6
Set

Una lunga notte a Grosseto

Pubblicato mercoledì 6 Settembre 2006 alle 09:07 da Francesco

Ieri pomeriggio è venuto a casa mia un tipo bizzarro che conosco da un po’ di tempo e dopo alcune chiacchiere demenziali gli ho proposto di andare a Grosseto per girovagare fino all’alba come ne “I Guerrieri della Notte”. Orbetello non è certo Coney Island e dubito che a Grosseto si trovi una sola gang, ma per fortuna la fantasia permette di dare un tocco hollywoodiano alle mie proposte insensate. Siamo usciti di casa attorno alle venti e un quarto, abbiamo atteso l’autobus per la stazione e infine siamo saliti sul treno diretto verso la nostra destinazione. Siamo arrivati a Grosseto prima delle dieci di sera e ci siamo avviati subito verso il centro. Abbiamo camminato lungo il corso cittadino fino a quando un ristorante cinese ha calamitato la nostra fame. Adoro la cucina dei musi gialli e mi piace sentire discorsi concitati in una lingua che non conosco. Dopo l’abbuffata orientale ci siamo incamminati verso la parte est di Grosseto e siamo arrivati fino a Via Bianciardi, una strada che per me rappresenta un amarcord invernale di cui ho constatato il decesso, dopo di che abbiamo raggiunto un campo e io mi sono accomodato sotto un ulivo per defecare la cena cinese. Dopo la mia cacata e l’incontro con un rospo, abbiamo fatto marcia indietro e ci siamo fermati a lungo in un giardino pubblico. Verso le tre di notte abbiamo attraversato un parco buio e ci siamo imbattuti in uno scoppiato che lanciava berci potentissimi contro Diamond, ovvero il suo cane. Ho riso come un disperato per la follia notturna di quel ragazzo e ho accompagnato il mio ghigno a una lunga serie di bestemmie gioiose. Successivamente abbiamo fatto una seconda capatina nel corso di Grosseto ormai deserto e poi ci siamo diretti verso i binari ferroviari. Alla stazione abbiamo incontrato un senza tetto molto simpatico: spingeva un carrello della Conad, parlava da solo e ingiuriava con intensa passione delle persone immaginarie. Alle sei di mattina abbiamo preso il treno per Orbetello e così abbiamo portato a termine la lunga notte grossetana. Durante questa inutile odissea ho controllato le cabine della Telecom di mezza Grosseto per acchiappare le schede telefoniche abbandonate dalla gente e la foto che si trova in fondo a questo post mostra il mio bottino. Tra poco andrò a letto. Credo che anche in questa vicenda ci sia lo zampino del colonnello Claus von Auschwitz.

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5
Set

La muta esistenziale

Pubblicato martedì 5 Settembre 2006 alle 02:37 da Francesco

Alla fine Morfeo è riuscito a sequestrarmi. Ho voglia di correre per sfogarmi, ma il mio ginocchio non è ancora pronto. La fatica è una delle poche strade che posso percorrere per raggiungere la sublimazione. Ho bisogno di portare il mio corpo al limite e di sentirmi esplodere. Ho così tanto dentro che se fossi un demiurgo potrei creare un mio gemello con il surplus delle mie energie fisiche ed emozionali. Vivo la mia età in modo inconsueto e cerco di tenere lontano lo spettro del pentimento futuro. La mia vita è malleabile, ma devo essere abile a crearmi un’occasione che mi permetta di dare una nuova forma alla mia esistenza. Credo che sia un errore vivere sempre allo stesso modo e penso che solo mutamenti continui possano dare nuova linfa al tempo di un individuo. I cambiamenti portano incertezza, ma i dubbi che si legano inevitabilmente all’approccio con nuove dinamiche non devono incutere paura. In me giace un pregevole desiderio di cambiamento. Devo modificare alcuni dei miei atteggiamenti perché ormai non mi appartengono più. Per me è giunto il periodo della muta. Ho bisogno di rinnovarmi per evitare che la mietitrice mi stringa la mano prima del mio ultimo respiro. Il mio pensiero può essere sintetizzato con una sorta di sincretismo formato dall’aspetto più superficiale dalla tradizione simbolica di alcuni culti politeisti e dalla selezione naturale di sir Darwin.

Oya, dea del cambiamento

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4
Set

Narcolessia mancante

Pubblicato lunedì 4 Settembre 2006 alle 09:15 da Francesco

Non riesco a prendere sonno, ho la barba incolta e non faccio altro che mimare sbadigli. Il sole è già uscito dalla passera della notte e i suoi sussurri irradiano la mia camera. Ho chiuso la finestra della mia stanza per impedire che un odore nauseante uccida involontariamente il mio olfatto. Devo radermi e devo tentare di assopirmi. Non voglio prendere nuovamente dei ritmi assurdi, ma credo che per oggi non abbia altra scelta. Attendo un pacco da Singapore che probabilmente non arriverà e aspetto una chiamata che non riceverò mai. Sono abile nelle attese futili, ma non credo che sia il caso di vantarmene. “Brothers” di Brett Garsed continua ad accompagnarmi in questi minuti di alienazione. Sulla parete che ho di fronte campeggia ancora una scritta che feci qualche anno fa: “Knowledge is power”. Già, la conoscenza è potere e io vorrei avere il potere di addormentarmi in questo istante. Adesso ci sono molte cose di cui non mi preoccupo e di cui continuerò a non preoccuparmi dopo un eventuale risveglio. Sono un po’ intontito e non vedo l’ora che il riposo sciacqui i miei pensieri sporchi. È una giornata stupenda e ho la certezza che una sua sosia farà da sfondo a un evento del mio futuro. Stamane non ho voglia di accogliere la folla di tematiche incerte che popola frequentemente i miei monolghi mentali. Voglio vestire i panni di un narcolettico in preda a un attacco di sonno.

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4
Set

Un’endovena di realtà

Pubblicato lunedì 4 Settembre 2006 alle 02:34 da Francesco

È di nuovo notte e non posso fare a meno di camminare lungo i bassifondi della mia interiorità. Alcuni mesi fa ho incontrato delle persone che non incrocerò mai più. Certe parole di mia proprietà sono ancora sospese a mezz’aria e non c’è nulla che possa interrompere la loro levitazione sopra una strada sporca e indifferente. Mi sono trovato molte volte faccia a faccia con il buio e il silenzio. Alle volte il tempo mi osserva con severità e mi chiede di sbrigarmi a fare qualcosa. Ho passeggiato con me stesso in mezzo alla vastità notturna di Milano, di Roma di Genova e di Parigi per assaporare il gusto della libertà priva di senso. Ho fatto viaggi senza meta, ho atteso i ritardi dei treni davanti ai loro binari muti e ho barattato parole con persone di ogni risma. Ho osservato con attenzione le innumerevoli sfaccettature della società e ho visto posti molto diversi tra loro. La mia esplorazione sociale è stata involontaria e casuale, solitaria e inconcludente. Voglio continuare a infiammare le mie notti con le scintille oniriche. Il mio pantheon non è formato da divinità celesti, ma da attimi di esaltazione ingiustificata. Queste parole hanno afferrato le mie caviglie e mi stanno trascinando fuori di casa. Tra poco andrò a fare due passi nel grembo di Nyx. È una notte paradisiaca e continuerò a bearmi senza motivo, senza sosta e senza nessuno fino alle prime luci del giorno che è già iniziato. La realtà è la droga più potente presente in natura, ma occorre la lucidità per assaporarne gli effetti lisergici. Rido di coloro che assumono a caro prezzo dei narcotici artificiali per sedare gli effetti stupefacenti della realtà. Non bevo, non mi buco, non sniffo, non fumo, non mando giù anfetamine, ma riesco a cavalcare ugualmente sopra la Croce del Sud.

Nyx

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3
Set

Riflessioni sabbatiche

Pubblicato domenica 3 Settembre 2006 alle 01:40 da Francesco

Sono distante dalle parole e dagli atteggiamenti che mi circondano. Vivo come un asceta perché non ho ancora trovato un bagliore di ragione in mezzo al delirio collettivo. A volte sento la mancanza di qualcosa che non ho mai provato. Non posso ottenere da solo quello che desidero, perché credo che certi avvenimenti debbano vedere la luce spontaneamente. Spesso sono annoiato dalle parole degli altri e non conosco nessuno con cui comunicare. La mia esistenza può sembrare un macigno enorme e il preludio a un grande stato depressivo, ma per me non è così difficile vivere al di fuori dei tanti microcosmi che popolano la società nella quale vivo. Alle volte sono stanco e un po’ affranto, ma sono momenti che il riposo cancella e la riflessione riscrive. Non ho difficoltà nelle relazioni sociali, ma non ho mai instaurato legami solidi. Non faccio parte di un gruppo di persone, non ho la cosiddetta compagnia e non ne ho mai voluta una. Non ci sono persone a cui sono legato e riesco a malapena a provare un po’ di affetto per mia madre. Il quadro della mia vita può sembrare triste e opaco, ma per me non è così. Riesco a vivere serenamente nonostante la mancanza di una interazione profonda con una ragazza. Sono consapevole dell’esistenza di uno stato di serenità maggiore di quello che mi ha accompagnato negli ultimi anni e la mia interiorità mi ha spiegato che per raggiungere tale stato di grazia ho bisogno di una compagna. Per “compagna” non intendo una ninfomane senza nome, ma un corpo femminile che sia sulla mia stessa lunghezza d’onda. Queste parole possono sembrare un po’ banali e smaccate, ma credo che non saranno mai abbastanza dolci per lenire il gusto acre di certe situazioni. Alle volte osservo le vite altrui e mi sento molto fortunato per non essere nei panni di qualche malcapitato. Cazzo, per me vivere non è difficile, è solo un po’ ripetitivo. Ho i mezzi per raggiungere i piani alti della serenità, ma devo stare attento a non fottermi con l’inerzia o con movimenti sbagliati. Non sono sotto pressione, non mi sento in pericolo e non provo ansia per il futuro nonostante al momento io non abbia in serbo progetti per il tempo a venire.

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2
Set

Baccano mediorientale

Pubblicato sabato 2 Settembre 2006 alle 16:24 da Francesco

Il Papa qualche giorno fa ha detto: “Difendiamo la Terra dal degrado”. Questa volta sono d’accordo con il pontefice e credo che sia ora di stabilire una data per l’ingresso del primo bulldozer in piazza San Pietro e una data per la chiusura di Radio Vaticana in modo che il vasto elettrosmog prodotto dalle antenne dell’emittente smetta di inquinare l’etere. I primi soldati italiani sono sbarcati in Libano, ma non ho ancora capito quale sia il loro ruolo sul tirassegno di Israele. A febbraio l’Italia assumerà il comando delle operazioni e alcuni credono che questo compito favorisca la politica estera del mio paese, ma io penso che questa missione di peacekeeping porti solo delle uscite nelle casse italiane e abbia un peso sullo scenario internazionale pari alla mia nomina di capoclasse ai tempi delle medie. Tuttavia non credo che duemila soldati in vacanza missione in Libano possano fare la differenza in una guerra nucleare. Qualsiasi riferimento all’Iran e alla fallimentare diplomazia dell’occidente non è casuale. Ahmadinejad ha annunciato che il suo paese sospenderà l’esportazione di petrolio qualora l’ONU opti per le sanzioni internazionali al fine di punire il programma nucleare iraniano. Mi chiedo se l’Iran abbia davvero intenzione di utilizzare l’arricchimento dell’uranio per scopi bellici o se l’intenzione di un uso pacifico dell’energia nucleare sia veritiera. A proposito: a distanza di anni non ho ancora capito se gli Stati Uniti hanno ritrovato le proprie armi in Iraq.

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1
Set

All’inizio di settembre

Pubblicato venerdì 1 Settembre 2006 alle 20:38 da Francesco

Settembre. Per alcune persone la pronuncia di questo mese rappresenta il battesimo di una nuova routine e la chiusura del relax estivo. L’autunno non ha progetti per me e io non ne ho per lui. Continuo a chiedermi cosa abbia in serbo per me il futuro, ma in realtà non sono un fatalista e non credo al destino. Qualche giorno fa una donna un po’ attempata ha fatto un’osservazione simpatica sul mio stato di nullafacente: “Voglio vedere cosa farai quando avrai una moglie e sette figli”. Non riesco a immaginare una moglie nel mio futuro e tantomeno una cucciolata di esseri umani. Mi piacerebbe cadere per la prima volta in un vortice sentimentale e non escludo che questo possa accadere. Non mi infastidice la mia grande ignoranza in campo affettivo e vivo questa mia lacuna senza problemi. Non attribuisco un grande peso alle parole, ma le adoro perché mi permettono di esplicarmi con me stesso. Scrivere mi allieta, anche se devo stare molto attento a non lasciare che le mie dita costruiscano locuzioni sofistiche per giustificare i miei errori. Adoro la consapevolezza e mi rendo conto della sua importanza quando non capisco un cazzo. Prevedo un autunno masturbatorio per me e il mio piccolo membro. Non è vero, continuerò a farmi la solita sega ogni tot giorni per evitare che le mie palle portino troppo peso sopra le loro spalle. Mancano venti minuti alle nove e mi ritrovo con due opzioni: cucinare qualcosa o digiunare. Sono combattuto perché in entrambi i casi il mio organismo ne risentirà per qualche ora.

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1
Set

Farneticamente

Pubblicato venerdì 1 Settembre 2006 alle 02:44 da Francesco

Un vecchio eremita muove le dita sopra un antico banjo e con abile tecnica lascia che le note di un motivo arcano esplodano in mezzo alle luci soffuse del suo eremo. L’ombra di un pentacolo si muove sopra un pentagramma mentre l’ombra di una esistenza muta continua a rimanere immobile di fronte al tempo. Le mie orecchie non hanno più spazio per la retorica delle favole di plastica. Contrabbando parole tra le sponde delle mie falangi e l’entroterra della mia intimità. Tento di dare sfumature criptiche a queste righe per deliziare le difficoltà legate al mio comprendonio. Alle volte mi sento un antiquario attempato che accatasta ricordi di scarso valore in una soffitta arredata con il buio e le ragnatele. Non mi piacciono gli esseri umani che emulano altri esseri umani. Penso che sia importante trarre ispirazione da altri bipedi senzienti, ma allo stesso tempo credo che sia nocivo clonare uno stile o modus vivendi che ha già visto il suo antesignano. Io per primo non potrei gareggiare a una corsa verso l’originalità, ma ritengo che assecondando le proprie inclinazioni sia possibile realizzarsi stilisticamente. Lo stile legato all’abbigliamento, agli starnuti, alle cacate sciolte, alla scrittura e alla gestualità. Penso che solo una mente debole e facilmente soggiogabile possa concordare con tutto ciò che ho appena scritto. Sono partito da un punto morto e ho continuato in discesa. Stanotte non capisco bene ciò che scrivo. C’è una stella fulminata nel mio firmamento: l’ennesima.

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31
Ago

Affitto la mia fronte su eBay

Pubblicato giovedì 31 Agosto 2006 alle 02:09 da Francesco

Ci sono diversi modi per guadagnare del denaro ed elenco i tre che ritengo più inflazionati: svolgere un lavoro onesto, spacciare droga o rapinare gli ufficili postali dei piccoli comuni. La mia idiozia e la mia pigrizia cronica non mi permettono nessuna delle opzioni che ho elencato poc’anzi ed è per questo motivo che ho deciso di affittare la mia fronte su eBay. La mia non è certo un’idea nuova, infatti già altre persone hanno tentato di raccimolare qualche doblone in questo modo, ma non so se qualcuno ci sia mai riuscito. Non ho bisogno di denaro, ma non ho nemmeno bisogno di una fronte scevra dalla réclame. Spero che qualcuno mi prenda sul serio e mi offra del denaro per pubblicizzare la propria attività commerciale. Utilizzerò un adesivo o un tatuaggio non permanente per adempiere al servizio che ho messo all’asta qualche ora fa. Riproporrò la mia fronte nel caso non riceva offerte. Eseguirò uno screenshot della pagina per conservare questa iniziativa e in futuro modificherò il link presente in questo post affinché il ricordo della mia offerta non scompaia dopo il termine dell’asta. Penso che l’utilizzo del corpo umano come piattafaforma pubblicitaria non sia altro che la naturale evoluzione della costante esposizione dei marchi che si trovano sopra i capi di abbigliamento e che ogni giorno ricoprono le carni della popolazione terrestre. Per me si è fatto tardi. Mi auguro che il mio risveglio sia accompagnato da una notizia piacevole.

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30
Ago

Una lettera da una guerra del futuro

Pubblicato mercoledì 30 Agosto 2006 alle 17:00 da Francesco

Amore, qui alla base le cose non vanno bene. Ogni giorno il tenente mi porta un carico di orfani e io sono costretto ad anestetizzare questi bambini per impiantare degli ordigni nei loro ventri. Piccola, non devi parlarne con nessuno. Mi sto confidando con te perché non ce la faccio più a sopportare il peso di questa atrocità. Sono costretto a creare bombe con la vita dei bimbi. Dopo l’operazione per l’innesto dell’ordigno ogni bambino trascorre due giorni di degenza e poi viene preso in consegna da un ufficiale che lo colloca temporaneamente in una struttura adibita al raccoglimento dei bambini bomba pronti per essere utilizzati. I piccoli innocenti mi ricordano nostra figlia e anche per questo motivo la notte faccio fatica ad addormentarmi. Alla vigilia della partenza per il fronte i bambini non ricevono da mangiare in modo che credano più facilmente alle menzogne degli ufficiali. Amore mio, ecco cosa succede quando quel carico d’infanzia raggiunge il campo di battaglia: i militari dicono ai bambini di andare da soli verso gli avamposti nemici che vengono spacciati per ostelli della gioventù pieni di cibo e di letti caldi. Un gruppo di ufficiali segue i movimenti dei piccoli grazie a un radar che capta i segnali degli ordigni impiantati nei ventri dei bimbi e alla prima occasione detona i corpi degli orfani per dilaniare i soldati nemici. Meredith, sono un chirurgo, io dovrei salvare delle vite e non fabbricare morte radiocomandata. Spero di tornare presto a casa per abbracciare te e Claire, e per lasciarmi alle spalle questa guerra combattuta da demoni che non si fermano di fronte a nulla. Ho paura, piango ogni volta che posso e solo la tua foto riesce a strapparmi dalla pazzia di questi giorni maledetti.

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