25
Lug

Bocciato prima dell’esame

Pubblicato martedì 25 Luglio 2006 alle 11:58 da Francesco

Il mio esame di guida è stato fissato per il due agosto, ma io non ci andrò. Oggi ho avuto una discussione abbastanza accesa con il mio istruttore a causa del suo temperamento da psicolabile e ho deciso di non prendere parte all’esame. Questo mezzo uomo ultrasessantenne che avrebbe dovuto insegnarmi a guidare non ha mai perso l’occasione per sbraitare verso le mie orecchie. Stamane questa checca isterica mi ha detto: “Ora mi sono rotto i coglioni, non sono io che devo sopportare voi, siete voi che al massimo dovete sopportare me!”. Dopo due ore di risate ho iniziato a pormi qualche domanda. Mi chiedo come un uomo così turbato possa impartire lezioni di guida. È come se un aspirante suicida volesse dare lezioni di autostima. A un tratto il succitato “istruttore” mi ha detto qualcosa di simile: “Ma guarda te se devo farmi correggere da un moccioso che non sa stare seduto!”. Probabilmente lui pensava che mi sarei offesso di fronte a parole così “dure” o che avrei avuto una reazione emotiva, purtroppo ho deluso le sue aspettative: sono riuscito a trattenere il sorriso con i denti e ho evitato di ridergli in faccia. Quando sono sceso dall’auto gli ho annunciato il mio abbandono e lui ha iniziato a ululare qualcosa nella sua lingua per la quale non esiste ancora un vocabolario. Era dai tempi delle medie che non ridevo così spontaneamente! Io sono un po’ stronzo, lo ammetto, ma ‘sto tizio non sa insegnare e non voglio immaginare il numero di morti che ha sulla coscienza. Non penso che si possa apprendere una cosa seria come la guida in mezzo alle urla e agli insulti, quando si è sulla strada è in ballo la propria vita e quella degli altri. Non ho mai capito l’utilità dei berci nella didattica, anche a scuola ho sempre avuto professori che spesso gridavano. Penso che quei docenti e quegli istruttori che ricorrono alle grida non sappiano insegnare. Che mondo di idioti, però che risate! Forse tra qualche mese mi iscriverò da solo all’esame di teoria e poi farò la pratica in un’altra scuola guida. Peccato! Sono andato molto vicino a prendere ‘sta cazzo di patente, ma evidentemente mi serve più tempo. Adesso ho più esperienza al volante e penso che non avrò difficoltà in futuro. Mi scazza un po’ ripetere l’esame di teoria, ma posso sopportarlo. Spero di potermi mettere alla guida prima che il Niger riesca a saldare il suo debito pubblico.

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25
Lug

Dramma banale

Pubblicato martedì 25 Luglio 2006 alle 08:35 da Francesco

Uno sconosciuto abita accanto ad alcune pedine grigie che non lo salutano mai, dalle sue parti la staticità e la statistica vanno a braccetto. L’oscurantismo della Chiesa si è evoluto, infatti il sermone domenicale spesso è seguito dall’approfondimento del gossip nazionale. Lo sconosciuto scrive poesie sulla carta igienica e poi ci si pulisce il culo. Il nepotismo è l’erede di Gengis Khan e da tempo immemore ha imposto i suoi vessilli sugli altopiani della meritocrazia. L’apertura mentale spesso è confusa con l’apertura anale, infatti non è un caso che più di un homo sapiens ragioni con il deretano. Lo sconosciuto ama incastrare pezzi di puzzle con il suo martello da muratore. L’uomo senza nome si è ripromesso più volte di portare via la spazzatura, ma i pezzi dei cadaveri di sua moglie e di sua figlia sono ancora nel freezer. Questo assassino anonimo è maleducato perché non si è ancora presentato ai carabinieri e non ha sdoppiato la sua personalità per fare le condoglianze a se stesso. Ogni venerdì sera lui ruba una sedia a rotelle dall’ospedale più vicino e la utilizza a mo’ di slittino lungo le discese della periferia. Una tragedia nella norma, nulla di speciale. Il piranha mediatico vuole qualcosa di più truculento per imbastire il suo palinsesto. Quindici minuti di popolarità in cambio di trent’anni di galera. Wahrol aveva ragione solo in parte.

Andy Warhol - Skull
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24
Lug

Pluf

Pubblicato lunedì 24 Luglio 2006 alle 08:10 da Francesco

Ieri mattina ho espirato e poi mi sono lasciato cadere su un raggio di sole adagiato sul fondo di una piscina ombreggiata. Mi è piaciuto stare sott’acqua a riflettere sulle bizzarrie della mia vita. Ieri pomeriggio ho giocato una partita di calcio con alcuni moldavi: ho sfoggiato le poche parole rumene che conosco e ho corso molto in mezzo a un terreno di gioco simile a un terreno agricolo. Ieri sera mi sono gettato sul letto e ho passato la notte assieme a diversi strappi muscolari. Dalle mie parole credo che si evinca il mio entusiasmo per la giornata terminata poco più di otto ore fa. Certe volte non riesco ad accettare i miei ventidue anni. Voglio continuare a mettermi le mani nel naso per estrarre qualche caccola da ingurgitare, ma questo mio desiderio nasale stride con la mia età. La calura ha sabotato il mio cerebro e fino a settembre non c’è nulla che io possa fare per rinsavire. In realtà le mie sono parole di circostanza e la circostanza è la mancanza di argomenti. L’esame di pratica per la patente B è sempre più vicino e la sua imminenza compiace il mio sarcasmo autolesionista. Ho voglia di prendere un aereo per andare a passare una settimana o due da qualche parte. Mi piacerebbe rivedere le spiagge caraibiche e non escludo di mettermi in fila al check-in con un bagaglio leggero e un biglietto dell’Air France. Spero di partire con la mia mano sinistra e con il mio migliore amico invisibile.

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23
Lug

Forma criptica e sostanza retorica

Pubblicato domenica 23 Luglio 2006 alle 06:24 da Francesco

Quando cammino lontano dalle luci trovo sempre un fuoco fatuo ad aspettarmi vicino a un incrocio. Intasco interessi preliminari, parole informali e aspettative minuscole, ovvero sostanze che qualche volta si dissolvono nell’etere senza che nessuno se ne accorga. Ho visto di rado proroghe esistenziali per il desperado di turno che ambisce a riprendere in mano le occasioni perse. I riscontri positivi non sono risultati elitari, ma a volte il corso degli eventi rende più arduo il loro raggiungimento. L’impegno e la costanza non hanno sempre un giusto compenso, ma questo è normale. È difficile tenere in piedi un castello di carte a seguito di un terremoto. Sono consapevole della banalità parziale delle mie parole, ma questa accozzaglia di frasi mi serve per fare un po’ di manutenzione alle sfumature fataliste del mio pensiero. Sono contento di non conoscere i piaceri (o consolazioni?) apparenti dell’alcol e della nicotina: non potrei mai farmi le seghe con i sensi annebbiati! Non ho mai provato gli effetti delle tossicodipendenze di Stato e mi ritengo fortunato. Non invidio i collezionatori di anfetamine né i tabagisti che chiedono brown sugar per il caffè. Mi chiedo se esista veramente qualcosa di più lisergico della realtà. Forse lo scopo delle droghe è cercare di rendere verosimile una realtà allucinogena. Non mi piace il puzzo emanato dai vizi degli autolesionisti, invece mi entusiasma l’odore di un asciugmano bianco alle sei di mattina. Divago ed esco dal seminato perché le mie parole amano andare per i cazzi loro.

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22
Lug

Running for nothing

Pubblicato sabato 22 Luglio 2006 alle 06:49 da Francesco

Penso che il benessere psichico possa essere coadiuvato dal benessere fisico ed è per questo motivo che cerco sempre di correre con più foga quando tutt’intorno si annerisce. Alcuni pseudointellettuali hanno sempre cercato di minimizzare l’importanza del corpo, ma non ho mai condiviso le posizioni di questi detrattori della fisicità. Certe volte non rimane che correre e penso che in quei momenti un corpo allenato e sano sia indispensabile per superare con meno difficoltà gli eventi nefasti. Sono sensazioni di fatica metafisica quelle ottenute con una corsa che trascende le proprie possibilità e penso che esse si ottengano poco prima che i crampi facciano lo sgambetto o che l’ossigeno si accasci lungo le vie respiratorie. Questa notte Rai Tre ha ritrasmesso le immagini del G8 avvenuto a Genova nel 2001. Mi sarebbe piaciuto partecipare come spettatore alla guerriglia urbana tra polizia e black bloc. Spero che nuovi atti di inutile violenza accompagnino nuovi summit e mi auguro di presenziare a tali eventi per dilettarmi con la vista, con una macchina fotografica o con una piccola telecamera. Voglio vedere dal vivo le fronti insanguinate e le camionette, voglio inalare involontariamente la fragranza dei lacrimogeni e voglio correre come un bambino spensierato tra le strade messe a ferro e fuoco. Voglio udire gli stupidi cori dei no global e seguire con lo sguardo le manganellate gratuite dei celerini. Desidero tutto questo perché sono un esteta qualunquista che apprezza gli scontri tra l’incoerenza della pace violenta e la democrazia in assetto antisommossa. Per me questi avvenimenti sono dei grandi carnevali in cui il rosso nostalgico sfoggia insieme al rosso zero positivo, in cui non ci sono carri, ma solo furgoni cellulari pieni di persone in maschera con le manette ai polsi. Voglio correre per nulla in uno scenario come questo.

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21
Lug

Il grande caldo

Pubblicato venerdì 21 Luglio 2006 alle 00:56 da Francesco

Il caldo uccide ogni movimento diurno e solo la notte offre un po’ di tregua contro le massime. L’effetto serra sorride e sbircia il sudore delle ombre dal buco dell’ozono. Durante il giorno solo chi è in grado di camminare sui carboni ardenti può affrontare l’asfalto a piedi nudi. La piccola crosta che si trova sulla mia gamba si scioglie continuamente e cola fino alla caviglia come se fosse della resina su un albero. In questo periodo gli ormoni di molte persone sono degli hooligans ubriachi, tranne i miei che hanno la stessa vivacità di un novantenne malato di alzheimer. Odio l’aria condizionata e la evito ogni volta che posso. Non ho ventilatori o ventagli per contrastare le vampate di caldo soffocante che talvolta mi circondano minacciosamente. Sorsi di acqua, Gatorade e thè freddo mi permettono di sopportare con facilità questa stagione conflagrata. Aspiranti piromani ingaggiati da aspiranti latifondisti impegnano vigili del fuoco bardati pesantemente. In questo periodo alcune donne sentono il bisogno di fare le zoccole, ma spesso non hanno il corpo per farlo e devono ricorrere a quintali di trucco e a pochi centimetri di stoffa per illudersi di essere delle dark ladys; in questo periodo alcuni uomini sentono il bisogno di fare i puttanieri, ma spesso non hanno il denaro per farlo e devono ricorrere ad atteggiamenti con i quali si ridicolizzano e a profondi esercizi di respirazione per trattenere i loro ventri invernali ingranditi dall’alcol e dalla pasta di ma’. È appena iniziato il ventuno di luglio e Raekwon mi fa compagnia con “Wisdom Body”.

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20
Lug

Riassunto aperiodico

Pubblicato giovedì 20 Luglio 2006 alle 08:25 da Francesco

Continuo ad aggirarmi nei vicoli stretti di luglio. L’ozio padroneggia ancora il mio tempo, ma ultimamente ha allentato un po’ la sua presa. Le mie giornate si assomigliano molto fra loro e per lo più sono differenziate dalla velocità con cui lasciano il mondo: alcune volte scorrono rapidamente, altre volte raggiungono la fine con un’andatura pachidermica. Quando bocche audaci lanciano parole di cui non mi fido la mia indifferenza sta sul chi vive per impedire che frasi pleonastiche disturbino la mia attenzione. La mancanza di stimoli è ancora una costante della mia quotidianità e per adesso non vedo svolte imminenti a questo vuoto di spunti. Non ho interessi in comune con le persone che ogni tanto si trovano nell’orbita della mia vita e per questo motivo la noia domina l’esiguo numero delle mie relazioni sociali. In questo periodo il mio scroto puzza più del solito, ma spero che lo shampoo e il balsamo possano aiutarmi a combattere i suoi cattivi odori, oppure sarò costretto a potare la peluria che ricopre la mia zona pubica. J. occupa ancora una buona porzione dei miei pensieri estivi, nonostante le nostre occasioni per parlare siano sempre più rare. Se leggessi queste parole e non mi conoscessi potrei pensare che la mia estate sia una fogna a cielo aperto, ma in realtà è meglio di quanto traspaia da queste righe. Tra meno di due settimane ho in programma un’allegra gita pomeridiana con il mio istruttore di guida e con un esaminatore sconosciuto. Nel caso dovessi incorrere anche questa volta in una bocciatura andrò a fare in culo senza pensarci troppo.

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19
Lug

Epidemia sperimentale

Pubblicato mercoledì 19 Luglio 2006 alle 08:04 da Francesco

Alcuni bambini senza volto fanno il girotondo attorno alle siringhe e accompagnano il loro gioco con una macabra filastrocca che non permette ai morti di trovare pace. Alcune ombre tentano di strangolare le persone che passano vicino al loro muro. Un vecchio puzzolente dorme sopra i vetri delle bottiglie di birra, ma egli non è un fachiro. La luce e il buio non hanno potere in questo reame di squallore e degrado. Il rumore delle marmitte scandisce gli aborti, le urla, le coltellate e il masticamento del pane raffermo. Numerosi falò di immondizia incrementano il caldo torrido che impera nelle strade e veicolano il puzzo dei cadaveri ornati a festa. Molte persone non hanno più i denti in bocca, infatti indossano collane composte dalle loro carie e dal fildiferro. Ogni tanto esplode qualche tuono per chiedere silenzio alla colonia di defunti ritardatari che affolla l’uscita della vita. La luce piromane brucia le camelie, mette a ferro e fuoco le articolazioni e incendia le stanze dei neonati. Lungo i marciapiedi si trovano croci bianche che spesso vengono annerite dalla caligine degli impianti industriali. La claustrofobia miete vittime nelle piazze e raccoglie gli scalpi in un carrello della spesa. In un piccolo negozio di alimentari tetro e sporco il metadone si trova accanto agli omogeneizzati. In questo loco chi non si suicida entro i primi vent’anni trascorre la vita a schizzare sperma sul televisore. Una famiglia cuoce una carogna e non vede l’ora di iniziare il pranzo di Natale.

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18
Lug

Girone indaco

Pubblicato martedì 18 Luglio 2006 alle 05:48 da Francesco

Un aquilone fosforescente vola convulsamente in mezzo alle macchie nere del cielo, un paio di granchi furiosi agitano minacciosamente le achele vicino a uno scoglio muto e il fantasma di una giovane sposa passeggia a mezz’aria. Una donna completamente nuda si dedica anima e corpo alla costruzione delle sue aspettative di sabbia e accanto a lei sua madre accarezza il proprio cane di cristallo. A venti metri dalla costa ci sono undici nipoti che fanno a gara per decidere chi di loro sia il più bravo ad affogare; un bagnino osserva da lontano e ogni tanto si lascia scappare qualche applauso di circostanza. Un vucumprà in giacca e cravatta vende tappetti e sogni lungo il litorale, ma la gente vuole comprare solo drammi da rivendere all’attenzione altrui. Un pescatore cammina sul frangiflutti mentre si confessa con le sue esche. Ad alcuni chilometri di distanza, sopra un gommone arancione, due subacquei si preparano a raggiungere le sirene che hanno conosciuto quando hanno rischiato di morire per embolia. Un figlio tumula il padre sotto la sabbia per regalargli un’ultima abbronzatura. Sbocciano amori velenosi tra i lettini del grande obitorio soleggiato. Le mani delle persone stringono fette di cocomero, succhi di frutta, giornali sportivi, cellulari silenziosi e dita infedeli. Culi di ogni forma ed età sono i protagonisti di sguardi apparentemente accidentali. Pubertà che nasce sotto un ombrellone e giovinezza che crepa come un istrice arrotato da un furgone.

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17
Lug

Prima Che Sia Notte

Pubblicato lunedì 17 Luglio 2006 alle 20:27 da Francesco

Ieri ho visto “Prima Che Sia Notte”, un film biografico che ripercorre la vita dello scrittore cubano Reinaldo Arenas. Le vicende si svolgono in una Cuba molto diversa da quella idolatrata dai castristi di tutto il mondo, dove la rivoluzione di Fidel mostra le sue contraddizioni e la sua ferocia. Le prime inquadrature descrivono l’infanzia rurale di Arenas: “La mia fu un’infanzia di singolare splendore, nell’assoluta povertà, nell’assoluta libertà, fuori all’aperto, circondato da alberi, animali e persone a cui ero indifferente”. Torture, accuse infamanti e vessazioni di vario genere hanno accompagnato veramente buona parte delle vicissitudini cubane di Arenas e mi sembra che Julian Schnabel, il regista, non abbia edulcorato la realtà, infatti le scene di sesso e di violenza fanno più volte la loro comparsa, ma esse non sono mai fini a sé stesse. A volte il film è inframmezzato dalla voce fuori campo del protagonista che a mio avviso aiuta il ritmo della storia. Non mi è piaciuto molto il finale newyorkese, dove Arenas, apolide, esule e malato, trova la sua fine. Ho apprezzato molto questo breve passaggio: “La differenza tra prendere un calcio in culo a Cuba e prenderlo in America è che a Cuba ti devi inginocchiare e applaudire, mentre in America puoi urlare”. Credo che scorrano bene le due ore di questo compendio biografico e penso che non siano adatte agli amanti dell’omofobia né ai fautori del castrismo. Una nota: il titolo del film è stato preso in prestito dal libro autobiografico di Arenas.

Prima Che Sia Notte
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