15
Nov

Icone e lava

Pubblicato mercoledì 15 Novembre 2006 alle 19:57 da Francesco

Le eruzioni vulcaniche illuminano le adunanze notturne dei fuggiaschi. Zampilli incandescenti penetrano la terra come spermatozoi pigri e lasciano fievoli scie che lambiscono le ombre in movimento. Fuochi enormi divampano attorno alle alture che un tempo ospitavano lo studio dei corpi celesti. I bambini osservano con stupore le fiamme e l’agitazione degli adulti. Gli scivoli di magma disegnano motivi asimmetrici mentre alcune emozioni oblique attraversano la popolazione inerme e danno vita ad aneddoti futuri. I movimenti viscerali della natura strabiliano gli esseri senzienti. Monologhi collettivi commentano gli eventi con inesattezze popolari, menti affette da manie di protagonismo partoriscono teorie inappropriate per spiegare ciò che è assiomatico e sacerdoti di campagna interpretano i fatti con la solita retorica della loro religione fallace. Le bolge si muovono confusamente verso le spiagge per bivaccare in attesa che un uomo sia disposto a fingersi forte per rasserenare i propri simili. In mezzo a sorrisi agnostici evaporano preghiere atte a implorare il perdono divino. Timori medievali trafugano la serenità dalle anime più suggestionabili e costringono individui biechi a simulare la fede in mezzo ai simulacri. La corsa agli armamenti monoteistici permette all’uomo di guadagnare tempo sull’inquietudine. La forza della ragione è troppo debole per placare l’energia sprigionata dall’ignoto. Gli schiavi di un dogma atavico cercano le ragioni delle catastrofi naturali sopra il palmo del loro dio artificiale.

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14
Nov

E non ci indurre in tentazione

Pubblicato martedì 14 Novembre 2006 alle 17:32 da Francesco

Bambini, ricordatevi di mangiare le arance meccaniche prima di picchiare il vostro compagno Down. Una professoressa è stata scoperta in atteggiamenti equivoci con alcuni studenti ed è stata sospesa. Se avessi avuto un’insegnante simile la mia sessualità ne avrebbe giovato e forse oggi non mi limiterei a sborrare davanti alle fotografie di modelle procaci senza nome. È stata raddoppiata la quantità di cannabis per uso personale e sembra quasi un invito a fumare per non pensare alla confusione politica che impera sulla penisola italiana. Sono felice per i tossici occasionali. Il Vaticano mostra i suoi isterismi nei confronti della posizione assunta dalla Chiesa anglicana riguardo all’eutanasia per i neonati con gravi handicap. Insomma, per i boss della Chiesa cattolica un dogma religioso è più importante della sofferenza di un essere umano. “Avvenire” ha criticato i comici che ironizzano su Joseph Ratzinger, ma penso che la satira sul Papa non sia altro che una forma di pubblicità a favore della presunta tolleranza cattolica. Un po’ di ritrosia codarda sembra che impedisca alla comicità di sviluppare battute e imitazioni sulle altre religioni e credo che nel caso dell’Islam questa riluttanza dipenda dal timore di eventuali ritorsioni e invece per quanto concerne la cultura ebraica penso che le possibili accuse di antisemitismo tengano a freno le velleità satiriche di alcuni artisti. Le varie forme di inibizione provocate dalle altre fedi fanno concentrare la comicità sul cattolicesimo e mi sembra che alla fine alcuni comici finiscano per fare del proselitismo senza l’avallo del Vaticano.

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13
Nov

Marciando senza luce

Pubblicato lunedì 13 Novembre 2006 alle 17:50 da Francesco

Ieri sono uscito di casa alle nove di sera e sono tornato verso le due di notte. Ho percorso circa quattordici chilometri a piedi (tra andata e ritorno) per prendere un cellulare in una casa di campagna. Mia madre si era offerta di accompagnarmi, ma ho preferito immergermi nel ruolo di un messaggero nipponico diretto a Edo. Ho stuprato la notte molte volte, ma, nonostante la mia esperienza, i rumori intestinali della natura abbuiata sono riusciti a farmi provare qualche brivido. Durante il cammino ho assistito alla noiosissima sfilata dei miei pensieri e per dare un po’ di verve ai miei passi ho irrigato la vegetazione con spruzzi di urina. Quando ho transitato davanti ad alcune case isolate ho temuto che qualcuno volesse affacciarsi per spaventarmi. Dopo quasi due ore ho raggiunto la mia destinazione e prima di ripartire mi sono concesso una breve pausa. Sulla via del ritorno ho utilizzato la radio FM del cellulare per rendere meno monotoni i miei passi. Ho ascoltato un po’ di musica pop e una discussione blanda su Napoli e sul cosiddetto ‘O Sistema che l’attanaglia. Da un TG radiofonico ho appreso dello sciopero degli avvocati e ho immaginato subito il loro grido unanime, forte e fiero: “Avvocati di tutto il mondo, unitevi!”. Lungo la mia strada non ho incrociato anima viva e prima di tagliare il traguardo della porta di casa ho attraversato i fotoni di una volante dei carabinieri. Tutto sommato ho trascorso una notte piacevole con me stesso, come non capitava dalla notte precedente.

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12
Nov

84 Charlie Mopic

Pubblicato domenica 12 Novembre 2006 alle 18:42 da Francesco

Tre notti fa ho avuto il piacere di guardare questo film atipico. “84 Charlie Mopic” è stato girato come un documentario, ma non lo è. Credo che la vera protagonista di questa storia sia la cinepresa del cameraman che segue un esiguo gruppo di soldati statunitensi impegnati in Vietnam, infatti le riprese dell’intero film sono state effettuate come se il cineoperatore si trovasse veramente in mezzo a delle azioni di guerra. Ho apprezzato molto lo stile utilizzato da Patrick Sheane Duncan (il regista del film) e spero di rimediare qualche altra opera realizzata allo stesso modo. Il ritmo tra una scena e l’altra non cala mai fino alla fine e mette in mostra il perfetto equilibrio tra momenti di azioni crude e riflessioni nichilistiche che si alternano per un’ora e mezza. Ho notato alcune analogie tra “I Guerrieri della Palude Silenziosa” e “84 Charlie Mopic”, ma preferisco decisamente il secondo. Tra i vari personaggi mi ha colpito molto il sergente O’Donigan, OD per i suoi compagni e per gli spettatori. OD è un afroamericano duro, poco propenso a parlare, ma con una forte attitudine al comando, infatti è lui che guida il gruppo formato da Cracker, Pretty Boy, Hammer, Easy, il sottotenente Drewry e ovviamente Mopic. Cito un passaggio del film in lingua originale che mi ha strappato una risata: “Jingle bells, mortar shells, VC in the grass, you can take your Merry Christmas and stick it up your ass”. Una nota: “VC” sta per vietcong. Negli ultimi giorni ho scartato diversi film poliziotteschi e dato che non ne posso più della leggendaria faccia di Maurizio Merli credo che sposterò il mio interesse cinematografico verso i film di guerra.

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11
Nov

Il consueto cardine della mia introspezione

Pubblicato sabato 11 Novembre 2006 alle 20:50 da Francesco

Tra qualche anno riderò della mia forma attuale e forse proverò un po’ di imbarazzo nostalgico per la mia età. Francesco: stupido, borioso ed eccessivamente individualista. Conosco alcuni dei miei difetti e cerco di correggerli con un impegno di intensità variabile, ma non posso fare nulla per le pecche che il mio occhio clinico non riesce a cogliere. Si impiegano nove mesi per nascere e dodici all’anno per studiare come vivere. Sono felice del lungo lavoro di introspezione che ho incominciato circa dieci mesi fa su queste pagine e sono altrettanto contento della costanza con la quale lo porto avanti giorno dopo giorno nei miei attimi di quiete. Continuo a chiedermi quali segreti nascondano le mutue sensazioni di cui non so nulla, ma i miei quesiti provengono da un’attrazione naturale e non sono il frutto degli assilli della mia interiorità né pendono dalle ansie che talvolta accompagnano l’indifferente avanzata del tempo. Ogni tanto si verificano delle brevi schermaglie tra me e alcune sensazioni parossistiche, ma sono le ultime lotte di una guerriglia adolescenziale che non ha lasciato vincitori né vinti. Uso un’autoironia cattiva come terapia d’urto contro la ridicola propensione a prendermi sul serio e la mia è una presa di coscienza che non ha a che fare con l’umiltà né con la modestia che talvolta rappresentano una masturbazione intellettuale. In queste righe ho accennato concetti che ho espresso altre volte e come altre volte sottolineo l’insistenza con la quale tendo a ripetermi per incidere sulla mia coscienza.

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10
Nov

Considerazioni alla cazzo di cane

Pubblicato venerdì 10 Novembre 2006 alle 18:04 da Francesco

Ieri pomeriggio due membri dei Testimoni di Geova hanno suonato alla mia porta per evangelizzarmi e non ho potuto ritrarmi dalla tentazione di schernire il loro modus operandi, tuttavia ho portato avanti la mia breve opera di derisone teologica senza l’ausilio della blasfemia che mi è tanto cara. Dopo il breve scambio di battute con i due scagnozzi di Yahweh ho pensato approssimativamente al passaggio di uno scritto che ho letto un po’ di tempo fa riguardo a Feuerbach: “Ogni religione è una forma inconsapevole di alienazione attraverso cui l’uomo crea dal nulla l’idea di una divinità perfetta, per poi sottomettersi a essa nell’illusione di risolvere così gli ineliminabili conflitti della condizione umana”. Mi infastidisce il reato di citazione, ma credo a volte vada commesso. Mi rivedo nel superuomo nietzschiano che affronta la morte di Dio e allo stesso tempo mi trovo in disaccordo con molte peculiarità del nichilismo. La mia conoscenza della filosofia non è molto ampia, non ho mai trascorso le mie giornate in mezzo alle bibliografie dei celebri pensatori del passato e tanto meno mi sono dedicato alla lettura della gnoseologia contemporanea, ma la dimensione ristretta del mio bagaglio filosofico mi lascia scorgere sofismi enormi in ogni giudizio umano e alimenta il mio disinteresse nei confronti del gioco dialettico con il quale i miei simili affrontano questioni materiali e ultramondane. La fede, che qualcuno scrive con la effe maiuscola, non necessita di prove altrimenti non sarebbe tale e allora mi chiedo come mai personaggi buffi come i Testimoni di Geova adducano prove sommarie per il loro processo di evangelizzazione. Se ‘sta cazzo di fede ha un’origine divina credo che sia un po’ pretenzioso da parte di certi proselitisti considerarsi in grado di intercedere per il dio di turno, ma forse costoro oltre ad avere una grande fede celestiale possiedono una fede altrettanto forte nelle loro capacità. Spero che un dio qualunque perdoni le mie eresie e non mi condanni a confezionare cioccolata con le marmotte che lo circondano. Amen e shalom.

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9
Nov

Riservista

Pubblicato giovedì 9 Novembre 2006 alle 17:39 da Francesco

A volte capita che gli odori rurali di un frantoio scavalchino la mia finestra e si dispongano disordinatamente nel mio olfatto. Quando sono sereno distendo le braccia e le gambe per spezzare le catene del torpore. Mi piace muovere la mascella per sbadigliare spontaneamente, ma non amo gli sbadigli che cadono dalle fronde della noia. Ultimamente bevo acqua e digiuno un po’ per giocare con la mia volontà, ma per adesso nella mia vita non c’è nulla che riesca a rallegrarmi più di un pasto gustoso. Le mie parole mi trascinano nelle vesti immaginarie di un soldato della prima guerra mondiale che corre lungo una trincea per azzannare il rancio e non per innalzare il campanilismo della propaganda militare. Spiriti malevoli cannoneggiano le mie sponde, ma tra una sega e l’altra prendo le cartucce dalla giberna e sparo con il moschetto al di sotto del mio kepì. Spesso tento di rappresentare alcuni stralci della mia esistenza con l’iconografia bellica del ventesimo secolo. Non sono un guerrafondaio né un pacifista, ma mi piacciono gli aneddoti che riguardano i due conflitti mondiali e la guerra del Vietnam. Ho voglia di comprarmi la replica di un elmetto tedesco e un MP40 ad aria compressa, ma non ho intenzione di cambiare il mio nome in Hans né di ascoltare i discorsi di un novello fuhrer in una vecchia birreria con tavoli di legno. Mi piacerebbe marciare in zone di guerra con reduci decisi a non arrendersi alla loro veneranda età, ma immagino soste interminabili per assecondare le richieste prostatiche dei miei commilitoni.

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8
Nov

Banalità articolate

Pubblicato mercoledì 8 Novembre 2006 alle 14:06 da Francesco

Dall’esito di certe vite può sembrare che ogni uomo prima di nascere venga condannato in contumacia al proprio destino da un tribunale demiurgico. Non sono un fatalista e credo che il libero arbitrio sia l’arma più potente a disposizione della felicità umana. Alcuni individui mettono in atto ricerche lunghissime per trovare giustificazioni convincenti con le quali lenire le loro esistenze e trovo che ogni loro sforzo in questo senso sia tanto buffo quanto inquietante. Tallono il futuro senza troppe speranze e dirotto brevi sorrisi verso la possibilità che esista un passato precedente al passato che si trova dietro al presente. In certi luoghi e in certi tempi si può stare bene con un basco in testa e un fucile tra le mani. In questo momento vorrei conoscere la storia di chi azzarda passi solitari lungo scogliere immerse in acque freddissime. I fuochi accesi nei camini sospingono atomi nostalgici attraverso i miei condotti sanguigni e producono effetti sgradevoli per il mio umore. Una sensazione di déjà-vu accompagna le mie serate e lascia briciole di noia sopra il pavimento della mia stanza. L’unica forma di attrazione che provo è quella verso il centro della Terra e un po’ mi dispiace. Ho bisogno di coltivare dei desideri per dare un po’ di brio alla mia esistenza, ma per adesso non ne ho nemmeno uno che possa germogliare nel reticolo della realtà. Ogni giorno mi potenzio e lascio che pezzi di malessere scivolino addosso alla mia indifferenza. I tentacoli di un’angoscia ingiustificata provano inutilmente a frenare il mio slancio vitale. C’è una constatazione veritiera che devo fare per me stesso: ho ventidue anni e sono nel mezzo di una fase di transizione.

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7
Nov

Fatti recenti e occhiate future

Pubblicato martedì 7 Novembre 2006 alle 17:17 da Francesco

Due sere fa sono uscito per correre mezzora attraverso il buio novembrino, ma la luce plenilunare mi ha teso un agguato e non ha esitato ad abbronzare alcuni dei miei pensieri. Il mio esame di guida è stato rimandato a causa di una vertenza degli esaminatori. A me piacerebbe demolire la motorizzazione di Grosseto a colpi di Stinger. Le mie velleità distruttrici nascono e muoiono nell’arco di pochi minuti a discapito delle tasche dei trafficanti di armi. Sto abbastanza bene e mi diverto moderatamente con le mie solite attività. In questo periodo dell’anno le giornate imbruniscono velocemente e mi sembra che puntualmente una forza invisibile acceleri la cavalcata di ogni cosa verso la propria fine. Uso spunti fruibili per cibare la mia immaginazione e prevedo di trascorrere molti altri inverni senza che il calore umano irrompa nella mia esistenza per sostituire il riscaldamento a gasolio. Tollero abbastanza bene il freddo e sono trascorsi parecchi anni dall’ultima volta che ho indossato un cappotto. Per masturbarmi preferisco i profumi primaverili e le temperature estive, ma riconosco all’autunno e all’inverno delle qualità ineffabili. Credo che i ragionamenti basati sulle quattro stagioni vadano bene per un pizzaiolo non interessato all’innovazione culinaria e non penso che siano adatti per interpretare la ciclicità mutevole del tempo. Mi cadono piccoli ossimori dalle dita che si perdono in mezzo alla quotidianità delle mie parole. Non ho novità rilevanti da mettere per scritto e forse è un bene che io oda la solita sinfonia.

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6
Nov

Insegnamenti nascosti

Pubblicato lunedì 6 Novembre 2006 alle 15:59 da Francesco

Esistono ragazze carine per modo di dire e troie per il modo di fare. La mia definizione di zoccola differisce dall’immaginario comune: per me una donna non è una bagascia in base alla costanza con la quale mostra la sua espansività sessuale. Penso che una donna possa conseguire il titolo di baldracca solo ed esclusivamente con un atteggiamento menzognero e doppiogiochista degno di un’aspirante imitatrice di Mata Hari. Le mie parole possono sembrare maschiliste, ma in realtà sostengono una semplice invettiva contro quella parte del genere femminile che riduce uomini vaccinati in condizioni morbose. Nel mio breve discorso del cazzo è possibile trovare un errore di forma dal quale ricavare conclusioni errate. Ovviamente i comportamenti scorretti attraversano entrambi i sessi, ma ho impostato le mie parole da un punto di vista eterosessuale ed è per questo motivo che non ho accennato alla delittuosità maschile. Mi ritengo fortunato per non aver vissuto le traversie sentimentali della stragrande maggioranza dei miei coetanei e ringrazio ancora una volta la natura per avermi donato una mano sinistra così dolce e veloce. La voglia di allagare passere giovani porta alcuni disgraziati sull’orlo del precipizio. Sono contento che i miei ormoni siano una tribù pacifica che venera Onan. I rapporti tra le persone sono molto complessi quando le coscienze coinvolte aprono gli occhi. Voglio ringraziare le schiere di depressi che mi hanno chiarito involontariamente alcuni aspetti erronei dei legami sentimentali. Talvolta un individuo che fallisce completamente in una disciplina apparentemente priva di nome può diventare un maestro venerabile che dispensa insegnamenti a sua insaputa.

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