mi piacerebbe vivere in eterno ed essere testimone dell’evoluzione umana e della conquista spaziale. Sono ancora giovane, ma ho già ponderato a lungo l’ineluttabilità della morte e sono riuscito ad accettarla senza aggirarla con convinzioni melense di carattere religioso. Per me è importante recitare “memento mori” in chiave laica e non trappista. Nella mia intimità l’interrogativo sulla fine della vita ha lasciato il posto all’interrogativo sulla fine della morte. L’ho già scritto in passato e lo ripeto di nuovo: sono certo che l’umanità prima o poi riuscirà a risolvere gli enigmi legati all’origine e alla fine della vita. Ci sono molte domande senza risposta e per questo motivo ritengo che la visione dell’esistenza umana possa subire un grande sconvolgimento. Credo che una nuova rivoluzione copernicana sia in gestazione all’interno delle menti di futuri scienziati che oggi non sono altro che spermatozoi. A proposito di sperma: devo ricordare di masturbarmi, le mie palle abbisognano di leggerezza. Come sempre non ho nulla in programma per la sera. Quest’oggi Bogdan è venuto a Orbetello per cercare lavoro e adesso si trova davanti al mio secondo PC. Approfitto di queste righe per annotare una simpatica imprecazione della terra dei Carpazi: a-mi bag pula-n gura la toti italieni.

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3
Mag

Nove chilometri meditabondi

Pubblicato mercoledì 3 Maggio 2006 alle 19:21 da Francesco

Sono tornato a casa un’ora fa. Stamane ho effettuato la mia dodicesima guida e nel primo pomeriggio ho percorso nove chilometri a piedi: il sole non ha mai smesso di cuocere il mio neurocranio per tutta la durata del cammino. Appena tornato a casa mi sono fatto una doccia fredda e ho mangiato un po’ di yogurt e due kiwi: credo che più tardi farò una cacata abbastanza ingente. Sono un po’ stanco e mi sento particolarmente dolce. Qualche notte fa ho sognato una ragazza che non vedo da dieci anni. Lei è una bionda nata due anni dopo di me e ultimamente ricorre spesso nei miei sogni. Mi chiedo cosa si nasconda nel mio inconscio e mi domando se la mia amica d’infanzia, che mi fa visita nel sonno, si sia tinta i capelli. Lei si chiama I. e se oggi la incontrassi probabilmente non la riconoscerei. A proposito di iniziali: J. sta svanendo dalla mia mente e credo che le ragioni siano imputabili alla staticità del nostro dialogo. Mi sento bene fisicamente e interiormente, nonostante la mancanza cronica di una reciproca intesa pregna di complicità. Nelle prossime ore ozierò. Conlcudo queste parole con l’ascolto delle rime yankee di Cam’ron sull’album “Purple Maze”.

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3
Mag

Reato di pessimismo

Pubblicato mercoledì 3 Maggio 2006 alle 02:51 da Francesco

Mi fai incazzare perché tenti di contagiare il mondo con il tuo pessimismo bubbonico. Ogni tanto ti sento pronunciare frasi simili: “Non bisogna aspettarsi nulla dalla vita”, “Al mondo ognuno pensa a sé” e “La vita fa schifo”. Ehi faccia di culo, il fatto che la tua vita sia una porcheria non ti autorizza a minare le speranze degli altri. Vivi di citazioni di Schopenhauer e speri di convincere le persone a seguire la tua visione decadente della vita per alleviare le tue sofferenze esistenziali. Sai schifoso ammasso di melodrammi, talvolta gli esseri umani riescono a mescolare un’ampia dose di felicità nell’alchimia della propria esistenza. Anche la mia vita non è un granché, ma evito di attentare all’integrità della speranza altrui. Non mi aspetto un cazzo dal futuro e non nutro speranze perché questo è il mio modo di pormi, ma non cerco di imporlo a nessuno. Fatti furbo coglione, perché i proseliti della tua parola di tristezza prima o poi ti abbandoneranno e rincorreranno il soffio vitale che spira su questa palla di terra rotante. Tu non sei discriminato, non sei sfortunato, non sei perseguitato: sei semplicemente un vittimista che esaspera i toni delle difficoltà che tutti si trovano ad affrontare durante la propria esistenza. Nevvero che è dura mettersi in gioco brutto frignone? È abbastanza comodo il ruolo di intellettuale dannato o vuoi che qualcuno ti porti un altro cuscino di giustificazioni insulse? Ti conosco: tenti di dare un’accezione artistica alla banalità della tua trasgressione, ma prenderlo in culo e pippare coca non ti conferirà nessuna laurea del cazzo ad honorem. Sono solo un segaiolo su un binario morto e conosco alcune delle meraviglie di ‘sto mondo nonostante non le abbia mai toccate con le falangi della mia interiorità. Trovo che il pessimismo cronico sia la più infima forma di protezione dalla realtà, un meccanismo di difesa adatto ad alcuni adolescenti con il trip dell’esoterismo che tentanto di conformarsi a un anticonformismo stereotipato e omologato dai media. La propria personalità non è sempre granché, spesso non conferisce carisma e passa indifferente agli occhi delle persone, ma credo che sia l’unica prolunga capace di toccare la felicità. Non è sempre facile fare i conti con i propri imbarazzi, con le proprie paure, con i propri errori e con i propri limiti, ma non vedo scorciatoie valide e i tutti i percorsi alternativi mi sembrano diretti verso un dirupo esistenziale. Pezzo di merda, puoi continuare a darti ragione, ma i fatti parlano un altro linguaggio che non può essere udito da chi finge di non sentire. Il mio è un “tu” generale, mi rivolgo alla figura ipotetica di un interlocutore nella quale spero che si rispecchino e si offendano i promotori delle visioni cupe.

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2
Mag

Routine, South Park e cronaca

Pubblicato martedì 2 Maggio 2006 alle 16:36 da Francesco

Anche oggi sono il testimone anonimo di una giornata di sole. È da un po’ di tempo che non sento J. e mi chiedo cosa faccia di bello in questi giorni. Il mio subwoofer enfatizza i bassi di “Nocturnal”, un album hip hop degli Heltah Skeltah e le mie dita orchestrano le lettere della tastiera mentre i minuti si lasciano erigere dai secondi prima di raggruparsi in ore. Non ho nulla in programma per questo secondo giorno di maggio. Il relax continua a padroneggiare il mio tempo e ne sono contento. Le mie frasi sono sintetiche e fredde perché non ho a disposizione molte parole con le quali adornarle. Negli ultimi giorni ho dormito poco, ma non mi sento stanco. La notte ho appuntamento con le puntate di “South Park” su Italia 1 nonostante le abbia già viste tutte. Adoro la satira della serie di Trey Parker e Matt Stone, e trovo sublime il doppiaggio italiano di Cartman. Oggi ho letto due notizie che mi hanno fatto ridere: la prima riguarda l’apertura di un bordello per sole donne a Valencia, in Spagna, e la seconda invece concerne il matrimonio, avvenuto in Malaysia, tra un uomo di trentatré anni e una donna di centoquattro. Mi sembra abbastanza evidente che nella penisola iberica i costumi siano in fase di evoluzione e mi fa piacere che alcune donne, ispaniche e non, abbiano un loro gineceo dove esaudire la propria concupiscenza. La notizia proveniente dalla Mayaisia, che riguarda la relazione amorosa tra due persone con una differenza di età di settantuno anni, dimostra che la gerontofilia agisce anche in Indocina.

Cartman

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2
Mag

Circostanze notturne

Pubblicato martedì 2 Maggio 2006 alle 05:03 da Francesco

Un pianista suona le sue ultime note mentre le luci del locale si spengono e le persone se ne vanno convinte di essersi divertite. Lo sguardo malato di una vecchia signora fugge dalla finestra della sua stanza d’ospedale per cercare il tepore perduto nel suo ultimo ventiquattro dicembre. Un taglio di forbice inaugura una nuova vita e un altro cordone ombelicale va in pensione. Alle volte un padre sorride, alle volte un padre piange, alle volte un padre non c’è. Qualcuno sta trafficando qualcosa e qualcun altro sta cercando di scoprirlo. Ci sono persone che non dormono nonostante l’ora perché non riescono a smettere di fissare il proprio cellulare con il cuore in gola. Un trentenne in sovrappeso indossa una canotteria con macchie antiche e guarda il televisiore dal suo trono di gommapiuma: un re senza più speranza. Una lite si cheta tra le mura domestiche e un lenzuolo economico protegge l’abbraccio di una giovane coppia squattrinata. Giovani vite accolgono una presunta vocazione e si preparano a servire il loro credo. I giornali sono vicini alle edicole, le casse di frutta e verdura si adagiano sulle spalle dei lavoratori precari e le radio trasmettono vecchie canzoni melense che fanno sospirare la sensibilità di alcuni camionisti. Ci sono porte che si chiudono e saracinesche che si aprono. Isoradio fornisce informazioni sulla viabilità e l’aurora debuttante distribuisce drammi e gioie ai suoi abbonati. C’è qualcuno che alle cinque di mattina ha bisogno di cimentarsi in descrizioni banali per addormentarsi vicino ai fuochi arancioni dei lampioni.

Luci notturne
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